CLANDESTINI a pagamento.

Forse invece che immigrazione dovremmo iniziare a chiamarla deportazione.
 

Il nodo migranti​

In queste ore ci sono due navi Ong che si stanno dirigendo verso i porti italiani con circa 300 migranti a bordo in totale mentre il governo sta lavorando per stringere accordi con i Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo, in modo tale da ridurre le partenze. "Piantedosi è lì da tre mesi e sta lavorando con la Libia, l'Algeria e a un nuovo decreto che darà i suoi frutti nei prossimi mesi. L'immigrazione clandestina è un business da milioni di euro e salvare vite umane è sacrosanto ma poi le persone che salvi devi portarle al porto sicuro più vicino, non in giro per il Mediterraneo per dieci giorni come fanno alcune navi", ha detto il ministro dei Trasporti.


"Presto un nuovo decreto”: la sfida di Salvini all’immigrazione clandestina
 

Rimpatri e accordi coi Paesi terzi​

Ma il tasso di rimpatrio degli Stati europei è stato sinora uno dei principali punti deboli e per questo motivo c'è "l'esigenza di un nuovo modello operativo che parta dal superamento della contrapposizione tra quello dei rimpatri forzati e quello dei rimpatri volontari assistiti". Così ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi intervenendo a Stoccolma ai lavori del primo consiglio dei ministri degli affari interni della Ue sotto la presidenza svedese. Il ministro italiano ha proposto un terzo modello, "un'operazione di ritorno che sia associata a progettualità di reintegrazione, anche in caso di rimpatri forzati, può infatti agevolare la collaborazione dello straniero, stimolare i Paesi terzi di provenienza a rafforzare la cooperazione e concorrere a contrastare le cause profonde dell'immigrazione".

Che la situazione non sia più sostenibile non è solamente un'idea dell'Italia, per quanto il nostro governo venga attaccato di fare politica sui migranti. "Ci sono troppe persone che stanno arrivando dall'altra parte del Mediterraneo, quindi abbiamo bisogno di misure per risolvere questo problema", ha dichiarato a Stoccolma il ministro olandese per la Migrazione, Eric Van Der Burg. Il ministro Orange ha sottolineato la necessità di "accordi con i Paesi terzi dall'altra parte del Mediterraneo e in Africa" e di ridiscutere il trattato di Dublino, che non sta evidentemente funzionando.


"Senza umanità". Il disco rotto delle Ong: ancora attacchi all'Italia
 

Migranti, il piano di Ursula von der Leyen: fondi Ue per costruire barriere ai confini​


La svolta: rimpatri più rapidi, motovedette a Tunisia ed Egitto. Attenzione rafforzata nei Balcani, ci saranno hotspot

27 Gennaio 2023 alle 01:00
 

Migranti, il piano di Ursula von der Leyen: fondi Ue per costruire barriere ai confini​


La svolta: rimpatri più rapidi, motovedette a Tunisia ed Egitto. Attenzione rafforzata nei Balcani, ci saranno hotspot

27 Gennaio 2023 alle 01:00
deve farla la ue il servizio di pattugliamento e respingimento perchè i locali hanno già dimostrato che non sono affidabili e si fanno corrompere troppo facilmente per far partire le barche e chiudere gli occhi.....ne fermano 1 ogni tanto e ne fanno passare 10.........svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
 
deve farla la ue il servizio di pattugliamento e respingimento perchè i locali hanno già dimostrato che non sono affidabili e si fanno corrompere troppo facilmente per far partire le barche e chiudere gli occhi.....ne fermano 1 ogni tanto e ne fanno passare 10.........svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Hai capito proprio tutto tu...... :no:
 
Infatti.....i migranti purtroppo non si possono respingere se entrano nelle acque territoriali......maledizione..... :rolleyes:
Quindi l'unico rimedio e' bloccare le partenze all'origine come prima cosa e poi quando arrivano e risultano irregolari,
via subito ai rimpatri massicci.....
Per capirlo ci hanno messo 20 anni.....e un degrado continuo. :rolleyes:
 

Infatti.....i migranti purtroppo non si possono respingere se entrano nelle acque territoriali......maledizione..... :rolleyes:
Quindi l'unico rimedio e' bloccare le partenze all'origine come prima cosa e poi quando arrivano e risultano irregolari,
via subito ai rimpatri massicci.....
Per capirlo ci hanno messo 20 anni.....e un degrado continuo. :rolleyes:
Perché Accecati dall'ideologia. Purtroppo i danni sono irreversibili.
 
