BMPS 2028 sub Tier II 7,708% XS1752894292

Banca Monte Paschi (BMPS.MI) -0,5%. La Commissione europea ha preso nota del collocamento da parte del governo di una quota del 12,5% della banca, e continua a "monitorare da vicino" il rispetto degli impegni riguardo la riprivatizzazione della banca. Lo ha detto un portavoce in risposta a una domanda sulle affermazioni del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, secondo cui con la vendita dell'ultima quota il governo è sostanzialmente in linea con gli impegni assunti con l’Ue.
 
Banca MPS - Articoli di stampa sulle dichiarazioni del Ministro Giorgetti in merito a possibile M&A di BMPS
10/04/2024 12:45 - EQ
Diversi articoli di stampa hanno ripreso le dichiarazioni del Ministro Giorgetti, che ieri ha indicato come il 2024 possa potenzialmente essere un anno buono per valutare una business combination di MPS.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, dopo la cessione della quota del 12.5%, il MEF potrebbe procedere – una volta scaduto il lock-up di 90 giorni - con un ulteriore piazzamento che porterebbe la quota pubblica in area 10% (dall’attuale 26.7%). Qualora non venisse individuato un partner per un’aggregazione, non è escluso che il MEF possa optare per l’opzione standalone, negoziando con l’UE per rimanere nel capitale della banca anche oltre il 2024. HOLD con Target Price 4.30
 
MF ANALISI: non e' piu' Cenerentola, tutte le opzioni sul tavolo per il futuro di B.Mps
Oggi 07:56 - MF-DJ
di Angelo de Mattia ROMA (MF-NW)--Potrebbe essere l''anno buono per B.Mps, ha detto martedi'' 9 il ministro dell''Economia, Giancarlo Giorgetti, facendo riferimento alla favola di Cenerentola e, dunque, a un possibile matrimonio con un altro Istituto, pure in relazione alla scadenza prevista dagli accordi in sede europea per l''uscita del Tesoro, che ora detiene il 26%, dal capitale della piu'' antica banca del mondo. Naturalmente il richiamo, del quale andrebbe evitata la ripetizione, e'' proprio al termine di fine anno che in tal modo appare configurato come perentorio, favorendo cosi'' la posizione di un eventuale potenziale acquirente in un possibile negoziato con il Tesoro, se quest''ultimo effettivamente decidera'' di promuovere una trattativa per la cessione della partecipazione. Si e'' reduci del passato, infruttuoso negoziato con Unicredit il quale fu pronto a cogliere le due condizioni favorevoli allora fissate: la cogenza del termine a quel tempo stabilita e l''esclusivita'' della contrattazione, con lo stesso Unicredit, della vendita della quota pubblica. Su questa base era ovvio che quest''ultimo Istituto avrebbe sfruttato la posizione negoziale privilegiata e avrebbe spinto per acquisire condizioni molto favorevoli che il Tesoro non ritenne pero'' di poter accogliere, donde, alla fine, l''insuccesso della trattativa. Nel dibattito pubblico si comincia a discutere sul prezzo dell''eventuale cessione dell''interessenza e c''e'' chi ipotizza un ulteriore collocamento di azioni del Tesoro sul mercato, una volta trascorso il lock-up, addirittura per scendere al 10%. In effetti, Giorgetti ha parlato dell''anno buono, ma non e'' chiaro se ancora, nei programmi del governo, sia confermato l''obiettivo di far leva sulla partecipazione in questione per un''operazione di aggregazione e consolidamento o abbia imboccato la strada del collocamento sul mercato, escludendo specifiche trattative. Per la verita'', in quest''ultimo caso si tratterebbe di una revisione sostanziale di indirizzi affermati e ripetuti diverse volte finora. Percio'' l''eventuale mutamento andrebbe comunicato al mercato, a prescindere dal fatto che si tratterebbe di non cogliere un''occasione importante che potrebbe essere catalizzatrice di altri processi di riorganizzazione nel settore. In ogni caso, si dovrebbe allora con trasparenza, visti i netti miglioramenti delle condizioni dell''istituto di Luigi Lovaglio e il ritorno all''utile, imboccare la strada per una soluzione stand alone. Ma e'' veramente questo l''esito che si persegue? Certo, l''impianto di una trattativa non appare facile, viste le posizioni contrarie, sostenute da valide argomentazioni, di Bper, ma pure di Banco Bpm che si torna a elencare impropriamente tra gli istituti che potrebbero interessarsi all''aggregazione. Forse, un cambiamento (rispetto al disinteresse manifestato fino a poco tempo fa per un''aggregazione con il Monte dopo l''accennato fallimento) potrebbe tornare a profilarsi in Unicredit che ha un capitale in eccesso di 10 miliardi. Questo e'' costantemente menzionato nel dibattito pubblico per attribuire all''ad Andrea Orcel, del quale sono note elevata competenza e rapidita'' decisionale, intenti diversi di acquisizioni e concentrazioni non solo in Italia. Oggi, in occasione dell''assemblea di bilancio, forse si potra'' conoscere qualcosa in piu'' sulle scelte della banca come eventuale partner di una concentrazione. In ogni caso, non bisogna mai dimenticare che si tratta non di astratta finanza o di mere tecnicalita'', ma del futuro di una plurisecolare istituzione che interessa i risparmiatori, l''economia, innanzitutto dei territori in cui opera, le istituzioni e, non certo per ultimi, i dipendenti. Poi sarebbe interessante conoscere la posizione della Vigilanza al riguardo. Non si dica che non interviene in casi del genere quando ben oltre si spinge in altri versanti. E non dovrebbe rilevare che proprietario e'' il Tesoro che, in tale veste, deve del pari ritenersi assoggettato alle norme valide per gli azionisti, a maggior ragione se di riferimento. Svolgere un''azione di impulso, di indirizzo non significa supergestire. Se invece cio'' fosse, allora, limiti si sarebbero superati in altri comparti, quale quello, per esempio, degli organi aziendali. Ma cosi'' non e''. (Milanofinanza.it)
pev
 
