Botticelli in asta da Sotheby's

Red Arrow.. Ma sei della Scientifica?? :eek:
 
Il ritratto di Botticini conservato al Palazzo Reale di Stoccolma non l’ho trovato ma di Francesco Botticini abbiamo "I tre arcangeli":

Vedi l'allegato 2741823

Ritagliamo e ingrandiamo il volto del terzo personaggio sulla sinistra e applichiamo alcuni punti sul volto con le tecniche elementari del riconoscimento facciale: il bianco degli occhi, la narice destra, l’angolo sinistro della bocca, il mento (tondo, punto e fossetta).

Ritagliamo ora il volto del presunto Botticelli, ruotiamolo e applichiamo la stessa nuvola di punti: evidentemente aderiscono talmente bene da far pensare che i due dipinti ritraggano la stessa persona e che il ritratto sia stato eseguito dalla stessa mano. Mi concederete qualche millimetro di tolleranza (es. sulla narice) dato che ho ingrandito, tagliato, ruotato. Ovviamente avendo cambiato il barbiere il taglio di capelli è diverso.:D Il mento comunque è perfetto.

Vedi l'allegato 2741826

Se ad esempio faccio la stessa applicazione all’autoritratto del Botticelli facendo perno sull’occhio sinistro viene una schifezza. E per forza, con 'sta faccia da mostro:
Vedi l'allegato 2741827

Ora, se è sempre la stessa persona … è un personaggio famoso? In tal caso perché Botticini avrebbe dovuto metterlo in fondo a sinistra invece che in primo piano? Vi immaginate come si sarebbe ********* Ludovico il Moro o Cosimo de’ Medici se lo avessero trattato così?

Quindi ragionevolmente, dato che la mano è la stessa, se I tre arcangeli è del Botticini, l’effigiato del supposto Botticelli tra poco in asta potrebbe essere un Botticini, o una copia (seguendo pcosta) di un Botticini andato disperso . E inoltre potremmo aggiungere l’ipotesi che sia un autoritratto del Botticini, il quale poi ha piazzato se stesso anche nel dipinto degli arcangeli. Si noti infatti come in quest’ultimo dipinto il volto guardi lo spettatore, e lo fa per volontà espressa dell’artista, mentre ad esempio in quest’altra rappresentazione degli arcangeli, ad opera di Filippino Lippi il personaggio a sinistra non guarda lo spettatore.

Vedi l'allegato 2741828

La pratica tra l’altro non sarebbe nuova, anche Raffaello si è autoritratto nella scena della scuola di Atene, e anche qui guardando lo spettatore.
Federico Zeri non ha dubbi (FONDAZIONE ZERI | CATALOGO : Botticini Francesco, Ritratto di giovane uomo con medaglione) , anche se non ci spiega i criteri non cui arriva all’attribuzione, ma non lo fa nemmeno Sotheby’s, che per quanto ne so non mostra provenienze certe per il dipinto.

Splendida analisi! E' che Zeri e Longhi non avevano a disposizione queste tecnologie ma solo un'immensa raccolta di fotografie ma da uomini di scienza e cultura secondo me avrebbero apprezzato tantissimo!
Certo la tecnologia non basta... ma sicuramente e' un grandissimo aiuto!
 
Molto interessante l'analisi tecnicissima di @RedArrow ! :bow:

Però direi che può serivre al limite ad identificare delle fisionomie assimilabili e non certo chi ne ha dipinto i ritratti.
Per intenderci, prendiamo come soggetto il Duca di Montefeltro: se avessimo 10 ritratti di 10 autori differenti, la sovrapposizione degli elementi grafici risulterebbe la medesima.

Mentre è altrettanto ovvio che su due volti di tipologia differente, anche tra quelli autografi al 100% di un medesimo artista, le sovrapposizioni non collimerebbero.

Se prendiamo due quadri certi di Leonardo, come la Ginevra de Benci, la Dama con l'Ermellino, e la Gioconda le sovrapposizioni non credo funzionerebbero. Magari se hai modo, fai l'esperimento. La Gioconda l'ho già ribalatata nell'immagine qui sotto (tra l'altro vederla girata fa parecchio strano...)

Quindi al limite quella ottima tecnica analitica investigativa può portare ad identificare le fisionomie sovrapponibili dei personaggi ritratti, ma non gli autori.

