Con la DC e senza risorse extra,l'Italia era la quinta potenza mondiale negli anni 80

Difatti il debito fatto in quegli anni, passando dal 60% al 120% del PIL in poco più di 10 anni, è esattamente uno dei motivi principali per cui oggi siamo nella medda. Ce lo siamo portato sul groppone entrando nell’euro, e ora che non abbiamo più una moneta sovrana siamo costretti a svalutare il lavoro invece che la valuta.

La ricchezza di quegli anni era tutta fatta di “buffi” statali che ora ricadono sulle spalle dei figli di chi ha goduto di spese facili, pensioni baby e casse del Mezzogiorno.

Se anche oggi al governo ci fosse Gesuccristo, questo non cambierebbe di una virgola. Il cappio che abbiamo al collo è fatto di una corda fabbricata in quegli anni.
E' solo un pezzo e pure piccolo di ciò che è successo:
Ergo:
Stefm: Per esempio.... SE ci fossimo tenuti le industrie e quindi politiche adatte per tenercele ovvero come la Francia che sono STRATEGICHE come un asset militare ed è così ... SE nel 2002/2007 con gli interessi bassissimi ci avessimo dato dentro a segare il debito... SE si fosse capito per tempo l'importanza della demografia ergo la famiglia ed invece di correre dietro alle fesserie lgbt avessero dato 30k ad ogni donna per figlio ... SE invece di regalare Autostrade alla famiglia B. ce le fossimo tenute ed i proventi tenuti per noi e dopo oltre 20 anni si parla di decine e decine di miliardi euro da poter usare per noi ...ma ci sono decine di esempi (ho volutamente tralasciato le decine di miliardi per la migrazione presuntamente usati per lavanderia mafiosa) ecco: A quest'ora si parlerebbe di un'altra Italia.
 
E' solo un pezzo e pure piccolo di ciò che è successo:
Ergo:
Stefm: Per esempio.... SE ci fossimo tenuti le industrie e quindi politiche adatte per tenercele ovvero come la Francia che sono STRATEGICHE come un asset militare ed è così ... SE nel 2002/2007 con gli interessi bassissimi ci avessimo dato dentro a segare il debito... SE si fosse capito per tempo l'importanza della demografia ergo la famiglia ed invece di correre dietro alle fesserie lgbt avessero dato 30k ad ogni donna per figlio ... SE invece di regalare Autostrade alla famiglia B. ce le fossimo tenute ed i proventi tenuti per noi e dopo oltre 20 anni si parla di decine e decine di miliardi euro da poter usare per noi ...ma ci sono decine di esempi (ho volutamente tralasciato le decine di miliardi per la migrazione presuntamente usati per lavanderia mafiosa) ecco: A quest'ora si parlerebbe di un'altra Italia.

Esattamente.

Per l'esattezza l'Italia inizia il vero e proprio distacco nel 2000. Sino all'entrata nello SME, il suo ritorno, l'Italia riesce a recuperare competitività perchè scaricava l'inefficienza pubblica nella svalutazione della moneta, in altri termini la spesa corrente era sempre tenuta a bada dall'inflazione.

A differenza di ciò che si crede la lira serviva non ad aumentare il vantaggio competitivo dell'industria italiana bensì a tenere a bada il mostro della spesa pubblica. Nel momento in cui ciò non fu possibile l'aumento nominale della spesa pubblia si traslò in aumento reale, per coprire il quale la pressione fiscale inizia a cresce con progressione sempre più forte sino a toccare le vette di ora che si aggira intorno al 60% del PIL al netto della quota nero di dubbia intensità.

Aumentando il fabbisogno reale aumentarono pure le politiche di repressione vedi Equitalia, pignoramenti, blocchi, durc, ganasce, l'aumento della pressione fiscale innescò la fuoriuscita e/o il declino dei grandi gruppi industriali che non poterono competere con gli altri in un mondo in cui la pressione fiscale invece diminuiva sensibilmente, inoltre si bloccarono completamente gli investimenti netti esteri e con essi la circolarità economica che avrebbe fatto importare le best practice a livello mondiale condannando l'Italia all'arretramento.

Ma l'effetto di spingere così tanto la pressione fiscale per coprire il mostro della spesa pubblica ha fatto diminuire in maniera più che proporzionale la base imponibile così che oggi anno domini 2020 l'Italia ha un PIL nominale (nero compreso) di 1550 mld e debito pubblico che a fine anno toccherà la stratosferica cifra di 2600 mld di euro per un rapporto debito/pil ormai prossimo al 170% e in vista del 200%.

