Conto internazionale multi-valuta Wise (ex Transferwise)

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Ciao,
le coordinate per ricevere USD vengono fornite automaticamente quando apri il wallet USD, si tratta di un click. Le coordinate per ricevere USD non sono in formato IBAN ma seguono il formato americano (routing e checking account).

Il conto in EUR è in Belgio, quindi si devi dichiarare in qualche modo i soldi anche se li tieni sul conto EUR.
Proprio sul punto della dichiarazione dei redditi, se si ha wise: se lo si usa per pagare sd esempio in franchi svizzeri o dollari usa (e si è sopra gli importi previsti dalla legge), si dovrebbe dichiarare sllo l'IBAN belga di base che ci viene dato inizialmente, oppure anche l'IBAN svizzero (o il codice conto in formato americano)? Prima di aprire, sto cercando di fare un confronto con Revolut (dove pare ci sia un solo IBAN per il proprio conto) e mi ponevo il problema di questi aspetti "dichiarativi" nei confronti del fisco...
 
Proprio sul punto della dichiarazione dei redditi, se si ha wise: se lo si usa per pagare sd esempio in franchi svizzeri o dollari usa (e si è sopra gli importi previsti dalla legge), si dovrebbe dichiarare sllo l'IBAN belga di base che ci viene dato inizialmente, oppure anche l'IBAN svizzero (o il codice conto in formato americano)? Prima di aprire, sto cercando di fare un confronto con Revolut (dove pare ci sia un solo IBAN per il proprio conto) e mi ponevo il problema di questi aspetti "dichiarativi" nei confronti del fisco...

Per ISEE?
 
No, intendevo per la normale dichiarazione dei redditi/monitoraggio (tutto quello che ha IBAN estero va dichiarato annualmente sopra 5000 media e/o 15000 saldo, oppure se si hanno anche importi minori ma si ha al tempo stesso anche un deposito o conto all'estero)
 
No, intendevo per la normale dichiarazione dei redditi/monitoraggio (tutto quello che ha IBAN estero va dichiarato annualmente sopra 5000 media e/o 15000 saldo, oppure se si hanno anche importi minori ma si ha al tempo stesso anche un deposito o conto all'estero)

Non ho allora capito bene la tua domanda visto che hai già risposto da solo.
 
Non ho allora capito bene la tua domanda visto che hai già risposto da solo.
In realtà il quesito è aperto (provo a esprimerlo con altre parole): a differenza -ad esempio- di Revolut (dove pare che l'IBAN, se si apre un conto, sia -in genere- uno soltanto), per Wise si parla di IBAN diversi, a seconda della valuta che si utilizza: in tal caso, con Wise, ai fini della dichiarazione dei redditi, occorrerebbe che venissero indicati tutti gli IBAN nel quadro RW se siamo sopra gli importi-soglia (5000euro media / 15000 saldo) ? Lo chiedo a chi ha già Wise perché, dovendo decidere quale dei due aprire, volevo valutare anche questo eventuale aspetto, visto che -se fosse così- la cosa potrebbe diventare un po' "pesante" dal punto di vista dichiarativo/scartoffie.... (maggiore sbattimento se la fai da solo, maggior parcella se te la fai fare dal commercialista)
 
In realtà il quesito è aperto (provo a esprimerlo con altre parole): a differenza -ad esempio- di Revolut (dove pare che l'IBAN, se si apre un conto, sia -in genere- uno soltanto), per Wise si parla di IBAN diversi, a seconda della valuta che si utilizza: in tal caso, con Wise, ai fini della dichiarazione dei redditi, occorrerebbe che venissero indicati tutti gli IBAN nel quadro RW se siamo sopra gli importi-soglia (5000euro media / 15000 saldo) ? Lo chiedo a chi ha già Wise perché, dovendo decidere quale dei due aprire, volevo valutare anche questo eventuale aspetto, visto che -se fosse così- la cosa potrebbe diventare un po' "pesante" dal punto di vista dichiarativo/scartoffie.... (maggiore sbattimento se la fai da solo, maggior parcella se te la fai fare dal commercialista)
Ogni IBAN credo faccia conto a sé e quindi ha la sua dovuta rendicontazione/monitoraggio fiscale. Ma basta non superare mai la giacenza media di 5k ne i 15k giornalieri
 
