Consigli cambio lavoro

penso che l'ambizione o l'interesse per qualcosa, nella vita sia molto importante.
Purtroppo per loro, alcune persone riescono ad individuarla solo nel lavoro, mentre ci sono altre persone che hanno interessi extra lavoro e il lavoro diventa un un po' un ostacolo nel quotidiano...
nel senso, chi lavora 10-11 ore al giorno difficilmente può interessarsi ad altro, quindi vede nel lavoro il suo unico interesse e ragione di vita...
è un brutto loop
NON ho scritto da nessuna parte che non bisogna avere ambizioni, se leggi il post sopra l'ho anche fatto presente, quindi non vedo perchè questa critica quando ti stavo dando, tra l'altro, ragione avendoti quotato.
Si stava parlando di lavoro mica di altro qui.
 
Ultima modifica:
NON ho scritto da nessuna parte che non bisogna avere ambizioni, se leggi il post sopra l'ho anche fatto presente, quindi non vedo perchè questa critica quando ti stavo dando, tra l'altro, ragione avendoti quotato.
mica ti stavo criticando, la mia è una constatazione generale, non rivolta a te in maniera specifica

tra l'altro mi trovo d'accordo in quello che scrivi; non tutti hanno l'ambizione di diventare capo di qualcosa o di qualcuno... e direi per fortuna...
ma chi corre col paraocchi per la gloria lavorativa, considera ciò come mancanza di ambizione perchè non ha altro nella vita all'infuori del suo lavoro
 
mica ti stavo criticando, la mia è una constatazione generale, non rivolta a te in maniera specifica
Si ma si sta parlando di lavoro qui, mica di altro e se ho quotato quella parte delle tue affermazioni mi sembrava abbastanza ovvio che si intendesse che ci sono coloro che sono sottoposti a iper lavoro senza guadagnare cifre da 100K e passa euro.
Lavorare come il tuo capo per quello stipendio ne farei volentieri a meno, oltre al fatto che comunque ci vuole sempre anche la giusta via di mezzo che consenta si di lavorare con impegno ma anche di potere avere sufficiente tempo libero e (pochi, anzi il meno possibile) pensieri al di fuori del lavoro, altrimenti veramente vivi solo di lavoro e male.
 
io comunque sto ancora cercando di capire per 45k lordi, a quanto corrisponde il netto su 14 mensilità...
conoscenze mi hanno indicato come cifra sui 2100 netti al mese

corrisponderebbe sicuramente un livello di responsabilità, diciamo con una media di 1 ora al giorno di straordinario forfettario, quindi 5-6k euro annui "lasciati" / "regalati" all'azienda

a quel punto non vi sembra che la paga oraria diventi molto simile a quella dell'impiegato che si fa i quazzi suoi a 30k?
tralasciando ambizione ecc ecc, mero calcolo della serva
 
Stai facendo un ragionamento che riguarda il tuo ambito personale da DIRIGENTE, mica tutti hanno le stesse ambizioni. :)Mera precisione la mia, nessun flame, sia chiaro. :)
Si, lo so e aggiungo per fortuna che non tutti ambiscono alle posizioni di vertice.
Però, come si diceva più sopra, non bisogna poi lamentarsi di retribuzioni scadenti.
 
Si, lo so e aggiungo per fortuna che non tutti ambiscono alle posizioni di vertice.
Però, come si diceva più sopra, non bisogna poi lamentarsi di retribuzioni scadenti.

Una retribuzione scadente però può esserlo anche in relazione ad un lavoro modesto.
Nel senso che potresti essere pagato poco anche per quel lavoro modesto che fai (e quindi lamentartene), e la soluzione non deve essere perforza ambire alla dirigenza dell'azienda.

Chiaro che non si può ambire a certe cifre se non si è disposti a sacrificare altro / uscire da certe comfort zone, e su questo credo siamo tutti d'accordo.

Ma fin quando i CCNL saran quelli e le aziende possono inquadrare i dipendenti nel CCNL che gli è più congeniale anzichè quello più adatto (anche per il semplice fatto che non esiste quello ad hoc), e quest'ultimi vengono aggiornati (dopo essere scaduti da anni) dai sindacati compiacenti in maniera tale da non pareggiare nemmeno il caro vita/inflazione, un certo lamento lo sentirai sempre, e anche a ragione a mio parere.
 
