A dare più fastidio a putin e ai suoi fans è la fiera resistenza degli Ucraini

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Charlie

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Onore e gloria eterna al fiero popolo ucraino che sta facendo vedere al mondo libero intero come si combatte per la libertà, la democrazia, e per l'Europa
Alla faccia di putin e di quelli che vorrebbero che gli ucraini si arrendessero OK!

e chiamateci pure guerrafondai, meglio guerrafondai che complici dei criminali di guerra russi KO! disonore eterno a loro e a chi li appoggia.

A sconvolgerci davvero non e l’orrore di Bucha, ma la resistenza degli ucraini - Linkiesta.it

Nel mondo alla rovescia in cui i “guerrafondai” sarebbero coloro che vogliono aiutare gli aggrediti, mentre “pacifisti” e “realisti” sarebbero coloro che li invitano ad arrendersi, non c’è massacro che basti :censored: :censored: :censored:

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Molti pensano che le atrocità emerse nella città di Bucha dopo il ritiro dell’esercito russo rappresenteranno uno spartiacque. Molti sostengono che dinanzi ai corpi di centinaia di civili inermi fucilati con le mani legate dietro la schiena ci sarà una generale presa di coscienza, e chi finora si è inerpicato per ignobili distinguo, false equivalenze ed empie equidistanze non avrà il coraggio di insistere oltre. Qualcuno pensa addirittura che assisteremo a sincere autocritiche, se non da parte di quel grottesco esercito di scoppiati che ha occupato i palinsesti televisivi, perlomeno da parte di chi li ha invitati e difesi in nome del pluralismo e della libertà di opinione. Personalmente non sono così ottimista.

Certo, adesso almeno dovrebbe essere chiaro a tutti, come ha notato Anne Applebaum, che quando parliamo con leggerezza di quali «concessioni territoriali» l’Ucraina dovrebbe fare alla Russia di Vladimir Putin stiamo parlando di questo: esporre i civili di quelle regioni a fucilazioni, stupri di massa, saccheggi, deportazioni. Si tratta peraltro di cose, in gran parte, già emerse e documentate da tempo, come il tentativo di prendere le città per fame e per sete, costringendo la gente a bere l’acqua dalle pozzanghere e dai canali di scarico (domanda che metto tra parentesi per gli appassionati di false equivalenze: quale esercito occidentale applica simili sistemi?).

Notizie che finora non hanno impedito al dibattito di prendere la piega grottesca che ha preso, almeno qui in Italia, dove “guerrafondai” sono diventati coloro che si schieravano dalla parte degli ucraini e “pacifisti” o “realisti” coloro che li invitavano ad arrendersi all’invasore, sostenendo che le sofferenze dei civili erano colpa di chi insisteva a resistere. Una deriva davvero orwelliana perché, prima ancora di ogni altra considerazione etica o politica, si deve dire che è vero l’esatto contrario: sono stati finora i soldati ucraini – e le armi occidentali – a difendere i civili, comprese donne e bambini, dalla sorte toccata loro nelle città in cui l’esercito russo è riuscito a penetrare. Le immagini di Bucha ne sono solo l’ennesima conferma.

Come mai abbiamo dunque tanta difficoltà a riconoscere questi elementari dati di fatto? Perché definiamo la loro negazione come espressione di una libera opinione, anziché come disinformazione o semplicemente come falsità, menzogna, propaganda?

La mia impressione è che a turbarci davvero non sia il male, nemmeno nella forma radicale delle atrocità compiute a Bucha, ma la possibilità del bene. Quello che ci sconvolge non è la crudeltà degli aggressori, cui siamo purtroppo assuefatti e con cui abbiamo una certa familiarità, ma la resistenza degli aggrediti, tanto più sconvolgente perché messa in atto da persone che fino a ieri facevano una vita identica alla nostra, con lavori come i nostri, in città simili alle nostre, almeno fino al momento in cui i bombardamenti non le hanno rese irriconoscibili.

È questo che ci imbarazza, è di questo che non sappiamo davvero come parlare, nel mondo alla rovescia in cui siamo precipitati, in cui ci si vergogna a chiamare eroi coloro che resistono, mentre non si esita a disquisire con aria saccente delle ragioni strategiche e geostrategiche degli assassini. :mad: :mad: :mad:

Indimenticabile e insuperabile, da questo punto di vista, l’inchiesta del Fatto quotidiano sulla villa al Forte dei Marmi di un uomo che poteva fuggire negli Stati Uniti o in qualunque altra parte del mondo un mese fa, e invece è rimasto a Kiev, pur sapendo di essere l’obiettivo numero uno dei russi. Basta il titolo: «Zelensky, villa al Forte e società nascosta al fisco».

