China's giant step: Red moon rising

Bellina la cover

Eni ha fatto il colpo in Cina - Energia Oltre

Sono stati soprattutto accordi economici più che energetici quelli siglati da Eni nel corso della due giorni tra Roma e Palermo del presidente cinese Xi Jinping. Malgrado la forte presenza del gruppo italiano nel paese asiatico è stata soprattutto un’intesa finanziaria con Bank of China, quarto istituto più grande al mondo in termini di asset maneggiati, il vero colpo del Cane a sei zampe, che di fatto apre una più stretta collaborazione proprio tra Eni e i due grandi colossi energetici del Dragone, China National Offshore Oil Corporation e PetroChina.

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Mercato auto, in Cina ormai è crisi - Repubblica.it

11 marzo 2019

Con un clamoroso -13,8% di vendite a febbraio (sono sempre 1,48 milioni di auto però...) la Cina registra l'ottavo mese di fila al ribasso, il sesto a doppia cifra. Ormai è crisi.

Secondo i dati diffusi oggi dalla China Association of Automobile Manufacturers, il principale mercato mondiale delle quattro ruote continua a perdere terreno: il governo di Pechino, non a caso, punta a reintrodurre sussidi agli acquisti nelle aree rurali a favore di piccoli truck e veicoli per passeggeri più rispettosi dell'ambiente.

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A terrible second half of last year pushed the market into the red for the first time since 1990. Market leader Volkswagen Group expects the overall market will be flat in 2019. Car buyers in China have been postponing purchases in mass numbers because of trade tensions with the U.S. The ramifications of China’s slump on the European auto industry are potentially enormous. We look at what steps Europe’s major players are taking to offset the troubles in China.

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Non esageriamo

La fine del primato militare Usa? Esagerata. Uno studio italiano | PublicPolicy

27 Marzo 2019

L’analogia fra Prussia e Cina contemporanea rischia di essere fuorviante perché infondata, perlomeno sotto l’aspetto militare. È quanto sostengono due studiosi italiani, Andrea Gilli e Mario Gilli, ricercatori rispettivamente al Nato Defense College di Roma e al Politecnico di Zurigo. “Why China Has not Caught Up Yes”, “Perché la Cina non ha ancora recuperato”, è il titolo della loro ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista accademica “International Security”, che sta facendo discutere la comunità degli studiosi e non solo (ne ha parlato il Washington Post, per esempio, e il prossimo 5 aprile sarà al centro di un confronto alla National Defense University del Pentagono, a Washington). Dove gli autori spiegano, districandosi con sapienza tra la storia delle relazioni internazionali e la descrizione dell’attuale stato delle tecnologie militari, perché al caso di Pechino non sia oggi applicabile la teoria del “vantaggio dell’arretratezza” cara ad Alexander Gerschenkron e ai suoi epigoni.

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Andrea Gilli e Mario Gilli non invitano comunque l’Occidente a trazione americana a illudersi: non è scritto da nessuna parte che Pechino non riuscirà mai a raggiungere Washington, contendendole a quel punto il primato nel settore della difesa. Una robusta dose di realismo, però, consente di evitare inutili isterie e di concentrarsi così su quanto è necessario fare per mantenere un vantaggio decisivo nell’attuale scenario mondiale. Ammesso che lo si desideri.

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#statesereni

Amb.Usa: preoccupa Italia in Via Seta - Rai News

01 aprile 2019

13.00 "E' un bene che il 5G sia stato rimosso dal memorandum Italia-Cina, ma c'è rammarico perché l'Italia è il primo Paese G7 a firmare l'accordo sulla Via della Seta". A dirlo è l'ambasciatore Usa a Roma Lewis M. Eisenberg. "Gli Usa non possono condividere informazioni con Paesi che adottano tecnologie cinesi, ci saranno implicazioni a lungo termine,siamo seriamente preoccupati per le conseguenze sull'interoperabilità Nato".E avverte:"Tutti vogliono fare affari con la Cina, ma ci sono minacce informatiche".

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Pentagon Warns Silicon Valley About Aiding Chinese Military - IEEE Spectrum

28 Mar 2019 | 15:35 GMT

President Donald Trump and his top U.S. military adviser met with Google’s CEO about concerns that Silicon Valley’s AI collaborations in China may benefit the Chinese military. Such worries reflect awareness of how certain technologies developed for civilian purposes can also provide military advantages in the strategic competition playing out between the United States and China.