B.Mps: eletti consiglieri e sindaci proposti da sgr e istituzionali
12/04/2024 07:50 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--Hanno ricevuto oltre il 95% dei voti espressi dall''assemblea di B.Mps (circa il 31% del capitale sociale) le liste presentate per il cda e il collegio sindacale da sgr e altri investitori istituzionali (Amber Capital, Amber Capital Italia, Amundi Asset Management, Arca Fondi, Bancoposta Fondi, Eurizon Capital, Eurizon Capital, Fidelity Funds, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management, Interfund Sicav, Mediolanum Gestione Fondi e Mediolanum International Funds Limited). Risultano eletti Raffaele Oriani come consigliere e Paola Lucia Isabella Giordano come sindaco supplente. com fine

MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
 
Banche: il tasso non basta piu' (Mi.Fi.)
Oggi 08:25 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--A giugno la Bce invertira'' la rotta sui tassi di interesse con i primi tagli e i banchieri italiani hanno iniziato a farsi i conti in tasca su quale sara'' l''effetto sui bilanci dei loro istituti. Un warning che arriva dopo la presentazione dei piu'' ricchi risultati degli ultimi anni. Secondo un recente report di Oliver Wyman, il sistema bancario italiano ha registrato nel 2023 profitti complessivi per 23,5 miliardi di euro, con un incremento del 75% rispetto ai 13,4 miliardi del 2022. Piu'' contenuto, ma comunque assai significativo, e'' stato il balzo messo a segno dai due gruppi maggiori, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno visto l''ultima riga del conto economico salire del 64% da 10 a 16,3 miliardi. Il boom maggiore e'' stato pero'' registrato dai gruppi, medi visto che le otto banche maggiori escluse Intesa e Unicredit hanno visto gli utili salire del 108% da 3,5 a 7,2 miliardi. Una performance che si spiega con la spiccata natura commerciale di queste realta'' per le quali il margine di interesse rappresenta la quota maggiore dei ricavi. I risultati del sistema creditizio devono molto proprio allo spread tra i tassi attivi e passivi che in Italia si e'' mantenuto ampio, grazie alla scarsa remunerazione dei depositi a vista. Lo spaccato dei ricavi delle principali banche italiane dimostra nel corso del 2023 che il margine di interesse e'' passato da 28,8 a 41,5 miliardi, cioe'' dal 55 al 64% dei fatturati complessivi. Gli incrementi maggiori sono stati registrati tra il terzo e il quarto trimestre del 2022, quindi dopo il primo rialzo della Bce, e tra il primo e il secondo trimestre del 2023. "Il 2023 e'' stato un anno straordinario per il settore bancario, come dimostrano i livelli raggiunti dalla redditivita''", spiega Chiara Gorino, principal di Oliver Wyman. "A spingere i conti economici - continua la consulente del gruppo americano - e'' stata la forte crescita del margine di interesse che ha beneficiato del notevole ampliamento dello spread commerciale. Se si combina questo dato con un costo del rischio ai minimi storici e con un andamento dei costi inferiore a quello dell''inflazione, si capisce l''assoluta eccezionalita'' del periodo". Eppure, nonostante queste performance stellari, scrive MF-Milano Finanza, le valutazioni del settore bancario sono rimaste compresse a livello sia europeo che, in particolare, italiano. In base ai dati Bloomberg, alla fine di febbraio solo Intesa Sanpaolo quotava a premio sul patrimonio (1,1 volte). Alle valutazioni della Ca'' de Sass si avvicinano il Credito Emiliano (0,9 volte), Unicredit (0,89 volte) e la Popolare di Sondrio (0,82 volte), tutti titoli che hanno registrato considerevoli exploit borsistici nell''ultimo anno. Nonostante i rialzi per alcune realta'' lo sconto sul book resta ancora significativo, come Banco Bpm (0,61 volte), Bper (0,60) e Mps (0,45). "Nel nostro paese il multiplo prezzo/patrimonio tangibile e'' cresciuto ma si e'' mantenuto in media al di sotto della parita''. E questo nonostante gli eccessi di capitale registrati da molti istituti, il generoso flusso cedolare e i robusti programmi di buy back varati da molti istituti. Si tratta di una situazione opposta a quella del 2009 quando il multiplo viaggia in media a 1,6 volte con una situazione di sottocapitalizzazione per molti istituti e un''asset quality decisamente peggiore", commenta Gorino. In sostanza le banche hanno fatto moltissimi utili, ma oggi gli investitori non credono alla ricorrenza di questi risultati. (milanofinanza.it) red fine