In realtà il quesito è aperto (provo a esprimerlo con altre parole): a differenza -ad esempio- di Revolut (dove pare che l'IBAN, se si apre un conto, sia -in genere- uno soltanto), per Wise si parla di IBAN diversi, a seconda della valuta che si utilizza: in tal caso, con Wise, ai fini della dichiarazione dei redditi, occorrerebbe che venissero indicati tutti gli IBAN nel quadro RW se siamo sopra gli importi-soglia (5000euro media / 15000 saldo) ? Lo chiedo a chi ha già Wise perché, dovendo decidere quale dei due aprire, volevo valutare anche questo eventuale aspetto, visto che -se fosse così- la cosa potrebbe diventare un po' "pesante" dal punto di vista dichiarativo/scartoffie.... (maggiore sbattimento se la fai da solo, maggior parcella se te la fai fare dal commercialista)

Dovresti parlarne con un consulente.


Qui è il sito AdE che fornisce un tutorial molto vago sulla compilazione:
Dichiarazione precompilata Info e assistenza - Quadro RW

E' un po' complicato: non l'ho mai fatto perchè non detengo molto all'estero, non dovresti inserire l'iban in sè ma solo l'ammontare e il Paese dove si detiene.
 
Se non devi presentare l'ISEE perché ti fai problemi? Avresti intenzione di oltrepassare quei limiti di giacenza?
In realtà il quesito è aperto (provo a esprimerlo con altre parole): a differenza -ad esempio- di Revolut (dove pare che l'IBAN, se si apre un conto, sia -in genere- uno soltanto), per Wise si parla di IBAN diversi, a seconda della valuta che si utilizza: in tal caso, con Wise, ai fini della dichiarazione dei redditi, occorrerebbe che venissero indicati tutti gli IBAN nel quadro RW se siamo sopra gli importi-soglia (5000euro media / 15000 saldo) ? Lo chiedo a chi ha già Wise perché, dovendo decidere quale dei due aprire, volevo valutare anche questo eventuale aspetto, visto che -se fosse così- la cosa potrebbe diventare un po' "pesante" dal punto di vista dichiarativo/scartoffie.... (maggiore sbattimento se la fai da solo, maggior parcella se te la fai fare dal commercialista)
 
Se non devi presentare l'ISEE perché ti fai problemi? Avresti intenzione di oltrepassare quei limiti di giacenza?
Si, appunto. Come avevo detto nel primo (dei post qui sopra), sono oltre. E mi chiedevo se fosse meglio Revolut o Wise, anche in base al diverso numero degli IBAN che si possono avere nei due casi (per non moltiplicare gli obblighi dichiarativi)
 
Si, appunto. Come avevo detto nel primo (dei post qui sopra), sono oltre. E mi chiedevo se fosse meglio Revolut o Wise, anche in base al diverso numero degli IBAN che si possono avere nei due casi (per non moltiplicare gli obblighi dichiarativi)
Ma domanda semplice semplice appena sfori o rischi di sforare non puoi fare un bonifico su tuoi conti italiani? Su queste banche è sempre meglio avere il meno possibile.. anch'io ho wise con conto USD e iban apposito ma appena arriva il bonifico della vendita delle stock options via di corsa oppure uso i soldi con la carta spendendoli.
 
Si, appunto. Come avevo detto nel primo (dei post qui sopra), sono oltre.
Scusami, mi sono perso il dettaglio.
E mi chiedevo se fosse meglio Revolut o Wise, anche in base al diverso numero degli IBAN che si possono avere nei due casi (per non moltiplicare gli obblighi dichiarativi)
Le piattaforme sono entrambe user friendly, ma vista la particolarità di Wise, fossi in te, sceglierei Revolut che ha anche qualche bonus in più (PagoPA gratuiti, più carte virtuali, ecc.)
Non complicarti la vita se pensi di sforare su una o più valute.
Reperire i vari documenti è semplice e l'assistenza in chat risolve sempre i dubbi o problemi.
 
