Carta conto "DB Contocarta" di Deutsche Bank Easy - Cap. 15 [INFO: post #1]

Grazie intanto a tutti delle risposte.

Non entravo in un merito di "torto/ragione", ma solo nella disponibilità e capacità di una grossa banca di risolvere un piccolissimo problema legato a ragioni di principio e piuttosto evidente nella concreta dinamica, cavilli legali a parte (dopodiché, in effetti quando uno è in bilico tra la vita e la morte e si vede sconvolta l'intera esistenza e ha ottant'anni, penso sia facile immaginare che la sua prima preoccupazione non sia proprio quella di comunicare un cambio d'indirizzo

Infatti non c'entra nulla. Lascia perdere.
 
Non conosco la tua fonte. Ma è sbagliato. Cioè la banca può inviare le comunicazioni anche con un piccione viaggiatore ma se chi dovrebbe ricevere le comunicazioni sostiene di non aver ricevuto nulla l'onere di dimostrare che il destinatario abbia ricevuto la comunicazione spetta alla banca.



Non c'entra nulla. Potrebbe contenere qualsiasi cosa anche se inviata come raccomandata. Non devono scriverci fuori sull'involucro che contiene un assegno.
La mia fonte è, ad esempio, la difesa di una fra le maggiori Compagnie di assicurazione (assegno per la liquidazione di un sinistro, non ricevuto dall’assicurato ma risultato incassato), che l’ha portato come argomento a discarico, (giustamente, come tu dici) ritenuto inconsistente dal giudice che ha poi dato ragione al cliente.

Io non ho detto che sia giusto fare così, né che sia un argomento a favore del debitore; ma è prassi comune inviare assegni per posta ordinaria ed anonima (confermo) perché è statisticamente meno probabile che vengano intercettati da malintenzionati. Infatti le raccomandate sottratte dagli impiegati infedeli del CMP di Peschiera Borromeo, poi condannati, erano quasi tutte con intestazione potenzialmente “interessante”. Poi che il debitore sia non solo responsabile del metodo di spedizione scelto, ma che debba eventualmente dimostrare l’esito della consegna, mi sembra evidente, e se leggi meglio è quello che ho scritto (il mancato recapito dell’assegno non attiene alla sfera del destinatario); anche se in ogni caso questo non rileva nel merito del credito vantato dal cliente.

E infatti il “torto/ragione” nel non avere comunicato il cambio di indirizzo non è questione che, come ho altresì precisato, rilevi nel merito della richiesta
dello zio dell’utente, tanto più che l’assegno, per stessa ammissione della banca, non risulta incassato; potrebbe solo rilevare come causa dilatoria a discolpa della banca per sottrarsi agli interessi di mora, ma certo non per importi così modesti, o per addebitare commissioni di gestione, ma certo non per rifiutare il pagamento.

Se c’è una cosa che mi dà fastidio, è quando viene travisato quello che scrivo, e che è sotto gli occhi di tutti.
 
La mia fonte è, ad esempio, la difesa di una fra le maggiori Compagnie di assicurazione (assegno per la liquidazione di un sinistro, non ricevuto dall’assicurato ma risultato incassato), che l’ha portato come argomento a discarico, (giustamente, come tu dici) ritenuto inconsistente dal giudice che ha poi dato ragione al cliente.

Io non ho detto che sia giusto fare così, né che sia un argomento a favore del debitore; ma è prassi comune inviare assegni per posta ordinaria ed anonima (confermo) perché è statisticamente meno probabile che vengano intercettati da malintenzionati. Infatti le raccomandate sottratte dagli impiegati infedeli del CMP di Peschiera Borromeo, poi condannati, erano quasi tutte con intestazione potenzialmente “interessante”. Poi che il debitore sia non solo responsabile del metodo di spedizione scelto, ma che debba eventualmente dimostrare l’esito della consegna, mi sembra evidente, e se leggi meglio è quello che ho scritto (il mancato recapito dell’assegno non attiene alla sfera del destinatario); anche se in ogni caso questo non rileva nel merito del credito vantato dal cliente.

E infatti il “torto/ragione” nel non avere comunicato il cambio di indirizzo non è questione che, come ho altresì precisato, rilevi nel merito della richiesta
dello zio dell’utente, tanto più che l’assegno, per stessa ammissione della banca, non risulta incassato; potrebbe solo rilevare come causa dilatoria a discolpa della banca per sottrarsi agli interessi di mora, ma certo non per importi così modesti, o per addebitare commissioni di gestione, ma certo non per rifiutare il pagamento.

Se c’è una cosa che mi dà fastidio, è quando viene travisato quello che scrivo, e che è sotto gli occhi di tutti.

Scriviamo su un forum, si cerca di dare consigli. Ti chiedo scusa se ho travisato :)

Però una cosa mi sembra perlomeno esagerato: addossare la colpa allo zio perchè non ha comunicato alla banca un temporaneo cambio di domicilio. Almeno da quello che si intuisce avrebbe dovuto essere temporaneo e comunque il domicilio comunicato in precedenza alla banca sembra fosse ancora valido. Diversamente sarebbe se lo zio avesse venduto casa o avesse lasciato la casa in caso di affitto.
 