Abbiamo passato anni a domandarci con le facce indignate come l’Europa e il mondo abbiano potuto voltarsi dall’altra parte in circostanze ben più difficili di quelle in cui ci troviamo noi, quando si trattava davvero di mettere in gioco la propria vita, mica la bolletta del gas, e adesso fatichiamo a reggere il confronto con chi la vita la rischia tutti i giorni, e non vediamo l’ora di leggere che in realtà, prima della guerra, parcheggiava l’auto in doppia fila, evadeva le tasse e diceva le parolacce.

Vorrei credere anch’io che dinanzi alle atrocità commesse dall’esercito russo sui civili di Bucha assisteremo a un soprassalto di consapevolezza. Temo invece che più il peso dell’orrore continuerà ad aumentare, più forte si farà la reazione di rifiuto.

Leggo che all’ultima riunione della celebre commissione Dupre il giurista Ugo Mattei ha detto: «Ci sono elementi di continuità tra la gestione della pandemia in Occidente e la guerra della Nato». Sulla stessa linea, Carlo Freccero ha osservato che «Covid e guerra hanno trasformato il dibattito in propaganda» e che «la guerra in Ucraina è come una fiction», mentre Massimo Cacciari ha espresso la convinzione che si tratti in realtà di «una guerra tra imperi», pur invitando tutti, in un soprassalto di lucidità, a «stare attenti ai toni» e a «tenere conto di come si muove l’avversario: col Covid abbiamo fatto fatica a far capire che non fossimo terrapiattisti» (ma pensa un po’). Quanto all’ultimo monologo dell’ospite d’onore di cotanta iniziativa, quel professore idolo dei talk show che si è definito «guerriero intellettuale», addirittura «forgiato nello scontro e nella lotta», è squalificante anche solo parlarne.

È però significativo che il gruppo, nato contro il green pass, sia passato con tanta naturalezza dalla contestazione della dittatura sanitaria in Italia (peraltro nel frattempo autoliquidatasi per decreto) alla denuncia della «guerra della Nato» in Ucraina. È significativo soprattutto che siano loro stessi a rivendicare un nesso e una coerenza tra le due battaglie, che si basano non per niente sulle stesse fonti, cioè sulla stessa paccottiglia, lo stesso ammasso di teorie della cospirazione, bufale e propaganda. Materiale che nelle democrazie occidentali mature si trova confinato perlopiù agli organi semiclandestini dei movimenti di estrema destra, ma che in Italia, per usare un termine molto caro ai nostri populisti, è da tempo «mainstream». Com’è «mainstream» la filosofia che c’è dietro, egemone da molto prima della guerra e della pandemia, almeno dagli anni Novanta.

Mi auguro anch’io che le terribili immagini di Bucha, nonostante tutto, diano una scossa al nostro dibattito pubblico. Ma non so se basterà una scossa a risvegliarci da questo trentennale sonno della ragione.
 
Onore e gloria eterna al fiero popolo ucraino che sta facendo vedere al mondo libero intero come si combatte per la libertà, la democrazia, e per l'Europa
Alla faccia di putin e di quelli che vorrebbero che gli ucraini si arrendessero OK!

e chiamateci pure guerrafondai, meglio guerrafondai che complici dei criminali di guerra russi KO! disonore eterno a loro e a chi li appoggia.

A sconvolgerci davvero non e l’orrore di Bucha, ma la resistenza degli ucraini - Linkiesta.it

Nel mondo alla rovescia in cui i “guerrafondai” sarebbero coloro che vogliono aiutare gli aggrediti, mentre “pacifisti” e “realisti” sarebbero coloro che li invitano ad arrendersi, non c’è massacro che basti :censored: :censored: :censored:

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Molti pensano che le atrocità emerse nella città di Bucha dopo il ritiro dell’esercito russo rappresenteranno uno spartiacque. Molti sostengono che dinanzi ai corpi di centinaia di civili inermi fucilati con le mani legate dietro la schiena ci sarà una generale presa di coscienza, e chi finora si è inerpicato per ignobili distinguo, false equivalenze ed empie equidistanze non avrà il coraggio di insistere oltre. Qualcuno pensa addirittura che assisteremo a sincere autocritiche, se non da parte di quel grottesco esercito di scoppiati che ha occupato i palinsesti televisivi, perlomeno da parte di chi li ha invitati e difesi in nome del pluralismo e della libertà di opinione. Personalmente non sono così ottimista.

