Quattroruote lo aveva anticipato il 5 luglio scorso, ma il Parlamento, stavolta, su pressione dei Comuni, in particolare quello di Milano, è andato molto al di là delle previsioni, varando surrettiziamente, a colpi di emendamenti, una vera e propria riforma del Codice della strada. Oltre alle numerose modifiche introdotte per favorire la cosiddetta mobilità dolce, nei giorni scorsi il Senato è entrato a gamba tesa in numerosi ambiti della circolazione. L'intervento più pesante riguarda lo scardinamento dell’ultimo tabù in materia di autovelox, cioè l’impossibilità di usare apparecchi fissi sulle strade urbane di quartiere (ma numerosi comuni, in barba alla legge e alle sentenze di alcuni coraggiosi giudici di pace, lo hanno usato per anni). Tra qualche giorno, quando il cosiddetto decreto Semplificazioni sarà approvato definitivamente dalla Camera, sarà possibile installare strumenti per il controllo remoto delle violazioni anche su queste strade (e persino sulle strade locali, sulle strade urbane ciclabili, un’altra novità approvata a Palazzo Madama, e, in teoria, persino sugli itinerari ciclopedonali), previa autorizzazione del prefetto. Una norma che, abbinata al dilagare, spesso indiscriminato, delle zone 30, rischia di provocare valanghe di multe anche in assenza di comportamenti oggettivamente pericolosi.
La sosta sarà sanzionata anche dai netturbini. Basterà una foto. Nel Codice della strada entra un nuovo articolo, il 12 bis, che consentirà anche ai dipendenti dei Comuni e delle società private che gestiscono la sosta regolamentata o che gestiscono i parcheggi di accertare le violazioni della sosta o della fermata. Lo stesso potere, compreso quello di disporre la rimozione dei veicoli, sarà concesso, incredibilmente, anche ai dipendenti delle aziende municipalizzate o delle imprese addette alla raccolta dei rifiuti urbani e alla pulizia delle strade. In questo caso, però, il potere di elevare multe in materia di sosta o di fermata sarà limitato, bontà del Parlamento, ai casi “connessi all’espletamento delle predette attività”. Ciò, però, non vuol dire che potranno farlo solo se l’auto intralcia lo svuotamento di un cassonetto. La norma, infatti, parla anche di “aree limitrofe a quelle oggetto dell’attività di propria competenza che sono funzionali, rispettivamente, alla gestione degli spazi per la raccolta dei rifiuti urbani o alla fruizione delle corsie o delle strade riservate al servizio di linea”. Non solo. In tutti i casi per accertare le violazioni sarà possibile ricorrere all’uso della tecnologia digitale e a strumenti elettronici e fotografici. Il potere di elevare multe sarà concesso a persone senza precedenti penali e dopo il superamento “di un’adeguata formazione”. A loro sarà conferita, durante lo svolgimento delle proprie mansioni, la qualifica di pubblico ufficiale.
Telecamere anche per sanzionare il divieto di accesso o di transito. Aumentano le situazioni in cui è consentito, alle forze di polizia, di non contestare immediatamente la violazione. Oltre alla velocità, al passaggio con semaforo rosso, al sorpasso, agli accessi alle Ztl, alle aree pedonali, alle piazzole di carico e scarico merci e alla circolazione sulle corsie riservate si aggiunge la circolazione sulle strade con accesso o transito vietato. Come nelle altre situazioni, le apparecchiature dovranno essere omologate dal ministero dei Trasporti. Un regolamento dello stesso dicastero stabilirà le condizioni per l'installazione e l'utilizzo di tutte le telecamnere urbane (con esclusione degli strumenti per l'accertamento della violazione dei velocità, già disciplinati da apposite norme, e dei dispositivi di controllo delle intersezioni semaforizzate).
Arriva la banca dati dei permessi invalidi. Sarà istituita, presso l'Archivio nazionale veicoli del ministero dei Trasporti, una piattaforma unica nazionale informatica delle targhe associate ai permessi di circolazione dei titolari di contrassegni invalidi. Ciò, si legge nel testo del decreto, "al fine di agevolare la mobilità, sull’intero territorio nazionale, delle persone titolari dei predetti contrassegni".