Ergo ormai non può che accadere una delle seguenti opzioni:
1) default con contrazione nominale della spesa pubblica, contrazione forte tipo eliminazione della 13°, taglio del 10-20% dei salari e delle pensioni pubbliche se non maggiore;

2) uscita dall'euro.

Si sta solo comprando tempo.
 
E' solo un pezzo e pure piccolo di ciò che è successo:
Ergo:
Stefm: Per esempio.... SE ci fossimo tenuti le industrie e quindi politiche adatte per tenercele ovvero come la Francia che sono STRATEGICHE come un asset militare ed è così ... SE nel 2002/2007 con gli interessi bassissimi ci avessimo dato dentro a segare il debito... SE si fosse capito per tempo l'importanza della demografia ergo la famiglia ed invece di correre dietro alle fesserie lgbt avessero dato 30k ad ogni donna per figlio ... SE invece di regalare Autostrade alla famiglia B. ce le fossimo tenute ed i proventi tenuti per noi e dopo oltre 20 anni si parla di decine e decine di miliardi euro da poter usare per noi ...ma ci sono decine di esempi (ho volutamente tralasciato le decine di miliardi per la migrazione presuntamente usati per lavanderia mafiosa) ecco: A quest'ora si parlerebbe di un'altra Italia.

sono d'accordo,il mio intervento sul debito e' parte del problema(e' partito tutto da li comunque)ma l'anno 1992 per un'infinita' di cose e' stato l'inizio del macello attuale,la cosa peggiore poi e' stata che la sx,quella che doveva difendere certi valori statali e' stata invece la piu' lesta a mischiare le carte,bersani in primis

Privatizzazioni in Italia - Wikipedia
HMY Britannia (1953) - Wikipedia

se avete la pazienza di leggervi i link vedrete pure che il tanto osannato mario draghi e' stato implicato in questo,uomo formatosi in Goldman Sachs,guarda caso.....

articolo recente,altro lavaggio del cervello fatto negli anni(non a me),le privatizzazioni avrebbero portato i prezzi al ribasso per la concorrenza,ma per i generi-bisogni primari e' un discorso che non regge,guarda caso gli aumenti maggiori vanno sempre a carico della classe media

Elettricita, il flop del mercato libero. Per le famiglie bollette piu care del 26% - Il Fatto Quotidiano
 

Allegati

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Poi sono arrivati i comunisti al governo,spesso e volentieri al governo senza passare tramite elezioni, hanno importato i loro africani illegali, hanno applicato le loro teorie fallimentari e il Paese è sprofondato.
Da quinta potenza mondiale a mendicare aiuti all'Europa.

Complimenti.



:bye:

Ma quale 5A potenza ? Ringrazia dio che stavi sotto lo scudo americano ,c'era il comunismo a 100 km e al nostro interno il piu grande partito comunista dell'occidente .Ci hanno foraggiato fino alla caduta del comunismo ,ci hanno lasciato fare debito pubblico ,pensioni stratosferiche ,evasione fiscale incontrollata ,assunzioni di milioni di persone nel pubblico ......Poi è caduto il comunismo e allora ci hanno detto adesso camminate con le vostre gambe e taaaac, il prelievo forzoso ,taaaac , l'entrata nell'euro .......Siamo sempre i semianalfabeti ,in economia, che non hanno saputo trasformarsi e associarsi ,rimanendo piccoli per essere spazzati via . Popolo di individualisti e conservatori del medioevo ,illiberali e reazionari .Non è un caso che il cattolicesimo e il comunismo qui hanno attecchito alla grande .
 
Esattamente.

Per l'esattezza l'Italia inizia il vero e proprio distacco nel 2000. Sino all'entrata nello SME, il suo ritorno, l'Italia riesce a recuperare competitività perchè scaricava l'inefficienza pubblica nella svalutazione della moneta, in altri termini la spesa corrente era sempre tenuta a bada dall'inflazione.

A differenza di ciò che si crede la lira serviva non ad aumentare il vantaggio competitivo dell'industria italiana bensì a tenere a bada il mostro della spesa pubblica. Nel momento in cui ciò non fu possibile l'aumento nominale della spesa pubblia si traslò in aumento reale, per coprire il quale la pressione fiscale inizia a cresce con progressione sempre più forte sino a toccare le vette di ora che si aggira intorno al 60% del PIL al netto della quota nero di dubbia intensità.