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Migranti, le Ong alzano bandiera bianca - Redazione
L’aumento dei costi del carburante per affrontare i lunghi viaggi obbligano le Ong a non partire

Redazione 28 Gennaio 2023, 9:00

Ong esautorate. È questo il primo effetto del decreto governativo di Giorgia Meloni, dopo aver imposto alle organizzazioni non governative di recarsi al porto sicuro, assegnato “senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”. Proprio nella giornata di ieri, raccontavamo il tentativo della nave Geo Barents di sfidare le norme dell’esecutivo italiano, compiendo di fatto più operazioni di salvataggio – e quindi in violazione delle imposizioni del ministro Piantedosi – mentre era in corso il raggiungimento del porto di La Spezia.

Ebbene, lo scenario potrebbe mutare molto presto. Secondo La Repubblica, infatti, le Ong starebbero faticando a sostenere economicamente i lunghi viaggi per raggiungere i porti sicuri, assegnati di volta in volta dal governo Meloni. Una “mossa” che segna inesorabilmente un aumento dei costi anche per le organizzazioni più strutturate, come Medici senza frontiere e Sos Mediterranée, soprattutto a causa dell’incremento del prezzo del carburante.

E questo pare essere il caso proprio della Geo Barents, nonché della nave Ocean Viking, che si trovano a compiere il terzo viaggio a lunga percorrenza. “I due mesi di applicazione della nuova strategia del Viminale – prosegue Rep – hanno di fatto decimato la flotta. I costi insostenibili del carburante, necessario per coprire tratte così lunghe, hanno di fatto già costretto molte navi a fermarsi e le Ong ad avviare campagne straordinarie di donazioni“. Ad oggi, prosegue il quotidiano, sono “ferme la spagnola Open Arms e l’italiana Mediterranea, ferma la nuova nave di Amnesty International, ferme anche le organizzazioni tedesche, Sea Eye, Mission Lifeline, Sos Humanity, solo la Sea Watch con la sua nuova nave colosso, è partita proprio ieri”. Questo, però, solo esclusivamente grazie “allo sforzo dei sostenitori, perché le altre cinque missioni pianificate per il 2023 non hanno ancora trovato finanziamenti”.

Una situazione che si affianca alla forte presa di mano del ministro Piantedosi, che – come disposto dal decreto Ong – sarà pronto a sequestrare la Geo Barents e multarla per una somma pari a 10mila euro, al momento del suo arrivo a La Spezia. Questo perché l’imbarcazione di Medici senza frontiere sta navigando con a bordo 237 persone, salvate però in tre operazioni differenti.

Nel frattempo, mentre il Viminale attende la conversione in legge del proprio decreto, Piantedosi ha già messo sul piatto di Bruxelles un nuovo Patto per l’asilo e l’immigrazione. Il contenuto, sempre secondo Rep, riguarderebbe “la proposta per una terza via sui rimpatri, sulla scia di quella che sembra essere diventata la linea capace di catalizzare i consensi dei 27 Paesi Ue sotto la presidenza svedese. A Stoccolma, alla prima riunione dei ministri dell’Interno europei, Piantedosi ha illustrato il suo progetto di rimpatri forzati accompagnati: una terza via rispetto ai rimpatri forzati e ai rimpatri volontari assistiti di cui si occupa l’Oim, ma in numeri tali che non riescono a incidere sul numero dei migranti irregolari che restano in Europa”.


ps. a furia di tirare la corda...poi si spezza. :yes: :yes:
 
Migranti, le Ong alzano bandiera bianca - Redazione
L’aumento dei costi del carburante per affrontare i lunghi viaggi obbligano le Ong a non partire

Redazione 28 Gennaio 2023, 9:00

Ong esautorate. È questo il primo effetto del decreto governativo di Giorgia Meloni, dopo aver imposto alle organizzazioni non governative di recarsi al porto sicuro, assegnato “senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”. Proprio nella giornata di ieri, raccontavamo il tentativo della nave Geo Barents di sfidare le norme dell’esecutivo italiano, compiendo di fatto più operazioni di salvataggio – e quindi in violazione delle imposizioni del ministro Piantedosi – mentre era in corso il raggiungimento del porto di La Spezia.