Certo, adesso almeno dovrebbe essere chiaro a tutti, come ha notato Anne Applebaum, che quando parliamo con leggerezza di quali «concessioni territoriali» l’Ucraina dovrebbe fare alla Russia di Vladimir Putin stiamo parlando di questo: esporre i civili di quelle regioni a fucilazioni, stupri di massa, saccheggi, deportazioni. Si tratta peraltro di cose, in gran parte, già emerse e documentate da tempo, come il tentativo di prendere le città per fame e per sete, costringendo la gente a bere l’acqua dalle pozzanghere e dai canali di scarico (domanda che metto tra parentesi per gli appassionati di false equivalenze: quale esercito occidentale applica simili sistemi?).

Notizie che finora non hanno impedito al dibattito di prendere la piega grottesca che ha preso, almeno qui in Italia, dove “guerrafondai” sono diventati coloro che si schieravano dalla parte degli ucraini e “pacifisti” o “realisti” coloro che li invitavano ad arrendersi all’invasore, sostenendo che le sofferenze dei civili erano colpa di chi insisteva a resistere. Una deriva davvero orwelliana perché, prima ancora di ogni altra considerazione etica o politica, si deve dire che è vero l’esatto contrario: sono stati finora i soldati ucraini – e le armi occidentali – a difendere i civili, comprese donne e bambini, dalla sorte toccata loro nelle città in cui l’esercito russo è riuscito a penetrare. Le immagini di Bucha ne sono solo l’ennesima conferma.

Come mai abbiamo dunque tanta difficoltà a riconoscere questi elementari dati di fatto? Perché definiamo la loro negazione come espressione di una libera opinione, anziché come disinformazione o semplicemente come falsità, menzogna, propaganda?

La mia impressione è che a turbarci davvero non sia il male, nemmeno nella forma radicale delle atrocità compiute a Bucha, ma la possibilità del bene. Quello che ci sconvolge non è la crudeltà degli aggressori, cui siamo purtroppo assuefatti e con cui abbiamo una certa familiarità, ma la resistenza degli aggrediti, tanto più sconvolgente perché messa in atto da persone che fino a ieri facevano una vita identica alla nostra, con lavori come i nostri, in città simili alle nostre, almeno fino al momento in cui i bombardamenti non le hanno rese irriconoscibili.

È questo che ci imbarazza, è di questo che non sappiamo davvero come parlare, nel mondo alla rovescia in cui siamo precipitati, in cui ci si vergogna a chiamare eroi coloro che resistono, mentre non si esita a disquisire con aria saccente delle ragioni strategiche e geostrategiche degli assassini. :mad: :mad: :mad:

Indimenticabile e insuperabile, da questo punto di vista, l’inchiesta del Fatto quotidiano sulla villa al Forte dei Marmi di un uomo che poteva fuggire negli Stati Uniti o in qualunque altra parte del mondo un mese fa, e invece è rimasto a Kiev, pur sapendo di essere l’obiettivo numero uno dei russi. Basta il titolo: «Zelensky, villa al Forte e società nascosta al fisco».

Abbiamo passato anni a domandarci con le facce indignate come l’Europa e il mondo abbiano potuto voltarsi dall’altra parte in circostanze ben più difficili di quelle in cui ci troviamo noi, quando si trattava davvero di mettere in gioco la propria vita, mica la bolletta del gas, e adesso fatichiamo a reggere il confronto con chi la vita la rischia tutti i giorni, e non vediamo l’ora di leggere che in realtà, prima della guerra, parcheggiava l’auto in doppia fila, evadeva le tasse e diceva le parolacce.

Vorrei credere anch’io che dinanzi alle atrocità commesse dall’esercito russo sui civili di Bucha assisteremo a un soprassalto di consapevolezza. Temo invece che più il peso dell’orrore continuerà ad aumentare, più forte si farà la reazione di rifiuto.