In realtà il quesito è aperto (provo a esprimerlo con altre parole): a differenza -ad esempio- di Revolut (dove pare che l'IBAN, se si apre un conto, sia -in genere- uno soltanto), per Wise si parla di IBAN diversi, a seconda della valuta che si utilizza: in tal caso, con Wise, ai fini della dichiarazione dei redditi, occorrerebbe che venissero indicati tutti gli IBAN nel quadro RW se siamo sopra gli importi-soglia (5000euro media / 15000 saldo) ? Lo chiedo a chi ha già Wise perché, dovendo decidere quale dei due aprire, volevo valutare anche questo eventuale aspetto, visto che -se fosse così- la cosa potrebbe diventare un po' "pesante" dal punto di vista dichiarativo/scartoffie.... (maggiore sbattimento se la fai da solo, maggior parcella se te la fai fare dal commercialista)
ciao, provo a riformulare il tuo dubbio: devo dichiarare in RW n conti correnti esteri se mi danno n "iban"?
dal customer agreement di wise:

12.2 Your money in the Wise Account is issued in accordance with the Law of 11 March 2018 on the status and supervision of payment institutions and electronic money institutions, access to the business of payment service providers and to the activity of issuing electronic money.
12.3 Wise is not a bank, and your Wise Account is not a bank account. Wise is not a bank and your funds held with Wise, including balances in your Wise Account, are not insured by any deposit protection scheme, including the Guarantee Fund and Protection Fund. Wise holds funds held by its customers in permissible investments in accordance with applicable laws. Wise owns the interest or other earnings on these investments, if any. The Account Details that we provide to you (as described further below) are a means to receive funds from third parties into a bank account held by Wise and its affiliates, so that Wise can credit your Wise Account, and are not a bank account number for a bank account held by you.
As required by the Payment Services Law, we will make sure that your money is always safe and identifiable in our books at any time.

14.6 We are not a currency trading platform. Wise is not a currency trading platform. You agree that you will not use your Wise Account for seeking to profit from currency conversion or foreign exchange trading or other types of speculative trading, or for speculative trading purposes, conversion arbitrage, conversion options or any other activity that Wise determines is primarily for the purpose of gaining or making gains based on currency conversion rates.
Accordingly, you should not use our Services, including the Wise Account or the auto conversion order function for this purpose, including creating multiple auto conversion orders or a series of Money Transfers without the intention of completing them. If we detect that you are using our Services for this purpose, we may, at our sole discretion, set a limit on the number of auto conversion orders you may create, cancel your orders, set a limit on the amount of money you can convert or transfer in one or more currencies or in the same currency, restrict your ability to access certain features or use our Services, or suspend or close your Wise Account. Wise may also hold, cancel, or reverse any transaction we determine to violate this policy and disgorge your gains.


quindi,
- Wise è un istituto di moneta elettronica belga,
- tu semplicemente hai un credito con Wise Europe SA,
- gli "iban" che fornisce NON sono tuoi cc esteri

questo approfondimento mi fa cambiare il modo in cui avevo sempre inquadrato wise. non credo vada dichiarato in RW con codice 1 (cc estero), più pertinente codice 7 (contratti di natura finanziaria stipulati con controparti non residenti). NON sconta ivafe perché le valute non sono prodotti finanziari (ciò su cui si abbatte l'ivafe), ma solo attività finanziarie.
 
ciao, provo a riformulare il tuo dubbio: devo dichiarare in RW n conti correnti esteri se mi danno n "iban"?
dal customer agreement di wise:

12.2 Your money in the Wise Account is issued in accordance with the Law of 11 March 2018 on the status and supervision of payment institutions and electronic money institutions, access to the business of payment service providers and to the activity of issuing electronic money.
12.3 Wise is not a bank, and your Wise Account is not a bank account. Wise is not a bank and your funds held with Wise, including balances in your Wise Account, are not insured by any deposit protection scheme, including the Guarantee Fund and Protection Fund. Wise holds funds held by its customers in permissible investments in accordance with applicable laws. Wise owns the interest or other earnings on these investments, if any. The Account Details that we provide to you (as described further below) are a means to receive funds from third parties into a bank account held by Wise and its affiliates, so that Wise can credit your Wise Account, and are not a bank account number for a bank account held by you.
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quindi,
- Wise è un istituto di moneta elettronica belga,
- tu semplicemente hai un credito con Wise Europe SA,
- gli "iban" che fornisce NON sono tuoi cc esteri

