Hai evidenziato quello che, almeno per me, è uno dei più grossi ostacoli rispetto alla voglia di scrivere. Il fatto che sia abbastanza evidente che la cointeressenza finanziaria sia di impulso a situazioni, per dire, dove ad un dialogo sereno, basato sul confronto, sulla volontà di capire (visto che nessuno degli interlocutori è messo "sotto accusa", per dire) si sostituisce una roba che mi suona in modo così simile "Mi stai dando fastidio, vai a (s)parlare del tuo Artista....
Peccato si sia arrivati a tanto
Comunque, nel merito del discorso, sarò ignorante anch'io
, ma non è che poi mi sia tutto sto gran chiaro il concetto per cui esisterebbero listini che contemplerebbero "margini".... per galleristi che, sulla carta, neppure esistono, eh....
Poi se se ne vuole parlare civilmente è un conto, altrimenti (come ho visto che il discorso viene vissuto solo come un "affronto"
) la mia è e resta una mera constatazione
Credo che già quando si senta il bisogno di mettersi sulla difensiva, qualsivoglia opinione o pare espresso manchi di quel disinteresse da cui scaturiscono i confronti da cui ci si può arricchire
Cara Techne, molto serenamente e pacatamente, dissento da buona parte di quanto hai scritto. Ma pacamentissimamente!
Perdonami, ma anche questa cosa della "conteressenza finanziaria" è tutta un film, se uno ha un'opera di un artista o nessuna non cambia nulla in una conversazione, a prescindere che uno scrivendo dei post non diventa nè più ricco nè più povero. Ma nemmeno se ne ha dieci. Il forum è molto seguito ma non determina nulla in termini di mercato. ZERO.
Non cambia nulla di nulla, altrimenti basterebbe scrivere dei post e diventeremmo tutti ricchi e tutti gli artisti di cui scriviamo sarebbero alle stelle.
Il punto è che un confronto lo si può avere, e lo si è avuto tante volte a partire da temi. E' invece evidente che se uno scriva delle cose false (purtroppo è così, che ti devo dire) che confronto vuoi fare? Uno fa notare che sono false, e si chiede il perchè di tali affermazioni denigratorie.
A maggior ragione è piuttosto "curioso" che tale disinformazione venga fatta su artisti di cui non si è appassionati e non si hanno in collezione.
Per te invece se uno scrive che il sole è verde ed è gestito da un archivio che non esiste, dovremmo forse aprire un dibattito? Ma anche no...
E se uno fa notare che è giallo e che non è gestito da archivi questo sarebbe "mettersi sulla difensiva"? Ma no Techne, è fare chiarezza conoscendo le cose. Semplicemente.
Vedi, uno dei punti centrali di un forum è che tendenzialmente ci sono persone "specializzate" su qualcosa e che ne sanno più degli altri, e queste dovrebbero essere una risorsa in quel determinato ambito per l'altra parte dei partecipanti, ossia per quella che ne sa meno e teoricamente dovrebbe partecipare nell'ottica di capire qualcosa in più.
Invece per qualche inspiegabile motivo - e faccio un ragionamento generico - spesso accade il contrario, ossia che chi ne sa meno su un artista o su un meccanismo, non solo non sia minimamente interessato ad ampliare le proprie conoscenze ma addirittura pensi di poterne sapere di più, magari non avendo nemmeno letto un libro in merito, non collezionando in generale, non collezionando uno specifico artista o non essendone appassionato.
Per fare un esempio invece "specifico" rispetto a quanto tu scrivi, non c'è nulla di male a dirsi ignoranti, perchè vuol dire semplicemente non sapere delle cose. E nello specifico appunto, non le sai, pacatamente e serenamente.
Se provo a spiagarti delle cose, lo interpreti come "mettersi sulla difensiva"? Boh, ci provo comunque.
Partiamo da un concetto base, che evidentemente si dà per scontato:
tutti gli artisti che si definiscono tali hanno un listino ufficiale. Tutti. Ormai anche quelli appena usciti dall'Accademia.
