Eccomi.
Allora..
Diciamo che ci sono vari fattori che mi fanno sovraesporre gli emergenti.
In parte dovuti alla struttura del mio ptf e al mio orizzonte temporale, in parte alla storia, in parte ai fondamentali.
-Per quanto riguarda il mio ptf e il mio orizzonte temporale parto col dire che quest'ultimo è ventennale (o giù di li), non consiglierei mai a nessuno di investire negli emergenti con un orizzonte temporale di 5 anni, sia a causa della loro intrinseca volatilità (ben più alta degli sviluppati) sia a causa delle situazioni geopolitiche che possono venirsi a creare improvvisamente, essendo gli emergenti ovviamente meno stabili degli sviluppati.
-Inoltre considero gli emergenti una sorta di contrappeso naturale al dollaro.
Mi spiego meglio analizzando il decennio 2000-2010 dalla parte di un investitore europeo.
Tra il 2000 e il 2010 ci fu una fortissima crisi (o meglio due) negli usa che portarono, per vari motivi, il dollaro a deprezzarsi (non di poco, del 60-70%) nei confronti dell'euro ma al tempo stesso i mercati statunitensi vissero dieci anni di lateralità-discesa. Immaginati la situazione di un investitore europeo che investiva nell's&p o cmq in dollari. Bastava avere un swda (che all'epoca era al 45% circa sul mercato usa) per avere perdite ingenti dovute alla dot com bubble, alla crisi finanziaria del 2008 e al contemporaneo deprezzamento del dollaro sull'euro.
Per capirci, un investitore europeo che avesse comprato sui massimi nel 2000 l's&p, nel 2011, quindi 11 anni dopo, quando questo fosse tornato in parità a circa 1300, avrebbe comunque su di esso una perdita di circa il 60% dovuta all'apprezzamento del cambio eurusd (0,87 nel 2000, 1,4 nel 2011).Capiamo bene che in questo decennio la classica correlazione mercati-dollaro (per motivi vari e complessi) che normalmente è inversa (ovvero mercati giù, dollaro su o mercati su e dollaro giù) e che storicamente ha quasi sempre funzionato attenuando tanto le perdite per gli investitori europei nei bear market rendendo inferiori anche i guadagni nei bull market, ma che comunque ha sempre migliorato il rapporto rischio rendimento diminuando la volatilità, non si è verificato, creando perdite enormi a ptf dollarocentrici.
Ora poniamoci la domanda.. Chi guadagna tanto dal deprezzamento del dollaro in quanto il debito delle aziende di quei paesi è la maggior parte delle volte detenuto in dollari? Gli emeregenti, che infatti negli anni di cui sopra, in cui un investitore europeo aveva perso circa il 6% all'anno dai mercati usa, andava a guadagnare, a causa del pauroso deprezzamento del dollaro, dagli emergenti circa il 12% annuo (dal 2000 al 2011 gli emergenti fecere un +120%).
Tornando a bomba il mio ptf è circa 50% USD, quindi gli emergenti semplicemente, in questo ambito, per me fanno da contrappeso quasi a livello valutario.
-Discorso storico (che ovviamente, come sempre, si può ripetere o meno, ma la storia a mio avviso ci insegna sempre qualcosa), semplicemente, ogni 15-20 anni, da quando si misurano queste cose, ovvero da dopo la seconda guerra mondiale, la market cap e il pil degli emergenti tendono a riavvicinarsi dopo un massimo di distanza. Funzionano (o meglio, sino ad oggi hanno funzionato) un po' come un elastico. Si allontanano e poi si riavvicinano, con la market cap che si avvicina al pil. Ad oggi siamo al punto più lontano mai raggiunto con una market cap di circa il 10% ed un pil di circa il 40-45%% (previsto al 60% nel 2030, ma vabbè, parliamo di dati). Sovraesporli da questo punto di vista mi sembra una chiara opportunità.
-Ancora, discorso fondamentali.
Credo sia ovvio che aziende come samsung, bank of china, alibaba, jd, TSMC e tante altre. scambiate con un PE medio di 9 siano sottovalutate, da un punto di vista PURAMENTE finanziario. Certo, il prezzo attuale include il rischio geopolitico, ma, A MIO AVVISO, e come già ampiamente spiegato nei messaggi precedenti, credo che questo rischio sia, per l'appunto, già ampiamente prezzato nei mercati emergenti, e, al contrario, non sia prezzato negli occidentali, che in caso di grossi problemi in Cina, avrebbero conseguenze veramente pesanti, che però, ad ora, gli occidentali proprio non vedono (come dimostrano anche i messaggi di alcuni qui sopra che credono che sanzioni alla cina verrebbero gestite senza alcuna difficoltà dell'europa). Sovraesponendo gli emergenti non faccio altro che comprare una cosa che al momento costa di meno, il cui suo valore intrinseco è indubbiamente più alto. E' un discorso puramente finanziario. Semplice semplice. Opinabile ma semplice. O crediamo davvero che arriveremo ad avere un PE di 3 in Cina?
-Oltre tutte queste motivazioni c'è il sempreverde ritorno alla media che ha sempre funzionato (anche in economia non di scala, come quella Cinese).
-Aggiungo a tutto questo che gli indici degli emergenti sono mediamente molto decorrelati dagli indici occidentali, oltre ad essere in un ciclo economico molto diverso dall'occidente, quindi anche solo a livello di gestione del rischio sono sicuramente una buona aggiunta in qualsiasi ptf, quanto meno nella misura del 10%.
Ora, se volete la mia.. Il problema principale in tutto questo, il vero motivo per NON investire in Cina (qui non porlo degli emergenti in generale ma della cina), non è ASSOLUTAMENTE il rischio geopolitico. E' già prezzato, i fondamentali servono ad indicarci questo. Basti vedere quello che sta succedendo in europa dopo la guerra in ucraina. Nuovi massimi dopo un anno nonostante l'impatto devastante di questa guerra. Nelle economie efficienti questi rischi (a meno di un cigno nero improvviso, vedi covid o bolle specultive) sono già prezzati.
Il vero motivo che potrebbe tenere gli investitori lontani dalla CIna è la semplice manipolazione (sia occidentale che cinese).
Cosa voglio dire?
Che non SI VUOLE che si investa in Cina.
Gli occidentali, in particolare gli USA non vogliono che ci siano investimenti in cina, infatti li rendono di difficilissimo accesso. Come se non bastasse Xi Jin Ping lo vuole ancora meno per motivi politici e di regime sui quali non mi dilungo, infatti in realtà non si può investire davvero nelle azioni cinesi da occidentali se non con qualche etf a replica sintetica. I rischi sono già tutti scontati, ma gli indici cinesi continuano ad andare giù semplicemente perchè NON CI SONO investitori e gli occidentali escono ogni giorno da quel mercato (per ragioni, sul breve, comprensibilissime).
Quello che voglio dire con tutto questo è che la situazione è ben al di la da essere bianca o nera. Sono convinto che gli emergenti (ed in particolare la cina) al momento offrano enormi opportunità a livello di fondamentali e di ciclo economico. Al tempo stesso non li reputo assolutamente adatti a chi vive gli investimenti come un rischio continuo o ha un orizzonte temporale medio. Quanto a chi sa cosa sta facendo e i motivi per cui li mette in ptf, sia sottopesandoli che sovrapesandoli.
Spero che comunque il mio intervento possa essere apprezzato per le motivazioni, ovviamente i contenuti, sono, come è giusto sia, sempre opinabilissimi.