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Andrea Riccardi Via della seta: un'Europa più unita per non soccombere ai "giganti" globali - Famiglia Cristiana

Non si può dimenticare che cos’è oggi la Cina nel mondo. Papa Francesco, da parte sua, ha firmato mesi fa un accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi per ricomporre la frattura tra cattolici cinesi. È stato accusato da molti media americani e occidentali di svendere la resistenza pluridecennale dei cristiani cinesi al comunismo. Ormai una parte dell’Occidente non è più interessata alla crescita del cattolicesimo in Cina (forse nel mondo), ma solo a mantenere una tensione in più con Pechino. Del resto i cattolici cinesi sono solo dodici milioni, mentre i neoprotestanti sono cresciuti sino a più di sessanta milioni. Per la Chiesa cattolica è importante essere in Cina, riprendendo un disegno storico e secolare. Il nostro è un mondo strano: non si nutrono progetti a lungo termine, che costruiscono veramente il futuro. Tutto è cangiante secondo le esigenze dell’ultima polemica. Le posizioni mutano rapidamente. Ma intanto si rischia di scivolare nelle periferie della storia.

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Yi Dai Yi Lu

Bellina la cover:

De Filippo, La nuova Via della Seta - Libri - ANSA

FRANCESCO DE FILIPPO, LA NUOVA VIA DELLA SETA. VOCI ITALIANE SUL PROGETTO GLOBALE CINESE (Castelvecchi, pp.96, 13.50 Euro). Solo due ideogrammi traslitterati in Yidai Yilu, 'una cintura una strada', che nascondono in realtà un piano gigantesco e ambizioso, in grado di cambiare per sempre i rapporti tra Oriente e Occidente: è dedicato al mega progetto cinese noto come Belt and Road Initiative l'ultimo libro di Francesco De Filippo, "La nuova Via della Seta" (Castelvecchi), in cui il giornalista intervistando alcuni esperti affronta la questione da una prospettiva prevalentemente italiana.

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Un'altra segnalazione

Il secolo asiatico? | Parag Khanna | Fazi Editore

Il XIX è stato il secolo europeo. Il XX il secolo americano. Il XXI sarà il secolo asiatico? L’Asia si sta affermando come un sistema multipolare che va dall’Arabia Saudita al Giappone, dalla Russia all’Australia, estendendosi ben oltre il cosiddetto Estremo Oriente. In questo contesto, la Belt and Road Initiative, il grande progetto volto al rafforzamento delle infrastrutture e della cooperazione tra i paesi dell’Eurasia, è il primo passo mosso dalla Cina nella creazione di una nuova Via della Seta. Tuttavia, pur vedendosi riconosciuto lo status di potenza globale, la Cina non detiene un ruolo egemonico all’interno del sistema asiatico. Non si tratta più infatti, sottolinea lo studioso di relazioni internazionali Parag Khanna, di sapere chi sia il numero uno a livello mondiale, ma di capire quali sono i pilastri del nuovo ordine globale e come si stanno ridefinendo i loro rapporti: da una parte, la Cina rappresenta il motore principale nel processo di formazione del megasistema asiatico; dall’altra, le strategie militari ed energetiche, così come il governo tecnocratico e il conservatorismo sociale di impronta asiatica stanno necessariamente riorientando gli Stati Uniti e l’Europa. Il secolo asiatico metterà in discussione l’ordine unipolare occidentale, produrrà una fase di transizione del potere, ma non avrà come inevitabile conseguenza uno scontro tra le maggiori potenze quali Stati Uniti e Cina.
Ripercorrendo in una prospettiva asiatica la storia interna del megacontinente e il rapporto con l’Occidente, Khanna indaga il significato del fenomeno geopolitico e culturale chiamato “Asia”, fino ad affrontare il tema di un’ineludibile “asianizzazione del mondo”. Il futuro si prospetta dominato da una multipolarità globale, che non vedrà l’imporsi della Cina né il sostituirsi dell’Asia agli Stati Uniti e all’Europa.

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Fate presto!!