Ebbene, lo scenario potrebbe mutare molto presto. Secondo La Repubblica, infatti, le Ong starebbero faticando a sostenere economicamente i lunghi viaggi per raggiungere i porti sicuri, assegnati di volta in volta dal governo Meloni. Una “mossa” che segna inesorabilmente un aumento dei costi anche per le organizzazioni più strutturate, come Medici senza frontiere e Sos Mediterranée, soprattutto a causa dell’incremento del prezzo del carburante.

E questo pare essere il caso proprio della Geo Barents, nonché della nave Ocean Viking, che si trovano a compiere il terzo viaggio a lunga percorrenza. “I due mesi di applicazione della nuova strategia del Viminale – prosegue Rep – hanno di fatto decimato la flotta. I costi insostenibili del carburante, necessario per coprire tratte così lunghe, hanno di fatto già costretto molte navi a fermarsi e le Ong ad avviare campagne straordinarie di donazioni“. Ad oggi, prosegue il quotidiano, sono “ferme la spagnola Open Arms e l’italiana Mediterranea, ferma la nuova nave di Amnesty International, ferme anche le organizzazioni tedesche, Sea Eye, Mission Lifeline, Sos Humanity, solo la Sea Watch con la sua nuova nave colosso, è partita proprio ieri”. Questo, però, solo esclusivamente grazie “allo sforzo dei sostenitori, perché le altre cinque missioni pianificate per il 2023 non hanno ancora trovato finanziamenti”.

Una situazione che si affianca alla forte presa di mano del ministro Piantedosi, che – come disposto dal decreto Ong – sarà pronto a sequestrare la Geo Barents e multarla per una somma pari a 10mila euro, al momento del suo arrivo a La Spezia. Questo perché l’imbarcazione di Medici senza frontiere sta navigando con a bordo 237 persone, salvate però in tre operazioni differenti.


Nel frattempo, mentre il Viminale attende la conversione in legge del proprio decreto, Piantedosi ha già messo sul piatto di Bruxelles un nuovo Patto per l’asilo e l’immigrazione. Il contenuto, sempre secondo Rep, riguarderebbe “la proposta per una terza via sui rimpatri, sulla scia di quella che sembra essere diventata la linea capace di catalizzare i consensi dei 27 Paesi Ue sotto la presidenza svedese. A Stoccolma, alla prima riunione dei ministri dell’Interno europei, Piantedosi ha illustrato il suo progetto di rimpatri forzati accompagnati: una terza via rispetto ai rimpatri forzati e ai rimpatri volontari assistiti di cui si occupa l’Oim, ma in numeri tali che non riescono a incidere sul numero dei migranti irregolari che restano in Europa”.
non donate nulla a sti truffatori. Che si arrangino quelli che li foraggiano di mazzette.
 
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Geo Barents, accertamenti dopo lo sbarco: la Ong nel mirino

28 gennaio 2023
  • Geo Barents, accertamenti dopo lo sbarco: la Ong nel mirino
Geo Barents, accertamenti dopo lo sbarco: la Ong nel mirino

Nuovi problemi sul fronte immigrazione. Questa volta nel mirino dei controlli in Italia ci è finita la Geo Barents. "Al termine delle operazioni di sbarco inizieranno gli accertamenti che saranno complessi e accurati da parte delle autorità competenti", ha fatto sapere il prefetto di La Spezia Maria Luisa Inversini, dopo l’attracco in porto della nave di Medici senza frontiere.

"Il mio intervento sarà in seconda battuta - ha proseguito il prefetto sentito dall'Adnkronos -. È la prima volta e vogliamo procedere nel miglior modo possibile". Con le verifiche, in particolare, si dovrà accertare se la nave della ong si è attenuta alle norme di condotta sui soccorsi contenute nel recente decreto immigrazione. Eventuali violazioni, infatti, potrebbero comportare sanzioni. E nella peggiore delle ipotesi anche il fermo della nave.
 
Ultima modifica:
"Opportuni accertamenti". Geo Barents arriva a La Spezia: rischia il fermo

il rischio
Piantedosi non perdona.
Nel caso venissero ravvisate violazioni al decreto Piantedosi, il comandante della nave rischia un'ammenda amministrativa da 10 a 50 mila euro e il fermo della nave per 60 giorni, su disposizione del prefetto ligure. Gli accertamenti richiederanno giorni di lavoro da parte delle autorità.
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