Carige, pronto il salvataggio dello Stato. Ricapitalizzazione e garanzie sui bond
Il dossier della banca ligure approda sul tavolo del consiglio dei ministri. obiettivo: rafforzare il patrimonio. Varato a sorpresa il decreto legge per tranquillizzare i mercati e la Bce. Ma i commissari: ce la faremo da soli
La Stampa
Il caso Carige alla fine è approdato sul tavolo del Consiglio dei ministri, dopo le nove di ieri sera, al termine di una giornata frenetica. Una riunione lampo, durata meno dieci minuti. Il tempo necessario per firmare il decreto legge “Disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio”, un contenitore pieno di nuovi strumenti di sostegno pubblico della banca ligure e dei suoi clienti.
La giornata dei commissari sembrava essere cominciata in relativa tranquillità. Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener in mattinata avevano incontrato il ministro dell’Economia Giovanni Tria, accompagnato dal direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera, che è presidente della Sga, la società controllata al 100% dal Mef candidata a farsi carico di una fetta dei 2,8 miliardi di crediti dubbi rimasti in pancia a Carige. Quindi, nel pomeriggio l’incontro con Salvatore Maccarone, presidente del Fondo Interbancario e dello Schema Volontario che ha sottoscritto il bond da 320 milioni che permette ad oggi il rispetto dei requisiti patrimoniali.
In serata, a sorpresa, il Cdm e la firma del decreto legge. «Il governo, nel Consiglio dei ministri, ha approvato un decreto legge che interviene a offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige - ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - in modo da consentire all’amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria
Il decreto prevede la possibilità di una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale. «In considerazione degli esiti del recente esercizio di stress cui la banca è stata sottoposta - dice il testo - viene prevista la possibilità per Carige di accedere, attraverso una richiesta specifica, a una ricapitalizzazione pubblica a scopo precauzionale, volta a preservare il rispetto di tutti gli indici di patrimonializzazione anche in scenari ipotetici di particolare severità e altamente improbabili (cosiddetti scenari avversi dello stress test)».
La ricapitalizzazione pubblica è da considerarsi «un’ipotesi residuale e non attuale», sottolineano fonti finanziarie. «È un segnale di ultima risorsa che serve a dare un messaggio ai mercati e alla Bce - aggiungono altre fonti - per dire che la banca non fallirà, qualunque cosa accada». Il decreto prevede inoltre la possibilità per Carige emettere un bond garantito dalla Stato, in caso di necessità, ovvero «di accedere a forme di sostegno pubblico della liquidità che consistono nella concessione da parte del ministero dell’Economia della garanzia dello Stato su passività di nuova emissione ovvero su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia». «Il bond rende più facile l’operazione di andare sul mercato», spiega una fonte finanziaria. E a proposito di bond, rispetto a quello da 320 milioni già sottoscritto dallo Schema Volontario, ieri in serata è emerso che lo Schema «valuterà la richiesta» di Carige di ridurre il tasso di rendimento balzato al 16% a seguito della bocciatura dell’aumento di capitale del primo azionista Malacalza Investimenti.
Il decreto Carige mira a consentire ai commissari «iniziative utili per preservare la stabilità e la coerenza del governo della società, completare il rafforzamento patrimoniale già avviato con l’intervento del Fondo Interbancario, proseguire nella riduzione dei crediti deteriorati e perseguire un’aggregazione che consenta il rilancio della banca, a beneficio della clientela». Soddisfazione da parte dei commissari, anche se fonti vicine ai vertici assicurano che non ci sarà bisogno di chiedere un intervento diretto da parte dello Stato.
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