Aumentando il fabbisogno reale aumentarono pure le politiche di repressione vedi Equitalia, pignoramenti, blocchi, durc, ganasce, l'aumento della pressione fiscale innescò la fuoriuscita e/o il declino dei grandi gruppi industriali che non poterono competere con gli altri in un mondo in cui la pressione fiscale invece diminuiva sensibilmente, inoltre si bloccarono completamente gli investimenti netti esteri e con essi la circolarità economica che avrebbe fatto importare le best practice a livello mondiale condannando l'Italia all'arretramento.

Ma l'effetto di spingere così tanto la pressione fiscale per coprire il mostro della spesa pubblica ha fatto diminuire in maniera più che proporzionale la base imponibile così che oggi anno domini 2020 l'Italia ha un PIL nominale (nero compreso) di 1550 mld e debito pubblico che a fine anno toccherà la stratosferica cifra di 2600 mld di euro per un rapporto debito/pil ormai prossimo al 170% e in vista del 200%.

Ergo ormai non può che accadere una delle seguenti opzioni:
1) default con contrazione nominale della spesa pubblica, contrazione forte tipo eliminazione della 13°, taglio del 10-20% dei salari e delle pensioni pubbliche se non maggiore;

2) uscita dall'euro.

Si sta solo comprando tempo.

Purtroppo.
 
Esattamente.

Per l'esattezza l'Italia inizia il vero e proprio distacco nel 2000. Sino all'entrata nello SME, il suo ritorno, l'Italia riesce a recuperare competitività perchè scaricava l'inefficienza pubblica nella svalutazione della moneta, in altri termini la spesa corrente era sempre tenuta a bada dall'inflazione.

A differenza di ciò che si crede la lira serviva non ad aumentare il vantaggio competitivo dell'industria italiana bensì a tenere a bada il mostro della spesa pubblica. Nel momento in cui ciò non fu possibile l'aumento nominale della spesa pubblia si traslò in aumento reale, per coprire il quale la pressione fiscale inizia a cresce con progressione sempre più forte sino a toccare le vette di ora che si aggira intorno al 60% del PIL al netto della quota nero di dubbia intensità.

Aumentando il fabbisogno reale aumentarono pure le politiche di repressione vedi Equitalia, pignoramenti, blocchi, durc, ganasce, l'aumento della pressione fiscale innescò la fuoriuscita e/o il declino dei grandi gruppi industriali che non poterono competere con gli altri in un mondo in cui la pressione fiscale invece diminuiva sensibilmente, inoltre si bloccarono completamente gli investimenti netti esteri e con essi la circolarità economica che avrebbe fatto importare le best practice a livello mondiale condannando l'Italia all'arretramento.

Ma l'effetto di spingere così tanto la pressione fiscale per coprire il mostro della spesa pubblica ha fatto diminuire in maniera più che proporzionale la base imponibile così che oggi anno domini 2020 l'Italia ha un PIL nominale (nero compreso) di 1550 mld e debito pubblico che a fine anno toccherà la stratosferica cifra di 2600 mld di euro per un rapporto debito/pil ormai prossimo al 170% e in vista del 200%.

Ergo ormai non può che accadere una delle seguenti opzioni:
1) default con contrazione nominale della spesa pubblica, contrazione forte tipo eliminazione della 13°, taglio del 10-20% dei salari e delle pensioni pubbliche se non maggiore;

2) uscita dall'euro.

Si sta solo comprando tempo.
Ha fatto bene quell'utente che ha postato una citazione dell'ex cancelleriere tedesco riguarda l'italia e l'euro.

Non che io voglia dare la colpa all'euro ma diciamo questo è stato ciò che ha fatto emergere un problema sistemico neutralizzando i sistemi di autogestione interni e mettendo in moto l'effetto a catena che noi tutti conosciamo anche se non limiterei il problema a questioni economiche.

Corruzione, legge inesistente o peggio manipolata per ragioni politiche così come altre cose vanno ad aggravare il quadro.
 
Negli anni 80 i sessantottini non erano la classe dirigente del paese e non erano la maggiore forza elettorale numericamente.

gli ideologi 35enni nel 1968 sono proprio quelli che nel 1985 occupavano le poltrone e non solo nel pubblico

al grido di "socializzare le perdite tue e intascare il buono di produzione mio" una bella spallata al paese sano l'hanno data proprio loro

potete sempre informarvi su cosa facessero i vari Craxi nel 1968
 
Ma quale 5A potenza ? Ringrazia dio che stavi sotto lo scudo americano ,c'era il comunismo a 100 km e al nostro interno il piu grande partito comunista dell'occidente .Ci hanno foraggiato fino alla caduta del comunismo ,ci hanno lasciato fare debito pubblico ,pensioni stratosferiche ,evasione fiscale incontrollata ,assunzioni di milioni di persone nel pubblico ......Poi è caduto il comunismo e allora ci hanno detto adesso camminate con le vostre gambe e taaaac, il prelievo forzoso ,taaaac , l'entrata nell'euro .......Siamo sempre i semianalfabeti ,in economia, che non hanno saputo trasformarsi e associarsi ,rimanendo piccoli per essere spazzati via . Popolo di individualisti e conservatori del medioevo ,illiberali e reazionari .Non è un caso che il cattolicesimo e il comunismo qui hanno attecchito alla grande .

