Austria 2117-2120 volume 10

Si ma dimmi il perchè ???
Vogliono fare uscire i piccoli per fare cosa.....
Non ci sono abbastanza titoli da comprare ???
O vogliono far vendere i piccoli in modo da alzare i rendimenti e comprare basso....

Ma hanno questo potere i piccoli... da influenzare i corsi...
Parlo ovviamente dei titoli di stato
Se spingi i prezzi al ribasso fai scattare gli stop loss, la chiusura di chi è long, e fai vendere in panico chi non sopporta il rosso.
Questo spinge i prezzi ancora più in basso per eccesso di offerta.
E chi deve entrare rastrella tutto.
 
Se spingi i prezzi al ribasso fai scattare gli stop loss, la chiusura di chi è long, e fai vendere in panico chi non sopporta il rosso.
Questo spinge i prezzi ancora più in basso per eccesso di offerta.
E chi deve entrare rastrella tutto.
lo chiedo anche a @jackis ed altri che trattano sul campo giornalmente le centenarie; possibile anche, vedendo numerosi spike al rialzo di tanto in tanto nei grafici che ci siano cd. short squeeze?
 
lo chiedo anche a @jackis ed altri che trattano sul campo giornalmente le centenarie; possibile anche, vedendo numerosi spike al rialzo di tanto in tanto nei grafici che ci siano cd. short squeeze?
io non mi riferisco ai matusabonds, i miei studi si basano sul benchmark, i bonds(tutti) sono i "servi sciocchi" del benchmark, che si muovono intraday in base a certe regole matematiche,
eccetto quelli con scarsi volumi...li le cose cambiano molto, e un operatore medio grande può manovrare il book (momentanee ) a proprio piacimento....

nn analizzo mai ne il book ne il chart del 2120 che ho in portafoglio, ma del benchmark, che uso tra laltro x edge sulla posizione del fisso quando ce nè bisogno

il discorso di sforare i supporti evidenti a tutti, è tipico, e in gergo viene chiamato caccia agli stops...ma è solo per mancanza di conoscienza che si dicono queste cose....

gli short/long squeeze avvengono per il semplice fatto che quando certi livelli carichi di open interest su opzioni vengono oltrepassati, gli operatori sono costretti a coprirsi, è matematica, e per la maggior parte sono movimenti fatti da algoritmi

tutto ma proprio tutto parte dal mercato delle opzioni, per questo analizzare come sono realmente posizionati i big e dove, aiuta il trader a non imbattersi in movimenti veloci e violenti quotidiani

tutta stà pappardella al cassettista di bonds non interessa
 
nn analizzo mai ne il book ne il chart del 2120 che ho in portafoglio, ma del benchmark, che uso tra laltro x edge sulla posizione del fisso quando ce nè bisogno
quando parli del benchmark intendi , per gli austria il decennale austriaco, gli oat quello francese oppure europa bund 10 y , usa e resto del mondo tnote 10 yield.
il discorso di sforare i supporti evidenti a tutti, è tipico, e in gergo viene chiamato caccia agli stops...

cioè esiste quindi la caccia agli stops su supporti evidenti a tutti
che quando certi livelli carichi di open interest su opzioni vengono oltrepassati, gli operatori sono costretti a coprirsi, è matematica,
Ti ringrazio delle osservazioni; ti confesso però che non ho capito , per mia ignoranza, il legame dei bond con le opzioni; mentre con le azioni è più chiaro ( call, put, covered, strategia di copertura ) con i bond non ho capito esattamente , in via generica il legame...
 
@lucagubello

il benchmark x il fixed income (europeo e americano) è il tnote/treasury americano, ma analizzare il bund/buxl va bene lo stesso

per capire come sono posizionati i big su un determinato titolo o futures devi analizzare le posizione NETTE cioè quelle realmente rimaste aperte, non i volumi che nn esprimo questa metrica come la maggior parte delle persone pensano...

vedere sul titolo/indice/futures XY un picco elevatissimo di volume, non ti dice realmente cosa (e dove se intraday) sia successo realmente, in quella barra/giorno/settimana/mese
ben diverso analizzare le OI sulle opzioni del titolo XY, li scopri tutto.....

le OI ti danno questa informazione, poi si devono contestualizzare....