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Banche: il tasso non basta piu' (Mi.Fi.)
Oggi 08:25 - MF-DJ
ROMA (MF-NW)--A giugno la Bce invertira'' la rotta sui tassi di interesse con i primi tagli e i banchieri italiani hanno iniziato a farsi i conti in tasca su quale sara'' l''effetto sui bilanci dei loro istituti. Un warning che arriva dopo la presentazione dei piu'' ricchi risultati degli ultimi anni. Secondo un recente report di Oliver Wyman, il sistema bancario italiano ha registrato nel 2023 profitti complessivi per 23,5 miliardi di euro, con un incremento del 75% rispetto ai 13,4 miliardi del 2022. Piu'' contenuto, ma comunque assai significativo, e'' stato il balzo messo a segno dai due gruppi maggiori, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno visto l''ultima riga del conto economico salire del 64% da 10 a 16,3 miliardi. Il boom maggiore e'' stato pero'' registrato dai gruppi, medi visto che le otto banche maggiori escluse Intesa e Unicredit hanno visto gli utili salire del 108% da 3,5 a 7,2 miliardi. Una performance che si spiega con la spiccata natura commerciale di queste realta'' per le quali il margine di interesse rappresenta la quota maggiore dei ricavi. I risultati del sistema creditizio devono molto proprio allo spread tra i tassi attivi e passivi che in Italia si e'' mantenuto ampio, grazie alla scarsa remunerazione dei depositi a vista. Lo spaccato dei ricavi delle principali banche italiane dimostra nel corso del 2023 che il margine di interesse e'' passato da 28,8 a 41,5 miliardi, cioe'' dal 55 al 64% dei fatturati complessivi. Gli incrementi maggiori sono stati registrati tra il terzo e il quarto trimestre del 2022, quindi dopo il primo rialzo della Bce, e tra il primo e il secondo trimestre del 2023. "Il 2023 e'' stato un anno straordinario per il settore bancario, come dimostrano i livelli raggiunti dalla redditivita''", spiega Chiara Gorino, principal di Oliver Wyman. "A spingere i conti economici - continua la consulente del gruppo americano - e'' stata la forte crescita del margine di interesse che ha beneficiato del notevole ampliamento dello spread commerciale. Se si combina questo dato con un costo del rischio ai minimi storici e con un andamento dei costi inferiore a quello dell''inflazione, si capisce l''assoluta eccezionalita'' del periodo". Eppure, nonostante queste performance stellari, scrive MF-Milano Finanza, le valutazioni del settore bancario sono rimaste compresse a livello sia europeo che, in particolare, italiano. In base ai dati Bloomberg, alla fine di febbraio solo Intesa Sanpaolo quotava a premio sul patrimonio (1,1 volte). Alle valutazioni della Ca'' de Sass si avvicinano il Credito Emiliano (0,9 volte), Unicredit (0,89 volte) e la Popolare di Sondrio (0,82 volte), tutti titoli che hanno registrato considerevoli exploit borsistici nell''ultimo anno. Nonostante i rialzi per alcune realta'' lo sconto sul book resta ancora significativo, come Banco Bpm (0,61 volte), Bper (0,60) e Mps (0,45). "Nel nostro paese il multiplo prezzo/patrimonio tangibile e'' cresciuto ma si e'' mantenuto in media al di sotto della parita''. E questo nonostante gli eccessi di capitale registrati da molti istituti, il generoso flusso cedolare e i robusti programmi di buy back varati da molti istituti. Si tratta di una situazione opposta a quella del 2009 quando il multiplo viaggia in media a 1,6 volte con una situazione di sottocapitalizzazione per molti istituti e un''asset quality decisamente peggiore", commenta Gorino. In sostanza le banche hanno fatto moltissimi utili, ma oggi gli investitori non credono alla ricorrenza di questi risultati. (milanofinanza.it) red fine

MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
analisi interessantissima, grazie.
È vero il P/B delle banche Italiche era oltre 1.5 nel lontano 2007.
Pazzesco!