questo approfondimento mi fa cambiare il modo in cui avevo sempre inquadrato wise. non credo vada dichiarato in RW con codice 1 (cc estero), più pertinente codice 7 (contratti di natura finanziaria stipulati con controparti non residenti). NON sconta ivafe perché le valute non sono prodotti finanziari (ciò su cui si abbatte l'ivafe), ma solo attività finanziarie.
Ok Interessante, quindi messa in questo modo si potrebbe dire che anche l'IBAN BE è un IBAN di un conto non proprio (Quindi anche tutti gli altri estremi di conto di valute estere il che giustamente non ha senso indicare nel quadro RW come CC estero) e questa conclusione a seguito di : Wise Account is not a bank account - ed anche into a bank account held by Wise and its affiliates, so that Wise can credit your Wise Account, and are not a bank account number for a bank account held by you

In breve se il conto non è un conto detenuto dal correntista (Che quindi tale non è) si ha esclusivamente un credito su Wise (Che giustamente riconosce e mette a disposizione del cliente), quindi come giustamente dice @rodrig11 stiamo parlando di contratti di natura finanziaria stipulati con controparti non residenti, quindi non di un conto estero detenuto da noi che quindi sotto i 5.000,00 non è necessaria nessuna dichiarazione, però visto che qui non si parla di conto a nome proprio la situazione diventa un po' complessa, perchè se non sbaglio anche le valute che sono per l'appunto attività finanziarie anche se detenute all'estero dovrebbero essere dichiarate, insomma la situazione come già detto è un pò complessa ed una risposta un pò più accurata potrebbe essere data da un commercialista esperto...
 
Scusate altra domanda è da poche settimane che ho preso in esame il conto Wise per una possibile apertura, e la storia "Wise non è una banca" mi era già capitata di leggerla, però ora mi chiedo, se Wise non è una banca come fa a detenere liquidità dei clienti, fanno appoggio su un altra banca?
 
Scusate altra domanda è da poche settimane che ho preso in esame il conto Wise per una possibile apertura, e la storia "Wise non è una banca" mi era già capitata di leggerla, però ora mi chiedo, se Wise non è una banca come fa a detenere liquidità dei clienti, fanno appoggio su un altra banca?
Se così fosse fa come fa satispay. Ma mi fa strano perché l'iban di Wise è intestato a mio nome.. Forse sono iban virtuali allora
 
Buongiorno,

ho aperto da poco una posizione in euro; per il primo invio di fondi in eruo mi è stato fornito un IBAN che correttamente viene indicato anche nelle loro FAQ; nelle stesse è specificato di non bonificare euro su altri IBAN; oggi ho provato a fare un secondo invio di fondi sulla mia posizione WISE e l'IBAN fornitomi non corrispondeva al primo; rientra nella normalità?

Posso procedere con l'invio dei fondi?

La cosa che mi ha bloccato è il loro avviso ( Gli estremi bancari di Wise | Centro assistenza Wise ) che riporta quanto segue: " Gli estremi qui sotto devono solo essere usati come un'ulteriore conferma per te, nel caso non fossi sicuro che il conto a cui ti è chiesto di inviare il pagamento non sia un conto che appartiene a Wise. Se fosse questo il caso, e gli estremi che ti forniamo via email o sul nostro sito web non coincidono con questi forniti di seguito, contattaci subito. Potrebbe trattarsi di un semplice errore, ma è sempre meglio essere sicuri!"
 
