Conto internazionale multi-valuta Wise (ex Transferwise)

  • Ecco la 66° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    I principali indici azionari hanno vissuto una settimana turbolenta, caratterizzata dalla riunione della Fed, dai dati macro importanti e dagli utili societari di alcune big tech Usa. Mercoledì scorso la Fed ha confermato i tassi di interesse e ha sostanzialmente escluso un aumento. Tuttavia, Powell e colleghi potrebbero lasciare il costo del denaro su livelli restrittivi in mancanza di progressi sul fronte dei prezzi. Inoltre, i dati di oggi sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato dei segnali di raffreddamento. Per continuare a leggere visita il link

Non per fare il precisino ma solo per inquadrare meglio la questione di cosa sia un conto Wise, dato che poi ne derivano conseguenze importanti a livello fiscale, per chi ritenga di adeguarsi alle cervellotiche e minuziose disposizioni italiane al riguardo.
E' un conto corrente, ma non e' bancario; per la precisione e' un conto corrente di pagamento presso un IMEL (Istituto di moneta elettronica) estero ossia al momento belga, conto europeo equiparato a un identico conto italiano presso un IMEL italiano. Per ogni valuta che scegli di detenere in WISE ti aprono un conto corrente dedicato, uno per gli euro, uno per i dollari, uno per la lira turca, ecc. ecc., ognuno con un suo IBAN diverso.
Qualsiasi conto corrente, che sia bancario o presso un IMEL o altro istituto finanziario che la tecnica si possa inventare, comporta che i soldi che versi diventano di proprieta' dell'istituto presso cui hai il conto corrente, che poi li puo' mettere dove vuole (nell'ambito delle norme di vigilanza proprie di quell'istituto, potrebbe giocarseli anche alla ruota del casino', in paesi senza norme stringenti, ad esempio, in Europa no li deve mettere in posti "sicuri"). Chi ha versato ha un credito per la restituzione dell'equivalente: questo e' quello che capita anche quando apri un conto allo sportello bancario sotto casa, i soldi diventano della banca e tu hai un credito verso la stessa.
Per i fini del 99% delle persone non c'e' differenza tra conto corrente bancario o presso IMEL: ci metti su i soldi, li prelevi, fai i bonifici, ci paghi quello che devi pagare, F24, CBILL, pago PA, bollette ecc. ecc., dato che anche i conti correnti bancari vengono usati di solito per i pagamenti. Come tutti i conti correnti ti danno o non ti danno un interesse a loro piacimento.
Quello che invece non puo' essere per un conto di pagamento presso un IMEL e' lo scoperto di conto o il fido: su un conto corrente presso una banca puoi avere un fido e andare in rosso (pagando interessi per lo scoperto), su un conto di pagamento questa cosa e' assolutamente vietata per legge.
Altra piccola differenza e' che i conti di pagamento non sono coperti dal fondo di garanzia dei conti bancari.
Ciao, grazie per il tempo impiegato ad argomentare. Sono d’accordo con tutto (vd bold). Sono d’accordo anche che l’esenzione dal monitoraggio sotto il picco di 15K vale solo per cc BANCARI. Non sono invece d’accordo sulle tue conclusioni: WISE sconta ivafe? Io dico no, tu dici 34,20. Ragioniamo.

Fai derivare l’applicazione di 34,20 di ivafe dall’art 19, c.20, del decreto legge n.201 del 2011, il quale per “conti correnti e i libretti di risparmio” dice di applicare il bollo dell'articolo 13, comma 2-bis, lettere a) e b), della tariffa, parte I, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, ovvero il bollo di 34,20 dei cc BANCARI. Il punto è: i “conti correnti e i libretti di risparmio” del c.20 (ivafe) sono BANCARI o altro? Non è corretto, come fai tu, chiamare “conto corrente non bancario” un conto di pagamento, infatti “gli istituti di pagamento e gli IMEL [...] possono offrire ai loro clienti solo conti di pagamento e non anche conti correnti” come puntualizza la stessa Circolare del 10/05/2013 n. 15 che tu citi. Quindi, non deriva dal c.20 l’applicazione di 34,20 di ivafe sui conti di pagamento come WISE.