Leonardo-da-Vinci.jpg
 
Biagio nel tuo post sta la risposta, "quadri certi".
Il resto sono fregnacce.
Come si identifica un quadro certo?
Un quadro di cui si conosce la storia dal momento in cui viene dipinto fino ad oggi.
L'opera di Botticelli, anima del post, non lo è.
 
Biagio nel tuo post sta la risposta, "quadri certi".
Il resto sono fregnacce.
Come si identifica un quadro certo?
Un quadro di cui si conosce la storia dal momento in cui viene dipinto fino ad oggi.
L'opera di Botticelli, anima del post, non lo è.

La grandissima maggioranze di opere antiche NON è certa.
Se si tolgono quelle nelle chiese e nello specifico per le quali esistono i documenti originali di commissione/pagamento, e quelle provenienti da commissioni private - sempre con documentazioni dell'epoca - tutte le altre sono materia di attribuzione. Anche gran parte di quelle nei musei.

Quindi quelle che tu definisci "fregnacce" rappresentano circa l'80-90% delle opere d'arte antica e che si trovano anche nei musei, dove non c'è certezza storica ma elaborazioni attributive effettuate dagli studiosi.
 
Per coloro che pensano che l'arte antica si identifichi unicamente in base a certezze (?), posto qui sotto una delle opere più celebri al mondo: la Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca. c. 1460.


L'opera ovviemente non ha alcuna firma, come quasi tute le opere antiche, e NON ha alcuna storia certa. Zero assoluto. Non risulta in alcun inventario dell'epoca.
La tavola fu abbandonata per anni (secoli!) e venne tra l'altro riscoperta in qualche deposito di sacrestia e malamente restaurata in totale assenza di attribuzioni.
"Tradizionalmente" (= PROBABLY) si suppone possa essere stata donata a qualcuno dal Duca di Montefeltro.
Ma non esiste alcuna traccia nè di un inventario nè di una commissione nè di un pagamento a Piero.

Eppure è un capolavoro assoluto e certo di Piero della Francesca. Ma basato solo su attribuzione, non su documenti.
Esattamente come la quasi totalità delle opere di arte antica. Per qualcuno sono "fregnacce" :rolleyes:
Come quella in asta da Sotheby's. Per qualcuno è Botticelli, per altri è Botticini. Sono attribuzioni.

Qui sotto: l'opera e un breve riassunto da Wikipedia. Chi vuole approfondire la storia ne trova online svariati resoconti.

Quindi se la Flagellazione andasse in asta, la sua storia verrebbe identificata unicamente con dei "probably". E probabilmente (probably) sul forum sai che risate :)

Piero,_flagellazione_11.jpg

Screenshot_2021-01-21 Flagellazione di Cristo (Piero della Francesca) - Wikipedia.jpg
 
La grandissima maggioranze di opere antiche NON è certa.
Se si tolgono quelle nelle chiese e nello specifico per le quali esistono i documenti originali di commissione/pagamento, e quelle provenienti da commissioni private - sempre con documentazioni dell'epoca - tutte le altre sono materia di attribuzione. Anche gran parte di quelle nei musei.

Quindi quelle che tu definisci "fregnacce" rappresentano circa l'80-90% delle opere d'arte antica e che si trovano anche nei musei, dove non c'è certezza storica ma elaborazioni attributive effettuate dagli studiosi.

Pensa che sono in accordo con te.
Sulla percentuale la vedo più verso il 60/70%, ma non cambia l'affermazione di fondo.
Fregnacce.
 
tanto per capirci, facciamo questo piccolo test.
Chi è l'autore di questa opera?
 

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unica provenienza certa : Sotheby's

una garanzia che vale un
 

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tanto per capirci, facciamo questo piccolo test.
Chi è l'autore di questa opera?

Attribuzione non certa, in pratica non ha alcun autore noto se non ricordo male. Ha una sfilza di possibili (probably) autori.
 
Chi è l'autore di questa opera?

Urbano Urbini da Urbino capo ripartizione edilizia e viabilità della signoria di Firenze con delega speciale alle fortificazioni di Montaperti.

Diplomato per corrispondenza, fu seguace di Giovan Battista Alberti e inseguito dal Brunelleschi per debiti di gioco.