Unica nota stonata la certezza dell'inversione dei tassi, a giudicare da come viaggiano i Treasury i mercati stanno cambiando parecchio idea sulla inversione. :'(
 
analisi interessantissima, grazie.
È vero il P/B delle banche Italiche era oltre 1.5 nel lontano 2007.
Pazzesco!

Unica nota stonata la certezza dell'inversione dei tassi, a giudicare da come viaggiano i Treasury i mercati stanno cambiando parecchio idea sulla inversione. :'(
Stessa mia preoccupazione.
 
Banca Monte Paschi (BMPS.MI) -0,1%. L’agenzia di rating Dbrs Ratings ha rialzato i rating della Banca di 2 notches portando il rating standalone Intrinsic assessment, il Long-Term Issuer rating e il Long-Term Senior Debt rating a "BB (high)" da "BB (low)", e il Long-Term Deposit rating a "BBB (low)" da “BB".
 
MF35: Lovaglio (B.Mps), nostra banca e' tornata patrimonio del Paese
Oggi 08:36 - MF-NW
MILANO (MF-NW)--In un''intervista esclusiva a MF35, lo speciale che celebra i 35 anni del quotidiano, l''ad di B.Mps, Luigi Lovaglio, ripercorre il cammino che ha portato all''uscita dal tunnel la banca piu'' antica del mondo. "Ho in mente una parola: radici. Le profonde radici nel territorio, che vuol dire clienti, le relazioni con le famiglie e le imprese e la fiducia che hanno dato a questa banca. Radici vuol dire anche le competenze dei nostri dipendenti, che sono un patrimonio umano di grande valore. Quando le radici sono cosi'' profonde, si intrecciano in maniera veramente indissolubile e formano quello che credo sia il brand piu'' bello al mondo. Mps ha avuto la capacita'' di resistere grazie a questa penetrazione molto forte nel territorio contando su una cosa estremamente importante: il sapere fare banca delle sue persone, perche'' fare banca e'' il nostro mestiere", fa presente Lovaglio. "Il Monte ha dovuto fronteggiare situazioni complesse e non e'' sempre riuscito a tenere il passo che hanno tenuto altre banche, pero'' abbiamo recuperato. In alcuni casi anche con qualche sorpasso, se guardiamo ai risultati. Oggi la banca ha un presidio molto efficace del territorio e conta su oltre 3 milioni e mezzo di clienti, ha una comprovata leadership nel risparmio gestito ed e'' una banca molto importante per i finanziamenti alle famiglie e alle imprese, specialmente nel settore agroalimentare. Quindi ha una forte prospettiva per il futuro. Siamo la vera banca commerciale del Paese, che si muove in modo veloce e dinamico", rivendica il banchiere. E il mercato sembra averlo capito: "Oggi oltre il 70% del nostro capitale e'' in mano a investitori istituzionali. Sono sia di breve sia di lungo periodo, italiani e internazionali. E tra questi diversi hanno scelto via via di aumentare la propria posizione azionaria nel Monte". La banca ha comunque "spazi di miglioramento, perche'' ci sono banche che quotano sopra al patrimonio tangibile e la media e'' vicino a 0,80-0,90, mentre Mps tratta a un livello ancora inferiore. Ritengo che la continuita'' nel generare risultati in crescita e il ritorno alla remunerazione degli azionisti possano contribuire a colmare quel gap". Quanto al consolidamento del settore, Lovaglio ritiene che serva "una dimensione robusta per sostenere adeguati investimenti nel digitale, con le relative economie di scala, cosi'' come per sostenere le nostre imprese e lo sviluppo economico del Paese e preservare il risparmio. Per questo credo che il processo di consolidamento sia inevitabile. Una banca come il Monte dei Paschi, che sta dimostrando un notevole dinamismo, ha sicuramente tutte le caratteristiche per essere un protagonista in quel processo". Ma con una accortezza: "Il marchio va preservato, f parte della storia della banca piu'' antica del mondo". red

MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
 
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