Praticamente abbiamo fatto il Comunismo per combattere il Comunismo? Furbi :D
 

ma sempre alle stesse balle dobbiamo replicare?
nel 1974, quindi prima del 1981 accadeva QUESTO: come lo spiegano gli scemari?

Il 31 agosto 1974 il cancelliere tedesco Helmut Schmidt, socialdemocratico, e il presidente del consiglio italiano, Mariano Rumor, democristiano (il quinto governo Rumor – Dc, Psi, Psdi – dura neanche un anno, da marzo a novembre 1974) sono ritratti mentre si danno la mano in quel di Bellagio, sul lago di Como. Hanno appena stretto un accordo. Lasciamo che a spiegarcelo siano le parole di Francesco Forte, economista (sarà poi ministro con Fanfani e con Craxi) pubblicate nella Stampa del giorno successivo. «La Banca federale germanica metterà a disposizione della Banca d’Italia per un biennio, con un onere di interessi uguale a quello dei buoni del Tesoro degli Stati Uniti, due miliardi di dollari contenuti nelle proprie riserve. La Banca d’Italia, dal canto suo, garantisce il ripagamento delle somme utilizzate su tale apertura di credito mediante una quota d’oro delle sue riserve».
L’oro, in ogni caso, non viene trasferito, rimane fisicamente in via Nazionale e Roma si impegna a ripagare il debito in dollari. Soltanto se non fosse stata in grado di ripagarlo, sarebbe stato materialmente trasferito l’oro.

L’Italia non è in grado di ripagare il debito alla Germania e dopo due anni il prestito viene rinegoziato. Questa volta nei giornali l’accento è posto con meno rilievo sul prestito accordato e molto di più sull’oro dato in garanzia. “Bonn ha rinnovato il prestito all’Italia con una garanzia di 650 tonnellate d’oro”, titola La Stampa del 26 agosto 1976 (interessante notare il ruolo del mese d’agosto nelle crisi economico-finanziarie). Ora siamo a un quarto delle riserve auree italiane perché nel frattempo il dollaro si era rivalutato (un dollaro Usa valeva 841 lire italiane, pari a € 0,43; oggi quota € 0,70), mentre il valore dell’oro era sceso da $ 155 l’oncia del 1974 a $ 103 nel 1976 (oggi è quotato $ 1.700 per oncia).

Rimane però un problema di fondo: il governo ha bisogno di rastrellare risorse per evitare che camion carichi di lingotti prendano la via di Francoforte (lo eviterà) e per ricostruire il Friuli (sarà ricostruito a tempo di record, poi mai più così).

Quindi che fa Andreotti? Vara una manovra aggiuntiva. Solo che al tempo non si chiamava in questo modo, si preferiva adottare il termine “stangata“ mutuato dall’omonimo film del 1973 con Paul Newman e Robert Redford. Viene aumentato di 25 lire il costo della giocata di ogni colonna del Totocalcio e soprattutto viene introdotto il superbollo sulle vetture diesel e a gas che, abolito nel 1997, influenzerà per vent’anni il mercato dell’auto in Italia favorendo i modelli a benzina. La torchiatura non è sufficiente e qualche mese più tardi, nel marzo 1977, Andreotti per risparmiare di più abolisce un po’ di festività religiose (era democristiano, poteva permetterselo, mica come adesso che dicono tutti di essere laici) e ne sposta un paio di civili: 2 giugno e 4 novembre vengono accorpate alla domenica successiva, mentre vengono soppresse Epifania, San Giuseppe; Ascensione, Corpus Domini, Santi Pietro e Paolo. Lo stesso Andreotti che l’aveva eliminata, promuoverà poi il ripristino della festa dell’Epifania nel 1985.
 
Esattamente.

Per l'esattezza l'Italia inizia il vero e proprio distacco nel 2000. Sino all'entrata nello SME, il suo ritorno, l'Italia riesce a recuperare competitività perchè scaricava l'inefficienza pubblica nella svalutazione della moneta, in altri termini la spesa corrente era sempre tenuta a bada dall'inflazione.

