Le Intenzioni Di Lafogna
Chi è di Milano, Provincia e chi può, vada a Milano (la data non la sappiamo per ora, io almeno non la so) a manifestare contro quel ministro degli esteri argentino che dovrebbe incontrarsi con il nostro Ministro degli Esteri Fini. Contiamo, anche per le mail, raccomandate o altro che dobbiamo inviare a FiNi per invitarlo di non deflettere da una posizione dura e che arrivi nella sostanza allo sprezzo nei riguardi di quella robaccia di gente.
Leggete qui sotto cosa riporta ieri La Nacion, giornale molto vicino al governo di laggiù. Appena sabato scorso c'era stato un levissimo segno dopo le dichiarazioni del ministro cileno a Washington che l'argentina avrebbe preso in attenzione noi holdouts. Leggete come rigira le cose, prendendo o credendo di poter prendere ancora in giro il mondo intero, questo essere infame di laggiù, figlio degenere d'Italia.
(questa traduzione l'ho ripresa da altri e fatta con traduttore elettronico automatico. Vi avviso che potrete, a parte certi tempi dei verbi (l'argentino non usa il passato prossimo nostro) potrete trovare la parola "forchette" con cui viene tradotto "tenedores", ma in realtà nel nostro caso specifico va tradotta "possessori". Sostanzialmente tuttavia si apprezza e comprende completamente quanto si viene esponendo. La cosa purtroppo che si comprende anche, che questa gente non ha il senso de4lla vergogna.
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Da la Nacion di ieri 28.09.05
Chiarimento dopo l'assemblea del FMI
Lavagna scartò di negoziare con gli obbligazionisti
Il ministro disse che si ristruttureranno debiti bilaterali e col Club di Parigi, ma non quelle delle quali respinsero lo scambio
Analisti di Wall Street credono che il Governo non vuole annunciare una soluzione per i creditori privati ad un mese delle elezioni.
Ma il Fondo lo esigerà
Roberto Lavagna ha una concezione troppo ampia di quello che è un hold out, secondo diversi analisti di Wall Street. Il ministro di Economia disse ieri, in una conferenza stampa, che quando l'Argentina espresse il sabato scorso, nell'assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che andava a" formulare una strategia a futuro per dirigere il tema dei hold out dentro il contesto di un programma col Fondo", si fraintese che parlava dei possessori dei buoni in default che respinsero lo scambio, un 24 percento, quando secondo lui si riferiva al Club di Parigi che raggruppa a paesi creditori, ed a nazioni individuali come Spagna, coi quali non si rinegoziò ancora il debito insoluto.
Non stiamo parlando dei creditori privati", dichiarò Lavagna, in allusione agli obbligazionisti che preferirono rimanere con le sue carte per alcuni US $19.500 milioni, prima che accettare un condono reale del 70 percento. "Il tema degli obbligazionisti privati non stette mai nelle negoziazioni col FMI. Al contrario, sospendemmo l'accordo col Fondo [in Luglio dell'anno scorso] per evitare che interferisse, già sia a favore o contro l'offerta che il paese stava facendo", aggregò.
"Per hold out ci riferiamo a quelli che stanno dentro un programma col FMI: il Club di Parigi e creditori bilaterali, come il credito di 1000 milioni di dollari che la Spagna diede prima del collasso del paese, in 2001, per domanda del FMI", espose Lavagna. La stampa gli domandò perché considerava quelli creditori sovrani come hold out se questa denominazione si usa per quelli che decidono di rimanere andasse via di una ristrutturazione, ed il ministro rispose": L'Argentina offrì dietro al Club di Parigi due anni cominciare le negoziazioni per ristrutturare un debito di circa 5000 milioni di dollari ed il Club disse che l'andava a negoziare dentro un nuovo accordo col FMI."
Davanti ai visi di incredulità dei giornalisti, il ministro disse loro": È verità che non possono credermi, ma la realtà si incaricherà di dimostrare il contrario. Non c'è niente", segnalò in riferimento ad una soluzione per i creditori privati. Invece, notò che" essi hanno l'alternativa di ricorrere alla via legale."
Tuttavia, nell'ultima assemblea annuale della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), in aprile, il capo del Palazzo del Fisco aveva ammesso che in qualche momento andava a risolvere la situazione di quegli obbligazionisti con un meccanismo simile al quale avevano applicato altri paesi. Quella volta non fu specifica, ma era la prima volta che riconosceva che c'erano opzioni alla battaglia giudiziale. Quelle dichiarazioni generarono una polemica dentro il Governo, ed il presidente Néstor Kirchner dovette chiarire che non si abborderebbe il problema durante il suo governo che termina in 2007.
Ieri, Lavagna ricordò che una legge ostacola al Dirigente la negoziazione coi creditori privati che si opporsi allo scambio. Indicò anche che nel progetto di presupposto 2006 non appare nessuna partenza per pagarloro niente.
Due analisti di banche di investimento di Wall Street che preferirono conservare l'anonimato per evitare inimicizie col Governo, si sorpresero del chiarimento di ieri di Lavagna. Uno di essi definì ad un hold out come" quello che respinse l'offerta." L'altro lo qualificò come" qualcuno che rimase fuori di qualcosa" ed assicurò che, pertanto," non richiamerebbe così" al Club di Parigi o ai paesi creditori, ai quali non si diresse lo scambio di debito celebrato agli inizi di anno.
"Credo che il ministro chiarì quello del sabato perché è difficile fare un'offerta ai hold-outs ad un mese delle elezioni", assicurò questo economista, che lavora per una banca di capitale nordamericano. "Ma nel FMI non c'è solo preoccupazione per il Club di Parigi e Spagna ma anche per i hold out. L'Argentina dovrà mostrargli un programma per essi se vuole un accordo", aggregò.
Nonostante il sabato il paese dichiarò nel FMI che pretende un accordo di refinanciación, Lavagna disse ieri che l'inizio della negoziazione formale non raffigura nella sua agenda di breve termine. In allusione al suo incontro col direttivo direttore del Fondo, Rodrigo di Momento, il ministro ricordò": si fece un'analisi generale dello stato delle relazioni tra l'Argentina ed il FMI. Le negoziazioni non hanno incominciato, niente affatto. Non ci sono termini né dati."
Per Alejandro Rebossio Della Redazione di La Nazione
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