Leggo che all’ultima riunione della celebre commissione Dupre il giurista Ugo Mattei ha detto: «Ci sono elementi di continuità tra la gestione della pandemia in Occidente e la guerra della Nato». Sulla stessa linea, Carlo Freccero ha osservato che «Covid e guerra hanno trasformato il dibattito in propaganda» e che «la guerra in Ucraina è come una fiction», mentre Massimo Cacciari ha espresso la convinzione che si tratti in realtà di «una guerra tra imperi», pur invitando tutti, in un soprassalto di lucidità, a «stare attenti ai toni» e a «tenere conto di come si muove l’avversario: col Covid abbiamo fatto fatica a far capire che non fossimo terrapiattisti» (ma pensa un po’). Quanto all’ultimo monologo dell’ospite d’onore di cotanta iniziativa, quel professore idolo dei talk show che si è definito «guerriero intellettuale», addirittura «forgiato nello scontro e nella lotta», è squalificante anche solo parlarne.

È però significativo che il gruppo, nato contro il green pass, sia passato con tanta naturalezza dalla contestazione della dittatura sanitaria in Italia (peraltro nel frattempo autoliquidatasi per decreto) alla denuncia della «guerra della Nato» in Ucraina. È significativo soprattutto che siano loro stessi a rivendicare un nesso e una coerenza tra le due battaglie, che si basano non per niente sulle stesse fonti, cioè sulla stessa paccottiglia, lo stesso ammasso di teorie della cospirazione, bufale e propaganda. Materiale che nelle democrazie occidentali mature si trova confinato perlopiù agli organi semiclandestini dei movimenti di estrema destra, ma che in Italia, per usare un termine molto caro ai nostri populisti, è da tempo «mainstream». Com’è «mainstream» la filosofia che c’è dietro, egemone da molto prima della guerra e della pandemia, almeno dagli anni Novanta.

Mi auguro anch’io che le terribili immagini di Bucha, nonostante tutto, diano una scossa al nostro dibattito pubblico. Ma non so se basterà una scossa a risvegliarci da questo trentennale sonno della ragione.

Quello che si può evidenziare è che queste posizioni vengono prese praticamente solo dietro l’anonimato di una tastiera ,nel mondo reale la stragrande maggioranza ha accettato e accetta le decisioni prese dal governo perché è consapevole che ,nonostante abbiamo un impatto sulla vita di tutti i giorni ,sono giuste
 
Quello che si può evidenziare è che queste posizioni vengono prese praticamente solo dietro l’anonimato di una tastiera ,nel mondo reale la stragrande maggioranza ha accettato e accetta le decisioni prese dal governo perché è consapevole che ,nonostante abbiamo un impatto sulla vita di tutti i giorni ,sono giuste

Che ci sia una certa quota di quisling o di speculatori politici che vorrebbero approfittarne ci sta, ci sono in tutti i Paesi, in Italia per varie ragioni sono di più, sono i limiti della democrazia che giustamente impediscono di trattare questi estremisti borderline come farebbe un regime autoritario che loro auspicano, non rendendosi conto che i primi ad essere eliminati sarebbero proprio loro :yes: :yes: è un bias cognitivo e un cortocircuito di cui non si rendono conto, e che ho più volte fatto rilevare in passato.
 
Che ci sia una certa quota di quisling o di speculatori politici che vorrebbero approfittarne ci sta, ci sono in tutti i Paesi, in Italia per varie ragioni sono di più, sono i limiti della democrazia che giustamente impediscono di trattare questi estremisti borderline come farebbe un regime autoritario che loro auspicano, non rendendosi conto che i primi ad essere eliminati sarebbero proprio loro :yes: :yes: è un bias cognitivo e un cortocircuito di cui non si rendono conto, e che ho più volte fatto rilevare in passato.

Ma loro si sentono maggioranza per questi signori le elezioni son tutte truccate da Goldman Sachs e Bill Gates e la maggioranza degli italiani anche se non lo dice(per paura di ritorsioni) è terrapiattista e crede nelle scie chimiche.
Si autofomentano in social dove sono solo loro urlano e si autoconvincono di ciò.
 
