L'ho visto anche io nel periodo scorso, però l'ho interpretato in maniera un po' diversa..
secondo me il film mostra come mettere troppa carne al fuoco non sia sempre sinonimo di vita felice, lo dimostra il contrasto tra i vari personaggi che si susseguono, dove a differenza del collega o della sorella che si incasinano l'esistenza da soli in situazioni che (forse) si potrebbero evitare in partenza, il protagonista pur dedicandosi a quei 2-3 hobby nel tempo libero, non sogna la luna o di voler esplorare nuovi modi di vivere. Forse perchè non gli interessano, forse perchè li ha gia vissuti e ha raggiunto il suo equilibrio smussando scelte su scelte dopo una serie di dispiaceri e di affetti che negli anni sono arrivati e sono andati.
Il fattore lavoro nel film può anche passare in secondo piano, a mio avviso serve solo per far emergere il diverso modo di Hirayama di affrontare la vita, probabilmente egli è una persona di grande esperienza, che ne ha viste di cotte e di crude, è stanco, non investe piu' nei rapporti umani in maniera volontaria ma solo se questi si avvicinano in maniera naturale alla sua vita, allora ha sempre una buona parola ed è disposto a mettersi a disposizione con gentilezza, ma non li cerca, non sono fondamentali e non si affida a loro (forse una volta si, ora non piu' perchè non ne vale la pena?). Ha capito che alla fine del viaggio preferisce emozionarsi con le cose che ha sempre fatto, quelle che non possono tradirlo o ferirlo, come la cura delle piantine e le cassette di musica, sa che se entra nel circolo vizioso non ne trarrà alcun beneficio e magari è arrivato a capire questo solo attraverso numerose esperienze vissute e tanto dolore che non ci viene mai mostrato ma lo si percepisce come un evento molto lontano di una vita precedente di Hirayama all'interno della sua stessa vita.