Dazi, Usa Cina verso l'accordo. Xi Jinping: "Presto incontro con Trump" - Affaritaliani.it

E' vicino un accordo tra Stati Uniti e Cina sui dazi commerciali. Ieri il presidente Usa, Donald Trump ha annunciato che un'intesa potrebbe essere raggiunta "entro le prossime quattro settimane, forse qualcosa di più o forse qualcosa di meno". Il capo della Casa Bianca non ha però detto se sia stato già convocato un summit. "Se sarà raggiunto un accordo, si farà un incontro", si è limitato a dire Trump. Il vice premier cinese Liu He, ha invece detto che le due parti si stanno avvicinando a un accordo e ha definito gli ultimi incontri "fruttuosi". I negoziatori Usa e cinesi, ha aggiunto il vice premier secondo le agenzie di stampa cinesi, "hanno raggiunto un'intesa sulle questioni più importanti come qualle di un accordo commerciale".

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Ritmi infernali

La Silicon Valley cinese è un inferno in cui i lavoratori durano meno di tre anni - Tom's Hardware

L’economia cinese vola, soprattutto nell’hi-tech come dimostrano anche i recenti successi di Huawei, ma il rovescio della medaglia è che nella Silicon Valley cinese i ritmi sono così frenetici da bruciare i lavoratori in meno di 3 anni, 2,6 per la precisione, contro i 3,6 della Silicon Valley statunitense. Lo afferma il South China Morning Post (una testata cinese dunque), attraverso un’interessante ricerca basata sulle testimonianze dirette dei lavoratori cinesi di Zhongguancun e altri sobborghi di Pechino, dove hanno sede colossi come Baidu, Meituan e ByteDance.

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CINA. Alla festa della Marina non partecipano gli USA

L’Esercito di liberazione popolare di Pechino si sta preparando per l’ennesimo grande evento celebrativo alla fine di questo mese, quando terrà una sfilata navale nel Mar Cinese Orientale al largo della città di Qingdao in occasione del 70° anniversario della Marina cinese. L’evento sarà il quarto evento militare di questo tipo ad essere presieduto da Xi Jinping da quando è salito al potere nel 2012, e la sua politica di rafforzamento militare e le riforme del settore saranno il motivo predominante dello spettacolo.

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La nuova Guerra fredda è con la Cina (anche nello spazio) - Formiche.net

l segretario della Difesa Usa, Patrick M. Shanahan, qualifica Pechino come una seria minaccia per Washington, economica, diplomatica e militare. In tal senso, l’idea della Space Force è per Shanahan la sola possibilità per mantenere la supremazia sulla Terra.

“China is a threat economically and diplomatically”. Così il segretario della Difesa Patrick M. Shanahan ha spedito ad alleati e partner un chiaro messaggio su eventuali ipotesi di avvicinamento al Dragone cinese. Intervistato da Fox News, il capo del Pentagono ha aspramente criticato il modus operandi della Repubblica popolare cinese, senza nascondere le preoccupazioni sulle sfide presenti né tanto meno circa le minacce del futuro, a partire da quelle spaziali.

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Guerra anche sul controllo delle rete Internet

Ecco come Huawei prova ad affondare Trump con i cavi Internet sottomarini - Startmag

Per comprendere come il mondo sia collegato ad internet bisogna guardare nei fondali degli oceani: sotto acqua, infatti, passano centinaia di cavi in fibra ottica che sostengono l’intera infrastruttura di connessione.

La rete è stata realizzata negli ultimi decenni, come è facile immaginare, ad opera soprattutto di società private. Tra i big tecnologici che hanno investito nei cavi sottomarini ci sono anche Google, Facebook ed Amazon (per ragioni che è facile immaginare).

Secondo il forum di cooperazione economica Asia-Pacifico, i 380 cavi sottomarini trasportano il 97% di tutti i dati intercontinentali e la maggior parte del traffico vocale che viene “scambiato” tra i diversi continenti.

Penetrare la rete di cavi sottomarina o danneggiarla avrebbe conseguenze catastrofiche. “C’è un nuovo rischio per il nostro modo di vivere, che è la vulnerabilità dei cavi che attraversano i fondali marini. Potete immaginare uno scenario in cui questi cavi vengano tagliati o interrotti, il che avrebbe immediatamente e potenzialmente conseguenze catastrofiche sulla nostra economia e su altri modi di vivere”, ha affermato il maresciallo dell’Aeronautica Sir Stuart Peach, l’ufficiale militare più anziano del Regno Unito.

