Asta iniziata con inconsueta puntualità...
Batte Tito, che somiglia sempre piu' al Benigni di vent'anni fa; sprizza simpatia, come quando cazzia un signore in sala che bighellona troppo vicino ad un quadro, e non ha i modi grossolani del suo pigmalione, quel corpulento battitore del Babuino che sembrava rubato al mondo del cabaret... Sconta qualche incertezza, e qualche problema tecnico ai telefoni, che nelle aste minori non manca mai, ma quello che conta è la concretezza, e portare a casa il risultato, e lui lo fa con discreta disinvoltura.
Vanno invenduti i 2 Guarienti, artista sottovalutato, mentre il maestoso Galliani sponsorizzato da Modernismi non va oltre i 5,5K in sala; 3,2K per una china di Marino Marini "in via di archiviazione"; si incaglia a 700 euro Claudio Bonichi, quello che secondo il Re delle televendite sarebbe dovuto costare come Carrà... poi il putiferio per Sutherland, con 7 telefoni prenotati: si arrampica fino a 6K, (e meritava il doppio) con contestazione per un'offerta arrivata sul martelletto, che mette Tito knock out per 30, lunghissimi secondi. 2K e 2,2K i due disegni di Adami, deliziosi, 27K il primo dei due bellissimi olii. 14,4K e 5K per i due Siqueros che piacevano a Nicco.
L'asta scivola via, placida e senza sussulti, fino al lotto 156, le Ninfee di Schifano, artista che a Roma ha sempre il suo perchè, anche per le opere brutte, figuriamoci per un'opera degli anni '80 belloccia e dal soggetto cult : Tito la definisce "Un'opera fatta integralmente da lui, per quant'è bella!" Schifano pero' tradisce le attese, non scavalcando il muro dei 5K: evidentemente le incomprensioni tra Archivio e Fondazione continuano a fare danni...
Invenduti i due Amadio: è finita la ricreazione...
Top lot dell'asta, fino ad ora, per I magnifici 7 di Melotti: 97K per la piccola scultura in oro, bella e impossibile: Tito si infervora, ha quasi un orgasmo, e ci vogliono un paio di minuti per farlo tornare in se'. Poi segue Mambor, coi suoi Uomini timbro, opera bella e di bella provenienza: 8K, strameritati. Bella la gara per il brasiliano Ivo Gonsalo, che, complice la passione di un collezionista virtuale, riprende la via di Copacabana, in cambio di 10.000, sonanti euro. Sussulti e grida per il Nigro di pieno periodo MAC, non bellissimo ma estremamente raro: 15K il riscontro in sala. Ritirato il Robert Indiana, sul quale avevo sollevato alcuni dubbi qualche messaggio fa.
Stessa sorte per l'opera di Andy Warhol.
Il mio racconto finisce qui, e mi dispiace non seguire le sorti del corteggiatissimo Fabio Mauri.
Devo far finta di dedicarmi a qualcosa di piu' serio.
Qualcuno ci farò sapere.
Saluti da Marte