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Serve forza lavoro a basso costo, poi i costi accessori li si mette in carico alle tasse pagate allo Stato.Forse invece che immigrazione dovremmo iniziare a chiamarla deportazione.
deve farla la ue il servizio di pattugliamento e respingimento perchè i locali hanno già dimostrato che non sono affidabili e si fanno corrompere troppo facilmente per far partire le barche e chiudere gli occhi.....ne fermano 1 ogni tanto e ne fanno passare 10.........svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaMigranti, il piano di Ursula von der Leyen: fondi Ue per costruire barriere ai confini
La svolta: rimpatri più rapidi, motovedette a Tunisia ed Egitto. Attenzione rafforzata nei Balcani, ci saranno hotspot
27 Gennaio 2023 alle 01:00
Hai capito proprio tutto tu......deve farla la ue il servizio di pattugliamento e respingimento perchè i locali hanno già dimostrato che non sono affidabili e si fanno corrompere troppo facilmente per far partire le barche e chiudere gli occhi.....ne fermano 1 ogni tanto e ne fanno passare 10.........svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Infatti.....i migranti purtroppo non si possono respingere se entrano nelle acque territoriali......maledizione.....
Perché Accecati dall'ideologia. Purtroppo i danni sono irreversibili.Infatti.....i migranti purtroppo non si possono respingere se entrano nelle acque territoriali......maledizione.....
Quindi l'unico rimedio e' bloccare le partenze all'origine come prima cosa e poi quando arrivano e risultano irregolari,
via subito ai rimpatri massicci.....
Per capirlo ci hanno messo 20 anni.....e un degrado continuo.
non donate nulla a sti truffatori. Che si arrangino quelli che li foraggiano di mazzette.Migranti, le Ong alzano bandiera bianca - Redazione
L’aumento dei costi del carburante per affrontare i lunghi viaggi obbligano le Ong a non partire
Redazione 28 Gennaio 2023, 9:00
Ong esautorate. È questo il primo effetto del decreto governativo di Giorgia Meloni, dopo aver imposto alle organizzazioni non governative di recarsi al porto sicuro, assegnato “senza ritardo per il completamento dell’intervento di soccorso”. Proprio nella giornata di ieri, raccontavamo il tentativo della nave Geo Barents di sfidare le norme dell’esecutivo italiano, compiendo di fatto più operazioni di salvataggio – e quindi in violazione delle imposizioni del ministro Piantedosi – mentre era in corso il raggiungimento del porto di La Spezia.
Ebbene, lo scenario potrebbe mutare molto presto. Secondo La Repubblica, infatti, le Ong starebbero faticando a sostenere economicamente i lunghi viaggi per raggiungere i porti sicuri, assegnati di volta in volta dal governo Meloni. Una “mossa” che segna inesorabilmente un aumento dei costi anche per le organizzazioni più strutturate, come Medici senza frontiere e Sos Mediterranée, soprattutto a causa dell’incremento del prezzo del carburante.
E questo pare essere il caso proprio della Geo Barents, nonché della nave Ocean Viking, che si trovano a compiere il terzo viaggio a lunga percorrenza. “I due mesi di applicazione della nuova strategia del Viminale – prosegue Rep – hanno di fatto decimato la flotta. I costi insostenibili del carburante, necessario per coprire tratte così lunghe, hanno di fatto già costretto molte navi a fermarsi e le Ong ad avviare campagne straordinarie di donazioni“. Ad oggi, prosegue il quotidiano, sono “ferme la spagnola Open Arms e l’italiana Mediterranea, ferma la nuova nave di Amnesty International, ferme anche le organizzazioni tedesche, Sea Eye, Mission Lifeline, Sos Humanity, solo la Sea Watch con la sua nuova nave colosso, è partita proprio ieri”. Questo, però, solo esclusivamente grazie “allo sforzo dei sostenitori, perché le altre cinque missioni pianificate per il 2023 non hanno ancora trovato finanziamenti”.
Una situazione che si affianca alla forte presa di mano del ministro Piantedosi, che – come disposto dal decreto Ong – sarà pronto a sequestrare la Geo Barents e multarla per una somma pari a 10mila euro, al momento del suo arrivo a La Spezia. Questo perché l’imbarcazione di Medici senza frontiere sta navigando con a bordo 237 persone, salvate però in tre operazioni differenti.
Nel frattempo, mentre il Viminale attende la conversione in legge del proprio decreto, Piantedosi ha già messo sul piatto di Bruxelles un nuovo Patto per l’asilo e l’immigrazione. Il contenuto, sempre secondo Rep, riguarderebbe “la proposta per una terza via sui rimpatri, sulla scia di quella che sembra essere diventata la linea capace di catalizzare i consensi dei 27 Paesi Ue sotto la presidenza svedese. A Stoccolma, alla prima riunione dei ministri dell’Interno europei, Piantedosi ha illustrato il suo progetto di rimpatri forzati accompagnati: una terza via rispetto ai rimpatri forzati e ai rimpatri volontari assistiti di cui si occupa l’Oim, ma in numeri tali che non riescono a incidere sul numero dei migranti irregolari che restano in Europa”.
La classe dirigente europea non ha capito niente e si fa fregare allegramente dagli Arabi.