Sul fatto che lo 0.4 sia poco condivido appieno.
Uno 0.7 sarebbe piu consono per patrimoni inferiori a 100 k.
Per quelli che superano i 250/300 k la fee non dovrebbe mai andare oltre uno 0.5
Se poi un consulente ha un portafoglio clienti da 40/50 milioni allora può permettersi anche fee leggermente inferiori
Considerazioni in libertà.
Nella media, 40 mln di portafoglio è tanta roba, un portafoglio che si riesce a stratificare in tanti anni di lavoro, ma se io inizio a fare il consulente ho zero, poi ho 1mln, poi
se tutto va bene dopo 3 anni ho 6/7 mln, poi dopo 5 supero i 10, per superare i 20(e non è detto che ci riesca) ci metto tanti anni, a 40 ci arrivo dopo 15/20 anni di lavoro andato alla grande.
Come fa a campare un consulente se la media del suo portafoglio è di 5 mln per 5 anni?
Ipotizziamo che il suo portafoglio sia composto un po' da investitori grossi e un po' piccoli e applichi una media di aliquota dello 0,6%:
Dello 0,6% ne percepisce la metà, cioè 15.000€ lordi l'anno, in pratica 4k vanno all'inps, 1500€ tra enasarco e iscrizione albo, di irpef direi quasi nulla, ma corrisponde ad un netto di 800€ al mese....e questo dovrebbe essere l'esperto assertivo e di successo che consiglia al milionario come disporre il proprio patrimonio?
Mettiamo che sia un consulente autonomo, i ricavi saranno più alti ma anche le spese, probabilmente si terrà in tasca qualcosa di più, ma l'aliquota reale dovrà essere lo 0,5 % perchè c'è l'iva, ma parliamo comunque di un lavoro che ha avrebbe una redditività simile a quella di un cameriere.
Da queste semplici considerazioni emerge il fatto che chi vuole fare questa attività deve avere un bacino relazionale altamente qualificato o una strategia di marketing altamente efficiente per cavarci fuori un ragno dal buco....da qui nascono gli "aldobrandi dell'antani" "figli di", che dopo 2 anni hanno milionate di clienti o i ragazzi che si buttano sui social facendo martellamenti continui a caccia di clienti.
Sennò anche vedendo come target l'autonomia, si piazza in situazioni che gli portano clienti o relazioni, quindi banche o reti, sperando di trovare la quadra, ma assorbendo una cultura molto realistica e distorsiva del servizio all'investitore, che ad oggi rende inefficiente il passaggio finale alla libera professione.
...e alla fine quelle aliquote di cui parlavamo rimangono appannaggio solo di professionisti con tante primavere economiche sulle spalle che fondamentalmente se lo possono permettere....