p.s.
nn è argomento della discussione, se vuoi approfondire vedi se trovi un 3d apposito
 
Ultima modifica:
Esagerato, stiamo parlando di un obbligazione con rating di tutto rispetto.
È casomai la durata che è da capire…..
Era per dire che non esiste un prezzo sotto il quale non può andare, a parte 0 (=default). Se i centenari seguissero alla lettera le leggi matematiche che prezzano le obbligazioni, Austria 2120 ai minimi sarebbe sceso sotto 25, ed oggi sarebbe prezzato almeno 29-30.
Boh i numeri dicono due miliardi di emissione iniziale , ma ne fanno girare un botto di soldi con due miliardi in partenza per quel poco che ne sto capendo . Sto anche ipotizzando che il volume Di emissione sia un dato da tenere in considerazione sui bond . Più è piccolo più è manovrabile o sbaglio??
Non credo, visto e considerato che si può giocare con derivati, vendite allo scoperto, ecc...
 
Nel cerchietto blu non vedo ancora una similitudine.
Dovrebbe romperlo al rialzo nei prossimi due giorni per assomigliare o sbaglio?
ci sono delle similitudini evidenziate in blu,
siamo inoltre vicino al minimo(massimo del rendimento) di ottobre.....

tieni presente che il bottom è in formazione, non è finito, e non necessariamente sarà = ad ottobre, ma (probabilmente) somigliante

quindi è da prendere come riferimento non come bibbia

nota bene, siamo in pieno panico, non cè nessun segnale che propenda per la mia tesi
è una mia idea/supposizione, e io sono un esser umano fallace come tutti
 
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tieni presente che il bottom è in formazione, non è finito, e non necessariamente sarà = ad ottobre, ma (probabilmente) somigliante

quindi è da prendere come riferimento non come bibbia

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Certo ci mancherebbe.
 
Scusate, ma la 2120 a quanto può scendere?
Posta cosi la domanda non significa nulla,se invece si domanda secondo voi con i dati di questi giornio a quanto possiamo ancora scendere,io ti direi che difficilmente andrà sotto i 40,visto che anche ieri ha tenuto bene,anzi sono pure convinto che verso i primi di maggio riprenda a salire per riposizionarsi attorno ai 45 o 46
 
in questi giorni ho letto poco il forum perché cercavo di cogliere notizie sulle possibili vere motivazioni del crollo degli ultimi giorni. Ma credo che qui nel forum si brancoli nel buio, a parte @jackis che ha una metodologia di lavoro che guarda agli OI, che sono un driver molto importante dell'andamento del mercato.

In passato ho ripetutamente allertato su un paio di variabili, sempre ostinatamente ignorate qui nel forum:
1. la quantitò di emissioni governative (monstre) del 2024
2. il monitoraggio del bid-to-cover ratio

Sul punto 1. abbiamo pochi dubbi. Qualcuno ipotizza che il quantitativo da emettere sia ininfluente, perché i compratori esistono sempre alla condizioni imposte dai collocatori. Io su questo sarei un po' meno certo, anche perchè poi arriva il punto 2., che viene percepito come segnale di allerta.
Infatti la recente emissione di Treasury ha visto una leggera riduzione del bdc ratio e questo è stato evidenziato come un segnale d'allarme, come messaggio del mercato per pretendere rendimenti più elevati. Le conseguenze di questo aspetto sono poco influenzate dai tassi, perchè sappiamo bene che i rendimenti sono inferiori anche di molto ai tassi ufficiali.

L'esempio lampante è la Germania che emette al 2,5 con tasso al 4,5. Quindi si può ipotizzare, per assurdo, che il rendimento dei bond germanici possa andare al 3% con una contestuale riduzione del tasso ufficiale al 3,5%, cosa lo impedirebbe?
Anche perchè l'Euribor ultimamente si è mantenuto abbastanza stabile, quindi quello non è un driver determinante in questi ultimi giorni.

Va da sè che, essendo pesantemente investito, voglio capire tutti gli scenari possibili e non mi interessano le risposte ottimistiche a prescindere, perchè purtroppo non servono al mio portafoglio (anzi, per la verità il tifo da stadio per me è piuttosto irritante).
Ben vengano invece le considerazioni basate sui fatti che possano smentire questo scenario, non proprio ottimistico.