Si, lo so e aggiungo per fortuna che non tutti ambiscono alle posizioni di vertice.
Però, come si diceva più sopra, non bisogna poi lamentarsi di retribuzioni scadenti.
Su questo hai perfettamente ragione, poi, vabbè, ci sono coloro che sanno già a priori che gli va bene anche una ral bassa a vita, tanto per dirti mio nipote e sua moglie, laureati, e la moglie pure con un dottorato, sono rimasti scottati i primi anni di lavoro e hanno quindi lasciato da parte le ambizioni e scelto di fare gli insegnanti.
Arrivano a 3K al mese insieme e preferiscono avere l'estate libera.

Chiaramente dipende sempre se si guadagna in due, se si ha già un appartamento di proprietà, insomma così su due piedi ral bassa non vuol dire per forza morire di fame, dipende dalle situazioni.
 
Su questo hai perfettamente ragione ma, ripeto, non è che tutta Italia ambisca a ruoli dirigenziali e a ral da 90K in su. Perchè vedo che qui si danno per scontate troppe cose, evidentemente molti degli utenti che scrivono hanno sempre e solo lavorato in ruoli "altolocati".
Poi nessuno nega che avere ambizioni sia errato, anzi, basta però non dare per scontate le cose, perchè a quel punto vorrebbe dire che l'80% e passa di coloro che lavorano sono dei falliti che non avevano ambizioni.
Mi sembra che le fattispecie siano diverse. Nel caso di specie viene data l'opportunità di migliorare economicamente ma non viene colta. Libero di non coglierla. Non ti lamentare poi se da uno stipendio di 1700 euro netti uscirà una pensione di 1300 euro netti e ti troverai stretto. In merito alla tua ultima frase penso che nell'ambito lavorativo (come in altri ambiti) ci sia una selezione e quindi non tutti (anzi pochi) raggiungono i ruoli dirigenziali ma non per questo chi non li raggiunge è un fallito. Semplicemente non aveva le competenze necessarie unite ad un potenziale manageriale.
 
Nel caso di specie si parlava di Ral da 60K (non colta dall'interessato, vero), ma NON di voler raggiungere l'apice dirigenziale o che so che cos'altro ed io di quello parlavo in riferimento ad altro utente.

Se poi si pentirà lo sa solo lui, non sapendo nulla della situazione dell'utente fabioga (magari convive o e sposato con due stipendi, magari ha già casa di proprietà ecc. ed in tal caso le carte in tavola cambiano completamente) è inutile prospettare cose che non sappiamo reputandolo uno sfigato che è al limite della soglia della povertà come detto da qualcun'altro.
Intanto guadagna poco ma fa poco e sta benissimo sotto tutti i punti di vista, diverso se guadagnasse poco e si facesse il qulo e stesse in un ambiente dove ti rompono le scatole, anche questo è da considerare.

Per il resto ho fatto poco sopra l'esempio di mio nipote (40 anni) e di sua moglie (33), a loro sta bene così!
 
Ultima modifica:
secondo me più si sale col livello, più è facile essere messi da parte se non si mantengono le prestazioni richieste.
Spesso è la categoria dei quadri che viene presa di mira per i riassetti aziendali (tra l'altro nelle aziende ben strutturate, ciclicamente ogni 10-15 anni c'è un riassetto)
l'impiegato che fa il suo senza rompere troppo, difficilmente viene toccato a meno che l'azienda non sia in crisi per altri motivi.

semplificando all'estremo; un quadro non può permettersi periodi in cui si rilassa o si disinteressa, perchè viene immediatamente preso di mira, un impiegato può fare anche anni di pura routine e non succede niente o quasi.

bisogna capire quanto sia importante l'incremento salariale; secondo me con le ore forfettarie che ci mette un quadro in più, ogni mese, la paga oraria diventa simile a quella dell'impiegato
Mah, ognuno ha il suo vissuto e non so quanto sia generalizzabile.

Per il mio vissuto la gente che rischia di rimanere a spasso a 50 anni, che in Italia è oggettivamente un problema se non hai raggiunto l’autonomia finanziaria, sono quelli che non apportano valore all’azienda.
Quindi ad esempio il tecnico IT che non si aggiorna e non è disponibile a sbattersi abbastanza per l’introduzione di nuovi sistemi, il commerciale che non si sbatte per aggiornarsi sui nuovi prodotti ecc…
Poi ci sono quadri e dirigenti in posizioni di staff, produttori compulsivi di Power Point quasi sempre inutili che sono anche ottimi candidati a essere cacciati appena la cordata dietro cui hanno fatto carriera viene meno.

L’impiegato che fai il suo, come tu dici, magari si rimpiazza bene con uno stagista.