Considera poi la questione del codice investimento con cui lo vai a inserire in RW. Il conto di pagamento estero va monitorato, ma con quale codice? Quale proponi? Non il codice 1 che è riservato ai cc BANCARI; una volta dichiarato in RW con codice diverso da 1, ti si applicherà lo 0,2% perché il sw della dichiarazione applica 34,20 SOLO al codice 1. Puoi però flaggare “solo monitoraggio”.



Quindi, per riassumere:
  • Wise è un conto di moneta elettronica, un conto di pagamento, NON un cc BANCARIO
  • In Italia, sconterebbe 2 euro di bollo per giacenze >77,47. Io, al contrario di te, posso confermare che i conti di pagamento (ad es., Hype) trattengono i 2 euro di bollo.
  • Se estero, va monitorato NON con codice 1
  • Non sconta ivafe di 34,20 e suppongo neanche dello 0,2% perché va intesa come valuta estera e l’ivafe non si applica alla valuta estera (fuori cc bacari)
 
:clap:
Fai derivare l’applicazione di 34,20 di ivafe dall’art 19, c.20, del decreto legge n.201 del 2011, il quale per “conti correnti e i libretti di risparmio” dice di applicare il bollo dell'articolo 13, comma 2-bis, lettere a) e b)
L'IVAFE non e' il bollo sui conti bancari esteri ma una tassa diversa e autonoma.

Il comma 20 dice chiaramente
Per i conti correnti e i libretti di risparmio l'imposta è stabilita in misura fissa pari a quella prevista dall'articolo 13,

Cio' che coincide e' il quantum dovuto come IVAFE, pari al bollo del conto corrente bancario, non i presupposti, che nel bollo e' l'essere banca o meno il soggetto che tiene il conto e che fa l'estratto conto.
Tutti i conti correnti esteri sono soggetti a IVAFE, chiunque ne sia il tenutario e qualunque tipo di contratto vi sia alla base del rapporto purche' questo sia qualificabile come "conto corrente". Solo il conto corrente bancario italiano e' soggetto a imposta di bollo di 34,20.
Ora, tra i non addetti ai lavori quando uno dice conto corrente l'idea e' che sia quello bancario, ma nel nostro ordinamento il conto corrente come categoria generale e' quello del codice civile (articoli 1823 e seguenti del codice civile) applicabile a qualsiasi parte.
Anche io e te potremmo fare un contratto in cui io ti verso dei soldi e ti dico che pagamenti fare, tu incassi i soldi ed esegui quei pagamenti o impieghi i soldi come stabilito in contratto e poi quando abbiamo stabilito che il saldo e' esigibile mi ridai quello che e' rimasto.

Quindi c'e' una categoria generale di conto corrente piu' ampia di quella che e' il conto corrente bancario, ed e' quella cui fa riferimento l'IVAFE, mentre il bollo di 34,20 fa riferimento ai conti correnti bancari tenuti in Italia (questo solo perche' quando hanno pensato al bollo per i conti correnti esistevano solo quelli tenuti dalle banche).
infatti “gli istituti di pagamento e gli IMEL [...] possono offrire ai loro clienti solo conti di pagamento e non anche conti correnti” come puntualizza la stessa Circolare del 10/05/2013 n. 15 che tu citi.
La circolare definisce impropriamente conto corrente solo quello bancario (e' un lapsus) e conto di pagamento quello degli IP (Istituti di pagamento) o degli IML (Istituti di moneta elettronica), ma sono entrambi conti correnti, cioe' conti su cui vengono versati, prelevati e/o movimentati dei soldi, cosiddette rimesse. Che sia un lapsus e' chiaro perche' la circolare va a ruota della banca d'italia, che cita, e nelle parole della banca d'italia la contrapposizione e' tra "conto corrente bancario" e "conto di pagamento": sono due fattispecie diverse, non perche' uno non sia un conto corrente ma perche' uno e' tenuto dalle banche euno e' tenuto da altri soggetti a cui possono applicarsi regole diverse.
La banca che fa un contratto per farti operare in conto corrente ti apre un conto corrente bancario, a cui poi associa ulteriori servizi (di pagamento, di remunerazione del risparmio, di credito ecc.) alcuni dei quali sono per legge esclusivi delle banche.
L'IP o l'IML che fa un contratto per farti operare in conto corrente ti apre un conto corrente di pagamento a cui puo' associare solo servizi di pagamento (non di credito, ad esempio).
Siccome il 99% delle persone associa alla parola conto corrente solo quello bancario, che e' il piu' diffuso, conosciuto, regolamentato e protetto dei conti correnti, spesso nei discorsi conto corrente e' sinonimo di conto bancario.

