China's giant step: Red moon rising

300 Billion Real Estate Bomb

Mercati oggi ancora focalizzati sulla Cina in crisi

30 Settembre 2021 - 08:33

In generale, i mercati asiatici continuano a risentire della pressione negativa proveniente da Pechino.

L’attività industriale cinese si è contratta a settembre per la prima volta dall’inizio della pandemia, segno dei danni che potrà causare la diffusa crisi elettrica su un’economia già in rallentamento. I mercati cinesi saranno chiusi per una settimana di vacanza da venerdì.

L’altro ostacolo che pesa sul sentimento degli investitori nella grande Cina è la vicenda di Evergrande, le cui azioni oscillano avanti e indietro, e sono diminuite del 2,2%.

La società avrebbe dovuto pagare gli interessi su un’obbligazione in dollari mercoledì, ma Reuters ha riferito che ad alcuni obbligazionisti offshore non erano stati pagati gli interessi entro la fine della giornata asiatica.
Chaoping Zhu, di JP Morgan Asset Management ha commentato:

“È probabile che la crisi di energia in Cina persista fino alla fine del 2021, poiché i governi locali sono sotto pressione per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni per quest’anno. Gli investitori potrebbero rimanere cauti sugli utili societari cinesi (nel quarto trimestre). Nel frattempo, si prevede che la volatilità del mercato globale peserà ulteriormente sul sentimento degli investitori nel breve termine”.

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Ed e' proprio li' che voleva...

Cos'è e cosa prevede Aukus: il patto tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti

Per gli Stati Uniti l’obiettivo appare quello di contenere l’avanzata cinese evitando un ulteriore dispiegamento di forze navali. Già ampiamente presenti tra Giappone e Corea del Sud. Washington sta cercando di sganciare gradualmente gli alleati Asean e pacifici dai rapporti stretti con la Cina, ma cerca anche di rafforzare questi partner in una logica quasi “federativa”. Aukus serve così non solo a imbrigliare Pechino, ma anche a far sì che gli alleati locali siano rafforzati al punto da poter competere, in sinergia con gli Usa, a questo contenimento. Una scelta quindi dettata da interessi strategici chiari nel quadro di quel rimodellamento strategico Usa che guarda sempre più diretto alle coste del Pacifico.
È lì che Washington gioca la sua vera partita.
Ed è lì che vuole alleati forti, in grado di sostenere le missioni americane.


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Uno spettro s'aggira nel Pacifico

Caro Materie prime, lo scontro tra Usa e Cina dietro lo spettro di una crisi energetica

Mentre alla Pre-Cop 26 di Milano si è parlato di cambiamenti climatici e taglio delle emissioni, sui mercati i prezzi delle materie prime – combustibili fossili compresi – hanno continuato la loro corsa. Basti pensare che quello del carbone viaggia ora a 218 dollari per tonnellata, mentre un anno fa si aggirava intorno ai 50. Anche il petrolio ha rialzato la testa, con il Brent arrivato a 78 dollari al barile e il Wti sopra i 74 dollari. Un anno fa, nessuno dei due arrivava a 40. E il gas naturale è passato in 12 mesi da 2,50 dollari al metro cubo a oltre 5,90.

“Tra il 2021 e il 2022 si assisterà a importanti cambiamenti politici in Europa”, spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. “Alle elezioni tedesche seguiranno le presidenziali francesi nell’aprile 2022. Durante questa fase gli Usa stanno ridimensionando l’importanza strategica del Mediterraneo, per dedicarsi in modo preminente al contenimento della Cina, anche da un punto di vista militare”.
Le mosse degli Stati Uniti sono legate anche all’incidente diplomatico dei sottomarini nucleari con la Francia, che si è vista stracciare una commessa di sottomarini a propulsione tradizionale con l’Australia. Un caso all’apparenza solo di politica economica, ma che ha a che vedere anche con la volontà di presidiare la zona con le tecnologie militari più avanzate.
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Mantenere l'ordine

Criptovalute, la Cina e l'ultimo divieto nel tentativo di arginare il digitale- Corriere.it

Sono le criptovalute le ultime vittime della crociata lanciata dal Partito-Stato cinese per «mantenere l’ordine economico, finanziario e sociale». Dopo aver vietato il «mining» (che grosso modo è l’estrazione delle valute virtuali con sistemi informatici ad altissima tecnologia) la People’s Bank of China ha emesso un editto che vieta tutti gli scambi e le transazioni in criptomonete. Motivo: «Negli ultimi anni si sono diffuse sconvolgendo l’ordine economico e finanziario, favorendo il riciclaggio di denaro sporco, la raccolta illegale di fondi, la frode, gli schemi piramidali e altre attività illegali e criminali. Così, è stata messa a serio rischio la sicurezza dei beni delle persone».

