Video super interessante di Giorgio Ugazio (Mrrip) , che consiglio di vedere a chiunque abbia i propri soldi investiti in qualche banca, attraverso i vari “consulenti” finanziari. Come si delinea chiaramente, attraverso uno studio, riportato alla luce da Dedalo Invest, la stra grande maggioranza dei consulenti, non hanno le competenze adeguate per svolgere un ruolo così delicato. Questo è riscontrabile dal fatto che i consulenti, investono (anche dopo la fine della loro attività lavorativa) negli stessi fondi attivi che rifilano ai proprio clienti, producendo, dal periodo storico preso in esamina, un alpha negativo del -3% annuo. Il motivo di questo risultato, è rincoducibile a dei bias, che contraddistinguono l’attività di queste persone:
- Active Management: i consulenti tendono a preferire costosi fondi a gestione attiva, credendo nella loro netta superiorità rispetto alla gestione passiva.
- Underdiversification: i portafogli, sia dei consulenti e sia dei clienti, tendono ad essere scarsamente diversificati (e quanto riscontrabile dalle varie esperienze , altamente concentrati).
- Return Chasing: i consulenti cercano e adottano strategie per battere mercato, ma questo loro agire risulta essere una forma di market timing (passano frequentemente da fondi meno performanti, a quelli più performanti nel breve periodo, quando però questi si trovano già al loro picco).
La conclusione è chiara, bisogna limitare in modo più deciso, il conflitto d’interesse che pervade tra consulenti e clienti. Il mondo della consulenza finanziaria, ultimamente, all’interno del cerchio di persone più educato in materia, viene visto sempre più di cattivo occhio. Bisogna innalzare il livello dell’educazione finanziaria (eliminando alcune convinzioni che pervadono tra i vari consulenti), attraverso un lavoro di coesione con gli istituti competenti, inasprendo i criteri per ottenere determinate qualifiche professionali.
Il problema evidenziato non coinvolge esclusivamente i clienti, i quali sono i diretti “lesionati” dal comportamento erroneo dei consulenti, ma il settore stesso, che perdendo credibilità, a lungo termine potrebbe cedere parte della propria redditività, a fronte di un mero guadagno di breve periodo.
Invito a riflettere profondamente su questo aspetto, e i vari istituti a sfruttare in modo proficuo, per entrambe le parti, l’attività di consulenza, che in futuro potrebbe attirare una clientela sempre più giovane, e maggiormente istruita.
Educare i promotori consulenti finanziari
Il problema della maggior parte dei promotori consulenti è l'ignoranza: tutti i corsi di aggiornamento delle banche e delle reti sono incentrati su aspetti legali e prodotti specifici che l'istituto vende.
Uno in grado di comprendere quello che davvero vende, è un autodidatta.
I consulenti non sono buoni nemmeno per se stessi | Reaction a Dedaloinvest