Faccio un esempio: un'opera 50x50 costa 1000 euro, una 100x100 2.000 euro ecc.
Questo vale sia per gli artisti che hanno delle gallerie che artisti che non ne hanno. Anche i "nostri" artisti forumisti hanno certamente dei parametri di vendita che hanno stabilito.
Quindi abbiamo un primo concetto: ogni artista ha un listino.
Spero che fino a qui ci siamo.
Passo successivo:
gli artisti che lavorano con delle gallerie hanno dei "listini al pubblico" e dei "listini per le gallerie".
Forse è un po' più complesso da afferrare ma basta considerare che un gallerista non può ovviamente comprare e vendere al medesimo prezzo.
Ergo, a fronte del lavoro che svolgono nei confronti dell'artista e a fronte di un accordo economico prestabilito (es. "ti compro tot quadri l'anno e ti faccio una mostra l'anno e un catalogo" ecc), hanno un margine (variabile in base all'accordo) rispetto al listino al pubblico.
Questo funziona per tutti gli artisti e per le gallerie con cui hanno rapporto diretto.
Esempio: listino ufficiale al pubblico di Jeff Koons per una scultura è 1 milione di dollari, Gagosian la proporrà a 1 milione ma la pagherà ovviamente meno in base agli accordi.
Il prezzo di listino per quella scultura sarà sempre di 1 milione in tutte le gallerie che lavorano direttamente con Koons.
Ci siamo? Sono riuscito a spiegarmi?
Interessa approfondire ulteriormente nello specifico per quanto riguarda Christo?
Ecco qui:
Come tutti gli artisti (ripeto: tutti...)
Christo ha da sempre avuto dei listini ufficiali.
Non capisco di cosa ci si meravigli visto che è una cosa che dovrebbe essere ovvia, visto che un listino ce l'ha chiunque esca dall'Accademia.
Ci siamo?
L'errore piuttosto comune che fa chi non conosce Christo, e che fai anche tu, è pensare che non esistano dei galleristi.
Invece,
Christo ha SEMPRE lavorato con delle gallerie. Sempre. Appunto, come tutti gli artisti.
La differenza è semplicemente che Christo non ha mai firmato contratti di esclusiva con nessuna galleria.
Ma questo concetto è completamente diverso dal pensare che non abbia avuto delle gallerie, perchè in effetti
ha lavorato e collaborato con decine di gallerie negli anni.
Ma nessuna di queste ha mai potuto gestire il suo lavoro perchè era lui a volerlo fare: voleva essere libero di scegliere che tipo di opere fare, quante farne, di che soggetti ecc.
Invece, per quanto riguarda il normale percorso di tutti gli artisti affermati, un contratto comporta forti decisioni da parte della gallerie, con un numero di opere e formati stabiliti, impegni costanti e tutte le altre scadenze e rapporti tipici di un contratto.
Sono riuscito a spiegare questo passaggio?
Riassumendolo: Christo ha sempre avuto collaborazioni - anche lunghe decenni - con alcune gallerie ma con cui non ha mai avuto contratti gestionali.
Se gli proponevano una mostra, o una partecipazione ad una fiera, la valutava e decideva lui come impostarla, altrimenti passava oltre.
Queste gallerie proponevano le opere di Christo in base ai listini ufficiali.
E ai medesimi listini ufficiali Christo dava la possibilità anche a privati collezionisti e musei di acquistare direttamente presso lo Studio (non per rintuzzare la precedente polemica, ma: senza alcun tramite di "enti archivio" o "enti fondazioni", esattamente come è tutt'ora. IDENTICO).
In questo modo, un'opera 50x70 costava "tot" sia da Christo che presso le gallerie con cui collaborava (che ovviamente compravano ad un listino scontato, vedi esempio Koons / Gagosian di poco sopra).
Esattamente come tutti gli artisti, Christo ha sempre avuto un listino al pubblico (da scontare per le gallerie con cui collaborava), la differenza è che lui NON voleva avere rapporti contrattuali e gestionali con nessuno, quindi per essere libero non ha mai voluto avere una galleria che lo gestisse, e ha scelto di poter proporre lui direttamente le sue opere a collezionisti e musei, a parità di listino ufficiale.
