Arabia Saudita: grandi manovre in Medio Oriente

Quando la città sarà pronta, gli iraniani saranno già tornati a minigonne e balli in spiaggia, come negli anni ‘70.
Non sono arabi, non hanno la mentalità araba e gli Ayatollah non possono tenere chiuso il coperchio sulla pentola a pressione ancora per molto. La popolazione è giovanissima come età media, e in grande maggioranza non regge più le fissazioni ideologiche sulla morale della teocrazia.

Già, negli anni 70 o prima erano come una nazione europea come costumi e vita sociale, poche differenze diciamo...
 
Emanuele Rossi - 28/10/2017
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PERCHÉ MBS PUÒ RIUSCIRE

MbS ha tutto l’interesse a sovvertire quell’ordine, per varie ragioni. Innanzitutto è giovane, rappresenta la forza di una categoria anagrafica – i trentenni – che compone circa il 70 per cento della popolazione; si tratta di persone dinamiche, che sentono i divieti imposti dai chierici (sulla musica, sulle imposizioni al sesso femminile, e via dicendo) come un peso e che sta scansando con aperture moderate (occidentalizzanti, si potrebbe dire) i conservatorismi esistenti (vedere per esempio gli Emirati Arabi, dove c’è un sovrano abbastanza giovane che ha molto feeling con Salman figlio).
Inoltre MbS ha dalla sua l’impatto economico che Riad ha, e aumenterà, sugli scenari globali nei prossimi anni: gli investitori accettano i soldi sauditi e investono in Arabia Saudita, ma molti sono frenati dal timore di finire invischiati in un sistema paese lontanissimo dagli standard degli stati di diritto occidentali. Le parole di MbS sono arrivate durante la Future Investment Initiative (FII): nel corso del suo intervento ha promesso 500 miliardi di dollari per la creazione della città-resort di Neom sul Mar Rosso, tra Egitto e Giordania, interamente alimentata ad energia solare ed eolica, abitata più da macchine che abitanti e con una business zone di 26,500 km quadrati. Il modello è quello della free zone, che entrerebbe in concorrenza diretta con Dubai.


E CHI LO FRENA

Lo scontro interno a cui MbS dovrà fare fronte è quello con l’ala più radicale e conservatrice del potere che – come in Iran, Repubblica islamica sciita nemica esistenziale del regno sunnita ma con diversi aspetti in comune – è collegato al sistema teologico. Bin Salman può sfruttare il martellamento mediatico, che può lavorare come indottrinamento, ma rischia di trovarsi contro le predicazioni dei falchi. La via della moderazione è un altro passaggio nevralgico interno al regno con possibili riscontri regionali: un altro perché, per esempio, alcuni commentatori ritengono che anche la mossa per far sprofondare nell’isolamento il Qatar sia conseguenza dei terremoti interni alla casa Saud, in particolare un tentativo di spostare l’attenzione su altro mentre MbS e l’ex erede al trono scansato dalla sua recente nomina, il cugino Mohammed bin Nayef (più conservatore), trovavano un nuovo equilibrio.
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Chi sostiene e chi ostacola Mohammed bin Salman in Arabia Saudita - Formiche.net
 
La nuova utopia saudita: Neom e piu diritti - Formiche.net

Simone Bonzano - 28/10/2017
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Revisione della spesa a favore di investimenti concreti, apertura del mercato azionario locale alle imprese straniere, ma, soprattutto, la conversione dell’Arabia Saudita, paese simbolo del petrolio, all’energia solare. Un progetto, nato nel 2012, che prevede la costruzione di un impianto da 300 megawatt nel centro del paese “atto a produrre l’energia solare meno cara del pianeta”.

L’obiettivo? Cancellare la dipendenza del paese dal petrolio.
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Per anni, il pilastro del potere saudita è stato l’OPEC, l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, un potente cartello in grado di manipolare in maniera autonoma i prezzi del greggio. Dopo più di sessant’anni di dominio quasi incontrastato, nel 2017 questo non è più il caso. OPEC 'no longer in control' of oil prices - May. 18, 2017 I nuovi padroni sarebbero, infatti, la Russia e gli Stati Uniti.

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I principali effetti della perdita del controllo del prezzo del petrolio si sono visti nel 2014, con la crisi dei prezzi del greggio, dovuta in parte al deflagrare del conflitto siro-iracheno e in parte proprio all’aumento di produzione dello shale oil statunitense. Tale crisi ha messo in luce la debolezza dell’Arabia Saudita, che ha visto il proprio rapporto deficit-pil passare dal 12% del 2011 al -17.2% del 2016.