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Altro che Russia, nei Balcani c’e' l’opa della Cina. Il caso Montenegro - Il Foglio

13 Aprile 2019 alle 06:00

Gli investimenti di Pechino mettono a rischio l'allargamento a est dell'Unione europea

C’è un’autostrada in costruzione in Montenegro che è un sogno antico, un progetto nato già quando la piccola nazione era Yugoslavia. La strada dovrebbe collegare il porto di Bar a Belgrado, per realizzarla bisogna scavare le montagne e il Montenegro non ha mai avuto denaro sufficiente per farlo. Fino a quando non è intervenuta la Cina a finanziare grandi infrastrutture. Il governo montenegrino si è indebitato con Pechino per circa 1,3 miliardi di euro...

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Segnalazione

Scacco all'Europa - Danilo Taino | Solferino Libri

Prima pubblicazione: 7 marzo 2019

Ogni ordine mondiale è destinato a crollare. Quello eurocentrico è finito da tempo e la Pax Americana che ne ha preso il posto è a sua volta in declino, sfidata dalla «giovane» potenza cinese. La guerra commerciale che si è scatenata con l’offensiva americana sui dazi ne è la prima conseguenza e tenta di frenare l’espansione di Pechino che sotto la guida di Xi Jinping mira all’egemonia in Asia ed Europa, con pressioni politiche ed enormi investimenti.

Come la Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta, progetto da mille miliardi di dollari che punta a costruire infrastrutture (strade, ferrovie, porti, centri di scambio) tra la Cina, l’Europa e l’Africa, offrendo lauti finanziamenti a Paesi poveri ma strategici che finiscono sotto il giogo del nuovo Impero di Mezzo.

In queste pagine Danilo Taino spiega il conflitto in corso in un brillante reportage di prima mano che ci accompagna a scoprire l’impressionante avanzata della «Cintura di Seta» cinese, e i luoghi in cui il mondo sta cambiando – Singapore, Hong Kong, Kuala Lumpur, Delhi, Il Cairo, Duisburg, Berlino – insieme ai fronti di maggiore tensione, dalle Maldive al Bengala, dall’Afghanistan al Canale di Suez.

Un viaggio tra storia, retroscena e protagonisti dello scontro tra grandi potenze con al centro l’Europa malata, in preda a una crisi politica ed economica, e destinata a trasformarsi in terreno di conquista da parte di Pechino e Mosca, se non abbandonerà l’illusione di essere ancora al centro del mondo.

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Vi svelo genesi e mire di Huawei (e l'egemonia della Cina sulle terre rare) - Startmag

Come mai la cinese Huawei, produttrice di cellulari, preoccupa tanto Donald Trump? Perché gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra a questa impresa, consigliando agli alleati, Italia inclusa, di non coinvolgerla assolutamente nei piani di sviluppo delle reti 5G di telecomunicazioni, quelle di ultima generazione? La risposta sta in due parole: terre rare. Ovvero in 15 materie prime (note come lantanoidi) fondamentali per produrre non solo cellulari touch-screen, ma tutti i prodotti del futuro connessi all’intelligenza artificiale, come i robot domestici, gli apparecchi per il riconoscimento facciale, i motori elettrici, le auto a guida autonoma. In pratica, il futuro dell’economia mondiale. Di queste 15 materie prime, rare quanto preziose (senza l’indio non esisterebbe il touch-screen), la Cina controlla l’80% della produzione su scala mondiale, con miniere sul proprio territorio nazionale. Una vantaggio che, a Pechino, hanno saputo sfruttare con lungimiranza.

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Bellina la cover

Perché la nuova Via della Seta è un strada lastricata di trappole - ilSole24ORE

Ha destato grande dibattito, in Italia e all’estero, il controverso Memorandum of Understanding (MoU) tra Italia e Cina, mediante il quale la Cina ha coinvolto nella Via della Seta (Belt and Road Initiative, BRI) per la prima volta un Paese del G7. Un successo diplomatico per il gigante asiatico che rappresenta inoltre una conferma dell’acquisizione di uno status di potenza economica globale. Con l’adesione dell’Italia – che ha firmato accordi commerciali per un valore di circa 7 miliardi di Euro – sono già quindici gli stati europei che hanno siglato il MoU, i quali si aggiungono a decine di altri Paesi extra-UE.

L’iniziativa cinese, lanciata nel 2013, si inquadra in un disegno di espansionismo geopolitico nemmeno più nascosto che, attraverso una serie di investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, mira ad incrementare l’influenza commerciale e politica della Cina sul resto del mondo, in una sorta di riedizione in chiave cinese del Piano Marshall del secolo scorso.