A differenza di ciò che si crede la lira serviva non ad aumentare il vantaggio competitivo dell'industria italiana bensì a tenere a bada il mostro della spesa pubblica. Nel momento in cui ciò non fu possibile l'aumento nominale della spesa pubblia si traslò in aumento reale, per coprire il quale la pressione fiscale inizia a cresce con progressione sempre più forte sino a toccare le vette di ora che si aggira intorno al 60% del PIL al netto della quota nero di dubbia intensità.

Aumentando il fabbisogno reale aumentarono pure le politiche di repressione vedi Equitalia, pignoramenti, blocchi, durc, ganasce, l'aumento della pressione fiscale innescò la fuoriuscita e/o il declino dei grandi gruppi industriali che non poterono competere con gli altri in un mondo in cui la pressione fiscale invece diminuiva sensibilmente, inoltre si bloccarono completamente gli investimenti netti esteri e con essi la circolarità economica che avrebbe fatto importare le best practice a livello mondiale condannando l'Italia all'arretramento.

Ma l'effetto di spingere così tanto la pressione fiscale per coprire il mostro della spesa pubblica ha fatto diminuire in maniera più che proporzionale la base imponibile così che oggi anno domini 2020 l'Italia ha un PIL nominale (nero compreso) di 1550 mld e debito pubblico che a fine anno toccherà la stratosferica cifra di 2600 mld di euro per un rapporto debito/pil ormai prossimo al 170% e in vista del 200%.

Ergo ormai non può che accadere una delle seguenti opzioni:
1) default con contrazione nominale della spesa pubblica, contrazione forte tipo eliminazione della 13°, taglio del 10-20% dei salari e delle pensioni pubbliche se non maggiore;

2) uscita dall'euro.

Si sta solo comprando tempo.


La sx come sempre ultra ideologizzata pensava di forzare le cose e far cambiare certi comportamenti a spingendo a priori.
La Lira è sempre stata debole e svalutata perchè l'Italia è così.
Pensare di forzare la natura di un Paese costringendolo ad adottare una moneta non adatta porta ovviamente ad una serie di conseguenze che tutti noi oggi vediamo.

Vuoi la moneta forte,tassi bassi e bassa inflazione?
Ok ma questo richiede una disciplina fiscale e una struttura innovativa industriale che l'Italia non ha.

Allora becchiamoci 20 anni di crescita del PIL bassissima.

"Eh ma se l'Italia diventa così, se innova, se qui, se là...".
Se,se,se.


L'Italia non è così. PUNTO.


Sene prenda atto e si faccia meno gli altezzosi.




:bye:
 
Esattamente.

Per l'esattezza l'Italia inizia il vero e proprio distacco nel 2000. Sino all'entrata nello SME, il suo ritorno, l'Italia riesce a recuperare competitività perchè scaricava l'inefficienza pubblica nella svalutazione della moneta, in altri termini la spesa corrente era sempre tenuta a bada dall'inflazione.

A differenza di ciò che si crede la lira serviva non ad aumentare il vantaggio competitivo dell'industria italiana bensì a tenere a bada il mostro della spesa pubblica. Nel momento in cui ciò non fu possibile l'aumento nominale della spesa pubblia si traslò in aumento reale, per coprire il quale la pressione fiscale inizia a cresce con progressione sempre più forte sino a toccare le vette di ora che si aggira intorno al 60% del PIL al netto della quota nero di dubbia intensità.

Aumentando il fabbisogno reale aumentarono pure le politiche di repressione vedi Equitalia, pignoramenti, blocchi, durc, ganasce, l'aumento della pressione fiscale innescò la fuoriuscita e/o il declino dei grandi gruppi industriali che non poterono competere con gli altri in un mondo in cui la pressione fiscale invece diminuiva sensibilmente, inoltre si bloccarono completamente gli investimenti netti esteri e con essi la circolarità economica che avrebbe fatto importare le best practice a livello mondiale condannando l'Italia all'arretramento.

Ma l'effetto di spingere così tanto la pressione fiscale per coprire il mostro della spesa pubblica ha fatto diminuire in maniera più che proporzionale la base imponibile così che oggi anno domini 2020 l'Italia ha un PIL nominale (nero compreso) di 1550 mld e debito pubblico che a fine anno toccherà la stratosferica cifra di 2600 mld di euro per un rapporto debito/pil ormai prossimo al 170% e in vista del 200%.