Forse quest'ultimo è il pezzo un po' più complicato da afferrare allora lo sintetizzo:
- No contratti con gallerie per gestione.
- Si collaborazioni con gallerie (mostre, fiere ecc)
- Si listino ufficiale al pubblico con vendita opere tramite alcune gallerie
- Si listino ufficiale al pubblico (medesimo listino!) anche con vendita diretta
- Si evidentemente a sconto sul listino per le gallerie con cui collaborava, come è normale per tutti gli artisti.
- I proventi della vendita dei collages di Christo veniva utilizzata per finanziare le Grandi Opere oltre chiaramente al mantenimento dello Studio.
In tutto questo, parliamo di un uomo e una donna che con le sole loro forze sono riusciti a mettere in piedi un sistema libero, con un flusso di denaro più che rilevante, che ha consentito loro di gestire direttamente la loro Arte come meglio credevano. Se decidevano di impacchettare qualcosa di monumentale e non ci riuscivano o non ne avevamo più desiderio, passavano ad altro.
Il loro mercato lo hanno fatto loro.
Ultimo passaggio, sperando gli altri siano stati metabolizzati:
ora che Christo e JC non ci sono più, evidentemente l'eredità non solo artistica / storica ma anche l'eredità materiale (tra cui le opere) confluiscono nell'Estate e sono altrettanto evidentemente gestite da chi questo patrimonio ha ereditato.
Le opere sono pertanto degli Eredi - non di fondazioni o archivi inesistenti... - che, nel caso specifico della vendita, stanno replicando in copia carbone nè più nè meno il metodo di Christo e JC.
Ripeto a scanso di equivoci: STESSO METODO DI CHRISTO E JC.
Cambia solo il proprietario, ma la vendita è al momento identica a prima: si può passare tramite lo Studio (come prima!) o contattare le gallerie che hanno rapporto diretto. In entrambi i casi il listino al pubblico sarà il medesimo.
***integrazione post pubblicazione:
Altro tassello importante è che, non essendoci più Christo e JC ed essendo venuta meno conseguentemente quella libertà creativa e quella gestionale, tenuta fino a poco fa "in proprio", ossia ora che - purtroppo! - non ci saranno più collages da realizzare nè ulteriori Grandi Installazioni (se non oltre l'Arco, ipoteticamente la Mastaba di Abu Dhabi), ma piuttosto c'è da un lato la valorizzazione del percorso storico-artistico e dell'altro quella del patrimonio di opere, d'ora in avanti l'ulteriore possibilità è che è pensabile una gestione delle opere in accordo con degli operatori di mercato.
Non evidentemente perchè "ora che loro non ci sono, facciamo come vogliamo", ma perchè appunto essendo ahimè il percorso conchiuso e non essendoci più i due artisti, viene meno anche la loro necessità di libertà creativa e gestionale.
Inizia una fase nuova.
Ripeto, è una possibilità, non è detto se o quando ciò possa accadere.
Personalmente auspico che ciò accada, perchè questo sarebbe finalmente anche un riconoscimento in termini di collocazione di mercato che potrebbe contribuire ad avvicinare il famoso rapporto "costo - valore".
E una gestione continuativa da parte di una o più gallerie con importanti investimenti darebbe anche una visibilità chiaramente differente.
Ad ogni modo queste sono cose che si vedranno nel tempo.
Si capirà quindi che quando uno che tutte queste cose le sa, e si trova a leggeggere delle baggianate - perchè ahimè di questo si tratta, nè più nè meno - tipo fantomatiche gestioni o vendite tramite archivi (che non esistono) o fondazioni (appena costituite e che non gestiscono alcuna vendita), c'è poco da fare un confronto trattandosi di falsità.
E a me caratterialmente dà estremamente fastidio che si scrivano falsità. Sarò io particolare, può essere, ma sono fatto così.
