ARGENTINA MERVAL 55 Holdouts TFA e non TFA

Stato
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La demanda de u$s 3000 millones por la nacionalizacion de YPF seguira en EE.UU. | El Cronista

Martes 10 de Julio de 2018
[h=1] La demanda de u$s 3000 millones por la nacionalización de YPF seguirá en EE.UU. [/h] [h=2]Se trata de un juicio iniciado por el fondo buitre Burford Capital, que compró los derechos para litigar por las compañías del Grupo Petersen. Se tramitará en el tribunal que alguna vez ocupó el fallecido Thomas Griesa.[/h]
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La Corte del Distrito Sur de Nueva York resolvió hoy que la demanda de un fondo buitre contra la Argentina por la nacionalización de la petrolera YPF se continúe tramitando en ese país y no en los tribunales locales como pretendía el Gobierno.



Se trata de un juicio por unos 3000 millones de dólares iniciado por el fondo buitre Burford Capital, que compró los derechos para litigar por las compañías del Grupo Petersen, de la familia Eskenazi.
La intención del Gobierno argentino era trasladar el litigio a los tribunales locales para reducir la posibilidad de que haya una sentencia definitiva contraria para la Argentina.


A partir del fallo de la Corte del Distrito Sur de Nueva York el juicio seguirá adelante en los Estados Unidos con resultado impredecible en el mismo tribunal que supo ocupar el ya fallecido Thomas Griesa.

[h=2][/h]


No obstante, el Gobierno de Mauricio Macri aún tiene la posibilidad de presentar una apelación ante la Corte de los Estados Unidos, una alternativa que evalúa el Ejecutivo para agotar todas las instancias judiciales.


Como parte de la estrategia, la Procuración del Tesoro -que representa al Estado nacional- podría plantear un procedimiento conocido como ‘Discovery process‘, por el cual instaría a la Justicia norteamericana a investigar al fondo buitre y determinar cómo fue el proceso de privatización de la compañía previo a la nacionalización.






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Ma quegli infingardi incalliti quando la smetteranno di essere esempio di malgoverno?

Allarme conti da Abi e Savona: incubo "scenario argentino"

Allarme conti da Abi e Savona: incubo "scenario argentino"

Serpeggia il timore di un'uscita forzata dall'Eurozona. L'analisi di Bankitalia: "Più deboli se arriva una crisi"
Gian Maria De Francesco - Mer, 11/07/2018 - 09:05

«La scelta strategica deve essere di partecipare maggiormente all'Ue, altrimenti l'economia italiana potrebbe finire nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani».

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Halim, non mi sono lamentato di tutto.
Halim, ti dico come sono fatto io: mi lamento di qualcosa sia mio che degli altri. Credo nel giusto, anche perché credo di essere un discreto osservatore della vita. Ne parliamo ancora. Buona serata a te.
Mariella, vedo che mi confermi la Spagna. E' da mò che non ci vado e mi sembra strano che adesso abbiano il bidet, che definisco "gloria" della mente italiana.
Ad Halim dico che con me nessuno si permette facilmente di andare contro l'Italia, quando non lo possono fare e lo fanno solo per profittare di gente "tranquilla".
Bene Mariella, si, se fa ancora piacere posterò qualcos'altro.
Si hai ragione Halim: alla fine l'Italia non è male. Alcuni italiani andrebbero cambiati, e non parlo dei politici, questione a parte.
Gianfranco Buon Giorno,dopo una serata movimentata,
un kuwaitiano,il piu' grande importatore di mobili dell'Kuwait,si azzardato a dire che l'italiani sono imbroglioni,hanno spedito un container di robavecchia invece di mobili di lusso.questo ha continuato con discorsi stupidi sull' italiani,questa discussione nella presenza di altri commercianti,che non erano d'accordo con lui.
mi sono alzato e sono andato direttamente al ambasciata italiana,e ho raccontato i fatti al primo secretario perché l'ambasciatore era assente.ho chiesto di fare in modo
che questo individio non viene piu' in Italia.il secretario ha subito inviato un rapporto a Roma,con la richiesta immediata di non far entrare questo individio "persona NON
GRATA" per l'ingresso in Italia.in effetti dopo qualche mese questa persona è stato respinto al aeroporto di Fiumicino.
per Mariella,un mio amico Kuwaitiano mi ha chiesto quando andrò al estremo oriente di fare un piacere al Emiro e di passare a Singapore per acquistare un incenso particolare.
Arrivato a Singapore ho chiesto dove posso comprare questo incenso,vai alla strada "dei profumieri",a 100 metri si sente questi strani profumi che emannano da questi negozi.ho trovato finalmente il negozio e il tipo richiesto,per mezzo kilo di questa roba "pezzetti di legno" 500 dollari americani.
tutti questi negozi vendono profumi con gusti strani.nella strada ho incontrato molti francesi che acquistavano queste profumaci schifosi
 
