Biennale di Venezia 2019 - Padiglione "Internazionale" + Pad. Nazionali anche Italia

" Una Biennale senza un tema centrale, ma dove le opere e gli artisti, nel quadro di una ricerca di dialogo e confronto con il visitatore caro a tutte le ultime edizioni a “regia” Baratta, parleranno anche di migranti, di squilibri economici tra chi ha tanto e chi ha niente, di responsabilità individuali e collettive, di sessualità, di ricerca di nuovi spazi nel cosmo per il futuro dell'uomo, di realtà subatomiche e tanto altro. A fare sintesi, una mostra che offre spunti attorno alla funzione sociale dell'arte che include “sia il piacere che il pensiero critico. La mostra si concentrerà sul lavoro di artisti che mettono in discussione le categorie di pensiero esistenti e ci aprono a una nuova lettura di oggetti e immagini, gesti e situazioni”. "


La Biennale presenta i suoi 79 artisti - Il Sole 24 ORE

realtà subatomiche e ricerca di nuovi spazi nel cosmo:eek:

ma di cosa si tratta di una biennale aerospaziale ????:cool::mmmm::cool:
io allora voto per Paola Pivi:p

PS: ma 'sto sole24ore può evitare di scrivere di arte? Grazie:o
 

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Semmai la bella notizia è:

su 79 artisti invitati, ben 42 sono le donne:clap::clap::clap::clap:
 
Lara Favaretto, E una risata vi seppellirà (Omaggio a Gino De Dominicis), 2005

vabbè:o
 

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poi ha riparato con il vintage:D
 

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Coerente, rigorosa, puntuale. Tre aggettivi che ben si addicono alla lista degli artisti invitati dal curatore americano Ralph Rugoff, attuale e stimatissimo direttore della Hayward Gallery di Londra, alla 58ma edizione della Biennale di Venezia, intitolata "May You Live In Interesting Times", che si terrà dall’11 maggio al 24 novembre 2019 ed è stata presentata ieri. Del resto, che il mondo dell’arte internazionale fosse pronto a sostenere Rugoff (a differenza della curatrice precedente Christine Macel) era apparso subito chiaro dalle scelte degli artisti invitati da alcuni padiglioni nazionali, che puntano su nomi di sicuro impatto (uno per tutti: Laure Prouvost). Quasi sconosciuto in Italia ma molto noto e apprezzato all’estero per la sua attività rivolta alla dimensione etica, più che dichiaratamente politica, del ruolo dell’artista, per altro ribadita anche in questa occasione.

Andiamo ora a esaminare in maniera più profonda la lista degli invitati e facciamoci aiutare dai numeri: dei 79 nomi, più di un terzo è nato dopo il 1980 (31), un altro terzo dopo il 1970 (28) e la restante parte dopo il 1940. Non a caso, il decano è il maestro Jimmie Durham, figura di riferimento per l’intera mostra.
Age matters dunque; l’età conta ma, grazie a Dio, Rugoff ha evitato di invitare testimoni di pietra, rompendo un’abitudine che sembrava aver aperto le porte della Biennale a grandi personalità del passato, a volte in maniera pretestuosa, da Tintoretto a Pino Pascali, da Marx e Jung a Fabio Mauri. Nei tempi interessanti siamo tutti vivi e abbiamo il compito di farci i conti, ognuno a suo modo.
Dai numeri passiamo alle provenienze geografiche: quasi un terzo viene dall’Asia, 25 dall’Europa, 19 dal Nord America (ma in realtà sono molti di più perché molti si sono trasferiti negli Stati Uniti), 7 dall’Africa, 5 dal Sud America e 1 dall’Australia. Globalismo ma fino a un certo punto, quindi.
Molti i nomi noti, pochi gli emergenti: durante i tempi interessanti meglio rischiare il meno possibile.

E, infine, l’unica vera nota dolente: 2 soli i nomi tricolori, Ludovica Carbotta e Lara Favaretto (due ottime artiste per altro), pari al 2% del totale. Verrebbe da chiedersi se nel XXI secolo l’arte italiana contemporanea non sia in via di estinzione come i rinoceronti bianchi. Perché?

(Ludovico Pratesi)



Fonte : exibart
 
Aggiungo anch'io in maniera subliminale...
:):p Ciao!!

Swatch è il main sponsor.

La Biennale — afferma Rugoff — è come un OROLOGIO per la cultura contemporanea che misura il tempo ogni due anni.
Rifugiati, migranti, nuove divisioni nazionali, ineguaglianza nella distribuzione del benessere sono i tempi che oggi questo OROLOGIO ci ha portato all’attenzione».