Le conseguenze di questo ragionamento sui matusa sono ovviamente molto facili da trarre.
 
Ovviamente la sottoscritta non è in grado di dare un' opinione (non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo bid-to-cover ratio ) ....chiedo solo una cosetta....visto che mi sembra di aver capito che questo ragionamento abbia conseguenze negative sui nostri bond lunghi....quanto può influire su un'eventuale catena calo inflazione-taglio tassi.....o un ancora più spinta recessione-calo inflazione-taglio tassi?
 
in questi giorni ho letto poco il forum perché cercavo di cogliere notizie sulle possibili vere motivazioni del crollo degli ultimi giorni. Ma credo che qui nel forum si brancoli nel buio, a parte @jackis che ha una metodologia di lavoro che guarda agli OI, che sono un driver molto importante dell'andamento del mercato.

In passato ho ripetutamente allertato su un paio di variabili, sempre ostinatamente ignorate qui nel forum:
1. la quantitò di emissioni governative (monstre) del 2024
2. il monitoraggio del bid-to-cover ratio

Sul punto 1. abbiamo pochi dubbi. Qualcuno ipotizza che il quantitativo da emettere sia ininfluente, perché i compratori esistono sempre alla condizioni imposte dai collocatori. Io su questo sarei un po' meno certo, anche perchè poi arriva il punto 2., che viene percepito come segnale di allerta.
Infatti la recente emissione di Treasury ha visto una leggera riduzione del bdc ratio e questo è stato evidenziato come un segnale d'allarme, come messaggio del mercato per pretendere rendimenti più elevati. Le conseguenze di questo aspetto sono poco influenzate dai tassi, perchè sappiamo bene che i rendimenti sono inferiori anche di molto ai tassi ufficiali.

L'esempio lampante è la Germania che emette al 2,5 con tasso al 4,5. Quindi si può ipotizzare, per assurdo, che il rendimento dei bond germanici possa andare al 3% con una contestuale riduzione del tasso ufficiale al 3,5%, cosa lo impedirebbe?
Anche perchè l'Euribor ultimamente si è mantenuto abbastanza stabile, quindi quello non è un driver determinante in questi ultimi giorni.

Va da sè che, essendo pesantemente investito, voglio capire tutti gli scenari possibili e non mi interessano le risposte ottimistiche a prescindere, perchè purtroppo non servono al mio portafoglio (anzi, per la verità il tifo da stadio per me è piuttosto irritante).
Ben vengano invece le considerazioni basate sui fatti che possano smentire questo scenario, non proprio ottimistico.

Le conseguenze di questo ragionamento sui matusa sono ovviamente molto facili da trarre.
Personalmente credo che il driver principale di tutta la situazione sia solo uno: l'inflazione.
Con la complicazione della distinzione tra quella reale e quella raccontata.
E che puo' prendere derive assolutamente imprevedibili e inaspettate, per ampiezza e per durata.
 
In attesa del dato pce importante di oggi, giova ricordare un paio di cosette: il BLS ha riconosciuto e ufficializzato che la sua metodologia di calcolo dei nuovi posti di lavoro in usa ha sopravvalutato l'occupazione nel secondo e terzo trimestre 2023 di ben 1.231.000 unità....bruscolini e rivisto al ribasso sei delle ultime dieci indicazioni sui consumi
 
Personalmente credo che il driver principale di tutta la situazione sia solo uno: l'inflazione.
Con la complicazione della distinzione tra quella reale e quella raccontata.
E che puo' prendere derive assolutamente imprevedibili e inaspettate, per ampiezza e per durata.

Ok, partiamo da lì, però il BUND si sta avvicinando al minimo di ottobre che è stato 127,17. In questo momento è 129,95. Il massimo di dicembre è andato a 138,80. Le percentuali relative le lascio calcolare a voi.

Mututis mutandis, lascio a voi anche le ovvie conclusioni su quanto, di conseguenza, dovrebbero quotare oggi i vari Austria, Francia e company. E le altre considerazioni di scenario per il confronto tra ottobre e oggi.
 