Teorizzò il senso unico alternato e, come si evince dall'opera postata, inventò il divieto di circolazione.
Fervente cattolico a lui si attribuisce la famosa frase:
"È vietato effettuare mercati e fiere nei giorni di Natale e Pasqua."
:):p Ciao!! a tutti.

Ps, in asta tra un probably al Botticelli e uno al Botticini ci passa la differenza di qualche decina di milioni di euro. :D
 
Ultima modifica:
Molto interessante l'analisi tecnicissima di @RedArrow ! :bow:

Però direi che può serivre al limite ad identificare delle fisionomie assimilabili e non certo chi ne ha dipinto i ritratti.
Per intenderci, prendiamo come soggetto il Duca di Montefeltro: se avessimo 10 ritratti di 10 autori differenti, la sovrapposizione degli elementi grafici risulterebbe la medesima.

Mentre è altrettanto ovvio che su due volti di tipologia differente, anche tra quelli autografi al 100% di un medesimo artista, le sovrapposizioni non collimerebbero.

Se prendiamo due quadri certi di Leonardo, come la Ginevra de Benci, la Dama con l'Ermellino, e la Gioconda le sovrapposizioni non credo funzionerebbero. Magari se hai modo, fai l'esperimento. La Gioconda l'ho già ribalatata nell'immagine qui sotto (tra l'altro vederla girata fa parecchio strano...)

Quindi al limite quella ottima tecnica analitica investigativa può portare ad identificare le fisionomie sovrapponibili dei personaggi ritratti, ma non gli autori.

Vedi l'allegato 2741925

I primi due paragrafi e la conclusione sono errati in quanto pretendono di rifarsi a criteri solo millimetrici. Lo stesso personaggio ritratto da più artisti mostra sempre rapporti dimensionali diversi, e c'è un motivo molto concreto. Infatti il lavoro del pittore non è condizionato solo dalla vista, ma anche, e persino ben più profondamente, dalla sua sensibilità propriocettiva. Esempio grossolano: un pittore particolarmente fissato sulla propria bocca tenderà a "riprodurla" su tutti i propri personaggi, di modo che si poté notare come ogni ritrattista esegua in qualche modo sempre il proprio autoritratto. Pertanto il metodo di RA presenta dei limiti, certo, ma ancor più ne presenta la pretesa di invalidarlo assimilando i ritratti, tutti i ritratti, a delle fotografie.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Aggiungo che il denigrare o anche solo devalorizzare il lavoro altrui è cosa differente dalla sempre lecita critica. Umanamente quando ciò accade la cosa mi disturba. Intervengo SOLO per aver fatto alcune osservazioni su questo 3d basate su esperienza e sensibilità personale, e quindi considerate risibili e presuntuose da chi con tali strumenti non sia in rapporti, diciamo così, domestici.
 
Comunque era solo un esercizio, insomma poco più che un gioco. Figuriamoci se le attribuzioni si possono stabilire così, o meglio solo così.
 
Comunque era solo un esercizio, insomma poco più che un gioco. Figuriamoci se le attribuzioni si possono stabilire così, o meglio solo così.
Va bene. Ma un esercizio intelligente è sempre apprezzabile. Inoltre, a partire da quello possono aprirsi nuove strade, dunque sarebbe bene accoglierne i lati positivi e svilupparli (chi ne sia capace, o anche solo desideroso). Chiudere nuove idee con la camicia di forza di un rifiuto o condizionamento a priori invece non apporta al mondo nulla di utile
Come esempio, chi un anno fa sosteneva l'utilità della vitamina D contro il covid fu deriso come ascientifico dagli stessi che ora si genufletteranno di fronte al medesimo risultato frutto di una ricerca universitaria.
Timeo hominem unius libri (non traduco :) )
 