Biennale d’arte, edizione 2019: «A Venezia uno sguardo sul mondo» - Corriere.it
 
E comunque gli Alfisti vanno in macchina anche a Venezia.
:):p

Circuito del Lido di Venezia
auto Baschieri.
Alfa Romeo 6C 2500 di Guido Scagliarini in corsa.

http://www.neri.it/wp-content/themes/fondazionenegri/page_archivio_print.php?idlastra=10750&archivio=curami&hash=cee7b0d83e637c78f0bc3ec2c0c1dad3
 
Ieri in un mercatino ho trovato il libro della Biennale del 66... pochissime le donne (forse ho visto solo la Badiali) e una grandissima rappresentanza italiana! Peccato che le foto siano solo in b/n :)
 
Ieri in un mercatino ho trovato il libro della Biennale del 66... pochissime le donne (forse ho visto solo la Badiali) e una grandissima rappresentanza italiana! Peccato che le foto siano solo in b/n :)

Guarda quella del 78!
 
Perché cercare il libro quando del '78 c'è il filmato...
:):p Ciao!! a entrambi.

 
Sto cercando il libro... :)


Nel giugno del 1978 alla Biennale di Venezia si tiene la mostra di sole donne Materializzazione del linguaggio, a cura di Mirella Bentivoglio; in occasione della quale circa ottanta artiste - tra cui Tomaso Binga, Lucia Marcucci, Irma Blank, Maria Lai, Giulia Niccolai, Mira Schendel, Anna Oberto, Patrizia Vicinelli, - fanno il loro ingresso alla Biennale rivendicando a gran voce spazio e visibilità in un luogo tradizionalmente difficile da conquistare per le donne. Nell'ambito della stessa edizione della Biennale una mostra antologica rende omaggio a Ketty La Rocca, protagonista della neoavanguardia italiana, venuta a mancare nel 1976 ad appena trentotto anni, oggi presente nelle collezioni del MoMA e del Centre Pompidou. Parallelamente, aiMagazzini del Sale la Biennale dà inoltre spazio al gruppo femminista “Immagine” di Varese e al gruppo “Donne/Immagine/Creatività” di Napoli.

Una importante sezione della mostra Il Soggetto Imprevisto, realizzata in collaborazione con il MART di Trento e Rovereto sarà dunque dedicata alla figura di Mirella Bentivoglio e alla sua Donazione di Poesia Visiva allo stesso MART, comprendente molte delle artiste presenti alla Biennale del 1978.
Se da un lato, dunque, il 1978 è l'anno dell'ingresso massiccio delle donne alla Biennale di Venezia, dall'altro, questa data segna anche la chiusura di alcune esperienze nevralgiche per i rapporti tra arte e femminismo: nel '78, infatti, si interrompe l'attività della Cooperativa di Via Beato Angelico, primo spazio artistico interamente gestito da donne sorto a Roma nel 1976, alimentato da una figura come Carla Accardi, dopo la rottura del sodalizio con Carla Lonzi. Ma il 1978 è anche l’anno del seminario femminista internazionale ComradeWoman: Women’s Question – A New Approach? di Belgrado e della prima mostra femminista a Wroclaw First International Women’s Art Exhibition in Poland organizzata da Natalia LL, artista molto presente nella scena italiana dell'epoca. Molte infatti sono le artiste internazionali che operano in quegli stessi anni in Italia: sempre nel 1978 Romana Loda, curatrice e gallerista di Brescia, realizza la sua ultima mostra collettiva di donne, intitolata Il volto sinistro dell'arte, dopo avere promosso lungo tutto il decennio alcune mostre decisive, tra cuiCoazione a Mostrare e Magma, in cui le artiste italiane vengono presentate insieme alle più significative interpreti del panorama europeo: Martina Abramović, Hanne Darboven, Gina Pane, Valie Export, Rebecca Horn, Natalia LL and molte altre.

Il Soggetto Imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia intende presentare per la prima volta al pubblico internazionale una delle scene più interessanti della ricerca sperimentale degli anni Settanta, ponendo in luce la centralità delle donne nell'arte italiana di quel periodo, assieme agli scambi con il panorama artistico europeo e non solo. La mostra mette dunque in crisi la lettura storico-critica consolidata che relega le artiste in una posizione di marginalità. Le opere scelte, fondate in larga parte sull'esplorazione del linguaggio verbale e del corpo, sono volte a demistificare gli stereotipi di genere e a riflettere sul ruolo della donna nella società e nella cultura. I prestiti provengono da importanti collezioni private, dalle artiste e dai loro archivi e da istituzioni pubbliche e musei, come il già citato MART di Trento e Rovereto, Museo MADRE di Napoli, CAMeC di La Spezia.
La mostra presenta inoltre un’ampia selezione di materiali grafici legati ai movimenti femministi - manifesti, fanzine, copertine di LP, insieme a fotografie e libri fotografici che documentano le lotte per il divorzio, l'aborto, la legge contro la violenza, realizzati da importanti fotografe, tra cui Paola Agosti e Agnese De Donato. «Riconosciamo in noi stesse la capacità di fare di questo attimo una modificazione totale della vita. Chi non è nella dialettica servo-padrone diventa cosciente e introduce nel mondo il Soggetto Imprevisto» (Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel, 1974 [2010, p.44]).