quindi,
- Wise è un istituto di moneta elettronica belga,
- tu semplicemente hai un credito con Wise Europe SA,
- gli "iban" che fornisce NON sono tuoi cc esteri
Non per fare il precisino ma solo per inquadrare meglio la questione di cosa sia un conto Wise, dato che poi ne derivano conseguenze importanti a livello fiscale, per chi ritenga di adeguarsi alle cervellotiche e minuziose disposizioni italiane al riguardo.
E' un conto corrente, ma non e' bancario; per la precisione e' un conto corrente di pagamento presso un IMEL (Istituto di moneta elettronica) estero ossia al momento belga, conto europeo equiparato a un identico conto italiano presso un IMEL italiano. Per ogni valuta che scegli di detenere in WISE ti aprono un conto corrente dedicato, uno per gli euro, uno per i dollari, uno per la lira turca, ecc. ecc., ognuno con un suo IBAN diverso.
Qualsiasi conto corrente, che sia bancario o presso un IMEL o altro istituto finanziario che la tecnica si possa inventare, comporta che i soldi che versi diventano di proprieta' dell'istituto presso cui hai il conto corrente, che poi li puo' mettere dove vuole (nell'ambito delle norme di vigilanza proprie di quell'istituto, potrebbe giocarseli anche alla ruota del casino', in paesi senza norme stringenti, ad esempio, in Europa no li deve mettere in posti "sicuri"). Chi ha versato ha un credito per la restituzione dell'equivalente: questo e' quello che capita anche quando apri un conto allo sportello bancario sotto casa, i soldi diventano della banca e tu hai un credito verso la stessa.
Per i fini del 99% delle persone non c'e' differenza tra conto corrente bancario o presso IMEL: ci metti su i soldi, li prelevi, fai i bonifici, ci paghi quello che devi pagare, F24, CBILL, pago PA, bollette ecc. ecc., dato che anche i conti correnti bancari vengono usati di solito per i pagamenti. Come tutti i conti correnti ti danno o non ti danno un interesse a loro piacimento.
Quello che invece non puo' essere per un conto di pagamento presso un IMEL e' lo scoperto di conto o il fido: su un conto corrente presso una banca puoi avere un fido e andare in rosso (pagando interessi per lo scoperto), su un conto di pagamento questa cosa e' assolutamente vietata per legge.
Altra piccola differenza e' che i conti di pagamento non sono coperti dal fondo di garanzia dei conti bancari.

questo approfondimento mi fa cambiare il modo in cui avevo sempre inquadrato wise. non credo vada dichiarato in RW con codice 1 (cc estero), più pertinente codice 7 (contratti di natura finanziaria stipulati con controparti non residenti). NON sconta ivafe perché le valute non sono prodotti finanziari (ciò su cui si abbatte l'ivafe), ma solo attività finanziarie.
Non e' proprio cosi': per chi ha poco tempo, espongo le conclusioni, che valgono per una persona fisica residente in Italia e che dichiara i propri redditi in Italia, dunque le conclusioni sono che il conto WISE va sempre nel quadro RW per il monitoraggio fiscale (poiche' l'esenzione fino a 15.000 euro vale SOLO per i conti correnti BANCARI, e WISE non e' una banca ma un IMEL) e sconta l'IVAFE di 34,20 se la giacenza media annua supera i 5.000 euro (perche' quando hanno inventato l'IVAFE l'hanno estesa e resa applicabile a tutti i conti correnti e libretti di risparmio, prendendo come riferimento l'imposta di bollo dei conti correnti bancari italiani) e non invece il 2 per mille di IVAFE sulle altre attivita' finanziarie detenute all'estero.

Adesso veniamo alle spiegazioni, nel dettaglio.

Partiamo dalla prima differenza fiscale tra conto corrente bancario e conto di pagamento, l'imposta di bollo.

Dato normativo di partenza, l'articolo 13, comma 2 - bis, della Tariffa, parte I, allegata al D.P.R. n. 642 del 1972 che dice

2-bis. Estratti conto, inviati dalle banche ai clienti ai sensi dell’articolo 119 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, nonché estratti di conto corrente postale e rendiconti dei libretti di risparmio anche postali: per ogni esemplare con periodicità annuale:
a) se il cliente è persona fisica
euro 34,20​
b) se il cliente è soggetto diverso da persona fisica184 190
euro 100,00​
e precisa alla nota 3bis

3-bis. L’estratto conto o il rendiconto si considerano in ogni caso inviati almeno una volta nel corso dell’anno anche quando non sussiste un obbligo di invio o di redazione. Se gli estratti conto sono inviati periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta è rapportata al periodo rendicontato. Se il cliente è persona fisica, l’imposta non è dovuta quando il valore medio di giacenza risultante dagli estratti e dai libretti è complessivamente non superiore a euro 5.000.

Questa norma e' alla base dei famigerati euro 34,20 che paghiamo sui conti correnti bancari italiani con giacenza media sopra i 5.000 euro.

E per i conti di pagamento presso IMEL?
L'agenzia delle entrate ha interpretato cosi':
Circolare del 10/05/2013 n. 15 - Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Normativa

2.2. Rendicontazioni relative a conti di pagamento presso istituti di pagamento o istituti di moneta elettronica

D:Si chiede se l'imposta di bollo di cui al citato articolo 13, comma 2-bis, sia applicabile alle rendicontazioni relative a conti di pagamento intrattenuti con istituti di pagamento o istituti di moneta elettronica (IMEL).

