Certo, si chiama "autotutela"
autotutela
Faccio un piccolo recap, partendo dalle norme perche' quello e' il parametro su cui ragionare.
Prima nasce il monitoraggio delle attivita' finanziarie detenute all'estero, e' una legge del 1990, via via perfezionata: ripartiamo quindi da quello che e' lo stato attuale (2024) e quindi dall'Articolo 4 commi 1 e 3 Decreto legge 28/06/1990, n. 167
primo comma
terzo comma
Il monitoraggio riguarda:
a) investimenti all'estero;
b) attivita' estere di natura finanziaria;
c) cripto-attivita';
I conti correnti
bancari che non superano mai nell'anno d'imposta il valore massimo di 15.000 euro non vanno monitorati.
Poi arriva l'IVAFE che parte dal 2012
Decreto legge 06/12/2011, n. 201 commi 18-22
L'imposta riguarda
a) prodotti finanziari;
b) conti correnti;
c) libretti di risparmio;
se detenuti all'estero.
Per i conti correnti detenuti all'estero, senza distinzione tra bancari e non, l'imposta e' stabilita in misura pari al bollo dei conti correnti bancari detenuti in Italia: ricordo che in Italia abbiamo il bollo di 2 euro per gli estratto conti (sia correnti che non) non bancari che superano i 77,46 euro (pagano questo bollo sia i conti di pagamento che gli estratti conto delle carte di credito, non e' un bollo solo da conto corrente per intenderci); e il bollo di 34,20 che riguarda solo i conti correnti bancari e solo i libretti bancari che nell'anno hanno giacenza media superiore a 5.000 euro.
Quindi, qualsiasi conto corrente estero sconta 34,20 euro di bollo rectius IVAFE, mentre se detenuto in Italia sconta o il bollo di 2 euro o quello di 34,20 a seconda dei casi.
Prodotti finanziari sono, secondo l'agenzia delle entrate:
condivido.
In relazione a un conto di pagamento intrattenuto presso una piattaforma di P2P Lending, nella risoluzione n. 56/2020 l'agenzia ha detto
che e' cosa giusta, ma poi ha aggiunto
che e' una cosa senza senso, un ipse dixit del tipo e' cosi' perche' e' cosi'.
Da possessore di conti correnti bancari di tutti i tipi e di qualche conto di pagamento abbinato a carte di debito, sia italiani che esteri, posso testimoniare che su molti conti di pagamento i soldi li puoi tenere anche senza fare pagamenti cosi' come li puoi tenere su un conto corrente bancario: non c'e' proprio distinzione funzionale tra conto di pagamento e conto corrente bancario, alla base funzionano allo stesso modo e sono strutturalmente dei conti correnti dove tu titolare puoi fare rimesse in denaro e disporre del denaro nei limiti del saldo, allo stesso modo in cui ne disponi da un conto corrente bancario. Sono i servizi aggiuntivi e le regole di tenuta del conto lato intermediario (banca, IP, IMEL) che differiscono, NON l'essere conti corrente o meno.
Sempre nella ricordata risoluzione n. 56/2020 l'agenzia prosegue dicendo
la qual cosa ci mette di fronte allo stabilire cosa sia uno strumento di pagamento e un tipico "conto corrente" bancario.
Uno strumento di pagamento (assegno bancario, assegno circolare, vaglia, carta di debito/ credito ecc.) non e' un prodotto finanziario, SONO D'ACCORDO.
Che il conto di pagamento sia uno strumento di pagamento (e quindi non qualificabile giuridicamente ne' come prodotto finanziario ne' come attivita' finanziaria che produce redditi da capitale), e' una boiata, ma sta scritta e puo' fare molto comodo a chi non voglia fare quadro RW, ne' per il monitoraggio ne' per l'IVAFE.
Non e' il conto di pagamento lo strumento con cui paghi ma la disposizione di bonifico che impartisci (comunque la si voglia chiamare), l'assegno bancario o circolare o il vaglia che usi per pagare, l'utilizzo della carta di debito che usi per pagare. Il conto e' il contratto che ti mette a disposizione il saldo che ti consente di essere usato per il pagamento: sarebbe strumento di pagamento se venisse trasferito il conto in se' e non il saldo o parte del saldo disponibile e formato da rimesse di denaro ricevute sul conto, ma e' evidente che non paghi trasferendo il conto ma, soltanto, disponi del saldo.