A questo si uniscono le nuove tensioni con l’Iran. Teheran, guarda caso con i “nuovi nemici” del Qatar e l’Oman – altro paese riluttante ad accettare la supremazia regionale di Riyadh – controlla il traffico mercantile dello stretto di Hormuz dove passano 18.5 milioni di barili di petrolio saudita al giorno: più del triplo di quanto ne passino dal canale di Suez (5.5 milioni). A fronte dell’espansionismo iraniano in Siria, Iraq e Yemen, i Sauditi si sono così trovati sempre più isolati in Medio-Oriente e, soprattutto, sempre più a rischio di un “controllo” di Teheran sul proprio export.

Arabia Saudita 2.0.

Differenziare la propria economia è diventata così una necessità più che una possibilità per i Sauditi soprattutto dopo aver assistito al “trionfo” in materia di immagine degli Emirati Arabi (su tutti Dubai) e del Qatar, entrambi poli attrattivi per i grandi poli finanziari oltre a “esempi”, nonostante le tante zone d’ombra dei rispettivi sistemi, di uno sviluppo economico complementare al petrolio.

Come a Dubai, infatti, la nuova “rotta” economica saudita dovrà passare, come ha descritto bin Salman, anche dall’emancipazione femminile. Le donne, pur fra le mille limitazioni imposte dalla Sharia, rappresentano il maggior numero di laureati in Arabia Saudita.

Sarebbero loro la chiave per potenziare il mercato interno necessario per sostenere un’economia non più limitata al commercio petrolifero. Proprio da questo potrebbe nascere il principale ostacolo di Bin Salman arriva, però, dall’interno del paese, ovvero il tradizionalismo popolare legato al Wahhabismo, ancora forte in molti strati della popolazione. Solo se il futuro sovrano riuscirà ad arginare queste tendenze ed evitare che si trasformino in una nuova ondata terrorista, l’Arabia Saudita potrà cambiare.

Per ora rimangono le critiche ad un regime autoritario, scarsamente democratico. Il rischio è che le “riforme” rimangano una facciata, un supporto “mediatico” ad una politica estera più aggressiva, oltre che un modo per salvare il trono saudita.

Islam moderato, robot e green economy: l'Arabia Saudita 2.0 di Mohammed bin Salman - il Caffe del 28-10-2017 — il Caffe e l'Opinione



KSA, Amazon, Alibaba, Airbus in talks over Neom - Mubasher Info
 
5 novembre 2017
Saber Yakoubi –

E’ sfociata in arresti clamorosi la faida interna alla famiglia regnante saudita, dove il potentissimo erede al trono Mohamed bin Salman (Mohammad bin Salman al-Saud, conosciuto come Mbs) ha fatto arrestare 11 principi suoi parenti, 4 ministri in carica e numerosi ex ministri. Nomi importanti quelli di coloro che sono finiti dietro alle sbarre, perlopiù con la generica accusa di corruzione: vi sono, tra gli altri,

– il principe al-Walid bin Talal (al-Walid bin Ṭalal bin Abd al-Aziz al-Saud), una degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio personale di oltre 30 miliardi di dollari, amico personale di Silvio Berlusconi, di Rupert Murdoch e di Vladimir Putin e soprattutto presidente e amministratore delegato della Kingdom Holding Company (importanti quote in Amazon, Ebay, Apple, Boeing, Coca Cola, Fininvest, Citygroup, McDonald’s, Twitter e molte altre);
– il principe Turki bin Nasser al-Saud, già vicecomandante delle forze armate, anche lui multimiliardario e con conti offshore; Mutaib II bin Abdullah bin Abdulaziz Al Saud;
– il principe Mutaib II bin Abdullah bin Abdulaziz al-Saud, già comandante in campo e fino a ieri ministro della Guardia nazionale;
– il principe Turki bin Abd Allah al-Saud, già governatore della provincia di Ryad;
– Khaled al-Tuwayjiri, già comandante della Guardia Reale, segretario del Consiglio di Fedeltà e segretario privato e consigliere speciale di re Abd Allah;
– Waleed bin Ibrahim Al Ibrahim, numero uno delMiddle East Broadcasting Center (Mbc) e proprietario della prima tv commerciale del Medio Oriente;
– Saleh Abdullah Kamel, capo del Consiglio generale delle Banche islamiche e della Camera di commercio di Jeddah, nonché fondatore del Dallah al Baraka Group;
– Adel bin Muhammad Fakeih, ministro dell’Economia e della Pianificazione, già ministro del Lavoro;
– Abdullah al-Sultan, comandante della regia Marina;

E’ assai complicato dirimersi nelle cause che hanno portato al gesto di Mohamed bin Salman, ...
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Arabia Saudita. Faide interne e “Vision 2030”: Mohammed bin Salman fa arrestare principi e ministri | Notizie Geopolitiche



Retata anticorruzione in Arabia Saudita decisa da Mohammed bin Salman. In manette decine di persone, anche il miliardario Alwaleed