Per il resto conosco Dirigenti più o meno miei coetanei, ossia ultra sessantenni che vorrebbero farsi licenziare, visti i tanti soldi che dovrebbero prendere in base al contratto nazionale di lavoro, ma non ci riescono. Perché? Perché è gente che ha sempre portato soldi e ci sa fare. L’ultimo, un mio caro amico 62 anni gli hanno dato una “retention letter” …. da morire dal ridere… a 62 anni.
 
Ultima modifica:
Mah, ognuno ha il suo vissuto e non so quanto sia generalizzabile.

Per il mio vissuto la gente che rischia di rimanere a spasso a 50 anni, che in Italia è oggettivamente un problema se non hai raggiunto l’autonomia finanziaria, sono quelli che non apportano valore all’azienda.
Quindi ad esempio il tecnico IT che non si aggiorna e non è disponibile a sbattersi abbastanza per l’introduzione di nuovi sistemi, il commerciale che non si sbatte per aggiornarsi sui nuovi prodotti ecc…
Poi ci sono quadri e dirigenti in posizioni di staff, produttori compulsivi di Power Point quasi sempre inutili che sono anche ottimi candidati a essere cacciati appena la cordata dietro cui hanno fatto carriera viene meno.

L’impiegato che fai il suo, come tu dici, magari si rimpiazza bene con uno stagista.

Per il resto conosco Dirigenti più o meno miei coetanei, ossia ultra sessantenni che vorrebbero farsi licenziare, visti i tanti soldi che dovrebbero prendere in base al contratto nazionale di lavoro, ma non ci riescono. Perché? Perché è gente che ha sempre portato soldi e ci sa fare. L’ultimo, un mio caro amico 62 anni gli hanno dato una “retention letter” …. da morire dal ridere… a 62 anni.
E' questione di mentalità. C'è gente che ha la cultura del lavoro, e lavora tanto e bene a 20, 30,40,50,60 anni.

Per queste persone sarebbe impensabile stare a scaldare la sedia. Poi c'è gente che invece ha la mentalità del fare il meno possibile e prendere i soldi, ecco a questa gente va bene un posto pubblico.

Sono filosofia di vita.
 
Ciao! Bel 3d e bella discussione ;)

Appena cambiato lavoro (dopo poco meno di due anni nell'azienda precedente),
Mi sono scontrato con le tipiche difficoltà di uscita dalla comfort zone nel momento della decisione ma al momento molto contento di aver accettato una nuova sfida con più responsabilità e nuove prospettive di carriera (e meglio retribuito) :)
 
Ultima modifica:
Una retribuzione scadente però può esserlo anche in relazione ad un lavoro modesto.
Nel senso che potresti essere pagato poco anche per quel lavoro modesto che fai (e quindi lamentartene), e la soluzione non deve essere perforza ambire alla dirigenza dell'azienda.

Chiaro che non si può ambire a certe cifre se non si è disposti a sacrificare altro / uscire da certe comfort zone, e su questo credo siamo tutti d'accordo.

Ma fin quando i CCNL saran quelli e le aziende possono inquadrare i dipendenti nel CCNL che gli è più congeniale anzichè quello più adatto (anche per il semplice fatto che non esiste quello ad hoc), e quest'ultimi vengono aggiornati (dopo essere scaduti da anni) dai sindacati compiacenti in maniera tale da non pareggiare nemmeno il caro vita/inflazione, un certo lamento lo sentirai sempre, e anche a ragione a mio parere.
Ma cosa c'entra?

I CCNL fissano i minimi. Poi è lasciato tutto alla contrattazione individuale.

Puoi avere benissimo il CCNL metalmeccanici e portarti a casa 4000 netti al mese ed essere inquadrato anche come impiegato paradossalmente. Poi magari c'è pure il contratto integrativo aziendale.

A me pare che molti qui siano frustrati, hanno la lauretta è pensano di essere chissà chi.

Cito il tuo post:

Accorpa un sacco di mansioni, se ci pensi in sostanza, la commessa dell'Esselunga e l'impiegato IT, sono sotto lo stesso contratto.
Ha pure un livello di ingresso vergognoso (7), che ho visto viene spesso usato per i nuovi apprendisti a cui comunque vengono richieste competenze, ma viene inquadrato come il ragazzino che riempe gli scaffali
(con tutto il rispetto per questi lavori eh, sono tutti lavori onesti, voglio solo evidenziare le diverse competenze necessarie).

