SilvioVernillo
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Asimmetrie informative e truffe bancarie
Provo a sintetizzare quello che ho imparato leggendo questo thread.
A quanto sembra, con le tecnologie disponibili oggi, è possibile riprodurre un assegno circolare in modo tale che la copia sia praticamente indistinguibile dall'originale, anche per un cassiere bancario esperto.
Quindi basta comunicare ad un truffatore adeguatamente organizzato il numero di un assegno circolare legittimo, perché questi ne riproduca una copia in grado di superare i controlli delle banche.
Alla luce di quello che ho imparato, a prima vista la responsabilità della truffa è della vittima che ha comunicato al truffatore il numero di assegno.
Il problema è che prima di leggere questo thread io non ero a conoscenza che fosse tanto facile riprodurre un assegno circolare; ad aprile, all'avvio del thread, sarei potuto incappare anche io in una truffa simile; e se oggi sono al riparo da questo tipo di truffa, è grazie all'autore del thread che ha avuto il coraggio e l'umiltà di raccontare la sua esperienza.
D'altra parte, il problema era ben noto nell'ambiente bancario, per cui ad esempio qualcuno che ha più stretti contatti con le banche si è sentito in diritto di intervenire in questo thread addossando alla vittima la responsabilità della truffa.
Ed è abbastanza plausibile che anche l'autore della truffa, essendo a conoscenza dei meccanismi, avesse in realtà rapporti stretti con il mondo bancario; magari è proprio uno di quelli che sono intervenuti nel thread a pontificare sulle responsabilità della vittima.
Per quantificare le responsabilità della vittima occorrerebbe stabilire con sufficiente precisione quanti dei normali clienti bancari fossero a conoscenza di questa possibilità di truffa prima di aprile; io non ne ero a conoscenza, e credo che la maggioranza dei clienti normali non ne fosse a conoscenza; mentre il problema era evidentemente ben noto in ambienti bancari.
La responsabilità del mondo bancario non è tanto di non essere in grado di riconoscere un assegno circolare falso, visto che a quanto sembra questo è praticamente impossibile; la responsabilità è di non avere divulgato in modo opportuno questa informazione tra i clienti, presumibilmente anche con il preciso scopo di favorire truffe da parte degli insider.
Oggi di fatto Webank si trova di fronte ad un dilemma non risolvibile senza un'indagine penale; la presunta vittima della truffa potrebbe in realtà avere ordito lui stesso la truffa, o essere complice della truffa; se era a conoscenza della debolezza degli assegni circolari, potrebbe aver orchestrato lui stesso la vicenda.
Vero è che in generale l'onere della prova spetta alla banca, ma se fossi io la vittima cercherei di dimostrare senza ombra di dubbio di non aver partecipato alla truffa; una volta dimostrato questo, la responsabilità esclusiva della banca è fuori discussione, per non aver comunicato preventivamente al cliente la debolezza degli assegni circolari.
Saluti
Provo a sintetizzare quello che ho imparato leggendo questo thread.
A quanto sembra, con le tecnologie disponibili oggi, è possibile riprodurre un assegno circolare in modo tale che la copia sia praticamente indistinguibile dall'originale, anche per un cassiere bancario esperto.
Quindi basta comunicare ad un truffatore adeguatamente organizzato il numero di un assegno circolare legittimo, perché questi ne riproduca una copia in grado di superare i controlli delle banche.
Alla luce di quello che ho imparato, a prima vista la responsabilità della truffa è della vittima che ha comunicato al truffatore il numero di assegno.
Il problema è che prima di leggere questo thread io non ero a conoscenza che fosse tanto facile riprodurre un assegno circolare; ad aprile, all'avvio del thread, sarei potuto incappare anche io in una truffa simile; e se oggi sono al riparo da questo tipo di truffa, è grazie all'autore del thread che ha avuto il coraggio e l'umiltà di raccontare la sua esperienza.
D'altra parte, il problema era ben noto nell'ambiente bancario, per cui ad esempio qualcuno che ha più stretti contatti con le banche si è sentito in diritto di intervenire in questo thread addossando alla vittima la responsabilità della truffa.
Ed è abbastanza plausibile che anche l'autore della truffa, essendo a conoscenza dei meccanismi, avesse in realtà rapporti stretti con il mondo bancario; magari è proprio uno di quelli che sono intervenuti nel thread a pontificare sulle responsabilità della vittima.
Per quantificare le responsabilità della vittima occorrerebbe stabilire con sufficiente precisione quanti dei normali clienti bancari fossero a conoscenza di questa possibilità di truffa prima di aprile; io non ne ero a conoscenza, e credo che la maggioranza dei clienti normali non ne fosse a conoscenza; mentre il problema era evidentemente ben noto in ambienti bancari.
La responsabilità del mondo bancario non è tanto di non essere in grado di riconoscere un assegno circolare falso, visto che a quanto sembra questo è praticamente impossibile; la responsabilità è di non avere divulgato in modo opportuno questa informazione tra i clienti, presumibilmente anche con il preciso scopo di favorire truffe da parte degli insider.
Oggi di fatto Webank si trova di fronte ad un dilemma non risolvibile senza un'indagine penale; la presunta vittima della truffa potrebbe in realtà avere ordito lui stesso la truffa, o essere complice della truffa; se era a conoscenza della debolezza degli assegni circolari, potrebbe aver orchestrato lui stesso la vicenda.
Vero è che in generale l'onere della prova spetta alla banca, ma se fossi io la vittima cercherei di dimostrare senza ombra di dubbio di non aver partecipato alla truffa; una volta dimostrato questo, la responsabilità esclusiva della banca è fuori discussione, per non aver comunicato preventivamente al cliente la debolezza degli assegni circolari.
Saluti
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