3 miti sui PAC

Io infatti sono rimasto sempre stupefatto dal punto numero uno...la potenzialità del pac è nel mettere il piccolo investitore nelle condizioni di accumulare secondo la sua capacità economica..e se uno parte da zero parte da pac di piccole dimensioni..

Ma dicendo che con cifre piccole non conviene si scoraggiano i piccoli risparmiatori che invece sono quelli che dovrebbero iniziare a fare pac il prima possibile..insomma paradossale :o:cool:
Esatto, ottima osservazione. Purtroppo l'argomentazione di cui al punto 1) è utilizzata molto spesso per due motivi: superficialità (tutta l'analisi si racchiude in un dividere la commissione per l'importo della rata e valutare se sia alta e bassa, senza prendere minimamente in considerazione i molti altri fattori decisivi) o manipolazione ("il 3% è troppo; se investi su questo bel fondo attiva hai soltanto l'1% e risparmi il 2%". Peccato che poi il 2% (quando va bene) l'investitore lo paga non una volta sola, ma ogni anno sul controvalore dell'investimento).

Basandomi su quello che ho studiato e sulle idee che mi sto facendo del mercato ero arrivato alla conclusione che il pac fosse le soluzione migliore. Conscio del fatto che in situazioni di crescita non è la soluzione più remunerativa ma quella più cautelativa, però in quel caso la durata del pac può fare tutta la differenza del mondo... Come si dice "il mercato può rimanere irrazionale molto più tempo di quanto tu possa essere solvibile".
Sul consulente finanziario ci ho pensato e darebbe sicuramente consigli utili per quanto riguarda l'asset allocation, ma per quanto riguarda questo dubbio di ingresso non credo che potrebbe comunque darmi la risposta definitiva perchè, com'è ovvio che sia, non può avere la sfera di cristallo e leggere il futuro...

Effettivamente qui la decisione spetta a te: più accorci la durata avvicinandoti a un PIC puro, più sei efficiente (come insegna la teoria) e più alto è il rischio. Più la allunghi, e più ti avvicini al PAC classico.

Un buon compromesso, in questi casi, può essere quello di partire con un PAC non troppo corto (5-10 anni) ed essere pronti a fare dei versamenti aggiuntivi al verificarsi di determinate condizioni (ribassi del 10%, 20%, ecc).
 
Ultima modifica:
purtroppo chi è troppo timoroso già in partenza, sarà difficile che manterrà il progetto quando ci saranno i crash inevitabili. E se non lo mantiene, magari diventerà il classico soggetto che vende in forte perdita sui minimi, come vuole la storia....
L'importante quindi è capire bene la propria tolleranza al rischio, prima di iniziare a toccare le azioni!
Cmq non c'è nulla di male, siamo diversi, ma c'è chi che appena va in rosso va nel panico, ed altri che sono contenti di comprare più in basso.
Quindi, testarsi molto bene e capire da soli che tipo di persona si è: stare sui mercati, in qualsiasi modo ci si sta, comporta un rischio inevitabile e il tempo in cui il portafoglio sarà in negativo per un certo periodo verrà inevitabilmente.
 
Effettivamente qui la decisione spetta a te: più accorci la durata avvicinandoti a un PIC puro, più sei efficiente (come insegna la teoria) e più alto è il rischio. Più la allunghi, e più ti avvicini al PAC classico.

Un buon compromesso, in questi casi, può essere quello di partire con un PAC non troppo corto (5-10 anni) ed essere pronti a fare dei versamenti aggiuntivi al verificarsi di determinate condizioni (ribassi del 10%, 20%, ecc).[/QUOTE]

Stavo infatti valutando di fare esattamente cosi.
Stanziare un 20/30% del capitale immediatamente investito in modo da non lasciare tutto in liquidità, dopodichè partire con un pac di 10 anni essendo però pronto a entrare con delle maggiorazioni prestabilite in caso di ribassi
 
purtroppo chi è troppo timoroso già in partenza, sarà difficile che manterrà il progetto quando ci saranno i crash inevitabili. E se non lo mantiene, magari diventerà il classico soggetto che vende in forte perdita sui minimi, come vuole la storia....
L'importante quindi è capire bene la propria tolleranza al rischio, prima di iniziare a toccare le azioni!
Cmq non c'è nulla di male, siamo diversi, ma c'è chi che appena va in rosso va nel panico, ed altri che sono contenti di comprare più in basso.
Quindi, testarsi molto bene e capire da soli che tipo di persona si è: stare sui mercati, in qualsiasi modo ci si sta, comporta un rischio inevitabile e il tempo in cui il portafoglio sarà in negativo per un certo periodo verrà inevitabilmente.

