Ma agli estimatori di Putin il sistema vigente in Russia per quanto riguarda oligopoli, oligarchi, facilità di licenziare da parte dei datori di lavoro e scarsi diritti dei lavoratori , piace?
Massimo Spinelli 15.03.2017 9:03 CET
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, in Russia sono invece le corporation e gli oligopoli, orizzontali e verticali, pubblici e privati, a governare il mercato. I grandi agglomerati economici agiscono non solo in settori ad alta intensità di capitale o in settori tecnologicamente evoluti, ma si spostano con disinvoltura dal settore agricolo alle banche, dalle assicurazioni agli alimentari, dall’abbigliamento alla profumeria, dalle lavanderie ai negozi di fiori. Alcuni sono controllati direttamente dallo Stato, come le mega corporation che operano nel settore bancario, degli idrocarburi o del gas naturale, altri in mano a privati; ma anche in settori dove per noi europei è data per scontata la presenza quasi esclusiva di piccoli imprenditori e piccole aziende, molte a gestione familiare, come il settore della ristorazione, in Russia operano prevalentemente grandi corporation: Rosinter Restaurants Holding, per esempio, che gestisce quasi 250 ristoranti nella Federazione, spaziando tra pizzerie e ristoranti giapponesi, dal 2008 quotato anche al MICEX di Mosca; il Gruppo Novikov che opera dal 1991 e gestisce ristoranti di alto livello soprattutto nella capitale, ma è proprietario anche di una televisione, una società di catering, una rete di negozi di fiori ed agenzie immobiliari; anche per caffè e bar la situazione non è molto differente ed il mercato è sempre più marcato dalla presenza di Shokoladnitsa, con quasi 450 punti vendita in tutta la Russia, di cui oltre 200 nella sola Mosca.
Se in Italia ed in Europa ci interroghiamo e temiamo un futuro con una più ingombrante presenza di grandi corporation, che svolazzando tra paradisi fiscali e sedi di comodo, fagocitano e spingono fuori dalla competizione aziende più piccole, in Russia tutto questo è già realtà. Barriere fiscali, economiche, amministrative rendono di fatto l’ingresso nel mercato o la competizione in determinati settori estremamente difficile.
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Pochissimi i lacciuoli per le aziende che decidono di licenziare ed estrema facilità per i lavoratori di trovare un nuovo impiego; ma se per un dipendente di un’azienda privata di Mosca, gli stipendi si avvicinano a quelli occidentali, nelle regioni russe la situazione è ben diversa ed i salari sono molto più bassi, soprattutto nel settore pubblico. Lo stipendio medio nominale rivalutato nella Federazione si aggira intorno a 35.000 rubli (poco meno di 600 euro), ma un insegnante o un medico, fuori Mosca, possono guadagnare decisamente meno e sono più di 20 milioni i russi sotto la soglia di povertà (dati Banca Mondiale riferiti al primo semestre 2016). Sono scarsissime anche le tutele per i dipendenti ed i sindacati praticamente non esistono. I lavoratori non sono organizzati e il datore di lavoro riesce ad avere una forza contrattuale decisamente alta,
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Il capitalismo al gusto di comunismo della Russia: l'economia in mano di oligopoli e oligarchi