Quindi, non deriva dal c.20 l’applicazione di 34,20 di ivafe sui conti di pagamento come WISE.
L'IVAFE si applica ai conti correnti esteri, di qualunque tipo siano purche' lo schema contrattuale sia riconducibile a quello del conto corrente del codice civile, di un conto cioe' sul quale le parti effettuano rimesse in denaro, ossia accreditano soldi e addebitano importi di denaro avente corso legale da qualche parte nel mondo.
Nell'area SEPA puoi ragionare in maniera CERTA cosi': se il conto ha un IBAN e' CERTO che sia un conto corrente, e potrebbe essere bancario (presso una banca) o di pagamento (presso un IP o un IML). Anche qui faccio notare una dissonanza lessicale: IBAN starebbe per international bank account ma in realta' hanno IBAN anche i conti di pagamento: questo perche' sono nate prima le banche degli IP o IMEL.

Fuori dall'area SEPA sono stracazzi, nel senso che non e' che puoi avere la pretesa di sapere in ogni paese del mondo come definiscono una banca, un istituto di pagamento o uno di moneta elettronica, cosa fa uno e cosa fa l'altro, fortunatamente pero' l'IVAFE non ti costringe a distinguere tra conto bancario e non, basta che sia un conto corrente e sei nel perimetro dell'imposta.
Se c'e' un numero del conto, se ci puoi versare su soldi e puoi dare disposizioni di pagamento, allora e' un conto corrente da indicare col codice 1 (CONTI CORRENTI E DEPOSITI ESTERI) della TABELLA 19 - CODICI INVESTIMENTI ALL’ESTERO E ATTIVITÀ ESTERE DI NATURA FINANZIARIA della nostra dichiarazione dei redditi italiana.


Considera poi la questione del codice investimento con cui lo vai a inserire in RW. Il conto di pagamento estero va monitorato, ma con quale codice? Quale proponi? Non il codice 1 che è riservato ai cc BANCARI;
Assolutamente e certamente codice 1: si riferisce a qualsiasi conto corrente, bancari lo pensi tu, secondo me erroneamente.

una volta dichiarato in RW con codice diverso da 1, ti si applicherà lo 0,2% perché il sw della dichiarazione applica 34,20 SOLO al codice 1. Puoi però flaggare “solo monitoraggio”.
Appunto, i codici diversi dall'1 sono per i rapporti non in conto corrente, ad esempio i soldi nei conti di trading esteri
quadro RW per conti trading

oppure le valute virtuali nei wallet (valute appunto non emesse da banche centrali, tipicamente le crypto) che non hanno la caratteristica di conto con rimesse in denaro ma di asset digitali detenute in apposite app, cioe' programmi informatici
quadro rw wallet crypto

Quindi, per riassumere:
  • Wise è un conto di moneta elettronica, un conto di pagamento, NON un cc BANCARIO
Concordo

In Italia, sconterebbe 2 euro di bollo per giacenze >77,47. Io, al contrario di te, posso confermare che i conti di pagamento (ad es., Hype) trattengono i 2 euro di bollo.
OK, io ero rimasto agli 1,81 ma in effetti e' da un po' che e' aumentata a 2.

Se estero, va monitorato NON con codice 1
No, se e' un conto corrente va col codice 1 e per definizione i conti di pagamento sono conti correnti secondo la nostra definizione del codice civile. Se vuoi limitare alle banche la disciplina, devi scrivere conto bancario, se scrivi conto corrente vuol dire che vuoi tirar dietro tutti i conti correnti.