Stop ai ricorsi al ministero dei Trasporti. Fino a oggi, contro i provvedimenti e le ordinanze dei comuni che dispongono o autorizzano la collocazione della segnaletica era ammesso ricorso, entro 60 giorni, al ministeri dei Trasporti, che aveva il potere di dedcidere in merito. Questa possibilità viene completamente soppressa e i comuni avranno totalmente mano libera.
Per il resto il pacchetto di misure approvato dal Senato si concentra molto, come accennato all’inizio, sulla mobilità dolce. Vediamo nel dettaglio tutte le novità in arrivo.
Bici contromano. Questa novità era nell’aria da tempo: con ordinanza del sindaco, e previa installazione di apposita segnaletica, sulle strade urbane di quartiere, locali, urbane ciclabili e sugli itinerari ciclopedonali le biciclette potranno circolare contromano, ma solo lungo la cosiddetta corsia ciclabile per doppio senso ciclabile, che potrà essere realizzata sulle strade con limite di velocità pari a 30 km/h o su quelle che fanno parte di una Ztl. Ciò, incredibilmente, “indipendentemente dalla larghezza della carreggiata, dalla presenza e dalla posizione di aree per la sosta veicolare e dalla massa dei veicoli autorizzati al transito”. Si chiamerà “doppio senso ciclabile”.
Arriva la corsia ciclabile a doppio senso. Già introdotta con il decreto Rilancio, cambia ancora la definizione di corsia ciclabile, la cosiddetta bike lane, che adesso può essere impegnata anche da altri veicoli, anche quando sono presenti fermate del bus, e che può essere valicabile limitatamente alla necessità di effettuare la sosta o la fermata, ovviamente nel caso in cui vi sia, al di là di essa, “una fascia di sosta veicolare”. Non solo. La corsia ciclabile potrà consentire anche la circolazione contromano. La riforma, infatti, introduce anche la cosiddetta “corsia ciclabile per doppio senso ciclabile”, posta a sinistra rispetto al senso di marcia, “idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi in senso contrario a quello di marcia degli altri veicoli”.
Debutta la strada urbana ciclabile. Nell’articolo del Codice dedicato alla definizione e alla classificazione delle strade c’è una new entry: la strada urbana ciclabile così definita: “strada urbana a unica carreggiata, con banchine pavimentate e marciapiedi, con limite di velocità non superiore a 30 km/h, definita da apposita segnaletica verticale e orizzontale, con priorità per i velocipedi”.
Precedenza alle biciclette. Le biciclette che transitano sulle strade urbane ciclabili o che vi si immettono, anche da luogo non soggetto a pubblico passaggio, hanno la precedenza su tutti gli altri veicoli. Lungo le strade urbane a senso unico dotate di corsia ciclabile per doppio senso ciclabile, i conducenti degli altri veicoli devono dare la precedenza alle bici che circolano su di esse.
Sorpasso di biciclette "a ridottissima velocità". Lungo le strade urbane ciclabili, nel caso in cui sia necessario sorpassare una bicicletta, bisognerà rallentare e farlo “a ridottissima velocità qualora le circostanze lo richiedano” e comunque “usare particolari cautele al fine di assicurare una maggiore distanza laterale di sicurezza”. Ciò, aferma la norma, a causa della "probabilità di ondeggiamenti e deviazioni” della bicicletta.
Bici sulle strade riservate ai bus. I Comuni potranno consentire la circolazione delle biciclette anche sulle strade riservate ai mezzi del trasporto pubblico, purché non siano presenti binari tranviari a raso e a condizione che la larghezza della strada non sia inferiore a 4,30 metri.
In bicicletta affiancati sulle strade urbane ciclabili. La norma che impone alle biciclette di circolare su un'unica fila nei casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e comunque mai affiancati in numero superiore a due non si applicherà alle bici che circolano sulle strade urbane ciclabili.
Da quattroruote.