Ripeto il CCNL stabilisce i minimi ma può essere derogato in melius. Il problme non è il CCNL è che se tutti vengono al nord a lavorare i salari si comprimono per effetto dell'Esercito industriale di riserva del sud, oggi ache qualificato. Nessuno regala niente, senza CCNL sarebbe peggio.

Esselunga applica un certo CCNL, l'impiegato IT se è bravo a contrattare, ha un buon cv, ecc. non prede la stessa paga della commessa.
 
I CCNL sono concetti che vengono da un'altra epoca (anni 70), quando non esistevano Inps e sistema sanitario nazionale, ed ogni grande azienda istituiva fondo pensione e mutua per i propri dipendenti. I contratti erano "fino alla pensione" ed il CCNL

Ormai il mondo è evoluto, per fortuna in meglio anche per i lavoratori, e di quell'impianto sono rimaste alcune storture. I CCNL coi minimi ed i vari riti ad essi collegati (scadenze, rinnovi, livelli e famiglie professionali, etc) sono spesso tenuti in piedi solo per giustificare ruolo delle sigle sindacali e stipendi dei loro dirigenti. Tra l'altro senza nemmeno garantire granché i lavoratori, visto che ogni azienda può crearsi un proprio CCNL pirata ed operare come crede.
Situazione che si è venuta a creare perché i sindacati non hanno voluto, ai tempi, iscriversi nell'apposito registro (articolo 39 cost. rimasto inattuato), per paura del PERICOLO FASSISTA (non sto scherzando la motivazione è proprio questa un registro per i sindacati riconosciuti era visto male, perché richiamava nella testa di qualche ********* di sindacalsita il pericolo fascista).

Adesso prendete e portate a casa, i sindacati gialli.

I sindacati pensavano di essere furbi? Bene se lo sono presi nel **** con l'arrivo del nuovo secolo, con la globalizzazione, e con il deserto economico di parte del Paese, che ha reso gli imprenditori in una posizione ancora più di forza di un tempo
 
…. E comunque non bisogna dimenticare che il primo responsabile dell’ appiattimento salariale è il sistema fiscale italiano, sommamente punitivo nei confronti dei redditi medio alti. A questo adesso va aggiunto tutto il sistema demenziale dei vari bonus, tutti fruibili su base ISEE.

A questo punto possiamo ben dire che un popolo di fannulloni è quello che il governo auspica (incluso quello presente).

Beh credo che hanno trovato terreno fertile.
Resta da capire come faranno quadrare i conti pubblici in futuro.

Ci sarà (poco) da ridere… :D
 
…. E comunque non bisogna dimenticare che il primo responsabile dell’ appiattimento salariale è il sistema fiscale italiano, sommamente punitivo nei confronti dei redditi medio alti. A questo adesso va aggiunto tutto il sistema demenziale dei vari bonus, tutti fruibili su base ISEE.

A questo punto possiamo ben dire che un popolo di fannulloni è quello che il governo auspica (incluso quello presente).

Beh credo che hanno trovato terreno fertile.
Resta da capire come faranno quadrare i conti pubblici in futuro.

Ci sarà (poco) da ridere… :D
Si, praticamente un sistema che non premia l'impiegato "sveglio" nella fascia 40-60k, lasciandogli poco di più del collega da 30-35k.

Ulteriore stortura incomprensibile sono i bonus su base isee. Praticamente uno stimolo per fare in modo che le donne lascino il lavoro (spesso i bonus associati al passaggio tra ultimo e primo gradino sono maggiori di uno stipendio medio basso)
 
…. E comunque non bisogna dimenticare che il primo responsabile dell’ appiattimento salariale è il sistema fiscale italiano, sommamente punitivo nei confronti dei redditi medio alti. A questo adesso va aggiunto tutto il sistema demenziale dei vari bonus, tutti fruibili su base ISEE.

A questo punto possiamo ben dire che un popolo di fannulloni è quello che il governo auspica (incluso quello presente).

Beh credo che hanno trovato terreno fertile.
Resta da capire come faranno quadrare i conti pubblici in futuro.

Ci sarà (poco) da ridere… :D
d'altro canto per un mondo del privato che non riconosce la meritocrazia per mal costume italiano ed invece di premiare economicamente, distribuisce solo ulteriori responsabilità a pari livello, è il giusto riconoscimento.
una sorta di giustizia salariale

o pensate davvero che nella fascia fino a 35k ci siano solo fannulloni?
 
d'altro canto per un mondo del privato che non riconosce la meritocrazia per mal costume italiano ed invece di premiare economicamente, distribuisce solo ulteriori responsabilità a pari livello, è il giusto riconoscimento.
una sorta di giustizia salariale

o pensate davvero che nella fascia fino a 35k ci siano solo fannulloni?