Sono assolutamente pronto ad affrontare dei ribassi e anzi, una volta iniziato il pac sarò ben felice di vederne per incrementare l'investimento.
Ovviamente so bene che parlare adesso è piuttosto semplice...
 
Stavo infatti valutando di fare esattamente cosi.
Stanziare un 20/30% del capitale immediatamente investito in modo da non lasciare tutto in liquidità, dopodichè partire con un pac di 10 anni essendo però pronto a entrare con delle maggiorazioni prestabilite in caso di ribassi

Ottima soluzione :)
 
@Dedalo Invest Non mi è ben chiaro il punto 2.

Facciamo un esempio....
Mettiamo l'etf costi 65Euro e che l'investimento mensile sia pari a 100Euro.

La cosa migliore è di non superare mai l'investimento mensile oppure è meglio aggiungere qualcosa alla rata per comprare 2 quote?

Con 65Euro compro una sola quota oppure aggiungo sforando l'investimento mensile e ne compro 2?

Grazie!!!
 
@Dedalo Invest Non mi è ben chiaro il punto 2.

Facciamo un esempio....
Mettiamo l'etf costi 65Euro e che l'investimento mensile sia pari a 100Euro.

La cosa migliore è di non superare mai l'investimento mensile oppure è meglio aggiungere qualcosa alla rata per comprare 2 quote?

Con 65Euro compro una sola quota oppure aggiungo sforando l'investimento mensile e ne compro 2?

Grazie!!!

Per me, se hai la possibilita' di aggiungere 30 euro alla rata e' meglio fare il piccolo sforzo e prendere due quote. Altrimenti vai con una quota, risparmi 35 euro che puoi utilizzare il mese successivo.

Questo indipendentemente dal punto 2, che e' piu' un mito sul discorso che comprare a rate costanti fa magicamente guadagnare di piu' rispetto a comprare a quote costanti.
 
Nel modello presentato, il PAC a frequenza maggiore (esempio: mensile) sconta il fatto di pagare più volte i diritti fissi per rata rispetto a quello a frequenza minore (esempio: trimestrale).
Questo fa sì che, per confronti di PAC a frequenze non troppo dissimili, si crei uno svantaggio ad aderire a quello a frequenza maggiore.
Però, come già osservato, questa differenza è in parte mitigata dal più lungo periodo medi di investimento.

Ho notato però che manca un ulteriore fattore che riduce lo svantaggio: la tassazione sulla plusvalenza latente (o realizzata, se si suppone di vendere tutto il mese successivo alla fine del PAC).
 
Per me, se hai la possibilita' di aggiungere 30 euro alla rata e' meglio fare il piccolo sforzo e prendere due quote. Altrimenti vai con una quota, risparmi 35 euro che puoi utilizzare il mese successivo.

Questo indipendentemente dal punto 2, che e' piu' un mito sul discorso che comprare a rate costanti fa magicamente guadagnare di piu' rispetto a comprare a quote costanti.

Articolo molto interessante, attualmente utilizzo il piano replay mensilmente di Fineco, ho da sempre impostato acquisto in base all importo per comodità, hai idea se è possibile inserire una sorta di "opzione" con la quale, in caso bastasse un 2/3% in eccesso sia possibile acquistare un'ulteriore quota?
Ciao e grazie
 
Articolo molto interessante, attualmente utilizzo il piano replay mensilmente di Fineco, ho da sempre impostato acquisto in base all importo per comodità, hai idea se è possibile inserire una sorta di "opzione" con la quale, in caso bastasse un 2/3% in eccesso sia possibile acquistare un'ulteriore quota?
Ciao e grazie

Non credo, ma forse un consulente Fineco può risponderti con maggior precisione.

Però, se vuoi, puoi modificare la cifra prima del versamento della rata per fare in modo di acquistare quella quota in più.
 
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