Ma scusate se gli Ucraini vogliono combattere e farsi ammazzare per la loro patria facciano pure, quello che non si capisce è perchè noi li stiamo aiutando, inviando armamenti e sanzionando un paese col quale non siamo in guerra.
L'Ucraina non è un membro NATO nè un paese dell'Unione Europea quindi perchè rischiare di azzerare la nostra, già fragile, economia per aiutarli?
Che se la sbrighino da soli

ps: anticipo già le varie obiezioni:
- Perchè se non fermiamo la Russia adesso invaderà tutto il continente! Putin non invaderà mai l'Europa perchè vorrebbe dire guerra nucleare, perchè non ha abbastanza uomini per farlo e in definitiva perchè una volta conquistati i territori gli sarebbe impossibile tenerli.
- Perchè Putin è un dittatore brutto e cattivo e ha invaso un paese sovrano! Cosa che abbiamo fatto anche noi a più riprese, con giustificazioni mooooooolto più labili (quando non proprio inventate di sana pianta), eppure magicamente non ci sono state sanzioni di sorta nei nostri confronti.
- Perchè i Russi stanno torturando e uccidendo i civili! La solita morale a corrente alternata, gli USA hanno torturato per anni "presunti" terroristi ad Abu Ghraib e Guantanamo utilizzando alcune delle tecniche più infami possibili, e sono stati responsabili di milioni di morti grazie alle loro guerre, eppure non mi pare ci sia stata la stessa indignazione da parte di quelli NATO o morte.
 
Ma loro si sentono maggioranza per questi signori le elezioni son tutte truccate da Goldman Sachs e Bill Gates e la maggioranza degli italiani anche se non lo dice(per paura di ritorsioni) è terrapiattista e crede nelle scie chimiche.
Si autofomentano in social dove sono solo loro urlano e si autoconvincono di ciò.

hai dimenticato una cosa: le elezioni truccate sono solo quelle dove vincono signori avversi a loro
Quando vincono i loro beniamini, tutto regolare. Ha trionfato la democrazia, anzi il popolo:eek:
 
Quello che si può evidenziare è che queste posizioni vengono prese praticamente solo dietro l’anonimato di una tastiera ,nel mondo reale la stragrande maggioranza ha accettato e accetta le decisioni prese dal governo perché è consapevole che ,nonostante abbiamo un impatto sulla vita di tutti i giorni ,sono giuste

Ma cosa stai dicendo, siete una minoranza, lo dicono tutti i sondaggi
 
Ma scusate se gli Ucraini vogliono combattere e farsi ammazzare per la loro patria facciano pure, quello che non si capisce è perchè noi li stiamo aiutando, inviando armamenti e sanzionando un paese col quale non siamo in guerra.
L'Ucraina non è un membro NATO nè un paese dell'Unione Europea quindi perchè rischiare di azzerare la nostra, già fragile, economia per aiutarli?
Che se la sbrighino da soli

ps: anticipo già le varie obiezioni:
- Perchè se non fermiamo la Russia adesso invaderà tutto il continente! Putin non invaderà mai l'Europa perchè vorrebbe dire guerra nucleare, perchè non ha abbastanza uomini per farlo e in definitiva perchè una volta conquistati i territori gli sarebbe impossibile tenerli.
- Perchè Putin è un dittatore brutto e cattivo e ha invaso un paese sovrano! Cosa che abbiamo fatto anche noi a più riprese, con giustificazioni mooooooolto più labili (quando non proprio inventate di sana pianta), eppure magicamente non ci sono state sanzioni di sorta nei nostri confronti.
- Perchè i Russi stanno torturando e uccidendo i civili! La solita morale a corrente alternata, gli USA hanno torturato per anni "presunti" terroristi ad Abu Ghraib e Guantanamo utilizzando alcune delle tecniche più infami possibili, e sono stati responsabili di milioni di morti grazie alle loro guerre, eppure non mi pare ci sia stata la stessa indignazione da parte di quelli NATO o morte.

Condivido e aggiungo che questa pressione mediatica dopo Bucha pare proprio montata ad hoc.
Dopo che ci sono state diverse fake news dall'inizio della guerra bisognerebbe quanto meno aspettare l'indagine ONU prima di prendere decisioni irreversibili che condizionano centinaia di milioni di persone.
E in ogni caso anche fosse vero, per quanto ignobile, questo episodio rientra in situazioni che accadono in quasi tutte le guerre.
Ma il ferro va battuto quando è caldo.
 
