Vi riporto per conoscenza un messaggio odierno dell'Associazione Piccoli Azionisti di cui faccio parte.
C O M U N I C A T O
Mancano pochi giorni, salvo proroga, al termine ultimo (25 luglio) che Bce ha dato ai commissari per presentare il piano di salvataggio definitivo di Banca Carige e riteniamo opportuno, a grandi linee, fare il punto della situazione soprattutto a beneficio di chi non ha seguito puntualmente sui giornali l'evoluzione dei fatti in questi ultimi giorni.
L'ipotesi di salvataggio di Carige più accreditata è quella emersa ripetutamente sui giornali che fa perno sullo Schema Volontario del Fitd (con la conversione del bond di 320 milioni) ed ancora sulla parte obbligatoria dello stesso Fitd disponibile a sottoscrivere ulteriori azioni del nuovo a.d.c., fornendo altresì garanzia per la parte di aumento non esercitata dai soci grandi (in oggi molto cauti a manifestare impegni) e piccoli. L'operazione di aumento di capitale è lievitata a 900 milioni (le cifre ovviamente sono indicative e suscettibili di variazioni in funz ione degli impegni dei vecchi e nuovi soci) di cui una parte tramite prestito subordinato (circa 200 mil.) che dovrebbero sottoscrivere MCC Mediocredito Centrale e Credito Sportivo (istituti che fanno capo al Tesoro).
Il nuovo soggetto industriale è rappresentato invece dall’istituto del Trentino CCB Cassa Centrale Banca (che raggruppa diverse banche di credito cooperativo) che inizialmente sottoscriverebbe il 10% del capitale necessario ma con opzione a crescere ulteriormente in futuro.
Non vogliamo in questa sede entrare nei dettagli dell’operazione ma evidenziare che si tratta di proposta molto complessa e articolata, tutta nazionale, in cui i soggetti interessati stanno definendo dettagli e condizioni prima di ufficializzare la partecipazione.
Fatta questa premessa la nostra associazione negli incontri con i commissari (ultimo il 3 luglio) e negli organi di stampa non ha mancato di ribadire, con coerenza e chiarezza, le richieste che da tempo portiamo avanti nell’interesse di chi rappresentiamo:
a) costruire una soluzione che vada a premiare i piccoli azionisti (a maggio avevamo proposto ad es. un warrant dedicato) per l’indiscusso, determinante e ripetuto sostegno che ha permesso alla Banca di arrivare sin qui
b) apportare modifiche al regolamento della Banca per favorire la rappresentanza dei piccoli azionisti nel nuovo organo di governo di Carige.
Prima di concludere desideriamo informarvi di una notizia di cui siamo venuti a conoscenza ieri, riportata da alcuni giornali, in cui si fa cenno dell ’iniziativa di una piccola azionista di Carige F. Corneli che ha presentato a titolo personale due ricorsi al Tribunale dell’Unione Europea. Nel primo
chiede l’annullamento della decisione di Bce d i commissariare Carige mentre nel secondo l’annullamento del diniego opposto da Bce, per motivi di riservatezza, a consegnare copia del provvedimento.
Come associazione il nostro Consiglio, dopo approfondita analisi e nel rispetto delle autonome iniziative e opinioni di tutti, ha valutato di non appoggiare i ric orsi in questione. Le motivazioni sono molteplici e ne sintetizzo alcune: in questo delicato momento in cui si sta faticosamente tentando di costruire una soluzione industriale per Carige appare fuori luogo un sostegno ai ricorsi, peraltro tardivi, da parte della nostra associazione. Ci sembra, inoltre, che nei mesi scorsi altri abbiano tentato di avere copia del provvedimento di commissariamento con esito negativo. Il nostro sostegno sarebbe indirettamente una delegittimazione dei commissari con i qu ali in ogni caso stiamo tentando faticosamente di far pesare le nostre ragioni negli incontri avuti.
Resta salva, peraltro, la possibilità di ogni singolo piccolo azionista di manifestare liberamente il proprio pensiero sull’iniziativa cui sopra.
Non mancheremo di seguire e ritornare più avanti sull’argomento che pare ormai avviato a rapida conclusione. Con l’occasione un cordiale saluto.
Genova 21 luglio 2019
Il Presidente
Silvio De Fecondo