Non sconta ivafe di 34,20 e suppongo neanche dello 0,2% perché va intesa come valuta estera e l’ivafe non si applica alla valuta estera (fuori cc bacari)

La valuta estera, nell'ambito IVAFE e' quella che prelevi da conti esteri e che tieni in mano: codice 5 nel quadro RW VALUTE ESTERE DA DEPOSITI E CONTI CORRENTI, per chi deve tracciare queste amenita'.

Il conto WISE, per la precisione, funziona cosi' ad oggi se apri il conto dall'Italia:
quando lo apri, seguendo la procedura "Apri un conto", ti assegnano un IBAN belga con saldo in Euro.
Quindi i soldi tenuti in quel "conto" sono, lato tuo, su un conto presso un IP o IMEL regolato dalla legge belga, che applica la direttiva europea sui servizi di pagamento quindi come i nostri conti di moneta elettronica solo che a vigilare ci sono le autorita' belghe e non quelle italiane.
Lato Wise, i soldi che gli dai vengono messi su conti correnti bancari separati sui quali Wise guadagna interessi che poi ti retrocede mensilmente sul tuo conto con IBAN belga come "cashbak del saldo", dopo la trattenuta del 30% belga (tasso attuale che Wise ti retrocede sui saldi in Euro= 2,18% annuo loro).
Ai fini fiscali il conto corrente belga comporta sempre monitoraggio (perche' non e' bancario) e solo se giacenza media supera 5.000 euro annui pagamento dell'IVAFE (codice 1 dei conti correnti) perche' e' un conto corrente.
Dopo di che c'e' la funzione che loro chiamano "Apri un saldo" che ti consente di tenere in una specie di "sottoconti" soldi (che loro chiamano, appunto, saldi) in valute estere. Per loro hai un unico conto (quello con IBAN belga) e tanti saldi che in realta' per noi italiani possono essere ulteriori conti correnti autonomi.
Queste specie di sottoconti (i saldi, appunto, nella terminologia di Wise) sono infatti di due tipi:
- quelli che hanno il loro IBAN estero (se valuta scelta e' dell'area SEPA) o numero di conto estero (se valuta del saldo e' fuori area sepa), diverso da quello belga, e che ti consentono di ricevere direttamente pagamenti in valuta estera su quel saldo/sottoconto oltre che poi pagare in quella valuta;
- e quelli che non hanno un IBAN autonomo ma che puoi usare solo per pagare (non per ricevere direttamente) in quella valuta estera in cui hai aperto quel saldo.

Puo' succedere che ti diano per un saldo in valuta estera un numero di conto che fa riferimento a una banca, ad esempio se apri un saldo in USD (dollari americani) ti danno un conto a te intestato di una banca di New York, quindi io quei saldi li potrei qualificare come in conto corrente bancario americano e quindi, avessi solo quelli e non superassi i 15.000 euro neanche per un giorno, non li metterei nel monitoraggio fiscale. Wise comunque dice quanto segue quando apri un saldo in USD:
Gli estremi del conto che offriamo non sono un conto bancario, ma il numero di conto e il routing number che ti forniamo funzionano allo stesso modo per la ricezione di denaro. Per ricevere pagamenti in USD dai tuoi amici, l'azienda per cui lavori o i tuoi clienti, non ti basta far altro che condividere i tuoi estremi del conto in USD.

Tieni presente che i tuoi estremi del conto in USD possono ricevere solo USD. Il denaro inviato in qualsiasi altra valuta verrà restituito al mittente.

La banca del mittente potrebbe richiedere un e-teller ID, ma purtroppo non potremo fornire queste informazioni. Nel momento della creazione del trasferimento, il mittente dovrà aggiungere manualmente i tuoi estremi del conto, invece di selezionarlo da un elenco di banche disponibili.

Ci sono alcuni limiti sulla ricezione di USD sul tuo conto Wise.