Scriviamo su un forum, si cerca di dare consigli. Ti chiedo scusa se ho travisato :)

Però una cosa mi sembra perlomeno esagerato: addossare la colpa allo zio perchè non ha comunicato alla banca un temporaneo cambio di domicilio. Almeno da quello che si intuisce avrebbe dovuto essere temporaneo e comunque il domicilio comunicato in precedenza alla banca sembra fosse ancora valido. Diversamente sarebbe se lo zio avesse venduto casa o avesse lasciato la casa in caso di affitto.
Non si tratta di quello che pensiamo tu ed io, ma di quello che potrebbe obiettare la banca per giustificare una procedura che, di fatto, nel tempo comporterebbe un diniego della prestazione. Nessun GdP accoglierebbe questa obiezione in rapporto al merito della richiesta; ma se la banca volesse, come ho potuto sperimentare anche col mio amico, prender tempo per ragioni anche non condivisibili, potrebbe usarla come argomento, almeno in prima battuta, nel rispondere ad un reclamo.
 
È possibile impostare bonifici periodici con questa carta?
 
Ciao. Mi sono occupato non molto tempo fa di un amico disabile con una situazione di grave necessità, prossima all’indigenza, che ci ha messo un anno ad entrare in possesso della giacenza di un conto corrente, oltretutto cointestato a lui e al padre deceduto, di cui era unico erede, perché Deutsche Bank sollevava in maniera capziosissima eccezioni di qualsiasi tipo per non liberare i fondi, neppure per la quota che era certamente sua. La situazione si è sbloccata solo con un decreto ingiuntivo, e siamo ancora in attesa della decisione per la richiesta di risarcimento seguita al comportamento dilatorio della banca. Questo per dire che ti auguro di non trovarti a che fare con gente col medesimo pelo sullo stomaco, come sembrerebbe da quello che racconti, perché l’importo di cui parli naturalmente non giustificherebbe nessun tipo di difesa strutturata.
Detto questo, per il vero il “torto” del recapito disguidato dell’assegno è imputabile a tuo zio, in quanto non ha tempestivamente informato la banca della nuova situazione né del nuovo domicilio; nel provvedere al versamento per bonifico, la banca potrebbe trattenergli eventuali costi di “ricerca” e di annullamento dell’assegno non incassato (sempre sperando che effettivamente non lo sia stato, perché in tal caso occorrerebbe almeno un disconoscimento della firma). A proposito della “denuncia” di smarrimento richiesta dalla banca: le FF.OO. tendono a non accettare più “denunce” che non contengano realmente notizie di reato.
In ogni caso nessuno che non sia rappresentante legale di tuo zio può presentare richiesta o fare dichiarazioni in sua vece. Se tuo zio non ha un rappresentante legale ed è in grado di firmare, ti consiglio di tentare con una raccomandata con allegato il suo documento, contenente:
- la dichiarazione di non avere ricevuto l’assegno per la situazione che hai descritto e la temporanea impossibilità di comunicarlo alla banca, eventualmente documentata con l’inizio del ricovero nella RSA;
- l’indicazione di un IBAN sul quale bonificare la somma di spettanza, specificando che nessuna denuncia può essere presentata alle FF.OO. in quanto non solo il mancato recapito dell’assegno non attiene alla sfera del destinatario, e pertanto costui non potrebbe dichiararne lo smarrimento (se come di norma avviene l’assegno non è stato spedito con posta tracciata, la banca potrebbe anche non averlo mai spedito; tuo zio può al massimo dichiarare di non averlo mai ricevuto), ma tale fattispecie non è idonea ad essere ricevuta dagli Uffici di P.G. in quanto non costituisce notizia di reato;
- la fissazione di un termine non inferiore a 15 giorni entro il quale liquidare la somma spettante, specificando che la missiva deve intendersi a tutti gli effetti come avviso di mora;
- la delega a concordare una soluzione e a fornire e ottenere ogni utile informazione alla persona di fiducia indicata nelle generalità e nei recapiti.
Non aspettarti miracoli, ma se scritta a modo, anche per l’esiguità dell’importo, può essere che la banca ritenga più conveniente, in ogni caso, non impuntarsi. Altrimenti le forme di tutela stragiudiziali sono sempre le stesse: reclamo, ABF ed eventualmente esposto a BdI. Sicuramente no il GdP perché comunque troppo costoso per la materia del contendere.
Auguri per lo zio.
Sperando che nel frattempo, allo zio, non sia scaduto il documento di identità.
Sarebbe punto e a capo.
 