Ma cosa stai dicendo, siete una minoranza, lo dicono tutti i sondaggi

Sarà come dici ma io di manifestazioni di potresta non ne ho viste ,certo se uno si accontenta di quanto scrive sui social a me sta bene ma aspettiamo le prossime elezioni magari avremo qualche sorpresa che la vittoria di un partito che si portavoce delle istanze di cui parli
 
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Onore e gloria eterna al fiero popolo ucraino che sta facendo vedere al mondo libero intero come si combatte per la libertà, la democrazia, e per l'Europa
Alla faccia di putin e di quelli che vorrebbero che gli ucraini si arrendessero OK!

e chiamateci pure guerrafondai, meglio guerrafondai che complici dei criminali di guerra russi KO! disonore eterno a loro e a chi li appoggia.

A sconvolgerci davvero non e l’orrore di Bucha, ma la resistenza degli ucraini - Linkiesta.it

Nel mondo alla rovescia in cui i “guerrafondai” sarebbero coloro che vogliono aiutare gli aggrediti, mentre “pacifisti” e “realisti” sarebbero coloro che li invitano ad arrendersi, non c’è massacro che basti :censored: :censored: :censored:

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Molti pensano che le atrocità emerse nella città di Bucha dopo il ritiro dell’esercito russo rappresenteranno uno spartiacque. Molti sostengono che dinanzi ai corpi di centinaia di civili inermi fucilati con le mani legate dietro la schiena ci sarà una generale presa di coscienza, e chi finora si è inerpicato per ignobili distinguo, false equivalenze ed empie equidistanze non avrà il coraggio di insistere oltre. Qualcuno pensa addirittura che assisteremo a sincere autocritiche, se non da parte di quel grottesco esercito di scoppiati che ha occupato i palinsesti televisivi, perlomeno da parte di chi li ha invitati e difesi in nome del pluralismo e della libertà di opinione. Personalmente non sono così ottimista.

Certo, adesso almeno dovrebbe essere chiaro a tutti, come ha notato Anne Applebaum, che quando parliamo con leggerezza di quali «concessioni territoriali» l’Ucraina dovrebbe fare alla Russia di Vladimir Putin stiamo parlando di questo: esporre i civili di quelle regioni a fucilazioni, stupri di massa, saccheggi, deportazioni. Si tratta peraltro di cose, in gran parte, già emerse e documentate da tempo, come il tentativo di prendere le città per fame e per sete, costringendo la gente a bere l’acqua dalle pozzanghere e dai canali di scarico (domanda che metto tra parentesi per gli appassionati di false equivalenze: quale esercito occidentale applica simili sistemi?).

Notizie che finora non hanno impedito al dibattito di prendere la piega grottesca che ha preso, almeno qui in Italia, dove “guerrafondai” sono diventati coloro che si schieravano dalla parte degli ucraini e “pacifisti” o “realisti” coloro che li invitavano ad arrendersi all’invasore, sostenendo che le sofferenze dei civili erano colpa di chi insisteva a resistere. Una deriva davvero orwelliana perché, prima ancora di ogni altra considerazione etica o politica, si deve dire che è vero l’esatto contrario: sono stati finora i soldati ucraini – e le armi occidentali – a difendere i civili, comprese donne e bambini, dalla sorte toccata loro nelle città in cui l’esercito russo è riuscito a penetrare. Le immagini di Bucha ne sono solo l’ennesima conferma.

Come mai abbiamo dunque tanta difficoltà a riconoscere questi elementari dati di fatto? Perché definiamo la loro negazione come espressione di una libera opinione, anziché come disinformazione o semplicemente come falsità, menzogna, propaganda?

La mia impressione è che a turbarci davvero non sia il male, nemmeno nella forma radicale delle atrocità compiute a Bucha, ma la possibilità del bene. Quello che ci sconvolge non è la crudeltà degli aggressori, cui siamo purtroppo assuefatti e con cui abbiamo una certa familiarità, ma la resistenza degli aggrediti, tanto più sconvolgente perché messa in atto da persone che fino a ieri facevano una vita identica alla nostra, con lavori come i nostri, in città simili alle nostre, almeno fino al momento in cui i bombardamenti non le hanno rese irriconoscibili.