Questo per dire che, tempo per tempo e dai documenti che gli sveglioni del belgio ti forniscono devi stabilire dove diavolo ti hanno piazzato il saldo in valuta estera, nel tuo caso specifico. Se tieni saldi in valuta estera e per 7 giorni superi i famosi 51.645,69 euro, scatta anche la tassazione sulle plusvalenza da tasso di cambio da quadro RT.

Quindi chi vuole fare il precisino e ha aperto un conto WISE belga deve considerare i seguenti quadri:
RW per monitoraggio e IVAFE;
RT per plusvalenze da cambi se si tengono giacenze in valuta estera che superano per 7 giorni i 51.645,69 euro;
RM rigo 12 per tassare interessi attivi, che in Wise definiscono cashback da saldo in conto.

Tutto quanto sopra, ovviamente, quando apri un conto in Wise e/o crei dei saldi in valuta estera a te riferibili.
Cosa assai diversa se incarichi Wise di trasferire denaro da un tuo conto italiano a un conto estero: in questa situazione dai i soldi a Wise in locale su un conto con IBAN di Wise (non tuo) che poi fa partire la stessa cifra che tu devi trasferire, da un conto estero (sempre di Wise) nello stesso paese dove hai il tuo conto di arrivo di quei soldi. In pratica con il costo di due bonifici locali eviti il costo del bonifico internazionale, dato che wise si tiene i tuoi soldi in locale e usa i suoi soldi gia' all'estero per farli arrivare dove volevi tu.

Ciao
Claudio
 
Ultima modifica:
@rodrig11 @motoro
vi ringrazio di cuore per gli approfondimenti, ma adesso ho un gran casino in testa.

Già ero "preoccupato" su come indicare in denuncia dei redditi il cashback che ho ricevuto l'anno scorso (e non a caso a novembre ho chiesto di non vedermelo più riconosciuto), ma adesso la mia preoccupazione è maggiore.

Vabbé, cercherò di studiare la questione meglio possibile; ma almeno una domanda ve la voglio fare: se non supero i 5000/15000 euro di giacenze, devo comunque indicare il possesso della carta-conto ai fini del "solo monitoraggio"?

Perché (e scusate se dico una castroneria), in caso affermativo, la questione non dovrebbe riguardare anche prodotti analoghi tipo Revolut?
 
Ciao, del tuo lungo messaggio riprendo solo le parti che fanno procedere la discussione, quelle che affrontano direttamente le mie obiezioni, il resto dà comunque preziose informazioni al contorno.

Insomma, per te “bancari” in “cc e depositi bancari” è disambiguante, quindi se l’aggettivo manca si devono intendere sia quelli bancari sia quelli non bancari. Ed ecco che la soglia di 5K vale anche per i non bancari mentre il picco dei 15K vale invece solo per i bancari. Peccato che quelli non bancari non sono affatto conti correnti ma conti di pagamento.

La circolare definisce impropriamente conto corrente solo quello bancario (e' un lapsus) e conto di pagamento quello degli IP (Istituti di pagamento) o degli IML (Istituti di moneta elettronica), ma sono entrambi conti correnti

Dici che l’AdE ha avuto un lapsus. Sarà, ma considera due cose: è Banca d’Italia ad aver scritto quella nota che l’AdE cita nella sua circolare e considera anche che il TUB (che per quanti non lo sapessero è legge, non circolare) usa coerentemente l’espressione “conto corrente” in relazione a banche e “conto di pagamento” in relazione a Istituti di moneta elettronica (o di pagamento).

No, se e' un conto corrente va col codice 1 e per definizione i conti di pagamento sono conti correnti secondo la nostra definizione del codice civile.

