Per quanto concerne l’inflazione, effetti base al rialzo associati al precedente crollo dei corsi petroliferi e l’impatto verso l’alto esercitato dal venir meno della riduzione dell’aliquota IVA in Germania implicano un aumento dell’inflazione complessiva misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) nel 2021. Il tasso calcolato al netto di energia e beni alimentari dovrebbe evidenziare una ripresa molto più modesta nel 2021 in un contesto in cui gli effetti disinflazionistici generalizzati derivanti dalla debolezza della domanda, specialmente nei settori dei servizi, prevalgono sulle pressioni verso l’alto sui costi provenienti dai vincoli dal lato dell’offerta. Nel medio periodo l’inflazione complessiva crescerebbe gradualmente riflettendo soprattutto il lieve incremento del contributo fornito dallo IAPC al netto dei beni energetici e alimentari, che tuttavia dovrebbe mantenersi piuttosto modesto e pari all’1,2% nel 2023. Nell’insieme, lo scenario di base prevede che l’inflazione misurata sullo IAPC salga dallo 0,2% nel 2020 all’1,0% nel 2021 e poi registri un graduale aumento ulteriore portandosi all’1,1% e all’1,4%, rispettivamente, nel 2022 e nel 2023. Da un confronto con l’esercizio previsivo di settembre emerge che l’inflazione misurata sullo IAPC è stata corretta verso il basso per il 2020 e il 2022, come conseguenza dei dati più modesti riguardanti il tasso calcolato al netto di energia e prodotti alimentari e di una rivalutazione al ribasso delle spinte inflazionistiche rispetto alle proiezioni precedenti nel contesto del restringimento dell’abbondante margine di capacità inutilizzata nei mercati dei beni e servizi e del lavoro