Carissimo Halim, mi fai commuovere per l'affetto che hai per gli italiani, che ovviamente mi fa piacere.
In quello che pensi c'è del giusto credo, per la storia e quindi la formazione che c'è in questa gente che viene da lontano: storia anche solo dai greci in Italia, dagli etruschi e poi alla grande dei Romani (non quelli di oggi, un'altra cosa), ma ancora venendo al nostro medioevo e ai secoli più vicini.
A me dispiace di dover dire che un certo numero di italiani non merita una grande considerazione.
E vengo a dire, se non l'ho già riferito, di un fatto proprio simile a quanto mi dici dei mobili in Kuwait. Chissà che non avessero ragione i kuwaitiani.
Ero entrato, fortunatamente oltre al mio lavoro Italstrade laggiù (senza derogare dai miei compiti), in contatto con una faccenda di fornitura di marmo di Carrara per delle villette in Kuwait, inizialmente 480 villette. Potevo tornare in Italia ogni sei mesi e potei andare a contattare il laboratorio nei monti di Carrara. All'inizio le cose andarono piuttosto bene: consegne a tempo in qualità e quantità come previsto. Credo anche per un po' della mia azione. Successivamente le cose peggiorarono in tutti e due gli aspetti ritardi di consegna e qualità peggiorata. Feci del mio meglio per correggere il comportamento dei due fratelli proprietari del laboratorio, che se ne andavano in biturbo Maserati in giro. Nonostante la testimonianza da parte dei kuwaitiani del riconoscimento della mia azione dovettero denunciare l'accordo con i due furfanti e rimasi molto male per la cosa oltre che per una certa perdita di guadagno ulteriore per me. Infatti c'era in previsione la fornitura di circa addirittura 7.000 villette ulteriori.

Grazie per il tuo affetto per l'Italia. Anch'io ho certamente difetti ma spero non in quella maniera od altro.
 
Gianfranco,su 10 esportatori italiani,8 fanno il loro meglio per rispettare i contratti fatti,e 2 cercano di approfittare rovinando la reputazione degli
onesti.
i kuwaitiani,anche loro peccano,il famoso re' delle calzature,non dico il suo nome,se il mercato tira tutto vabene,se il mercato è debole,lamentele a non finire.
l'importatore di riso,"che va controllato prima della spedizione da una società internazionale" imbroglia tutti i due.il produttore ha messo "broken rice"
buono per animal consumption.la società di controllo non ha visto che il riso è pieno di umidità.
in piu' di 30 anni che lavoro con i kuwaitiani,tutto finisce bene con "vino e taralluci". Mai una causa in tribunale
PS.la birra di ottima qualità si beve a casa dell' direttore della dogana
il whisky di ottima qualità si beve a casa dell' re delle calzature
lo spumante di valdobbiadine e il veuve a casa dell 'mobiliere
non accettano divieti di religione
 
Ultima modifica:
Ho cercato auto italiane laggiù in USA. Ho pensato: va beh, lasciamo perdere FIAT ma ALFA e LANCIA e Ferrari, Maserati, Lamborghini ed altro? Quelli del gruppo mi hanno detto di aver visto una Giulia ALFA. Alla fine sulla costa credo di Santa Barbara di California ho "beccato" addirittura una 500 del colore azzurro reclamizzato in questi giorni, mi sembra.
Le tedesche la fanno da padrone per l'Europa. Ma le asiatiche imperano alla grande, con una superiorità della Toyota.