Va bene. Ma un esercizio intelligente è sempre apprezzabile. Inoltre, a partire da quello possono aprirsi nuove strade, dunque sarebbe bene accoglierne i lati positivi e svilupparli (chi ne sia capace, o anche solo desideroso). Chiudere nuove idee con la camicia di forza di un rifiuto o condizionamento a priori invece non apporta al mondo nulla di utile
Come esempio, chi un anno fa sosteneva l'utilità della vitamina D contro il covid fu deriso come ascientifico dagli stessi che ora si genufletteranno di fronte al medesimo risultato frutto di una ricerca universitaria.
Timeo hominem unius libri (non traduco :) )
Hai ragione, forse è necessaria qualche precisazione.
Non ho fatto nessuna abiura dal mio post, semplicemente dico che non ho tratto nessuna conclusione definitiva, basta rileggere, e che approfittando dell'insonnia di una notte :D ho fatto un esercizio artigianale (ma comunque rendendo le immagini tridimensionali e ruotandole anche 'fittiziamente' cioè non sul piano ma verso l'osservatore ecc... ecc...) partendo da una somiglianza che a me sembra oggettiva, e spingendomi con le conclusioni magari oltre il dovuto.
In realtà, più in generale, io credo che nell'esame delle opere le persone ci mettano troppi atteggiamenti svenevoli (quanto sinceri poi non so) e poca analisi fatta di metodologie applicate agli elementi che l'opera stessa fornisce. Metodologie che rispetto alla mia andrebbero strutturate, e ovviamente sempre applicate con il giusto grado di buon senso e di contestualizzazione. Ciò accade poco perchè gli uomini di scienza di occupano poco di arte, e viceversa.
A chi dice che in questo modo si perde il gusto del bello rispondo che è come dire che la bellezza del creato (per chi crede nel creatore, o altrimenti della natura) si apprezza guardando un panorama mozzafiato e non si apprezza invece anche studiando le leggi della fisica o della matematica. In pratica significa non aver capito una mazza.
Rispetto alle parole fuori posto che tocca leggere nei post, figuriamoci, non mi sorprendo più di nulla.
 
Ultima modifica:
secondo me tu Red, hai fatto un gran lavoro.
Ma soprattutto senza secondi fini.
Bravo.
Hai avuto una attitudine neutra, rispetto alla domanda.
 
soluzione all'enigma:

Pittore dell’Italia centrale (già attribuita a Luciano Laurana)
Città Ideale, 1480-1490 ?
Olio su tavola, cm 67,7 x 239,4

La tavola conosciuta come Città ideale, proveniente dal Monastero di Santa Chiara di Urbino, apparteneva probabilmente alla famiglia ducale. Elisabetta da Montefeltro, figlia di Federico, potrebbe aver portato con sé il dipinto quando entrò nel Monastero, dopo essere rimasta vedova nel 1482.
Intorno al 1861 l’opera entra a far parte delle collezioni statali del Museo dell’Istituto di Belle Arti di Urbino, che diverrà Galleria Nazionale delle Marche nel 1912.
L’opera è stata attribuita a diversi artisti, tra cui anche all’architetto Luciano Laurana per l’alta precisione del disegno e la somiglianza degli elementi architettonici classici con quelli
presenti nel Palazzo Ducale di Urbino, di cui l’architetto fu in parte il progettista.
Attualmente gli studiosi assegnano la tavola ad un generico pittore dell’Italia centrale, che l’ha dipinta, presumibilmente, tra il 1480 e il 1490.Varie ipotesi sono state formulate sul possibile uso di questa tavola. Essa è stata riconosciuta alternativamente come uno studio prospettico, come una spalliera lignea di un arredo, o come il modello per una scenografia.
Il dipinto rappresenta gli ideali di perfezione e armonia del Rinascimento italiano, nella forma ordinata e simmetrica di una città che viene raffigurata con i principi scientifici della
prospettiva centrale, evidente nel disegno geometrico della pavimentazione della piazza.
In primo piano, ai lati, si trovano due pozzi con gradinate a base ottagonale, posti in maniera perfettamente simmetrica. Domina la scena un grande edificio religioso a pianta circolare, forse un battistero o un mausoleo.
La piazza è delimitata dalle facciate dei palazzi signorili rinascimentali, rivestite per lo più da marmi policromi che accentuano la visione prospettica. In successione si vedono edifici più bassi di tipo medioevale.
Sullo sfondo a destra, in posizione arretrata, è visibile il prospetto di una chiesa e in lontananza, dietro di questo, un paesaggio collinare.
Rari elementi di vegetazione decorano balconi e finestre e su un cornicione del primo palazzo a destra sono appollaiate due tortore, uniche creature visibili nel dipinto.
L’assenza dell’uomo, infatti, regna incontrastata e dona all’immagine la sensazione di un eterno silenzio.
 
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