Ergo ormai non può che accadere una delle seguenti opzioni:
1) default con contrazione nominale della spesa pubblica, contrazione forte tipo eliminazione della 13°, taglio del 10-20% dei salari e delle pensioni pubbliche se non maggiore;

2) uscita dall'euro.

Si sta solo comprando tempo.

l'effetto taumaturgico della lira :rolleyes:
semplicemente c'era una tassa occulta, che gravava sulle categorie più deboli: l'inflazione, o meglio alto tasso d'inflazione, chiamarla iper è esagerato

e che cosa propongono, GUARDA CASO, i sovragnisti oggi? uscire dall'euro, tornare alla lira, valuta destinata a svalutarsi e a far ripartire una forte inflazione, che svaluterebbe il debito in termini reali
cioè mettere una doppia tassa OCCULTA:
patrimoniale di fatto su chi possiede risparmi in asset finanziari e non solo
inflazione che colpisce le classi più deboli e meno propense all'evasione fiscale (ma solo perchè dipendenti e pensionati NON possono evadere)

bella soluzione :rolleyes:
 
ma sempre alle stesse balle dobbiamo replicare?
nel 1974, quindi prima del 1981 accadeva QUESTO: come lo spiegano gli scemari?

Il 31 agosto 1974 il cancelliere tedesco Helmut Schmidt, socialdemocratico, e il presidente del consiglio italiano, Mariano Rumor, democristiano (il quinto governo Rumor – Dc, Psi, Psdi – dura neanche un anno, da marzo a novembre 1974) sono ritratti mentre si danno la mano in quel di Bellagio, sul lago di Como. Hanno appena stretto un accordo. Lasciamo che a spiegarcelo siano le parole di Francesco Forte, economista (sarà poi ministro con Fanfani e con Craxi) pubblicate nella Stampa del giorno successivo. «La Banca federale germanica metterà a disposizione della Banca d’Italia per un biennio, con un onere di interessi uguale a quello dei buoni del Tesoro degli Stati Uniti, due miliardi di dollari contenuti nelle proprie riserve. La Banca d’Italia, dal canto suo, garantisce il ripagamento delle somme utilizzate su tale apertura di credito mediante una quota d’oro delle sue riserve».
L’oro, in ogni caso, non viene trasferito, rimane fisicamente in via Nazionale e Roma si impegna a ripagare il debito in dollari. Soltanto se non fosse stata in grado di ripagarlo, sarebbe stato materialmente trasferito l’oro.

L’Italia non è in grado di ripagare il debito alla Germania e dopo due anni il prestito viene rinegoziato. Questa volta nei giornali l’accento è posto con meno rilievo sul prestito accordato e molto di più sull’oro dato in garanzia. “Bonn ha rinnovato il prestito all’Italia con una garanzia di 650 tonnellate d’oro”, titola La Stampa del 26 agosto 1976 (interessante notare il ruolo del mese d’agosto nelle crisi economico-finanziarie). Ora siamo a un quarto delle riserve auree italiane perché nel frattempo il dollaro si era rivalutato (un dollaro Usa valeva 841 lire italiane, pari a € 0,43; oggi quota € 0,70), mentre il valore dell’oro era sceso da $ 155 l’oncia del 1974 a $ 103 nel 1976 (oggi è quotato $ 1.700 per oncia).

Rimane però un problema di fondo: il governo ha bisogno di rastrellare risorse per evitare che camion carichi di lingotti prendano la via di Francoforte (lo eviterà) e per ricostruire il Friuli (sarà ricostruito a tempo di record, poi mai più così).

Quindi che fa Andreotti? Vara una manovra aggiuntiva. Solo che al tempo non si chiamava in questo modo, si preferiva adottare il termine “stangata“ mutuato dall’omonimo film del 1973 con Paul Newman e Robert Redford. Viene aumentato di 25 lire il costo della giocata di ogni colonna del Totocalcio e soprattutto viene introdotto il superbollo sulle vetture diesel e a gas che, abolito nel 1997, influenzerà per vent’anni il mercato dell’auto in Italia favorendo i modelli a benzina. La torchiatura non è sufficiente e qualche mese più tardi, nel marzo 1977, Andreotti per risparmiare di più abolisce un po’ di festività religiose (era democristiano, poteva permetterselo, mica come adesso che dicono tutti di essere laici) e ne sposta un paio di civili: 2 giugno e 4 novembre vengono accorpate alla domenica successiva, mentre vengono soppresse Epifania, San Giuseppe; Ascensione, Corpus Domini, Santi Pietro e Paolo. Lo stesso Andreotti che l’aveva eliminata, promuoverà poi il ripristino della festa dell’Epifania nel 1985.