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Briglie cinesi

Le briglie cinesi sul mondo digitale, un modello per il futuro?- Corriere.it

Pochi avevano preso nota invece delle parole pronunciate a dicembre da Xi Jinping davanti al suo Politburo. In fondo a un lungo discorso sulla promozione delle riforme (di cui anche in Cina si parla sempre, senza farle davvero quasi mai) Xi infilò una frase sulla «necessità di prevenire l’espansione disordinata del capitale» e di promuovere la «prosperità condivisa». Da allora, le autorità di controllo di Pechino hanno cominciato ad emettere una serie di regole sempre più stringenti per tutto il settore Big Tech: è stato bollato come «bullismo algoritmico» l’uso dei dati sui clienti privati per bombardarli di consigli sugli acquisti nelle piattaforme di e-commerce che dominano le vendite in Cina; la Corte Suprema ha vietato ai capitani dell’industria digitale di utilizzare il «996», la pratica di far lavorare i dipendenti dalle 9 del mattino alle 9 di sera per 6 giorni a settimana per contribuire all’innovazione forsennata (Jack Ma la considerava «una benedizione»).

I colossi tecnologici cinesi hanno perso da inizio anno mille miliardi di dollari di capitalizzazione, tra le Borse di Hong Kong, Shanghai e New York. Il Partito-Stato ha indebolito i supermiliardari tech che cominciavano a fare ombra al potere.


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Corsa agli acquisti

Gas naturale in corsa, la Cina fa incetta a prezzi fuori mercato - MilanoFinanza.it

27/09/2021 13:20

La corsa degli energetici si colloca all'interno di una carenza strutturale della materia prima, dovuta da un lato a minori investimenti degli estrattori fatti un anno fa, durante lo scoppio del Covid, dall'altro ad una forte richiesta dopo le riaperture delle economie dai lockdown. In questo scenario si colloca quale attore principale la Cina, che sta facendo incetta a prezzi più alti della media di mercato di gas naturale per evitare di impiegare il carbone, altamente inquinante, dal momento che il Paese vuole essere neutrale sulle emissioni di CO2 entro il 2060. E vuole presentarsi con i cieli puliti alle Olimpiadi invernali di febbraio 2022.

Ad accelerare la corsa del gas, la notizia che China Petroleum & Chemical Corp, colosso statale noto come Sinopec, ha acquistato almeno 13 carichi di gas (GNL, gas naturale liquefatto), una delle più importanti operazioni negli ultimi mesi, secondo quanto riporta Bloomberg. Le spedizioni sono state effettuate con ampi premi rispetto ai prezzi verso l'Europa, segnale che la Cina è disposta a pagare di più per il carburante mentre la crisi energetica si approfondisce. Il ritorno di Pechino sul mercato potrebbe spaventare gli altri acquirenti in Asia e innescare acquisti dettati dal panico mentre i rivali si contendono le forniture prima che i prezzi aumentino ulteriormente, nota Bloomberg.

Le notizie dalla Cina emerse negli ultimi giorni raccontano poi che molte fabbriche sono state chiuse o hanno dovuto ridurre in maniera drastica la produzione a causa della mancanza di fonti energetiche, diventate nel frattempo troppo costose. Un problema che ora si è esteso anche alle abitazioni private, con il governo che chiede di impiegare solo luce naturale evitando anche l'uso di elettrodomestici quale il microonde.

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Servizi inadeguati

Cina, nuovo missile ipersonico sorprende gli Usa: «Non abbiamo idea di come ci siano riusciti»- Corriere.it

È un veicolo ipersonico cinese con capacità nucleare il nuovo incubo dei servizi di intelligence americani.