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Gianfranco,su 10 esportatori italiani,8 fanno il loro meglio per rispettare i contratti fatti,e 2 cercano di approfittare rovinando la reputazione degli
onesti.
i kuwaitiani,anche loro peccano,il famoso re' delle calzature,non dico il suo nome,se il mercato tira tutto vabene,se il mercato è debole,lamentele a non finire.
l'importatore di riso,"che va controllato prima della spedizione da una società internazionale" imbroglia tutti i due.il produttore ha messo "broken rice"
buono per animal consumption.la società di controllo non ha visto che il riso è pieno di umidità.
in piu' di 30 anni che lavoro con i kuwaitiani,tutto finisce bene con "vino e taralluci". Mai una causa in tribunale
Spero proprio che sia così, Halim.
Credo di aver capito bene che il nostro lavoro delle autostrade e collaterali che facevamo era ben stimato dal governo.
 
Spero proprio che sia così, Halim.
Credo di aver capito bene che il nostro lavoro delle autostrade e collaterali che facevamo era ben stimato dal governo.
Per le autostrade SI,perfino alcuni li chiamano "Italian Highway",nessuno li chiama in altri modi
Ciao
 
Festival de deuda: Argentina, en el ojo de la tormenta mundial - Ambito.com

miércoles 11 de Julio de 2018


Festival de deuda: Argentina, en el ojo de la tormenta mundial



• SEGÚN DATOS DEL IIF LA DEUDA PÚBLICA Y PRIVADA DEL PAÍS ALCANZA AL 89% PBI
“Es hora de pagar los platos rotos”, advierte la influyente entidad que representa los intereses del mundo financiero internacional.




5.png
JORGE G. HERRERA








Tarde o temprano los inversores internacionales sabían que llegaría el momento de tomar distancia del festival de deuda mundial, que hoy tiene a la Argentina entre sus principales víctimas.

Si bien gran parte del ajuste de posiciones ya lo hicieron en los últimos meses, aún los datos globales generan escalofríos entre los porfolio managers. Según el relevamiento del Institute of International Finance (IIF) la deuda global alcanzó en el primer trimestre de 2018 los u$s247 billones (representa 318% del PBI mundial) tras aumentar u$s8 billones, siendo el mayor crecimiento desde el primer trimestre de 2016. Es más, desde el cuarto trimestre de 2016 la deuda global creció u$s30 billones.

Los helicópteros de Greenspan, Draghi, Trichet y Shirakawa ya volvieron a sus bases tras dejar una escala de abundante liquidez sobre los mercados mundiales. Ahora se despeja la bruma ante el desempañador de las mayores tasas de interés internacionales y así emergen los países más vulnerables, sobre todo por su elevada exposición al riesgo cambiario: Argentina, Colombia, Egipto y Nigeria, México, Sudáfrica, Brasil y Turquía.

Para el IIF estos países presentan los mayores riesgos de refinanciación en la deuda emergente en moneda extranjera. Al respecto, la entidad advierte que a fines de 2019 vence cerca de u$s2,7 billones en bonos y préstamos sindicados.
"El riesgo de refinanciación en dólares es particularmente alto para Argentina, Colombia, Egipto y Nigeria (más del 75% de las amortizaciones), México (62%) es no muy atrás, seguido por Sudáfrica (57%), Brasil (50%) y Turquía (47%)", señala el IIF en su Global Debt Monitor.

Otro aspecto que revela el análisis es el crecimiento de los depósitos bancarios en moneda extranjera, principalmente, en Argentina, Turquía y México. En tal sentido advierte que "si bien esta dolarización de los depósitos proporciona un colchón para las empresas con altos niveles de deuda en dólares, también reduce la capacidad de los bancos centrales para controlar la liquidez y alienta a los bancos comerciales a aumentar los préstamos denominados en moneda dura".

Para tener una dimensión del nivel de endeudamiento en moneda extranjera en los mercados emergentes (familias y empresas no financieras) basta con mencionar que en el primer trimestre de 2018 alcanzó un aumento récord de$ 5,5 billones (el 78% de empresas no financieras).
"Dada su alta dependencia de la deuda nominada en moneda extranjera, Argentina, Hungría, Turquía, Polonia y Chile parecen ser los más vulnerables a grandes oscilaciones en los flujos de capitales", afirma el IIF.