Ciao a tutti,
vorrei un consiglio per una situazione fastidiosa.
Molto tempo or sono, feci aprire Contocarta Deutsche Bank a mio zio che però tre anni fa, colpito da Covid e ormai prossimo agli ottant'anni, è finito in casa di riposo. Da allora l'ho aiutato a chiedere l'ISEE legata a Contocarta ogni anno, finché si è rassegnato all'idea di non poter più uscire dalla casa di riposo e mi ha chiesto di aiutarlo a chiudere il conto.
Con nostra sorpresa, facendolo abbiamo scoperto che era già stato chiuso arbitrariamente da DB un anno prima, mandando quanto rimaneva (circa 155 euro) mediante un assegno all'indirizzo di mio zio, il quale però da oltre due anni non viveva più lì essendo ricoverato - questo, senza nemmeno chiamarlo al telefono o dirgli nulla.
Abbiamo chiesto che annullassero l'assegno (che non era mai stato incassato e mai lo sarà) e versassero i 155 euro su un altro suo conto, ma ci hanno risposto che dovrei portare mio zio a fare denuncia di smarrimento dell'assegno e poi a una filiale di DB per chiedere quanto gli spetta.
Ho spiegato loro che è gravemente malato, con invalidità totale, in carrozzella col Parkinson e catetere e già solo per il tempo e le spese di assistenza e di ambulanza per portarlo a fare la denuncia occorrerebbero più dei soldi che gli devono ridare. Tuttavia, sono stati inamovibili - e, anzi, non hanno neppure mostrato la minima umanità o comprensione rispetto alla situazione.
E' un pensionato con la minima e per lui 155 euro non sono pochi, visto anche quanto costano la casa di riposo e le medicine.
Possibile che non ci sia un altro modo per fargli avere i suoi soldi?
Che potrei fare secondo voi?
Grazie in anticipo.
Intanto da ora in poi qualunque richieste o interlocuzione falla per iscritto e via pec, fai al massimo un ulteriore sollecito/diffida e poi va di avvocato. Diversamente sarà molto difficile. Auguri per lo zio.
 
ma perchè insistete che non l' abbiano avvisato della chiusura? Come non ha ricevuto l' assegno, così non avrà ricevuto la comunicazione del recesso...
non "insisto", semplicemente ho dato credito a quanto scritto..
 
se l' avvocato si facesse pagare in proporzione all' oggetto del contendere avrebbe un senso...mi ricorda la storia di quello che se lo tagliò per fare un dispetto alla moglie...

Se suo zio è povero come dice ha diritto al gratuito patrocinio. Cioè paga lo Stato (noi, la collettività) e non sarebbe un problema per lui. Il problema, al massimo, sarebbe trovare un avvocato che accetti perchè alla fine il giudice potrebbe liquidargli ben poco e comunque il periodo di attesa affinchè lo Stato paghi l'avvocato è lungo. Ma essendoci una miriade di avvocati in giro troverebbe sicuramente qualcuno.
 
Ultima modifica:
Se suo zio è povero come dice ha diritto al gratuito patrocinio. Cioè paga lo Stato (noi, la collettività) e non sarebbe un problema per lui. Il problema, al massimo, sarebbe trovare un avvocato che accetti perchè alla fine il giudice potrebbe liquidargli ben poco e comunque il periodo di attesa affinchè lo Stato paghi l'avvocato è lungo. Ma essendoci una miriade di avvocati in giro troverebbe sicuramente qualcuno.
prende la minima...non mi intendo di gratuito patrocinio...non saprei se oltre alla pensione concorrono anche beni mobili ed immobili a determinare la soglia per usufruirne...
 
prende la minima...non mi intendo di gratuito patrocinio...non saprei se oltre alla pensione concorrono anche beni mobili ed immobili a determinare la soglia per usufruirne...
Reddito annuo di 11 mila euro circa. Con la minima non ci arriva.
 
prende la minima...non mi intendo di gratuito patrocinio...non saprei se oltre alla pensione concorrono anche beni mobili ed immobili a determinare la soglia per usufruirne...
Come ti è stato già spiegato, serve solo il reddito, ma alcuni "incompetenti", tra cui, Caf e avvocati, continuano ad affermare il contrario, ovvero che ci vuole l'isee; esperienza personale e per avere la conferma definitiva ho dovuto chiamare l'ordine degli avvocati e andare all'agenzia delle entrate
 
Ho visto che per il bonifico ricorrente fa scegliere la data valuta beneficiario, sapete quanti giorni prima viene addebitata la somma sulla conto carta?
 
se l' avvocato si facesse pagare in proporzione all' oggetto del contendere avrebbe un senso...mi ricorda la storia di quello che se lo tagliò per fare un dispetto alla moglie...
Io non generalizzerei. Ci sono avvocati di associazioni di consumatori e utenti e esistono anche avvocati di "vicinato" che praticano prezzi ragionevoli. Ad ogni modo, per non tagliarsi nulla basta chiedere un preventivo, è un obbligo di legge.
 
Io non generalizzerei. Ci sono avvocati di associazioni di consumatori e utenti e esistono anche avvocati di "vicinato" che praticano prezzi ragionevoli. Ad ogni modo, per non tagliarsi nulla basta chiedere un preventivo, è un obbligo di legge.
Tra spese e onorario non potrà mai costare meno del residuo in ballo. Poi c è il discorso della fattura. :D
L'unica mi pare il patrocinio gratuito, se si trova nella realtà
 
i bonifici da un conto contocarta ad un altro (diversa intestazione) sono semi-istantanei oppure ci mettono comunque 1 giorno?
 
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