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Monito della Cia: Huawei finanziato da apparati sicurezza cinesi

Huawei, il colosso cinese delle telecomunicazioni, ha ricevuto finanziamenti dagli apparati per la sicurezza dello Stato, in particolare dall’Esercito popolare di liberazione, dalla Commissione per la sicurezza nazionale e da una terza agenzia della rete dell’intelligence di Stato. Questo il monito arrivato alle autorità britanniche dalla Cia, e riportato oggi dal Times, a fronte delle pressioni Usa dei mesi scorsi per l’estromissione del gruppo cinese dalle gare sull’allestimento di reti e impianti 5G. Secondo il quotidiano britannico, la Cia ha condiviso già all’inizio dell’anno questa informazione con il Regno Unito e gli altri partner dell’alleanza di intelligence nota come “Five Eyes”, ossia Australia, Canada e Nuova Zelanda.

Secondo una fonte di intelligence Usa sentita dal Times, le agenzie americane ritengono che sia stato il ministero cinese per la Sicurezza dello Stato ad approvare il finanziamento governativo all’azienda. La stessa fonte ha sottolineato che è “problematico” consentire a Huawei di vendere la propria tecnologia a uno dei Paesi dei Five Eyes, perchè “la Cina ha leggi per la sicurezza nazionale e l’intelligence che costringono le aziende a collaborare con le forze armate cinesi. Non esiste un vero settore privato in Cina”.
Le autorità britanniche rivedranno la prossima settimana i progetti per l’introduzione della rete 5G.
Di fronte alle accuse Usa di rappresentare un rischio per la sicurezza, Huawei ha sempre rivendicato la propria indipendenza dal governo di Pechino, rimarcando di essere un’azienda privata.

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Bellina

La Cina vuole la bauxite della Guinea e ordina 10 navi - The Medi Telegraph

aprile 22, 2019

Cina Cosco Shipping ha firmato ufficialmente contratti per la costruzione di un massimo di dieci newcastlemax da 210.000 dwt che saranno realizzata da Cosco Shipping Heavy Industry. L’ordine, composto da otto navi e due in opzione, è il primo lotto di nuove costruzioni newcastlemax di Cosco nell’ambito di un accordo di trasporto di bauxite con la Aluminum Corporation of China (Chalco). Le navi saranno utilizzate per il trasporto di bauxite dalla Guinea in Cina.

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Come la Cina sta sostituendo l'America come il titano militare dell'Asia

Posted On: April 23, 2019

Per la prima volta da quando i commercianti portoghesi hanno raggiunto la costa cinese cinque secoli fa, la Cina ha il potere militare di dominare i mari al largo delle sue coste. Il conflitto tra la Cina e gli Stati Uniti in queste acque sarebbe distruttivo e sanguinoso, in particolare uno scontro su Taiwan, secondo gli ufficiali americani in servizio e in pensione. E nonostante decenni di potere senza rivali dalla fine della Guerra Fredda, non ci sarebbe alcuna garanzia che l’America prevalesse.

“Gli Stati Uniti potrebbero perdere”, ha detto Gary Roughead, co-presidente di una revisione bipartisan della strategia di difesa dell’amministrazione Trump pubblicata a novembre. “Siamo davvero in un punto di svolta significativo nella storia.”

Roughead non è un teorico di poltrone: un ammiraglio in pensione, ex capo delle operazioni navali, ha ricoperto il ruolo di primo piano nella marina statunitense fino al 2011. Il suo allarme riflette una visione crescente della struttura della difesa americana. Nel loro rapporto, lui e i suoi colleghi hanno emesso un terribile avvertimento. Gli Stati Uniti affrontano una “crisi della sicurezza nazionale”, principalmente dovuta alla crescente potenza militare cinese e russa. “La superiorità militare statunitense non è più garantita e le implicazioni per gli interessi americani e la sicurezza americana sono gravi”, ha concluso il gruppo.
È chiaro che Xi vuole portare al termine l’era del dominio statunitense in Asia. “In ultima analisi, spetta al popolo asiatico gestire gli affari dell’Asia, risolvere i problemi dell’Asia e sostenere la sicurezza dell’Asia”, ha detto in un discorso del 2014 ai leader stranieri sulla sicurezza regionale.

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