Con relación al sector financiero de los mercados emergentes, los datos muestran que la deuda en divisas se duplicó desde 2010 a $3 billones. Claro que China juega un importante rol dado que experimentó el mayor aumento de la deuda en moneda extranjera al pasar de u$s110.000 millones en el primer trimestre de 2010 a más de u$s785.000 millones en el primer trimestre de este año. "Si bien esto refleja, en parte, la necesidad de financiar el aumento de los préstamos transfronterizos de los bancos chinos (más del quíntuplo desde 2010), también destaca la creciente sensibilidad del sector financiero chino a las fluctuaciones de la moneda china.

Al evaluar el impacto del aumento de los costos de financiamiento en dólares para los mercados emergentes, el IIF destaca que "la deuda total (sin sector financiero) aumentó en el primer trimestre del año en u$s2,5 billones marcando un nuevo récord de u$s58,5 billones. Durante el año pasado, Colombia, Argentina y Filipinas vieron un fuerte aumento en la relación deuda corporativa / PBI; en cambio, Turquía y China experimentaron cierta disminución. Los niveles de la deuda de las familias frente al PBI aumentaron notablemente en China (casi el 50%), Chile (más del 45%) y Colombia (30%)". Mientras que la "deuda pública aumentó más fuerte en Brasil, Arabia Saudita, Nigeria y Argentina, con un nivel gasto en intereses que ha llegado al 2% del PBI en 2018/19. También Argentina lidera el ranking de preocupaciones en términos del nivel de la deuda del sector financiero junto a Polonia. Para los emergentes en su conjunto esta deuda aumentó más de u$s1 billón desde el primer trimestre de 2017.

Argentina no está sola en el radar de las alarmas pero a pesar de inexpresivo PBI (u$s0,5 billón) su creciente endeudamiento en moneda dura la convierte en una de las más vulnerables a los ojos de los inversores internacionales.




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Festival de deuda: Argentina, en el ojo de la tormenta mundial - Ambito.com

miércoles 11 de Julio de 2018


Festival de deuda: Argentina, en el ojo de la tormenta mundial



• SEGÚN DATOS DEL IIF LA DEUDA PÚBLICA Y PRIVADA DEL PAÍS ALCANZA AL 89% PBI
“Es hora de pagar los platos rotos”, advierte la influyente entidad que representa los intereses del mundo financiero internacional.




5.png
JORGE G. HERRERA








Tarde o temprano los inversores internacionales sabían que llegaría el momento de tomar distancia del festival de deuda mundial, que hoy tiene a la Argentina entre sus principales víctimas.

Si bien gran parte del ajuste de posiciones ya lo hicieron en los últimos meses, aún los datos globales generan escalofríos entre los porfolio managers. Según el relevamiento del Institute of International Finance (IIF) la deuda global alcanzó en el primer trimestre de 2018 los u$s247 billones (representa 318% del PBI mundial) tras aumentar u$s8 billones, siendo el mayor crecimiento desde el primer trimestre de 2016. Es más, desde el cuarto trimestre de 2016 la deuda global creció u$s30 billones.

Los helicópteros de Greenspan, Draghi, Trichet y Shirakawa ya volvieron a sus bases tras dejar una escala de abundante liquidez sobre los mercados mundiales. Ahora se despeja la bruma ante el desempañador de las mayores tasas de interés internacionales y así emergen los países más vulnerables, sobre todo por su elevada exposición al riesgo cambiario: Argentina, Colombia, Egipto y Nigeria, México, Sudáfrica, Brasil y Turquía.

Para el IIF estos países presentan los mayores riesgos de refinanciación en la deuda emergente en moneda extranjera. Al respecto, la entidad advierte que a fines de 2019 vence cerca de u$s2,7 billones en bonos y préstamos sindicados.
"El riesgo de refinanciación en dólares es particularmente alto para Argentina, Colombia, Egipto y Nigeria (más del 75% de las amortizaciones), México (62%) es no muy atrás, seguido por Sudáfrica (57%), Brasil (50%) y Turquía (47%)", señala el IIF en su Global Debt Monitor.

Otro aspecto que revela el análisis es el crecimiento de los depósitos bancarios en moneda extranjera, principalmente, en Argentina, Turquía y México. En tal sentido advierte que "si bien esta dolarización de los depósitos proporciona un colchón para las empresas con altos niveles de deuda en dólares, también reduce la capacidad de los bancos centrales para controlar la liquidez y alienta a los bancos comerciales a aumentar los préstamos denominados en moneda dura".

