Edf crolla dopo il profit warning e trascina Enel. Il tema dell'aumento di capitale
Il maggior produttore e distributore di energia transalpino, in mano allo Stato, ha lanciato questa mattina un profit warning e ritirato la guidance sugli utili per il 2022 dopo che il governo ha imposto un aumento delle tariffe calmierato per un anno mentre il costo dell'energia sta correndo | Bollette, scostamento da 30 mld
di Elena Dal Maso 14/01/2022 10:40
Électricité de France (Edf), il maggiore produttore e distributore di energia transalpino, ha lanciato questa mattina un profit warning e ritirato la guidance sugli utili per il 2022. Il titolo sta perdendo il 23,5% sul listino Euronext Paris a 7,91 euro per 25,6 miliardi di capitalizzazione, trascinando Enel in netto rosso. Il gruppo italiano lascia sul terreno il 2,8%, il peggior titolo fra le large cap di Piazza Affari. Intanto il Ftse Mib viaggia in negativo per lo 0,84%.
Il governo, il maggiore azionista del gruppo, ha annunciato che l'aumento dei prezzi dell'energia quest'anno si limiterà ad un +4% e che il gruppo dovrà vendere più nucleare ai concorrenti. Secondo il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, per limitare la corsa dei prezzi dell'energia, l'utility statale aumenterà di 20 terawattora i volumi di nucleare che vende ai concorrenti più piccoli e il prezzo a cui Edf cederà quell'elettricità sarà aumentato a 46,2 euro per megawattora dai 42 euro attuali. L'aumento tariffario di febbraio 2022 sarà limitato al 4%, con il rinvio di una quota rimanente non prima di febbraio 2023.
"Le conseguenze finanziarie per il gruppo Edf non possono essere determinate con precisione in questa fase" ha spiegato la società in una nota. "
A scopo illustrativo e sulla base delle informazioni a disposizione del gruppo in questa fase, l'impatto sull'ebitda 2022 di queste misure è stimato in circa 8,4 miliardi sulla base dei prezzi di mercato al 31 dicembre 2021 e in circa 7,7 miliardi sulla base sui prezzi di mercato del 12 gennaio 2022".
Edf comunicherà gli aggiornamenti in occasione dei risultati annuali (il 18 febbraio) e nel frattempo ha ritirato la guidance sull'indebitamento finanziario netto/Ebitda del 2022. Equita Sim sottolinea oggi, nella comunicazione di Edf, l'annuncio di misure a protezione dei propri interessi. Secondo gli analisti, oltre a trattarsi di una notizia negativa per il settore delle utilities, "configurarsi per Edf sia impatti diretti di breve termine, per la parte di vendita dell'energia nucleare a prezzo prefissato regolato, sia impatti transitori per il ritardo negli aumenti tariffari, che potrebbe configuarsi come una sorta di Tariff Deficit, con gli aumenti tariffari ritardati non cancellati che potrebbero rappresentare un credito per future cartolarizzazioni".
La Sim milanese ritiene che il timore di possibili misure governative avrà un effetto negativo sulla performance dei titoli energetici data la mancanza di visibilità sugli effetti economici in discussione. E si chiede se Edf non dovrà affrontare il tema di un "aumento di capitale". La decisione del governo francese, prosegue Equira, aumenta l'incertezza sullo scenario a livello europeo.
Sul fronte italiano, invece, oggi MF-Milano Finanza scrive che la settimana prossima avranno luogo gli incontri con le aziende del settore al Mise per definire il contributo per ciascuna. Dopo l'elezione del Presidente della Repubblica,
ci sarà una nuova manovra da 30 miliardi per limitare impatti del caro-energia. Oggi, il presidente di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), Stefano Besseghini, ha evidenziato, in un'intervista, un approccio più negoziale da parte del governo con le società del settore.
Il giudizio finale su un intervento del governo "
dipenderà molto dai livelli di pricing sul quale gli eventuali extra profitti verranno misurati", scrive la Sim. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad una domanda sulla
ipotesi di una tassazione della extra-marginalità delle imprese energetiche, ha spiegato ieri che "opinione condivisa all'interno del governo è che gli extra-profitti... debbano in qualche modo contribuire alla fiscalità generale per permettere di intervenire nei confronti delle categorie più svantaggiate". Gli analisti ricordano che le società più esposte nel settore sono
Enel (90% della produzione venduta forward),
A2A (55% produzione forward), Iren (90%), Erg e Alerion.