È questo che ci imbarazza, è di questo che non sappiamo davvero come parlare, nel mondo alla rovescia in cui siamo precipitati, in cui ci si vergogna a chiamare eroi coloro che resistono, mentre non si esita a disquisire con aria saccente delle ragioni strategiche e geostrategiche degli assassini. :mad: :mad: :mad:

Indimenticabile e insuperabile, da questo punto di vista, l’inchiesta del Fatto quotidiano sulla villa al Forte dei Marmi di un uomo che poteva fuggire negli Stati Uniti o in qualunque altra parte del mondo un mese fa, e invece è rimasto a Kiev, pur sapendo di essere l’obiettivo numero uno dei russi. Basta il titolo: «Zelensky, villa al Forte e società nascosta al fisco».

Abbiamo passato anni a domandarci con le facce indignate come l’Europa e il mondo abbiano potuto voltarsi dall’altra parte in circostanze ben più difficili di quelle in cui ci troviamo noi, quando si trattava davvero di mettere in gioco la propria vita, mica la bolletta del gas, e adesso fatichiamo a reggere il confronto con chi la vita la rischia tutti i giorni, e non vediamo l’ora di leggere che in realtà, prima della guerra, parcheggiava l’auto in doppia fila, evadeva le tasse e diceva le parolacce.

Vorrei credere anch’io che dinanzi alle atrocità commesse dall’esercito russo sui civili di Bucha assisteremo a un soprassalto di consapevolezza. Temo invece che più il peso dell’orrore continuerà ad aumentare, più forte si farà la reazione di rifiuto.

Leggo che all’ultima riunione della celebre commissione Dupre il giurista Ugo Mattei ha detto: «Ci sono elementi di continuità tra la gestione della pandemia in Occidente e la guerra della Nato». Sulla stessa linea, Carlo Freccero ha osservato che «Covid e guerra hanno trasformato il dibattito in propaganda» e che «la guerra in Ucraina è come una fiction», mentre Massimo Cacciari ha espresso la convinzione che si tratti in realtà di «una guerra tra imperi», pur invitando tutti, in un soprassalto di lucidità, a «stare attenti ai toni» e a «tenere conto di come si muove l’avversario: col Covid abbiamo fatto fatica a far capire che non fossimo terrapiattisti» (ma pensa un po’). Quanto all’ultimo monologo dell’ospite d’onore di cotanta iniziativa, quel professore idolo dei talk show che si è definito «guerriero intellettuale», addirittura «forgiato nello scontro e nella lotta», è squalificante anche solo parlarne.

È però significativo che il gruppo, nato contro il green pass, sia passato con tanta naturalezza dalla contestazione della dittatura sanitaria in Italia (peraltro nel frattempo autoliquidatasi per decreto) alla denuncia della «guerra della Nato» in Ucraina. È significativo soprattutto che siano loro stessi a rivendicare un nesso e una coerenza tra le due battaglie, che si basano non per niente sulle stesse fonti, cioè sulla stessa paccottiglia, lo stesso ammasso di teorie della cospirazione, bufale e propaganda. Materiale che nelle democrazie occidentali mature si trova confinato perlopiù agli organi semiclandestini dei movimenti di estrema destra, ma che in Italia, per usare un termine molto caro ai nostri populisti, è da tempo «mainstream». Com’è «mainstream» la filosofia che c’è dietro, egemone da molto prima della guerra e della pandemia, almeno dagli anni Novanta.

Mi auguro anch’io che le terribili immagini di Bucha, nonostante tutto, diano una scossa al nostro dibattito pubblico. Ma non so se basterà una scossa a risvegliarci da questo trentennale sonno della ragione.

Onore agli eroi ucraini che resistono.

Ma di eroi sono pieni i camposanti. Sugli eroi sono in tanti a speculare mentre molti guerrafondai esprimono solidarietà verbale da remoto.
 
Ma scusate se gli Ucraini vogliono combattere e farsi ammazzare per la loro patria facciano pure, quello che non si capisce è perchè noi li stiamo aiutando, inviando armamenti e sanzionando un paese col quale non siamo in guerra.
L'Ucraina non è un membro NATO nè un paese dell'Unione Europea quindi perchè rischiare di azzerare la nostra, già fragile, economia per aiutarli?
Che se la sbrighino da soli