Para tener una dimensión del nivel de endeudamiento en moneda extranjera en los mercados emergentes (familias y empresas no financieras) basta con mencionar que en el primer trimestre de 2018 alcanzó un aumento récord de$ 5,5 billones (el 78% de empresas no financieras).
"Dada su alta dependencia de la deuda nominada en moneda extranjera, Argentina, Hungría, Turquía, Polonia y Chile parecen ser los más vulnerables a grandes oscilaciones en los flujos de capitales", afirma el IIF.

Con relación al sector financiero de los mercados emergentes, los datos muestran que la deuda en divisas se duplicó desde 2010 a $3 billones. Claro que China juega un importante rol dado que experimentó el mayor aumento de la deuda en moneda extranjera al pasar de u$s110.000 millones en el primer trimestre de 2010 a más de u$s785.000 millones en el primer trimestre de este año. "Si bien esto refleja, en parte, la necesidad de financiar el aumento de los préstamos transfronterizos de los bancos chinos (más del quíntuplo desde 2010), también destaca la creciente sensibilidad del sector financiero chino a las fluctuaciones de la moneda china.

Al evaluar el impacto del aumento de los costos de financiamiento en dólares para los mercados emergentes, el IIF destaca que "la deuda total (sin sector financiero) aumentó en el primer trimestre del año en u$s2,5 billones marcando un nuevo récord de u$s58,5 billones. Durante el año pasado, Colombia, Argentina y Filipinas vieron un fuerte aumento en la relación deuda corporativa / PBI; en cambio, Turquía y China experimentaron cierta disminución. Los niveles de la deuda de las familias frente al PBI aumentaron notablemente en China (casi el 50%), Chile (más del 45%) y Colombia (30%)". Mientras que la "deuda pública aumentó más fuerte en Brasil, Arabia Saudita, Nigeria y Argentina, con un nivel gasto en intereses que ha llegado al 2% del PBI en 2018/19. También Argentina lidera el ranking de preocupaciones en términos del nivel de la deuda del sector financiero junto a Polonia. Para los emergentes en su conjunto esta deuda aumentó más de u$s1 billón desde el primer trimestre de 2017.

Argentina no está sola en el radar de las alarmas pero a pesar de inexpresivo PBI (u$s0,5 billón) su creciente endeudamiento en moneda dura la convierte en una de las más vulnerables a los ojos de los inversores internacionales.




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Grazie Halim della dritta, ma detesto gli incensi (a 5 $ al grammo poi!) e credo anche di detestare Singapore per com'è diventata adesso. TUTTO proibito, anche respirare. Quelli sono tutti matti. Farò dei lunghi giri per evitare quel posto.
 
Grazie Halim della dritta, ma detesto gli incensi (a 5 $ al grammo poi!) e credo anche di detestare Singapore per com'è diventata adesso. TUTTO proibito, anche respirare. Quelli sono tutti matti. Farò dei lunghi giri per evitare quel posto.
fai bene,io sono stato 25 anni fa,dovevo incontrare una famosa signora fillippina,IM,che non voleva l'incontro a Manila,ma a Singapore.
voleva sapere se in caso di estrema necessità poteva chiedere asilo in Egitto?risposta dalle autorità,sarebbe opportuno che sceglie e suo marito un altro paese.
le poche ore che mi sono rimaste prima di prendere l'aereo li ho passate in quella strada delle orende parfumerie.e il parco degli uccelli.
ps.il ricordo dei profumaci ancora rimasto.
dovevo fare questo regalo,altrimenti non andavo a Singapore.
 
sembra che il mangiatore di arancini siciliani sta bene dopo che a casa l'hanno dato l'ultimatum,niente arancini avvelennati acquistato dall' ambulante
vicino a casa.niente soldini,niente casa
Have a nice evening
 
Bullett ci stai facendo il muso?
 
Qui a Roma, casa nostra siamo sui 30°C. Marisa è più volenterosa anche perché il 20 si parte per la Foresta Nera e "deve" preparare le varie cose. Io starei steso in poltrona senza fare niente. Abbiamo il condizionamento solo in camera e un numero di ventilatori in tante parti ma non si migliora molto.
 
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