Non vorrei disputare sul Codice Civile, che non è il corpus adeguato a distinguere tra conti correnti bancari e conti di pagamento. Il CC distingue il conto corrente ordinario (1823) da quello bancario (1834). Il primo è un contratto tra soggetti che annotano sì i rispettivi crediti e debiti, ma che ha tutt’altra natura, primo tra tutti il fatto che i crediti sono esigibili solo alla chiusura del conto e che c’è reciprocità di rimesse tra i soggetti. Al fisco interessa il conto corrente bancario, quando dice “conto corrente” si riferisce alla seconda nozione, è abbastanza facile rintracciare questo uso in ogni suo documento, “cc e depositi” va sempre letto come “cc e depositi bancari”, quelli non bancari sono conti di pagamento: un cc è anche un conto di pagamento, ma un conto di pagamento NON è un conto corrente


Se c'e' un numero del conto, se ci puoi versare su soldi e puoi dare disposizioni di pagamento, allora e' un conto corrente da indicare col codice 1 (CONTI CORRENTI E DEPOSITI ESTERI)
Assolutamente e certamente codice 1: si riferisce a qualsiasi conto corrente, bancari lo pensi tu, secondo me erroneamente.


Provo a convincerti dal lato operativo e ragionando per assurdo. Prendiamo il caso delle criptovalute sino al 2023: l’AdE l’ha sempre sottoposte a monitoraggio ma non a ivafe e l’argomento era che i depositi di criptovalute non sono depositi bancari e l’ivafe si applica solo a quelli bancari (circolare 28E del 2012). Se il codice 1 (“conti correnti e depositi esteri”) si riferisse anche a cose non bancarie, l’AdE avrebbe sottoposto le criptovalute a ivafe da sempre. Tieni presente che quell’argomento non è prodotto en passant ma ripetuto coerentemente su tutti i documenti AdE per anni (vd ad es., l’Interpello 788 del 2021), è anche quello un lapsus?


quando lo apri, seguendo la procedura "Apri un conto", ti assegnano un IBAN belga

Non ti assegnano subito un iban, puoi usare il conto anche per trasferimenti al volo senza depositare niente e in tal caso non si pone la questione cc vs conto di pagamento, ivafe sì o no: non lo prendi in considerazione e basta. Tu stesso alla fine del messaggio fai notare i due distinti usi di WISE.



In estrema sintesi le mie conclusioni anche alla luce del tuo ultimo messaggio:
conto di pagamento ≠ conto corrente
“conto corrente” = “conto corrente bancario”
La legge sull’ivafe non dice niente sui conti di pagamento
Il codice 1 in RW non si applica ai meri conti di pagamento
I conti di pagamento si monitorano ma non scontano ivafe
 
Provo a convincerti dal lato operativo e ragionando per assurdo. Prendiamo il caso delle criptovalute sino al 2023: l’AdE l’ha sempre sottoposte a monitoraggio ma non a ivafe e l’argomento era che i depositi di criptovalute non sono depositi bancari e l’ivafe si applica solo a quelli bancari (circolare 28E del 2012). Se il codice 1 (“conti correnti e depositi esteri”) si riferisse anche a cose non bancarie, l’AdE avrebbe sottoposto le criptovalute a ivafe da sempre. Tieni presente che quell’argomento non è prodotto en passant ma ripetuto coerentemente su tutti i documenti AdE per anni (vd ad es., l’Interpello 788 del 2021), è anche quello un lapsus?
Ho gia' precisato nei precedenti post ma e' bene ribadirlo, che nella fattispecie normativa italiana di conto corrente rientra qualsiasi
1) conto
2) con rimesse = movimenti = versamenti e prelevamenti in denaro avente corso legale (valute del mondo);
3) e un saldo monetario disponibile.

La nozione base di conto corrente e' quella di conto con rimesse in denaro e un saldo monetario disponibile: il fatto che queste rimesse siano reciproche o meno, che il saldo sia esigibile sempre o no, che ci siano interessi, costi di gestione, possibilita' di scoperto, ecc. ecc. sono aspetti della disciplina e non della fattispecie, cioe' non e' quello l'elemento caratterizzante della fattispecie "conto corrente", cosi' come non e' caratterizzante il contraente del contratto in conto corrente: quello del tipo di contraente (se banca o IP o IMEL) e' un problema di disciplina, se il contraente e' la banca allora questa e' la disciplina delle banche, se e' un IMEL questa e' la disciplina degli IMEL, quando dico disciplina intendo i servizi che si possono aggiungere e/o offrire per quel conto.
Le crypto non sono denaro avente corso legale, quindi un conto con dentro le crypto non e' un conto corrente anche se lo puoi usare per i pagamenti laddove esse sono volontariamente accettate per quello. Potrebbero essere un conto di pagamento, ma non corrente perche' le rimesse non sono in denaro, il saldo non e' in denaro ma in quella crypto.

