L'Inter sul futuro dello stadio San Siro: «È come scalare l'Everest, non riusciamo a vedere la vetta»
diMaurizio Giannattasio
Antonello: nessun paletto per la ristrutturazione. Abodi: inadeguato per gli Europei 2032
Povero
San Siro, dileggiato, bistrattato,
incapace anche di ospitare gli Europei del 2032 come ha sottolineato il ministro dello Sport,
Andrea Abodi. «Noi continuiamo a pensare che San Siro debba ospitare le partite degli Europei 2032, ma attualmente non potrebbe farlo. Per come è ora, San Siro non è in grado di ospitare gli Europei del 2032». L’unica consolazione per il Meazza arriva dalle parole dell’ad,
Alessandro Antonello. A chi gli chiede se l
’Inter metterà dei paletti per il progetto di ristrutturazione di WeBuild, risponde deciso: «
Noi non mettiamo paletti». Salvo ribadire per filo e per segno le
carenze del Meazza: «L’impianto di San Siro è datato e di conseguenza ci sono delle cose che non possono non essere affrontate, dai servizi all’accoglienza fino alla corporate hospitality. Se tutti questi temi saranno adottati nel piano di WeBuild lo vedremo da qui a giugno.
Interventi minimali non potranno garantire il livello di ricavi attesi, interventi più strutturali potranno farci avvicinare alle aspettative che riteniamo più idonee».
C’era una buona fetta delle istituzioni sportive del Paese alla tavola rotonda organizzata da Advant Ntcm. Dal ministro Abodi, al presidente del Coni,
Giovanni Malagò, al presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo
Beniamino Quintieri, al direttore generale di WeBuild,
Massimo Ferrari all’ad dell’Inter,
Alessandro Antonello. Il focus era sugli impianti e le infrastrutture per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, ma il futuro di San Siro ha ben presto occupato la scena centrale. «San Siro sede olimpica? — si è chiesto Abodi —. È l’unica certezza» perché il destino dello stadio e la decisione di fare dei lavori di ristrutturazione invece «dipendono dall’amministrazione comunale e dai club».
Un futuro quanto mai nebuloso, «
come scalare l’Everest» è la risposta di Antonello: «Nel 2019 è stato presentato il progetto del nuovo San Siro, ma dopo cinque anni i due club si trovano ad attendere un interesse pubblico dall’amministrazione comunale visto che si sono inserite dialettiche che hanno allungato i tempi, come ad esempio la sovrintendenza. Ma è come scalare l’Everest,
non riusciamo a vedere la vetta». Ribadisce che l’opzione principale per i nerazzurri rimane l’a
rea di Rozzano e che l’Inter è pronta a chiedere un rinnovo dell’opzione su terreni in scadenza ad aprile. «A oggi non ci sono alternative».
Resta l’ultima speranza a cui si è affidato il sindaco Beppe Sala:
lo studio di fattibilità per la ristrutturazione di San Siro, nonostante il più che probabile vincolo della Sovrintendenza. WeBuild è al lavoro. Con Inter e Milan «ci sentiamo» e le linee guida dei due club sull’eventuale riqualificazione dello stadio San Siro «sono in arrivo, è questione di giorni», ha detto il dg Massimo Ferrari. Come WeBuild, «stiamo lavorando» per la consegna dello studio di fattibilità, per cui sono previsti «come tempistica tre mesi», ha aggiunto.
Per quanto riguarda i
costi operativi «ci sono solo delle ipotesi, devono essere quantificati tempi e costi», ha proseguito, spiegando poi che con «Inter e Milan ci sentiamo» e da parte dei club c’è «assolutamente» disponibilità. Sul piano di fattibilità era intervenuto in mattinata anche il sindaco Sala: «In questo momento WeBuild sta acquisendo elementi per poi poter istruire la sua analisi. Noi abbiamo dato tutto quello che dovevamo dare, le squadre stanno fornendo tutti i dati e le richieste necessarie a WeBuild in questi giorni».