Gli anni ’70 sono stati un decennio molto difficile per l’Italia, non solo per i problemi globali dell’economia ma soprattutto per la scarsa tenuta del tessuto sociale e delle istituzioni. Il vento di rivendicazioni e proteste pacifiche del ’68 fu sostituito da un’ondata di estremismo violento, sia di destra che di sinistra.

Nello Stivale si formarono numerose cellule terroristiche ben organizzate. In soli dieci anni si registrano 6 stragi, con decine di morti e centinaia di feriti. Personaggi di rilievo della politica e della società italiana vennero rapiti, uccisi o torturati.

La fine degli accordi di Bretton Woods

Il destino economico e geopolitco dell’Italia era legato a doppio filo con quello statunitense. Gli anni ’70 furono un periodo buio sia per la politica estera che per la crescita economica americana e l’Italia ne subì le conseguenze.

Con una dichiarazione del tutto inaspettata, Nixon, nel 1971, mise fine al Sistema Monetario di Bretton Woods. Questo era nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale ed aveva accompagnato l’Italia durante il Boom Economico degli anni ’50 e ’60.

Dagli accordi di Bretton Woods, nel 1944, nacque un sistema monetario a cambi fissi: tutte le monete dei paesi aderenti erano convertibili in Dollaro Americano, mentre quest’ultimo era convertibile in oro. L’economia italiana fu una di quelle che più di tutte riuscì a beneficiare di Bretton Woods. Il rigore nella politica monetaria permise di contenere l’inflazione e dare stabilità al sistema finanziario della Penisola. Perduto il vincolo imposto dagli accordi presi nel 1944, iniziò un periodo di forte svalutazione della lira rispetto al dollaro, che perdurerà per tutto il decennio degli anni ’70.

il resto lo fecero ministero del tesoro e la Banca degli (italiani).:p:p:p:p
 
Gli anni ’70 sono stati un decennio molto difficile per l’Italia, non solo per i problemi globali dell’economia ma soprattutto per la scarsa tenuta del tessuto sociale e delle istituzioni. Il vento di rivendicazioni e proteste pacifiche del ’68 fu sostituito da un’ondata di estremismo violento, sia di destra che di sinistra.

Nello Stivale si formarono numerose cellule terroristiche ben organizzate. In soli dieci anni si registrano 6 stragi, con decine di morti e centinaia di feriti. Personaggi di rilievo della politica e della società italiana vennero rapiti, uccisi o torturati.

La fine degli accordi di Bretton Woods

Il destino economico e geopolitco dell’Italia era legato a doppio filo con quello statunitense. Gli anni ’70 furono un periodo buio sia per la politica estera che per la crescita economica americana e l’Italia ne subì le conseguenze.

Con una dichiarazione del tutto inaspettata, Nixon, nel 1971, mise fine al Sistema Monetario di Bretton Woods. Questo era nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale ed aveva accompagnato l’Italia durante il Boom Economico degli anni ’50 e ’60.

Dagli accordi di Bretton Woods, nel 1944, nacque un sistema monetario a cambi fissi: tutte le monete dei paesi aderenti erano convertibili in Dollaro Americano, mentre quest’ultimo era convertibile in oro. L’economia italiana fu una di quelle che più di tutte riuscì a beneficiare di Bretton Woods. Il rigore nella politica monetaria permise di contenere l’inflazione e dare stabilità al sistema finanziario della Penisola. Perduto il vincolo imposto dagli accordi presi nel 1944, iniziò un periodo di forte svalutazione della lira rispetto al dollaro, che perdurerà per tutto il decennio degli anni ’70.

il resto lo fecero ministero del tesoro e la Banca degli (italiani).:p:p:p:p

bene, quindi la famosa decisione del 1981 non cambiò proprio nulla. anzi, probabilmene permise il boom economico degli anni '80 OK!
 
La sx come sempre ultra ideologizzata pensava di forzare le cose e far cambiare certi comportamenti a spingendo a priori.
La Lira è sempre stata debole e svalutata perchè l'Italia è così.
Pensare di forzare la natura di un Paese costringendolo ad adottare una moneta non adatta porta ovviamente ad una serie di conseguenze che tutti noi oggi vediamo.

Vuoi la moneta forte,tassi bassi e bassa inflazione?
Ok ma questo richiede una disciplina fiscale e una struttura innovativa industriale che l'Italia non ha.

Allora becchiamoci 20 anni di crescita del PIL bassissima.