Non ti assegnano subito un iban, puoi usare il conto anche per trasferimenti al volo senza depositare niente e in tal caso non si pone la questione cc vs conto di pagamento, ivafe sì o no: non lo prendi in considerazione e basta. Tu stesso alla fine del messaggio fai notare i due distinti usi di WISE.

L'ho spiegato: il conto WISE, di cui discutiamo in questo post e' quel rapporto che ottieni partendo da "Apri un conto", ed e' un conto corrente di pagamento, con IBAN.
A seconda del saldo che chiedi (in euro, in dollari, in sterline o in qualche altra valuta accettata per tenere i saldi) potresti avere l'iban belga o di un altro paese. Se apri un conto in sterline inglesi, te lo piazzano con un iban inglese dove puoi ricevere denaro in 17 valute oltre la sterlina, questo perche' la normativa inglese dove e' domiciliato il conto lo consente. Per gli altri saldi, invece, il conto puo' ricevere direttamente pagamenti nella valuta in cui e' aperto il saldo, e solo quella. Pero' tu puoi aprire altri saldi in aggiunta a quello in cui hai aperto inizialmente il conto.

Wise in quanto tale ha anche altri tipi di contratto, dei quali quello di trasferimento di denaro e' il piu' emblematico di tutti, quello da cui sono partiti quando si chiamavano transfer Wise.
Il fatto che non ti assegnino un IBAN dipende solo da quale contratto/servizio tu gli chiedi: come se vai in banca a pagare una bolletta, mica ti aprono il conto corrente, se non ce l'hai la paghi per cassa, cosi' se vai da Wise per trasferire soltanto denaro, non passi dal conto corrente Wise se non vuoi aprire il conto.
“conto corrente” = “conto corrente bancario”

Questa cosa stride proprio, non regge: quale sarebbe secondo te la differenza tra un conto di pagamento e un conto corrente bancario che hanno il medesimo saldo e il medesimo funzionamento (versamento di denaro, prelievo di denaro, disponibilita' del saldo per i pagamenti o il prelievo)?
Conto corrente, nella normativa del quadro RW, significa conto dove tieni denaro liquido disponibile. Quale sarebbe la ratio di distinguere il tenutario del conto? Quale norma esiste per distinguere tra conto bancario e conto di moneta elettronica o di pagamento che tu voglia chiamarlo?
Ci deve essere sempre una norma alla base della distinzione di disciplina tra conti:
1) nel bollo c'e' la norma che distingue tra conto bancario e non (articolo 13 comma 2 conti non bancari; articolo 13 comma 2 bis conto bancario);
2) per il monitoraggio dei conti esteri c'e' la norma di esenzione solo per i conti correnti bancari che nell'anno non superano mai un saldo di euro 15.000 (Articolo 4 comma 3 Decreto legge 28/06/1990, n. 167);
3) per la tassa IVAFE non c'e' una norma che distingue tra conti correnti, sono parificati sia i conti bancari che non bancari ai fini dell'imposta fissa di 34,20 euro calcolata come il bollo dei conti bancari italiani e quindi con l'esenzione (da bollo per i conti bancari italiani; da ivafe per tutti i conti, bancari e non, all'estero) in caso di giacenza media che non superi nell'anno i 5.000 euro, e' scritto nel comma 20 del Decreto legge 06/12/2011, n. 201.


La legge sull’ivafe non dice niente sui conti di pagamento
Il codice 1 in RW non si applica ai meri conti di pagamento
Il principio e' opposto:
- se non si dice niente i conti sono parificati, dentro la nozione di "conto corrente";
- se si distingue, allora la disciplina deriva dalla distinzione in positivo, che potrebbe essere dettata per i conti bancari o non bancari o di altro tipo man mano che la tecnica e le normative progrediscono.