E tornando al tuo incipit, nulla c'entrano soldi o mettersi sulla difensiva o altro: se fossi appassionato di Teomondo Scrofalo e costasse 1 euro e qualcuno scrivesse analoghe falsità, la mia modalità di intervento sarebbe la medesima, ossia riaffermare la verità.
Non la "mia verità" o quella che può forse emergere su certi temi in un dibattito, ma la "verità oggettiva". Se un ente archivio non esiste, non c'è.
Nelle cose della vita ci sono cose su cui dibattere e poi cose o vere o false. Non è che se uno sostiene che i sassi hanno le ali uno per dire che è falso debba prevedere un dibattito. Se poi è un esperto di quel settore, magari un geologo o un appassionato di pietre, forse di sassi ne capirà di più di uno che pensa che i sassi abbiano le ali.
Eppure cose così semplici qui diventano oggetto di dietrologie. Eh, ma è una difesa, chissà che intetresse avrà a dire che è falso che i sassi hanno le ali, probabilmente un interesse finanziario... si apra il confronto. Mah.
(faccina di costatazione).
A questo aggiungo che - e sarà un ulteriore mio deficit caratteriale - ma non riesco a capire il senso di una partecipazione volta perentoriamente a porre insinuazioni o a denigrare o a polemizzare, o a fare disinformazione nei 3D di artisti che uno non ama, e non colleziona.
Ormai queste cose le sopporto con estrama fatica. Ma proprio estrama.
Io scrivo con passione di artisti di cui sono appassionato. Non necessariamente prendendo tutto per buono, nè mi piacciono nemmeno tutte le opere realizzate dai miei artisti preferiti. Ma quando scrivo qualcosa, sinceramente oltre alla passione ci metto anche la competenza.
E oltre a quella, studio, mi informo, mi documento su tutto quello che succede.
Poi arrivo qui, ho desiderio di condividere con la community alcune cose di cui sono venuto a conoscenza - che sia un listino o una mostra o altro - e arriva l'ennesima polimica, in questo caso di Ale, che non è appassionato di Christo (anzi), e in risposta di un incremento del listino, ottimi segnali collezionistici, Arco di Trionfo in fase di completamento, nuove mostre eccetera e tocca leggere analogie tra Christo e la Latteria della signora Maria, più tutto il resto.
Capisci -o forse no, non so- che è parecchio sconfortante. Ed è ogni volta così.
Su Boetti e Christo, Christo e Boetti. Mai una volta che succedesse su Prini o Paolini.
O magari su Schifano...
No, invece di prendere ad esempio le cose gestite bene, si va a rintuzzare proprio lì. E la faccina, e la battutina, e la frecciatina, e la dinsinformazione, e il "detto non detto". Fosse per ridere, naturalmente ci starebbe, ma c'è sempre quella puntina di veleno che a piccole dosi quotidiane ricorda quella del film Notorious.
Per me è un atteggiamento incomprensibile. Per altri sarà normale, ma per me non è normale.
Del resto, se gli appassionati di Christo - e ce ne sono diversi sul forum, tra cui anche dei collezionsti che le opere le hanno, e con cui per lo meno ho il piacere di sentirmi in privato - sono spariti da queste pagine e non intervengono più proprio nel momento di massimo climax con l'Impacchettamento dell'Arco di Trionfo, è perchè in questo modo viene proprio meno la voglia, e siamo rimasti in pochi a dedicare del tempo o spesso a buttarlo.
Anche questo 3D, che ho scritto con impegno, sarà stato tempo ben speso o più probabilmente buttato?
Forse, e me lo augurerei, ben speso per quelli che non sapevano esattamente come funzionasse il sistema Christo e che avevano desiderio di approfondire.
Buttato certamente per quelli a cui di Christo non interessa nulla, a cui entra da un'orecchia ed esce dall'altra.
Del resto, in quanti saranno a leggere tutta questa pappardella? Pochi o nessuno.
E dunque: avanti con la prossima polemica dei non appassionati o di quelli a cui dà addirittura fastidio che un artista abbia successo, o che lo abbiano dei collezionisti.
Tic toc, tic toc...