Ultima modifica:
in questi giorni ho letto poco il forum perché cercavo di cogliere notizie sulle possibili vere motivazioni del crollo degli ultimi giorni. Ma credo che qui nel forum si brancoli nel buio, a parte @jackis che ha una metodologia di lavoro che guarda agli OI, che sono un driver molto importante dell'andamento del mercato.

In passato ho ripetutamente allertato su un paio di variabili, sempre ostinatamente ignorate qui nel forum:
1. la quantitò di emissioni governative (monstre) del 2024
2. il monitoraggio del bid-to-cover ratio

Sul punto 1. abbiamo pochi dubbi. Qualcuno ipotizza che il quantitativo da emettere sia ininfluente, perché i compratori esistono sempre alla condizioni imposte dai collocatori. Io su questo sarei un po' meno certo, anche perchè poi arriva il punto 2., che viene percepito come segnale di allerta.
Infatti la recente emissione di Treasury ha visto una leggera riduzione del bdc ratio e questo è stato evidenziato come un segnale d'allarme, come messaggio del mercato per pretendere rendimenti più elevati. Le conseguenze di questo aspetto sono poco influenzate dai tassi, perchè sappiamo bene che i rendimenti sono inferiori anche di molto ai tassi ufficiali.

L'esempio lampante è la Germania che emette al 2,5 con tasso al 4,5. Quindi si può ipotizzare, per assurdo, che il rendimento dei bond germanici possa andare al 3% con una contestuale riduzione del tasso ufficiale al 3,5%, cosa lo impedirebbe?
Anche perchè l'Euribor ultimamente si è mantenuto abbastanza stabile, quindi quello non è un driver determinante in questi ultimi giorni.

Va da sè che, essendo pesantemente investito, voglio capire tutti gli scenari possibili e non mi interessano le risposte ottimistiche a prescindere, perchè purtroppo non servono al mio portafoglio (anzi, per la verità il tifo da stadio per me è piuttosto irritante).
Ben vengano invece le considerazioni basate sui fatti che possano smentire questo scenario, non proprio ottimistico.

Le conseguenze di questo ragionamento sui matusa sono ovviamente molto facili da trarre.

Poni una questione non banale, non parlo certo della prevedibilità del futuro andamento (che non è possibile), ma anche solo il tentativo di costruire una posizione di curva efficiente e di adeguarla nel tempo al mutare dello scenario è al centro dell'attenzione di tutti gli operatori del mercato obbligazionario tralasciando ovviamente i costruttori di portafogli passivi/replicatori di benchmark .

Una relazione stabile tra tasso e bid-to-cover non la vedo, il grafico in calce mostra bid to cover e tasso sia per i 2 che per i 10 anni US e secondo me è abbastanza evidente. Nel lungo periodo non da informazioni, nel breve ...

Parafrasando Barbero, per capire cosa sta succedendo dobbiamo capire cosa è successo prima. Cerco di farla semplice, senza tecnicismi. Siamo arrivati al punto in cui il 2 anni è molto più alto del 10 (tasso) perchè il mercato era disposto ad accettare che l'inflazione alta era "transitoria" e nel giro di 1/2 anni sarebbe rientrata. Non è più così, ora il dubbio, come detto in passato, è che i tassi a breve stanno per prendere "a spallate" i tassi a medio che spingono quelli a lungo.

Il rientro a target dell'inflazione, salvo recessione veloce e profonda, mi sembra fuori dal tavolo di discussione ora. Il mercato si sta posizionando con un 'Barbell' molto spinto sulla parte lunga comprando i 6/18 mesi e 30 e over abbandonando la parte centrale della curva perchè teme che i benchmark 5-7-10 anni possono vedere ancora "significativi" aumenti dei tassi.

L'effetto spallata si vede bene nella curva US odierna confrontata con quella a t-3 mesi, i rendimenti a 6 mesi e 1 anno solo saliti poco, i 2/3/5/7 sono saliti più dei 10 e i 20 e 30 solo saliti per una misura che sta tra i numeri del 12 mesi e 2 anni.

Io leggo che che il mercato come detto sopra a allungato l'aspettativa di rientro dell'inflazione da 1/2 anni a "diversi anni" e di conseguenza ha cambiato posizionamento di curva.