R: In ordine alla qualificazione giuridica dei conti di pagamento detenuti presso gli istituti di pagamento o gli IMEL e alla loro assimilabilità ai rapporti di conto corrente bancario o postale, la Banca d'Italia con la citata nota prot. n. 0215567/13 del 1° marzo 2013, ha chiarito che le nozioni di 'conto corrente bancario' e 'conto di pagamento' sono analoghe ma non coincidenti. In linea generale, infatti, il conto di pagamento contempla un novero di servizi più limitato rispetto a quelli normalmente connessi a un conto corrente bancario.

Anche i relativi contratti sono soggetti a norme analoghe ma non del tutto coincidenti, considerato che la disciplina del conto di pagamento, a differenza di quella del conto corrente, è stata oggetto di armonizzazione a livello europeo nell'ambito della regolamentazione sui servizi di pagamento (Direttiva 2007/64/CE). In particolare, la disciplina sulle comunicazioni alla clientela su cui verte l'imposta di bollo, contenuta nell'articolo 119 del Decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (TUB) non è applicabile ai conti di pagamento, in quanto il richiamato articolo 119 non rientra tra le disposizioni cui sono assoggettati i conti di pagamento (Titolo VI, capo II-bis, del TUB). Gli istituti di pagamento e gli IMEL, inoltre, sono soggetti diversi dalle banche e Poste Italiane espressamente menzionati dall'articolo 13, comma 2-bis, della Tariffa. Gli istituti di pagamento e gli IMEL, peraltro, possono offrire ai loro clienti solo conti di pagamento e non anche conti correnti.

Sulla base di tali considerazioni, si ritiene, dunque, che i conti di pagamento offerti dagli Istituti di pagamento e dagli IMEL non rientrano nell'ambito applicativo dell'articolo 13, comma 2 - bis, della Tariffa, parte I, allegata al D.P.R. n. 642 del 1972.

Per le rendicontazioni relative ai conti di pagamento inviate dagli istituti di pagamento o di moneta elettronica ai propri clienti, ad esempio, trova applicazione l'imposta di bollo di cui all'articolo 13, comma 2, della citata tariffa, nella misura di Euro 1,81 quando la somma supera euro 77,47.

Personalmente questi 1,81 euro sui conti di moneta elettronica io non li ho mai visti, ma cosi' dovrebbe essere; penso di non averli mai visti per il fatto che gli istituti di pagamento non bancari si guardano bene dal mandare estratti conto (sui quali andrebbe applicato il bollo di 1,81 euro superando i 77,47 euro), non valendo per loro nemmeno la presunzione di invio una volta all'anno dettata in tema di conti correnti bancari dalla citata nota 3-bis del legge sul bollo.


Veniamo a considerare i conti all'estero, alla luce della norma sul monitoraggio fiscale
Dice la legge all'articolo 4 commi 1 e 3 Decreto legge 28/06/1990, n. 167

1. Le persone fisiche, gli enti non commerciali e le società semplici ed equiparate ai sensi dell'articolo 5 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, residenti in Italia che, nel periodo d'imposta, detengono investimenti all'estero, attività estere di natura finanziaria ovvero cripto-attività, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia, devono indicarli nella dichiarazione annuale dei redditi. Sono altresì tenuti agli obblighi di dichiarazione i soggetti indicati nel precedente periodo che, pur non essendo possessori diretti degli investimenti esteri, delle attività estere di natura finanziaria e delle cripto-attività, siano titolari effettivi dell'investimento secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 2, lettera pp), e dall'articolo 20 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, e successive modificazioni.

3. Gli obblighi di indicazione nella dichiarazione dei redditi previsti nel comma 1 non sussistono per le attività finanziarie e patrimoniali affidate in gestione o in amministrazione agli intermediari residenti e per i contratti comunque conclusi attraverso il loro intervento, qualora i flussi finanziari e i redditi derivanti da tali attività e contratti siano stati assoggettati a ritenuta o imposta sostitutiva dagli intermediari stessi. Gli obblighi di indicazione nella dichiarazione dei redditi previsti nel comma 1 non sussistono altresì per i depositi e conti correnti bancari costituiti all'estero il cui valore massimo complessivo raggiunto nel corso del periodo d'imposta non sia superiore a 15.000 euro. Gli obblighi di indicazione nella dichiarazione dei redditi previsti nel comma 1 non sussistono altresì per gli immobili situati all'estero per i quali non siano intervenute variazioni nel corso del periodo d'imposta, fatti salvi i versamenti relativi all'imposta sul valore degli immobili situati all'estero, di cui al decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214

Ecco da dove salta fuori l'esenzione dalla dichiarazione per i conti correnti BANCARI che non hanno mai superato nell'anno i 15.000 euro di saldo.