"Eh ma se l'Italia diventa così, se innova, se qui, se là...".
Se,se,se.


L'Italia non è così. PUNTO.


Sene prenda atto e si faccia meno gli altezzosi.




:bye:

niente di più autenticamente socialista di quanto hai appena scritto

la tua è la filosofia politica di un perdente e infatti aderisci al partito più vecchio d'Italia i cui tratti socialsti sono evidenti a tutti, tranne al popolino rinunciatario che lo vota
 
niente di più autenticamente socialista di quanto hai appena scritto

la tua è la filosofia politica di un perdente e infatti aderisci al partito più vecchio d'Italia i cui tratti socialsti sono evidenti a tutti, tranne al popolino rinunciatario che lo vota

Con tutto il rispetto ma tu hai creato una start-up innovativa?Stai innovando nel tuo piccolo il sistema industriale italiano adattandolo ad una moneta forte o parli e basta?
Perchè parlare è facile, fare è un'altra cosa.


:bye:
 
La sx come sempre ultra ideologizzata pensava di forzare le cose e far cambiare certi comportamenti a spingendo a priori.
La Lira è sempre stata debole e svalutata perchè l'Italia è così.
Pensare di forzare la natura di un Paese costringendolo ad adottare una moneta non adatta porta ovviamente ad una serie di conseguenze che tutti noi oggi vediamo.

Vuoi la moneta forte,tassi bassi e bassa inflazione?
Ok ma questo richiede una disciplina fiscale e una struttura innovativa industriale che l'Italia non ha.

Allora becchiamoci 20 anni di crescita del PIL bassissima.

"Eh ma se l'Italia diventa così, se innova, se qui, se là...".
Se,se,se.


L'Italia non è così. PUNTO.


Sene prenda atto e si faccia meno gli altezzosi.




:bye:

Non è così neanche quando governa la destra? Allora perchè parli solo della sinistra?
 
Con tutto il rispetto ma tu hai creato una start-up innovativa?Stai innovando nel tuo piccolo il sistema industriale italiano adattandolo ad una moneta forte o parli e basta?
Perchè parlare è facile, fare è un'altra cosa.


:bye:

Io sì, la mia non è una startup innovativa in senso stretto ma una "semplice" azienda che opera nell'ICT usando ovviamente tecnologie digitali allo stato dell'arte, e mi sono perfettamente adattato all'euro, il mio mercato è l'intera Europa e non solo l'Italia OK!
quindi?
 
La gente tende sempre al meglio, poi magari fa il peggio, ma l'intenzione è fare il meglio o quello che si pensa essere il meglio, se l'Italia è come è, è perché il popolo italiano l'ha fatta così e meglio non ha saputo fare, fa schifo? Mica tanto eh, tutto il mondo vuole venire qui! Allora da altre parti si sta peggio? Probabilmente nella maggior parte dei posti del mondo si, si sta peggio. Potremmo stare meglio? Certo che si, ma dovremmo far meglio di chi ci ha preceduto, se ne saremo capaci miglioreremo ulteriormente altrimenti regrediremo.

Insomma star meglio o peggio dipende solo da noi, il fatto è che paradossalmente ora stiamo abbastanza bene, chi ce lo fa fare di sbatterci per stare meglio? Serve una crisi pesante, sociale, politica ed economica, allora tireremo fuori le palle e faremo un salto verso il meglio perché solo la necessità aguzza l'ingegno, serve la spinta del bisogno... nel grasso ti accomodi, al magro ti dai da fare.

Il socialismo è il male perché anestetizza il bisogno, soffoca la spinta a migliorare, perché sbattersi se con la redistribuzione si sta bene? Quando non sarà rimasto nulla da redistribuire ci penseremo, come disse una saggia donna, "il socialismo finisce quando finiscono i soldi degli altri", puoi essere socialista quanto vuoi, ma quando per redistribuire pigliano i tuoi soldi, cessi di essere socialista.
 
Ultima modifica:
Con tutto il rispetto ma tu hai creato una start-up innovativa?Stai innovando nel tuo piccolo il sistema industriale italiano adattandolo ad una moneta forte o parli e basta?
Perchè parlare è facile, fare è un'altra cosa.


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un po' di idee le sto mettendo in pratica si

e prima di affidarle seleziono accuratamente i partner

i buffoni che presentano curriculum politici oppure le pur rispettabili persone che trascorrono le giornate sui social, come te, li metto alla porta

il paese vero non ne può più, credimi, e il voto liquido presto premierà gli Zaia e punirà i Salvini

sapevatelo
 
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