Per tipico conto corrente bancario, si deve intendere un conto sul quale vengono registrate rimesse (accrediti e/o addebiti) in valute correnti aventi corso legale riconosciuto e dove esiste un saldo disponibile per pagamenti e quant'altro (giroconto, bonifico, invia denaro, addebito in conto ecc. ecc.). Non puoi' dire che l'unico conto corrente e' quello bancario: devi analizzare se il conto di pagamento ha le funzioni tipiche del conto bancario, che sicuramente sono l'accredito e l'addebito di somme di denaro avente corso legale e il saldo disponibile. Quindi in astratto sono sicurissimo che il conto Wise che ho aperto e dove ci tengo un saldo monetario, e' un conto corrente, mentre l'operazione di trasferimento di denaro che Wise fa senza che tu debba aprire un conto, quella non porta a farti avere un conto corrente ma ad usare un mezzo di pagamento (due o piu' bonifici locali al posto di un bonifico internazionale, soldi presi dal tuo conto corrente NON WIse e trasferiti a Wise, e da Wise ritrasferiti dove li volevi far arrivare).
Quindi secondo me il conto di pagamento Wise che ti danno se apri un conto e' indubitabilmente un conto corrente, ma e' anche vero che l'agenzia delle entrate disse di no, quindi se la cosa mi puo' far comodo posso anche adeguarmi, non pagandoci mai IVAFE, perche' se conto di pagamento = strumento di pagamento allora e' testuale che non sia prodotto finanziario.
Adesso veniamo al monitoraggio del conto di pagamento WISE, con un IBAN estero, monitoraggio che riguarda, tra l'altro, le attivita' finanziarie detenute all'estero.
Il Quadro RW e' il luogo dove si fa il monitoraggio
Quadro RW
Le attuali istruzioni
Istruzioni 730/2024
a pagina 133 del file pdf indicato prevedono una TABELLA 19 - CODICI INVESTIMENTI ALL’ESTERO E ATTIVITÀ ESTERE DI NATURA FINANZIARIA
con i seguenti codici
Quindi secondo me in astratto, essendo il conto Wise un conto con le caratteristiche tipiche dei conti correnti bancari, quindi un conto corrente, se faccio il monitoraggio ci metto sicuramente Codice 1 senza considerare la regola dell'esenzione dei 15.000 euro perche' e' testualmente dettata solo per i conti correnti bancari e Wise non e' una banca.
Quindi se lo monitori con codice 1, sempre, e ci paghi l'IVAFE di 34,20 se superi giacenza annua di 5.000 euro, fai una cosa INCONTESTABILE.
Adesso vediamo se e' sostenibile la via di mezzo: cioe' no IVAFE perche' non e' un prodotto finanziario e nemmeno un conto corrente e nemmeno un libretto di risparmio ma si monitoraggio perche' e' altra attivita' di natura finanziaria codice 14.
La tesi dell'agenzia delle entrate per concludere che l'IVAFE non e' dovuta dipende dalla qualificazione del conto di debito in termini di strumento di pagamento: uno strumento di pagamento (assegno bancario, assegno circolare, vaglia, carta di credito) non e' un prodotto finanziario e quindi non paga l'IVAFE.
Ma se il conto di pagamento e' uno strumento di pagamento analogo a un assegno bancario, un assegno circolare, un vaglia, una carta di credito/debito, allora non dovrebbe essere monitorata perche' l'unico strumento di pagamento da monitorare nel quadro RW sono le valute cioe' i soldi contanti. Se vai in banca e ti fai rilasciare un assegno circolare da euro 100.000 a te intestato, poi lo porti e lo conservi all'estero (dichiarandolo alla dogana/frontiera in quanto supera i 10.000 euro a persona che possono circolare senza dichiarazione doganale), quell'assegno che e' uno strumento di pagamento, non lo devi dichiarare nel quadro RW, non e' attivita' finanziaria, e' assegno = strumento di pagamento.
Lo strumento di pagamento diverso dal denaro contante inteso come valuta, non e' di per se' da monitorare.
Nella citata risoluzione 56/2020 a dover essere monitorato nel quadro RW col codice 14 e' l'investimento fatto sulla piattaforma di P2P Lending, ossia il denaro dato a mutuo attraverso quella piattaforma: e' il contratto di mutuo l'attivita' finanziaria detenuta all'estero, non il conto di pagamento sul quale sono passati i soldi e aperto a nome del mutuante sulla piattaforma di Lending. Questo disse l'agenzia, anche se secondo me e' frutto di grosso travisamento della situazione di fatto, ma gioca a favore.
Quindi, secondo me, se e' vero che il conto di pagamento e' uno strumento di pagamento che come tale (come strumento di pagamento) non e' prodotto finanziario, detta qualificazione porta a ritenere che non sia attivita' finanziaria da monitorare perche' non e' valuta e nemmeno conto corrente (per ipotesi) e non c'e' attivita' finanziaria ma solo strumento di pagamento.
Ciao
Claudio