Tornando allo specifico delle due domande...al punto 1 ... emissioni (offerta) elevati sono assorbite dal mercato solo se a tassi adeguati, non è vero che il tasso è sempre e per forza imposto dal collocatore. Intanto perchè il meccanismo di asta lo regola in qualche misura, un po' perchè se l'emittente federale US "spinge" per collocare tassi bassi trova concorrenza nelle AAA e AA US che invece in asta si vedono condizionare il tasso dai compratori. Quindi accetto l'idea che il compratore finale si trova sempre, ma affermo che lo si trovo a costo (tasso) in crescita.

Ci sono innumerevoli metodi per stimare il posizionamento corretto, per ogni movimento della curva ne abbiamo solo 1 corretto e tutti gli altri in errore, quindi sinceramente non userei il mio tempo per cercare il modello perfetto ma prenderei atto del mercato.

Per finire alcune considerazioni personali:
  1. per molti anni in passato il tasso medio "normale" dei 10 anni US è stato 6% senza problemi
  2. il risparmiatore USA apprezza i tassi nominali elevati anche a costo di maggior tasso sul debito
  3. al momento non si vedono ancora segnali chiari (nemmeno dopo il GDP 1.6% uscito poco fa) di rallentamento chiaro dell'economia e soprattutto l'andamento della spesa dei consumatori resta "ondivago" senza netta direzionalità
  4. ci sono alcune riflessioni tra i membri FED e anche tra i principali banchieri centrali occidentali per le quali secondo i loro modelli sullo scenario attuale un ulteriore aumento dei tassi non porterebbe a riduzione dell'inflazione mentre un taglio anticipato la porterebbe fuori controllo
  5. dobbiamo mettere in conto per i prossimi anni (10 ? 15 ?) maggior spesa globale per la difesa che aumenterà il deficit pubblico in molte aree del mondo che al tempo stesso potrebbe sostenere parte dell'economia e che porterebbe a sopportare tassi stabilmente elevati

Detto tutto ciò io per la mia operatività mi limito a osservare le modifiche che avvengono nella curva dei tassi e al momento mi dicono che c'è ancora spazio per la discesa dei prezzi dei 10 anni e quindi, al di là di operatività tattica di breve, mi astengo da posizioni long strategiche. Diciamo che secondo me il rischio di "perdere l'occasione di acquisto" esiste ma con probabilità più bassa di "subire la parte finale della correzione."

Per concludere, a scombinare il tutto, potrebbe succedere che un evento esterno (politico, sociale, etc...) induca uno shock e possa riportare la FED o il Tesoro a percorrere vie non tradizionali di emissione di liquidità (per esempio come si dice il gonfio saldo del conto che raccoglie le tasse pagate negli USA, tagliando nettamente i tassi e salutando tutti i modelli...





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Ok, partiamo da lì, però il BUND si sta avvicinando al minimo di ottobre che è stato 127,17. In questo momento è 129,95. Il massimo di dicembre è andato a 138,80. Le percentuali relative le lascio calcolare a voi.

Mututis mutandis, lascio a voi anche le ovvie conclusioni su quanto, di conseguenza, dovrebbero quotare oggi i vari Austria, Francia e company. E le altre considerazioni di scenario per il confronto tra ottobre e oggi.

Per me tutte le previsioni e/o considerazioni nel breve-medio, su titoli superiori ai 30 anni, sono fuffa, specie se sganciate dal driver inflazione.
E niente, ci sto (poco) dentro, perche' appare una occasione inedita, o anche per curiosita', ma non mi faccio troppe illusioni.
 
Ok, partiamo da lì, però il BUND si sta avvicinando al minimo di ottobre che è stato 127,17. In questo momento è 129,95. Il massimo di dicembre è andato a 138,80. Le percentuali relative le lascio calcolare a voi.

Mututis mutandis, lascio a voi anche le ovvie conclusioni su quanto, di conseguenza, dovrebbero quotare oggi i vari Austria, Francia e company. E le altre considerazioni di scenario per il confronto tra ottobre e oggi.
Non puoi valutare con il prezzo il valore del contratto BUND di ottobre con quello attuale, era diverso il tasso, il paniere del cheapest e via dicendo, sono due animali diversi, puoi confrontare solo il tasso.
 
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