Art Basel 2024

Carl Andre, Körners Repose, 1988

Opera in 50 elementi realizzata dall’artista per l’Accademia d’Arte di Berlino.

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Salvo, Il Trionfo di San Giorgio, 1974

Pastello su carta lungo quasi otto metri, su modello del dipinto di Carpaccio del 1502 della Scuola di San Giorgio degli Schiavoni a Venezia.

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Miriam Cahn, ARCHITEKTURTRAUM, 2001

Installazione di 33 elementi fra dipinti, disegni e fotografie.

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Dan Flavin, Untitled (To Tina and Christopher and their Palladio), 1972-73

Uno dei primi esperimenti dell’artista con la forma circolare.

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Allan McCollum, The World: A Moment in Time, 2024

1200 stampe in bianco e nero in cornici identiche che riportano i nomi più comuni al mondo.

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Fine. Buona serata a tutti!
 
appena letto, estrapolo due testimonianze di persone che conosco:
“Basilea rimane un centro nevralgico del mercato dell’arte, nonostante tanti collezionisti, soprattutto americani, quest’anno hanno marcato visita e verranno in Europa per Art Basel Paris. Quelli presenti però erano motivati”, ha commentato l’art advisor Mattia Pozzoni, che continua: “Bellissimo ad Art Basel ho trovato lo stand di Jeffrey Deitch, ispirato all’abitazione di Edward James, con una cameretta di mobili decorati da Keith Haring. E poi la mostra alla Fondation Beyeler, che riesce davvero ad emozionare e a proporre qualcosa di nuovo. Un applauso ai tecnici che spostano opere multimilionarie in mezzo al flusso dei turisti!”.

Ampia e meditata la riflessione dello storico gallerista Massimo Minini: “Mi sembra che siamo arrivati a un punto di svolta di cui da tempo si sente la necessità. La svolta è determinata dal fatto che al mondo ci sono troppe fiere, troppi artisti, troppi musei, troppo di tutto: non sempre la qualità onora le proprie promesse e premesse”, ci ha raccontato quando gli abbiamo chiesto un commento sui primi giorni di fiera, che vi restituiamo qui, senza toccare una virgola. “Cultura e politica non vanno d’accordo com’è evidente da tempo, basti per l’Italia pensare ai monumenti pubblici, alla legge del 2%, ai famigerati ‘bandi’, concorsi per artisti. Tutto questo impegno nazionale, regionale, provinciale, comunale non ha dato frutti di valore nonostante l’ingente somma messa a disposizione. Il fatto è che la politica ha bisogno della quantità, mentre la cultura ha bisogno della qualità. Inutile ricordare il difficile rapporto tra Pasolini, Leonardo Sciascia, Elio Vittorini, con il Partito comunista italiano di Togliatti. In questo contesto le fiere che sono la punta di diamante del mercato non riescono a invertire la tendenza e mi sembra di poter dire che l’incremento numerico di opere, fiere, artisti, eccetera, non potrà non creare dei seri problemi”.
 
Avendo spazio e soldi, quali di queste opere vi mettereste in casa? Per piacere, non per investimento.
 
Per quanto ne possa capire io... concordo in pieno con l'intervento di M. Minini. C'è troppo di tutto... D'altronde saranno quasi 40 anni che il mio maestro mi diceva che ..." Ci sono più pittori che metalmeccanici..."
 
Avendo spazio e soldi, quali di queste opere vi mettereste in casa? Per piacere, non per investimento.
Io un cerchio/bersaglio psichedelico di Rondinone (senza badare al massimo guadagno, altrimenti ci sono i Basquiat, Matisse etc…)
 

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Tra le foto di Stefano, a me è piaciuto molto vedere questa opera di Jenny Holzer presentata a Basilea. Vedo anche l'ironia del gallerista che l'ha portata alla fiera più ricca del mondo.

Sicuramente opera recente che riprende uno dei truism più famosi dell'artista degli anni '70.



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Per quanto ne possa capire io... concordo in pieno con l'intervento di M. Minini. C'è troppo di tutto... D'altronde saranno quasi 40 anni che il mio maestro mi diceva che ..." Ci sono più pittori che metalmeccanici..."
Minini dal mio punto di vista sarebbe ora che si dedicasse ad altro, l’ho trovato parecchio confuso ultimamente, con ragionamenti al limite della realtà . Grande lavoratore, grande gallerista , ma c’è un tempo per tutto e tutti.
Condivido che ci siano più pittori che metalmeccanici e troppe fiere, ma lui stesso è presente in ogni dove. I suoi ultimi stand mi dicono e mi trasmettono ben poco.
 
Condivido che ci siano più pittori che metalmeccanici e troppe fiere, ma lui stesso è presente in ogni dove
tra l'altro di dimentica di ricordare che a comprare arte c'è giusto qualche milione di persone in più rispetto agli inizi, la popolazione è cresciuta tantissimo, tutto il mondo partecipa al "gioco" e i nuovi ricchi sono un esercito rispetto ai tempi elitari in cui si comprava arte soltanto in qualche colta città europea e due o tre città americane...e la platea continuerà a crescere anche se in molti temono i cambiamenti di gusto dei nuovi collezionisti :D
 
Minini dal mio punto di vista sarebbe ora che si dedicasse ad altro, l’ho trovato parecchio confuso ultimamente, con ragionamenti al limite della realtà . Grande lavoratore, grande gallerista , ma c’è un tempo per tutto e tutti.
Condivido che ci siano più pittori che metalmeccanici e troppe fiere, ma lui stesso è presente in ogni dove. I suoi ultimi stand mi dicono e mi trasmettono ben poco.
Con il rispetto dovuto ad un grande gallerista, mi ha fatto sorridere che parli di “troppi artisti” e “troppo di tutto” quando la sua galleria tratta 40 (quaranta!) artisti.
 
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