ps: anticipo già le varie obiezioni:
- Perchè se non fermiamo la Russia adesso invaderà tutto il continente! Putin non invaderà mai l'Europa perchè vorrebbe dire guerra nucleare, perchè non ha abbastanza uomini per farlo e in definitiva perchè una volta conquistati i territori gli sarebbe impossibile tenerli.
- Perchè Putin è un dittatore brutto e cattivo e ha invaso un paese sovrano! Cosa che abbiamo fatto anche noi a più riprese, con giustificazioni mooooooolto più labili (quando non proprio inventate di sana pianta), eppure magicamente non ci sono state sanzioni di sorta nei nostri confronti.
- Perchè i Russi stanno torturando e uccidendo i civili! La solita morale a corrente alternata, gli USA hanno torturato per anni "presunti" terroristi ad Abu Ghraib e Guantanamo utilizzando alcune delle tecniche più infami possibili, e sono stati responsabili di milioni di morti grazie alle loro guerre, eppure non mi pare ci sia stata la stessa indignazione da parte di quelli NATO o morte.

Il benaltrismo non funziona, sorry
è una questione di diritto internazionale, a me piace una società, uno Stato di diritto, se a te non piace dovresti farti qualche domanda...
 
Condivido e aggiungo che questa pressione mediatica dopo Bucha pare proprio montata ad hoc.
Dopo che ci sono state diverse fake news dall'inizio della guerra bisognerebbe quanto meno aspettare l'indagine ONU prima di prendere decisioni irreversibili che condizionano centinaia di milioni di persone.
E in ogni caso anche fosse vero, per quanto ignobile, questo episodio rientra in situazioni che accadono in quasi tutte le guerre.
Ma il ferro va battuto quando è caldo.

Certo che accadono in tutte le guerre, è proprio per non farle accadere che si imbracciano le armi per difendersi e non le bandiere arcobaleno per sabotare la resistenza e aiutare il nemico!
Il nostro nemico, per ora potenziale, è la Russia: io non mi aspetto attacchi da un Paese NATO, e neppure dalla Svizzera, ma dalla Russia? dopo quello che è accadut in Ucraina chi può escluderlo?
Noi siamo un Paese NATO, se a te e ad altri come te non piacciono le nostre alleanze internazionali, e relativi obblighi hai 2 opzioni:
1) espatriare verso paradisi russi o cinesi o altro
2) presentarti alle elezioni con il tuo programma e una volta al governo decidere l'uscita dalla NATO, dalla UE, ecc...

tutto il resto è noia, sterili proteste
 
Molti sostengono che dinanzi ai corpi di centinaia di civili inermi fucilati con le mani legate dietro la schiena ci sarà una generale presa di coscienza,
Chiedo per conoscere: questi civili erano tutti donne, vecchi e bambini?
 
Il benaltrismo non funziona, sorry
è una questione di diritto internazionale, a me piace una società, uno Stato di diritto, se a te non piace dovresti farti qualche domanda...

Come al solito non riesci a rispondere nel merito e quindi butti lì la solita frase qualunquista.
Visto che questo argomento pare appassionarti particolarmente perchè non articoli e rispondi punto punto alle mie osservazioni?
In cosa le campagne della NATO differiscono da quello che ha fatto la Russia in Ucraina?
Ma sopratutto ancora non si è capito in base a quale principio l'Italia e l'Europa si debbano impegnare a favore dell'Ucraina.
 
Come al solito non riesci a rispondere nel merito e quindi butti lì la solita frase qualunquista.
Visto che questo argomento pare appassionarti particolarmente perchè non articoli e rispondi punto punto alle mie osservazioni?
In cosa le campagne della NATO differiscono da quello che ha fatto la Russia in Ucraina?
Ma sopratutto ancora non si è capito in base a quale principio l'Italia e l'Europa si debbano impegnare a favore dell'Ucraina.

non c'è altro da dire, si tratta di benaltrismo, io non discuto mai con chi fa benaltrismo :bye:
 
Come al solito non riesci a rispondere nel merito e quindi butti lì la solita frase qualunquista.
Visto che questo argomento pare appassionarti particolarmente perchè non articoli e rispondi punto punto alle mie osservazioni?
In cosa le campagne della NATO differiscono da quello che ha fatto la Russia in Ucraina?
Ma sopratutto ancora non si è capito in base a quale principio l'Italia e l'Europa si debbano impegnare a favore dell'Ucraina.

Forse non differiscono in alcunché però se tutti i paesi del blocco occidentale ,e ricordo che anche la Svizzera ha rotto la storica neutralità per esprimere condanna e mettere sanzioni(alla sua maniera) ,vorrà pur dire che siamo di fronte a qualcosa di diverso da quanto è avvenuto in passato
 
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