Energia, l’Italia separa il prezzo dell’elettricità da quello del gas
Il ministro Cingolani ha firmato il decreto per la vendita di energia elettrica prodotta da rinnovabili e per le imprese energivore a 210 euro a Mgw . «Ottime chance di avere price cap Ue»
di Laura Serafini
17 settembre 2022
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L’Italia avvia un primo disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha annunciato di aver firmato il decreto “Energy release” che consente la vendita diretta dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e ritirata dal Gse alle imprese interrompibili come quelle energivore. «Ho firmato il decreto ministeriale Energy release che dedica 18 terawattora, con una mediazione del Gse, alle categoria industriale delle interrompibili ad un prezzo controllato di 210 euro a megawattora, in un momento in cui l’elettricità costa oltre 450. È meno della metà: questo sarà assegnato con aste del Gse e speriamo possa ridurre la bolletta energetica per gli energivori. Qualcosa del genere la stiamo studiando sul gas e vedremo più avanti», ha annunciato Cingolani riferendosi al progetto di aumentare le capacità estrattive degli operatori in Italia in cambio di prezzo amministrati di vendita alle imprese. Il ministro ha poi prefigurato un percorso di allineamento alle misure sul cosiddetto “decoupling” che la Commissione europea sta adottando.
«La Commissione si è pronunciata su un prezzo di 180 euro a megawattora come tetto sulla generazione da rinnovabili – ha detto - quindi siamo abbastanza vicini. Saremo prontissimi ad adeguarci a un prezzo più basso. Abbiamo fatto quello che potevamo anche valutando il costo per la collettività. Quello di 210 euro non è un prezzo basso, ma bisogna anche tenere conto del fatto che non si possono inibire gli investimenti» nel settore.