Ad agosto un razzo Lunga Marcia ha portato nello spazio, in un’orbita bassa, un ordigno che ha compiuto un giro intorno alla Terra prima di scendere contro l’obiettivo fissato per il test.

Il bersaglio è stato mancato di una trentina di chilometri, secondo i rilevamenti americani, ma il problema più allarmante è che il progresso della Cina nel campo delle armi ipersoniche ha completamente preso alla sprovvista i servizi di informazione.

«Non abbiamo idea di come siano riusciti a compiere un test del genere», ha detto una fonte al Financial Times .


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Ma dai...

Perche la Cina ce l'ha con la Lituania - Il Post

Al piccolo paese europeo piace provocare la superpotenza mondiale, con qualche risultato

Per la Lituania, le ragioni per contrastare l’influenza cinese sono diverse, in parte ideologiche e in parte di convenienza. Anzitutto, l’inimicizia tra i due paesi è legata anche alla storia della Lituania, la prima repubblica sovietica a dichiarare la propria indipendenza da Mosca, nel 1990, e la cui identità si basa anche su una radicata antipatia per l’autoritarismo comunista. In secondo luogo, a un paese piccolo come la Lituania può convenire, secondo alcuni analisti, avvicinarsi a un paese politicamente isolato ma economicamente rilevante come Taiwan.
Secondo un’analisi di Politico, la Lituania può permettersi di provocare la Cina proprio in virtù delle sue piccole dimensioni. Paesi più importanti nell’Unione Europea, come la Francia e la Germania, hanno rilevanti connessioni economiche con la Cina e possono permettersi con meno facilità di assumere apertamente posizioni critiche nei confronti della Cina o di provocarla come ha fatto la Lituania con il riferimento a Taiwan. Altri paesi europei, come la Grecia o l’Ungheria, sono dipendenti dalla Cina e potrebbero farlo ancora meno. Gli investimenti economici della Cina in Lituania sono ancora pochi, e la Lituania, scrive Politico, non ha quindi «niente da perdere».

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Lituania apripista. La Cina è una tigre di carta nei prossimi decenni verrà messa in ginocchio dai suoi problemi interni (autoprodotti e non risolvibili nel breve periodo)
 
Effetti collaterali

Germania - Cina: business as usual forever? — L'Indro

Il forte export tedesco verso la Cina ha reso il Dragone primo partner commerciale della Germania (il ‘Global Times’ lo ha rivendicato con soddisfatta malizia), superando gli Stati Uniti, ma ha avuto un ‘effetto collaterale’: ha fatto diventare la Germania pericolosamente dipendente dalla Cina come mercato per le sue esportazioni (soprattutto automobilistiche).

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Valore impensabile

Perché il prezzo del carbone in Cina schizza sempre più - Startmag

19 Ottobre 2021

I prezzi dei contratti (futures) del carbone in Cina sono cresciuti fino a quasi 2000 yuan a tonnellata, ovvero 311 dollari. È un valore che Bloomberg definisce “prima impensabile” e che si lega alla crisi energetica in corso nel paese: è dovuta principalmente a una carenza di carbone (il combustibile fossile utilizzato per generare il 70 per cento dell’elettricità) e sta causando razionamenti delle forniture energetiche in diverse regioni o province cinesi.

La situazione è resa più grave dalle basse temperature nella Cina orientale, che sta facendo aumentare la domanda di energia (carbone, dunque) per il riscaldamento. Ma i livelli delle scorte sono bassi, e la penuria di combustibile sta impattando sulla produzione industriale: nel terzo trimestre del 2021 l’economia della Cina – la seconda più grande al mondo, dopo quella americana – è peraltro cresciuta del 4,9 per cento, più lentamente di quanto previsto.

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Non vorrei infierire ma il primo esportatore di carbone verso la Cina era l'Australia con cui erano in discreti/buoni rapporti

Poi dopo il COVID quando l'Australia ha osato chiedere una indagine sulle origini del virus e su come sia stato gestito inizialmente è partita una offensiva cinese senza precedenti di boicottaggio economico. Tra le altre cose partì il boicottaggio al carbone australiano

quando si dice : spararsi nel piede.
 