11 principi sauditi sono stati arrestati da una nuova commissione anticorruzione - Il Post


Saudi king sacks top ministers and gives more power to crown prince | World news | The Guardian


Arabie' 'saoudite' '':'' 'des' 'princes' 'et' 'des' 'ministres' 'arretes' 'dans' 'le' 'cadre' 'd'''une' 'operation' 'anti-corruption' '-' 'France' '24


Arabia Saudita, blitz anticorruzione: in manette 11 principi
 
ROLLA SCOLARI 5/11/2017

Nel giro di poche ore l’Arabia Saudita è stata scossa ieri da notizie e avvenimenti destinati ad avere un impatto sul resto della regione. La guerra che Riad porta avanti in Yemen contro i ribelli Huthi sostenuti dal rivale iraniano è arrivata per la prima volta nel cuore del regno dei Saud. È stato infatti intercettato non lontano dall’aeroporto internazionale un missile lanciato proprio dai ribelli da 1.200 chilometri di distanza, in Yemen.

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La densa giornata saudita ha dato alle cronache anche le dimissioni - con un discorso da Riad - del premier libanese Saad Hariri, alleato dei Saud. Davanti alle telecamere, il primo ministro libanese ha accusato l’Iran, principale rivale di Riad ma alleato delle milizie sciite di Hezbollah, al governo nel suo Libano, di ingerenza negli affari della regione.

Arabia Saudita, erede al trono contro l’illegalita: arrestati 10 principi e decine di ex ministri - La Stampa



Saudi Arabia intercepts 'missile' fired from Yemen | World news | The Guardian


Yemen. Intercettato missile houthi su Ryad. Serie di attentati ad Aden | Notizie Geopolitiche
 
16 nov. 2017 - 11:45
Riad, (askanews) – Il premier libanese dimissionario , Saad Hariri può lasciare Riad “quando vuole”. Così Adel al Jubeir, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Paese dal quale Hariri aveva annunciato le sue dimissioni lo scorso 4 novembre. L’annuncio aveva suscitato forti preoccupazioni del governo di Beirut arrivato ad accusare le autorità saudite di trattenere Hariri contro la sua volontà. Oggi, la notizia che Hariri si recherà a Parigi su invito del presidente Macron. Mentre secondo Al Jubeir, riferisce la tv Al Arabiya, “spetta ad Hariri decidere sul suo ritorno” in Libano. (Fonte Afp)

404 - pagina non trovata - Askanews

Macron nega di aver offerto asilo politico al primo ministro libanese | TPI

r. g.
EDIZIONE DEL
16.11.2017
PUBBLICATO
15.11.2017, 23:58

«Voglio ripetere e riaffermare che sto molto bene e se Dio vuole sto per tornare nel mio caro Libano come promesso, vedrete». Il premier libanese Saad Hariri annuncia così, via Twitter, il ritorno in patria dopo la misteriosa sparizione a Riyad durata 12 giorni.

Hariri, che da un anno ha preso il posto del padre Rafiq – ucciso in un attentato nel 2005 di cui fu accusata la Siria degli Assad – ha la doppia cittadinanza, libanese e saudita. Ma il suo ultimo viaggio nella capitale del regno wahabita sicuramente non è stato di piacere.

Anzi, secondo l’interpretazione più accreditata sarebbe stato sequestrato dai sauditi. Convocato lo scorso 3 novembre da un gruppo di influenti personalità sunnite, tra cui il ministro degli Affari del Golfo Thamer al Sabhan, sotto la minaccia di una interruzione degli aiuti sauditi con l’intento di costringerlo a buttar fuori Hezbollah dal governo di unità nazionale.

Hariri si sarebbe rifiutato di entrare in conflitto con gli sciiti del Partito di Dio che con le loro milizie, dopo aver respinto l’invasione israeliana nel 2006, ora combattono in Siria a fianco di Assad e in Yemen accanto ai ribelli Houthi. Al suo rifiuto di destabilizzare la delicata alchimia di alleanze su cui poggia il Libano, sarebbe stato costretto alle dimissioni, arrivate infatti il 4 da Riyad ma subito congelate dal presidente Michel Aoun.

Il suo ritorno a Beirut è stato annunciato solo dopo l’arrivo a Riyad, martedì, del patriarca maronita Béchara Raï.
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il manifesto


Libano, Hariri su Twitter':' "Tornero a Beirut, forse fra un paio di giorni" - Repubblica.it


Libano, tutte le ultime mosse di Hariri con Arabia Saudita e Francia - Formiche.net


http://www.lastampa.it/2017/11/16/e...in-francia-jucE6mXIdQeZvFEauto1BL/pagina.html

http://www.askanews.it/esteri/2017/...to-macron-verrà-in-francia-pn_20171116_00023/
 
Ultima modifica:
Magari! Cosi li sostituiamo in Russia!
er stare ancora piu sicuri sarebbe meglio se dichiarassero guerra alla Corea del Sud cosi si liberano due posti.
Alternativamente Serbia e Croazia potrebbero pure decidersi a regolare i conti, eccecavolo!
 