Nel sistema attuale è disincentivato il lavoratore a darsi da fare più di tanto per avere un aumento che a conti fatti porta pochi soldi più in tasca ed è altrettanto disincentivata l’azienda a dare un aumento che in buona parte, tra tasse e contributi finisce allo stato.

Poi però si lamentano che la produttività è bassa, che c’è il nero, che le aziende non investono ecc…. Il problema è un ceto politico di analfabeti alcuni anche laureati in economia.

Se per te questa sarebbe “giustizia salariale” non so che dirti.
 
Nel sistema attuale è disincentivato il lavoratore a darsi da fare più di tanto per avere un aumento che a conti fatti porta pochi soldi più in tasca ed è altrettanto disincentivata l’azienda a dare un aumento che in buona parte, tra tasse e contributi finisce allo stato.

Poi però si lamentano che la produttività è bassa, che c’è il nero, che le aziende non investono ecc…. Il problema è un ceto politico di analfabeti alcuni anche laureati in economia.

Se per te questa sarebbe “giustizia salariale” non so che dirti.
E' indirettamente giustizia salariale
perchè un'azienda, invece che premiare tutti i dipendenti per maggiori guadagni, preferisce spendere in capitalizzazioni futili o, addirittura, dona i guadagni per ritorni mediatici?

piccolo esempio eh; ma in Italia salvo sporadici casi da giornale, è questo l'andazzo.
il grosso della forza lavoro italiana ha avuto aumenti netti in busta solo grazie all'intervento dello stato negli ultimi 4 anni.

Ciò fa in modo che le aziende non debbano alzare i salari del 80-90% della forza lavoro, visto che non lo farebbero e faranno mai anche se hanno soldi che avanzano...
Per l'imprenditore medio, il dipendente italiano non deve vivere bene, deve essere sempre sotto scacco, figurarsi premiarlo anche quando se lo merita
 
Signori, ma le tabelle CCNL hanno il minimo. Tutti stipendiati col minimo?
Il salario minimo non vi salverà
Fazi, Le terre 276, 2024
Savino Balzano
“«Una lettura necessaria per non farsi travolgere dalla confusa lotta di opinioni tra chi è a favore e chi è contro il salario minimo legale. È necessario far chiarezza su questo tema cruciale per evitare ulteriori danni al mondo del lavoro, e questo libro rappresenta un fondamentale snodo di riflessione». - Lidia Undiemi
Prefazione di Lidia Undiemi Qualcosa non torna in ciò che si continua a ripetere sul salario minimo legale. A proporre la legge sono quelli che per decenni hanno falcidiato il mondo del lavoro, impoverendolo e precarizzandolo. L’Unione Europea, che avrebbe ispirato la riforma, ha imposto al nostro paese una politica economica austera che ha desertificato il mercato del lavoro e reso più difficile per tante persone vivere una vita libera e dignitosa. Le forze politiche che da tempo perseguono un’agenda lontanissima dalla Costituzione – e lo stesso si può dire del grande sindacato tradizionale –, oggi si autorappresentano come paladine delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. Persino Confindustria e la Banca d’Italia, da sempre sensibili al tema della moderazione salariale, non oppongono resistenza: è tutto molto strano. Davvero si pensa di poter porre rimedio a trent’anni di attacchi al lavoro con un colpo di bacchetta magica? In questo libro Savino Balzano, forte della sua esperienza di sindacalista, mette in luce come lo strumento del salario minimo legale non abbia alcuna possibilità di risolvere i problemi radicali e profondissimi che hanno causato il crollo dei salari in Italia. Anzi, tutto induce a ritenere che una legge potrebbe provocare effetti persino controproducenti, livellando verso il basso le retribuzioni di coloro i quali oggi sono sopra la soglia minima prevista. Come sottolinea Lidia Undiemi nella sua prefazione: «Introdurre il salario minimo legale senza mettere in discussione la supremazia delle politiche neoliberiste significa porre le basi per una ulteriore spinta verso la diffusione di lavori precari e malpagati». Per Balzano è sulle cause, storiche e recenti, che bisogna soffermarsi a riflettere per individuare una soluzione, tutt’altro che semplice o facile, al problema. Ecco lo scopo di questo agile e illuminante pamphlet: sfatare i miti, individuare le trappole, smascherare gli impostori, per indicare una via alternativa che necessiterà dell’impegno e dello sforzo di tutti.”
 
Indietro