The New Great game

Cina, una base in Tagikistan con sguardo sull’Afghanistan - China Files

La presenza militare di Pechino in avamposti non ufficiali nei paesi dell’Asia centrale è nota da tempo. Oltre ai movimenti in Tagikistan, in passato si era più volte parlato di una presenza anche in Kirghizistan. Ma è significativo che ora si sia deciso di procedere all’annuncio, giunto direttamente dal parlamento di Dushanbe. Oltre ad aggiungere un tassello alla competizione con Washington, l’accelerazione arriva dopo la presa di potere dei talebani in Afghanistan e i seguenti timori di recrudescenze terroristiche. Al netto delle futuribili opportunità commerciali, la prima preoccupazione di Pechino è quella della messa in sicurezza dei confini e degli asset nella regione. Necessità comune alle repubbliche ex sovietiche, che non a caso la Cina coinvolge attivamente nei dialoghi coi talebani.

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Una geometria oscura e satanica

I 3 shock che frenano la crescita della Cina. Report Economist - Startmag

In una scena di Manufactured Landscapes, un documentario uscito nel 2006, Edward Burtynsky, un fotografo di paesaggi, cerca il permesso di fotografare le montagne nere di carbone cinese in attesa di essere spedito a Tianjin, una città industriale vicino a Pechino. “Attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, attraverso i suoi occhi, apparirà bellissimo”, assicura l’assistente di Burtynsky al suo scettico ospite. Questo non è del tutto vero. Attraverso l’obiettivo del fotografo, i mucchi di carbone hanno una geometria oscura e satanica, non proprio bella, ma impressionante nella loro immensità.

L’economia cinese è stata colpita da un triplo shock, derivante non solo dalle interruzioni di corrente ma anche dalla pandemia e da un rallentamento immobiliare esacerbato dai guai finanziari di Evergrande. I dati pubblicati il 18 ottobre hanno mostrato che la crescita economica è rallentata al 4,9% nel terzo trimestre, rispetto a un anno prima. La produzione industriale si è espansa solo del 3,1% su base annua a settembre, più lentamente che in qualsiasi mese durante la crisi finanziaria globale.


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Giant step

Cina: dopo il J-20 biposto stealth ecco svelato il nuovo caccia stealth (J-35??) di quinta generazione navale per portaerei

Settimana piena per l’industria aerospaziale cinese che conferma che le ambizioni aeronautiche di Pechino stanno rapidamente prendendo forma. A circa tre giorni dalla scoperta del J-20B o J-20S, il primo caccia stealth di quinta generazione biposto, il jet da combattimento cinese di nuova generazione da imbarcare su portaerei ha effettuato il suo tanto atteso volo inaugurale, secondo quanto riportato da alcuni media stranieri, con foto circolate sul sito di microblogging Weibo e altri social media ma non verificate. Se così fosse, questo significherebbe un enorme passo avanti per il programma delle portaerei cinesi.

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Xi Jinping studia: una sorta di figura messianica

SPY CINA/ "Il comunista Xi Jinping studia la Russia per non commettere i suoi errori"

Xi Jinping diventa un personaggio ineludibile, non è più questione di termini massimi e minimi di presidenza. Anche se venissero messi dal congresso dei limiti temporali alla presidenza, Xi rimarrebbe comunque il Grande Timoniere. Diventa cioè una sorta di figura messianica. Questo processo non riguarda solo la Cina, perché l’unica forza che può salvare il mondo è il marxismo e il marxismo è fallito in Russia e nei paesi satelliti. Ma oggi chi salva il marxismo, e quindi il mondo, è la Cina.

Quindi la Cina si propone più che mai come paese leader del mondo?
Ci sono ancora alcuni commentatori occidentali molto ingenui che seguono la teoria di Nixon e Kissinger, secondo la quale tramite l’evoluzione economica il comunismo in Cina sarebbe caduto. Nel documento finale, invece, verrà riaffermato con forza il marxismo come unica spiegazione scientifica.

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The Bush Family Affair with China - The American Conservative

In early February 2020, the Bush Foundation found two million masks close to home, in Mexico. They persuaded Chubb and Walmart to pay for the masks, and FedEx flew them without charge to China, even though the bulk of the world’s masks were already made there. As Houston and the rest of the country locked down in mid-March, Neil was acutely aware of something that made him, and the Bush family, unique: a decades-long devotion to work in China.
Following Turner’s address, doctors interviewed on TV said the virus would kill millions across the planet.

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