Uno dei pochi paesi che mi manca da vedere è l'Arabia, per un attimo avevo pensato che fosse possibile una visita ...
 
Magari! Cosi li sostituiamo in Russia!
er stare ancora piu sicuri sarebbe meglio se dichiarassero guerra alla Corea del Sud cosi si liberano due posti.
Alternativamente Serbia e Croazia potrebbero pure decidersi a regolare i conti, eccecavolo!

Grandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
 
24/11/2017 11:09 CET | Aggiornato 4 ore fa
...

Scrive il Nyt:

"Diversamente dalle altre Primavere Arabe, nate dal basso e fallite miseramente con l'eccezione della Tunisia questa è guidata dall'alto dal 32enne principe ereditario e, se avrà buon esito, cambierà non solo il carattere dell'Arabia Saudita ma il modo d'essere dell'Islam nel mondo".

Uno degli atti principali del principe è stato il "repulisti" attuato nell'ambito di una vastissima operazione anticorruzione. Mbs respinge come "ridicole" le accuse secondo cui dietro la volontà di pulizia si nasconde una stretta, una prova di potere per eliminare tutti i potenziali ostacoli alla sua successione al trono quando il vecchio re Salman deciderà di abdicare.

"Il nostro Paese ha sofferto molto per la corruzione dilagante dagli anni 80 a oggi. Il calcolo dei nostri esperti è che circa il 10% della spesa governativa complessiva sia stata sottratta dalla corruzione ogni anno". [...] "Mio padre ha capito che non c'era modo per noi di rimanere nel G20 e crescere con questi livelli di corruzione. Nel corso degli anni il Governo ha lanciato più di una 'guerra alla corruzione' e sono fallite tutte. Perchè? Perchè iniziavano tutte dal basso.

Oltre 200 nomi sono stati coinvolti nell'operazione, la quasi totalità delle persone arrestate per corruzione in Arabia Saudita sta accettando di patteggiare con un risarcimento economico che nel complesso viene stimato in "circa 100 miliardi di dollari" dice il principe ereditario saudita.

"Gli facciamo vedere tutta la documentazione che abbiamo raccolto e appena la vedono circa il 95% di loro accetta di patteggiare. Appena l'1 per cento di loro è in grado di dimostrare di essere pulito. Circa il 4 per cento si dichiara non corrotto e dà mandato ai legali di aprire un dibattimento"

Mbs sta introducendo lentamente anche alcune riforme, alcune a favore delle donne, come la possibilità di guidare. Il principe chiarisce al Nyt una cosa fondamentale:

"Non scriva che stiamo reinterpretando l'Islam. Noi stiamo tornando all'Islam delle origini. Ripartiamo dal libro e dalle pratiche del Profeta e dalla vita quotidiana dell'Arabia Saudita prima del 1979".

Al tempo di Maometto c'erano teatri, la possibilità per uomini e donne di stare negli stessi ambienti senza segregazione, c'era rispetto per cristiani ed ebrei. "Il primo giudice in ambito commerciale a Medina era una donna" ricorda il principe saudita. Uno dei suoi ministri mostra al cronista un video dell'Arabia Saudita negli anni 50, con donne senza velo, in maglietta, che camminano in pubblico insieme agli uomini, vanno a concerti o al cinema. Dopo il 1979 molto, moltissimo è cambiato. Dice un banchiere di mezza età al Nyt:

"La mia generazione è stata tenuta ostaggio dal 1979. Ora so che i miei figli non lo saranno"

Sulla politica estera, Mohammed Bin Salman ha idee chiare e molto dure contro l'Iran. Insiste che Saad Hariri non può continuare a fornire copertura politica per un governo in LIbano che è sostanzialmente nelle mani di Hezbollah, a sua volta controllata da Teheran. Accusa l'Iran di appoggiare i ribelli Houthi in Yemen e di aver fornito quel missile che ha poi colpito l'aeroporto di Riad. Parla di Donald Trump come "la persona giusta al momento giusto". Si scaglia contro l'Ayatollah Ali Khamenei:
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Il Nyt celebra la Primavera Araba di Mbs. "A Teheran c'e il nuovo Hitler"



Inside Saudi Arabia's gilded prison at Riyadh Ritz-Carlton - BBC News

Russia working with Saudi Arabia to unify Syrian opposition: Lavrov | Reuters

Iran hits back over Saudi's prince's 'Hitler' comment - BBC News

Saudi Arabia launches counter-terrorism summit - The National
 
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