Mi sono letto il regolamento, non vorrei ripetere cose già scritte da altri, comunque questa è la mia analisi...
E' ovvio che il BTP Italia può e dev'essere confrontato con lo strumento più simile esistente, ossia il BTPI di pari duration, al fine di stabilire se è più o meno conveniente. Però bisogna tener conto delle differenze:
La principale differenza è che la rivalutazione del capitale viene distribuita gradualmente incorporandola nella cedola. Questo porta ad una certa riduzione della duration, quindi il confronto andrà fatto con un BTPI leggermente più breve. Inoltre il regolamento delle contrattazioni avverrà al prezzo secco, senza dover tener conto del CI, aumentando quindi la semplicità fiscale e la trasparenza del mercato.
Il linkaggio all’indice inflazionistico di riferimento è in ritardo di 2 mesi, esattamente come il BTPI, però sarà il FOI italiano anziché l’IACP area euro. Non è possibile stabilire a lungo termine se l’inflazione italiana correrà più o meno di quella europea, tuttavia è ovvio che l’investitore italiano è maggiormente tutelato utilizzando l’indice locale. In più, visti gli aumenti dell’iva previsti per quest’anno, è ipotizzabile un certo aumento a breve dell’inflazione italiana rispetto a quella europea.
Un'altra differenza è il floor, che invece d'agire solo a scadenza agisce semestralmente. Tuttavia, col fatto che, in caso di inflazione negativa, l'indice di riferimento viene congelato all'ultimo semestre positivo, direi che non esiste alcun vantaggio rispetto al BTPI acquistato all'emissione (con CI =1). Invece un vantaggio c'è rispetto al BTPI acquistato sul mercato con CI superiore a 1, poichè in questo caso, col BTPI si rischia di perdere una quota capitale, col BTP Italia no. Quindi al limite il confronto andrebbe fatto con un BTPI a CI molto basso.
Per il resto non vedo differenze, per cui riassumendo, sarà conveniente acquistare il BTP Italia se il rendimento reale, rispetto al BTPI leggermente più breve e con CI vicino a 1, sarà migliore. Purtroppo un BTPI adatto al confronto non esiste, bisognerà quandi effettuare una opportuna interpolazione tra i rendimenti del BTPI14 e BTP16, e quantificare correttamente il rischio CI maggiore di 1 di entrambi.
Mi lascia perplesso il meccanismo d'asta, dove l'investitore comprerà al prezzo fisso di 100 senza sapere quale sarà il tasso. Almeno sulle aste tradizionali poteva essere fornito un prezzo limite d'escusione, ma qui il tasso limite d'esclusione non c'è... E come farà il Tesoro a determinare il tasso, in modo trasparente, basandosi solo sulla quantità richiesta? Non credo esista un modo matematicamente congruo e trasparente...
Comunque, non possiamo che congratularci col Tesoro per capito l'eccessiva complessità dei BTPI, ed aver cercato di creare uno strumento veramente alla portata del risparmiatore retail. Mi vengono alla mente le storiche discussioni del 2008, quando si disquisiva per le prime volte sulla conclamata eccessiva complessità dei BTPI, che li avrebbe purtroppo destinati prioritariamente a grossi investitori e istituzionali.
Se devo dire la mia, già che c'erano, potevano anche semplificare ulteriormente. Ad esempio sarebbe stato eccezionale un BTP Italia senza CI, con cedola trimestrale (anzichè semestrale) composta da una parte fissa, e una parte variabile linkata all'inflazione italiana del mese precedente al periodo di godimento... Sarà per la prossima volta!