Inaugurazione: giovedì 4 aprile ore 20-23.30
 
Semmai la bella notizia è:

su 79 artisti invitati, ben 42 sono le donne:clap::clap::clap::clap:

Non sono completamente d'accordo su questo quasi unanime giubilo per la preponderante presenza femminile alla prossima Biennale, mi sembra una scelta più "politica" che di merito.

Da maschio e conoscendo quindi bene gli uomini, adoro l'altra metà del cielo in maniera assoluta e definitiva, ma sappiamo bene, anche da semplice angolazione statistica, che gli artisti maschi sono molti ma molti di più delle signore, ammettiamo anche come qualità generale prodotta, quindi tali scelte mi paiono addirittura controproducenti se non addirittura umilianti per le artiste, come se avessero bisogno di quote rosa o spintarelle per farsi conoscere.
Lo sanno fare benissimo da sole.

Sul fatto che siano soltanto due le figure italiane nel gruppo dei prescelti, nulla da obiettare: limpida e razionale decisione del curatore sia come affermazione dell'internazionalità di Venezia sia, ammettiamolo, per la scarsa qualità attuale dei nostri artisti.

Quando si dice che la nostra Nazione è in crisi, lo è in tutti i settori. Anche in campo artistico.
 
Perché cercare il libro quando del '78 c'è il filmato...
:):p Ciao!! a entrambi.


E' troppo divertente! Sopratutto quando i due collezionisti pensano di offrire 16-18 milioni per acquistare l'opera comprendente Aga... e poi lui commenta "ma a me pare troppo"... ahahah... e poi la figura femminile **** non e' dello stesso autore che Minini presento' ad Art Basel? In questo caso era un manichino maschile pure bruttino... :D
 
Non sono completamente d'accordo su questo quasi unanime giubilo per la preponderante presenza femminile alla prossima Biennale, mi sembra una scelta più "politica" che di merito.

Da maschio e conoscendo quindi bene gli uomini, adoro l'altra metà del cielo in maniera assoluta e definitiva, ma sappiamo bene, anche da semplice angolazione statistica, che gli artisti maschi sono molti ma molti di più delle signore, ammettiamo anche come qualità generale prodotta, quindi tali scelte mi paiono addirittura controproducenti se non addirittura umilianti per le artiste, come se avessero bisogno di quote rosa o spintarelle per farsi conoscere.
Lo sanno fare benissimo da sole.

Sul fatto che siano soltanto due le figure italiane nel gruppo dei prescelti, nulla da obiettare: limpida e razionale decisione del curatore sia come affermazione dell'internazionalità di Venezia sia, ammettiamolo, per la scarsa qualità attuale dei nostri artisti.

Quando si dice che la nostra Nazione è in crisi, lo è in tutti i settori. Anche in campo artistico.

Ma io non vedo nessun giubilo diffuso!
Le opere d'arte non devono aver "sesso", com'è stato fino ad ora.
Che venga fatta "gara" libera!
Ciao
 
Non sono completamente d'accordo su questo quasi unanime giubilo per la preponderante presenza femminile alla prossima Biennale, mi sembra una scelta più "politica" che di merito.

Da maschio e conoscendo quindi bene gli uomini, adoro l'altra metà del cielo in maniera assoluta e definitiva, ma sappiamo bene, anche da semplice angolazione statistica, che gli artisti maschi sono molti ma molti di più delle signore, ammettiamo anche come qualità generale prodotta, quindi tali scelte mi paiono addirittura controproducenti se non addirittura umilianti per le artiste, come se avessero bisogno di quote rosa o spintarelle per farsi conoscere.
Lo sanno fare benissimo da sole.

Sul fatto che siano soltanto due le figure italiane nel gruppo dei prescelti, nulla da obiettare: limpida e razionale decisione del curatore sia come affermazione dell'internazionalità di Venezia sia, ammettiamolo, per la scarsa qualità attuale dei nostri artisti.

Quando si dice che la nostra Nazione è in crisi, lo è in tutti i settori. Anche in campo artistico.

@sans souci c'e' sempre il rischio che con le quote rosa ci si metta piu' il cuore in pace che altro. Ma fintantoche' ci sara' dispartita' di genere preferisco un focus piu' accentuato sull'arte al femminile. Mi ricordo che un'importante istituzione maschile ad un certo punto decise di aprire all'altra meta' del cielo e per evitare di continuare a scegliere solo uomini decisero di fare le selezioni alla cieca, senza cioe' dichiarare le generalita' del partecipante. Piu' di una donna fu selezionata.
 
Non sono completamente d'accordo su questo quasi unanime giubilo per la preponderante presenza femminile alla prossima Biennale, mi sembra una scelta più "politica" che di merito.

in fondo non hai tutti i torti, più che scelta politica
mi pare una scelta di mercato.
Se guardi gli artisti invitati molti di essi hanno alle spalle buoni galleristi:cool:
 
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