Salve a tutti. Faccio una domanda teorica, con risvolti pratici molto importanti. Considerando che i buoni possono essere rimborsati in anticipo, perdendo gli interessi ma con la possibilità di sottoscrivere buoni di nuova emissione a tassi più elevati (NB sto parlando di buoni recenti, tipo buoni sottoscritti qualche mese fa, non voglio generalizzare), mi chiedevo se esiste una "strategia ottima" per la scelta. Spiego meglio:
- se adesso un buono rende l'1%, a scadenza tra 3 anni, ma fra tre mesi il tasso aumenta all'1,5%, devo decidere se rimanere col vecchio o perdere i 3 mesi trascorsi (e quindi dover attendere 3 mesi in più per avere il montante) al fine di garantirmi il rendimento più alto, 1,5%, del nuovo buono (
-> il calcolo di convenienza è presto fatto: quanto vale lo 0,5% in più per tre mesi in più di attesa del montante? a conti fatti il rendimento di quei tre mesi è maggiore dell'1% e quindi, guardando solo al rendimento, conviene il cambio)
- se tre mesi dopo i tassi passano dall'1,5% al 2% ho la stessa scelta da fare (considerando che eventualmente ho già perso tre mesi, oppure che ne devo perdere 6 se prima non ho fatto il cambio)
- se tre mesi dopo i tassi passano dal 2% al 2,5% ho la stessa scelta da fare (considerando che eventualmente ho già perso tre o sei mesi mesi, oppure che ne devo perdere 9 se prima non ho fatto il cambio)
- se tra tre mesi i tassi passano dal 2,5% al 3% ho la stessa scelta da fare (considerando che eventualmente ho già perso 3/6/9 mesi mesi, oppure che ne devo perdere 12 se prima non ho fatto il cambio)
...
etc.
Mentre la scelta in ogni momento è ovvia (il criterio è quello scritto sopra in rosso), purtroppo però la scelta "ottima" guardando solo adesso (rimanere o cambiare) potrebbe portare a risultati spiacevoli. Ad esempio: se i tassi continuano ad aumentare, e io decido che è conveniente ogni volta cambiare (e col criterio in rosso potrebbe esserlo), potrei trovarmi al 33° mese a cambiare, quando, se in prima battuta fossi rimasto col buono originario, al 36° mese avrei maturato il montante
e, in più, avrei potuto liquidare e reinvestire al nuovo tasso più conveniente (=c'ho perso gli interessi, per il resto mi trovo a situazione invariata). Come dire che, la scelta "ottima" del momento (=cambiare ogni volta) mi porta ad un risultato peggiore del non aver fatto nulla ed essermi tenuto per tutta la sua durata naturale il primo buono originario.
La fregatura deriva dal fatto che ad ogni passaggio il passato è cristalizzato e non posso cambiarlo (ovviamente, ma constatare che siamo vincolati dal passato non è un'osservazione particolarmente acuta
), quindi intraprendere un percorso di scelte sbagliate (cambiare sempre se i tassi aumentano, secondo il criterio in rosso) rischia di portare ad un risultato subottimale.
La strategia davvero ottima dovrebbe prevedere qualcosa del tipo:
- se i tassi aumentano "appena dopo" la sottoscrizione: liquida e rifai il nuovo buono
- se sei vicino a scadenza, tieni il vecchio e reinvesti post maturazione interessi
- se i tassi diminuiscono o rimangono uguali, rimani col vecchio buono (ovviamente!)
Dovrebbero avere un ruolo anche le aspettative dei tassi futuri, solo che non mi viene un modo semplice per descriverle come i punti precedenti.
Tutto questo qualitativamente... ma io cercavo qualcosa di numerico. Prima di lanciarmi in simulazioni montecarlo o inventarmi un'equazione del reinvestimento ottimo volevo capire se qualcuno si era già posto il problema (presumo di sì), e se la soluzione al problema fosse già nota!
grazie!