Passiamo adesso alla invenzione dell'IVAFE

Decreto legge 06/12/2011, n. 201 commi 18-22

18. A decorrere dal 2012 è istituita un’imposta sul valore dei prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all'estero da soggetti residenti nel territorio dello Stato. A decorrere dal 2023, in luogo dell'imposta di bollo di cui all'articolo 13 della parte prima della tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, si applica un'imposta sul valore delle cripto-attività detenute da soggetti residenti nel territorio dello Stato senza tenere conto di quanto previsto dal comma 18-bis del presente articolo.

18-bis. Soggetti passivi dell'imposta di cui al comma 18 sono i soggetti indicati all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227.

19. L’imposta di cui al comma 18 è dovuta proporzionalmente alla quota e al periodo di detenzione.

20. L’imposta di cui al comma 18 è stabilita nella misura dell’1 per mille annuo, per il 2012, dell'1,5 per mille, per il 2013, e del 2 per mille, a decorrere dal 2014, del valore dei prodotti finanziari. Per i conti correnti e i libretti di risparmio l'imposta è stabilita in misura fissa pari a quella prevista dall'articolo 13, comma 2-bis, lettere a) e b), della tariffa, parte I, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche l’imposta è dovuta nella misura massima di euro 14.000. Il valore è costituito dal valore di mercato, rilevato al termine di ciascun anno solare nel luogo in cui sono detenuti i prodotti finanziari, anche utilizzando la documentazione dell’intermediario estero di riferimento per le singole attività e, in mancanza, secondo il valore nominale o di rimborso.

20-bis. L'imposta di cui al comma 18 è stabilita nella misura del 4 per mille annuo, a decorrere dall'anno 2024, del valore dei prodotti finanziari detenuti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato individuati dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 4 maggio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 del 10 maggio 1999.

21. Dall’imposta di cui al comma 18 si deduce, fino a concorrenza del suo ammontare, un credito d’imposta pari all’ammontare dell’eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato in cui sono detenuti i prodotti finanziari, i conti correnti e i libretti di risparmio.

I mentecatti dell'epoca hanno pensato quindi di istituire per i conti correnti e i libretti di risparmio esteri detenuti da persone fisiche residenti in Italia una imposta nuova, IVAFE, uguale a quella di bollo sui conti correnti bancari italiani: imposta di 34,20 euro che si paga solo se la giacenza media del conto corrente supera i 5.000 euro.
Quindi il conto corrente non bancario aperto in Italia paga 1,81 di bollo quando la somma supera euro 77,47; aperto all'estero paga euro 34,20 se ha come giacenza media piu' di 5.000 euro annui.

Mi fermo qui, per adesso.
Ciao
Claudio
 
Ultima modifica:
Non ero a conoscenza di tutto ciò e non ho mai inserito Wise in RW. Cosa devo aspettarmi?
 
Non ero a conoscenza di tutto ciò e non ho mai inserito Wise in RW. Cosa devo aspettarmi?
Nulla, perche' essere controllati sulla dichiarazione dei redditi e' solo un po' piu' probabile che vincere al lotto.
Comunque se coi loro potenti mezzi ti sgamano, ti arriva una lettera tipo
questa
lettera
il cui succo finale e' che se hai mancato solo il monitoraggio senza evadere tasse, devi inviare il quadro RW compilato come si deve (cioe' col rigo del conto WISE indicato) e pagare una sanzione pari al minimo diviso 6: il minimo e' il 3% (per i conti correnti dovrebbe essere sul valore medio di giacenza), quindi mettiamo giacenza media 5.000 x 3% diviso 6 = 25 euri :clap: piu' tutto la sbattimento dell'invio del quadro RW.
Ciao
Claudio
 
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