Per quale motivo, secondo te, un conto di pagamento di quelli presso un IP o un IMEL non sarebbe un conto corrente?

Ciao
Claudio
 
Ultima modifica:
Al fisco interessa il conto corrente bancario, quando dice “conto corrente” si riferisce alla seconda nozione, è abbastanza facile rintracciare questo uso in ogni suo documento, “cc e depositi” va sempre letto come “cc e depositi bancari”, quelli non bancari sono conti di pagamento: un cc è anche un conto di pagamento, ma un conto di pagamento NON è un conto corrente
Tira fuori le norme: il fisco ragiona sempre partendo da norme, ha ragione se le interpreta correttamente, altrimenti ha torto, spetta a un giudice stabilirlo e il giudice applica il diritto.
L'espressione "conto corrente" sicuramente include quella di "conto corrente bancario", ma non solo.
Normalmente e' il legislatore che dopo la parola "conto corrente" aggiunge "bancario": lo fa per l'ISEE, ad esempio, dove la consistenza dei conti bancari si calcola diversamente da quelli di pagamento, in Italia o all'estero non rileva come distinzione nell'ISEE.
Trovami una disciplina che si applica per certo ai soli conti correnti bancari a fronte di un'espressione generica di "conto corrente" nel dato normativo.
A me non ne vengono in mente.
Diciamo che non vale il ragionamento analogico estensivo: cioe' il fisco non estende mai (che io sappia) una regola dettata espressamente per i conti correnti bancari, a un conto corrente non bancario.

Ciao
 
Ultima modifica:
Tira fuori le norme: il fisco ragiona sempre partendo da norme, ha ragione se le interpreta correttamente, altrimenti ha torto, spetta a un giudice stabilirlo e il giudice applica il diritto.
L'espressione "conto corrente" sicuramente include quella di "conto corrente bancario", ma non solo.
Normalmente e' il legislatore che dopo la parola "conto corrente" aggiunge "bancario": lo fa per l'ISEE, ad esempio, dove la consistenza dei conti bancari si calcola diversamente da quelli di pagamento, in Italia o all'estero non rileva come distinzione nell'ISEE.
Trovami una disciplina che si applica per certo ai soli conti correnti bancari a fronte di un'espressione generica di "conto corrente" nel dato normativo.
A me non ne vengono in mente.
Diciamo che non vale il ragionamento analogico estensivo: cioe' il fisco non estende mai (che io sappia) una regola dettata espressamente per i conti correnti bancari, a un conto corrente non bancario.

Ciao

Ciao. Giriamo sempre intorno allo stesso punto: conto corrente bancario e conto di pagamento sono due specie dello stesso genere “conto corrente”? Se sì, quello che dici ha perfettamente senso; se no la normativa ivafe non parla affatto di conti di pagamento (WISE).

Ho provato a mostrarti attraverso TUB, prassi fiscale e nota di Banca d’Italia l’uso che fanno del termine “conto corrente”. Qui interessa come dichiarare in maniera corretta un conto di pagamento estero, non la dottrina. Dopodiché nessuno porterà l’AdE in giudizio per il conto WISE, per scoprire l’eventuale errore (che io sostengo non commette, tu sostieni commette). Il conto di pagamento è disciplinato dal D.lgs. 11 del 2010 e 37 del 2017, il conto corrente dal Codice Civile; Il TUB poi disciplina, sulla trasparenza, il conto di pagamento nel Titolo VI, Capo II-bis, il cc nel Capo I.

Se volete stare tranquillissimi trattate Wise come trattereste un (o meglio molti) cc bancario estero a vostro nome con codice 1, e pagateci ivafe, se invece volete sentire cosa ne pensa l’AdE, monitoratelo ma non con codice 1 e flaggate “solo monitoraggio”, come da mio primo messaggio:

Si osserva che per conto di pagamento si intende «un conto intrattenuto presso un prestatore di servizi di pagamento da uno o più utenti di servizi di pagamento per l'esecuzione di operazioni di pagamento» (cfr. articolo 1, lettera l,del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11). A differenza del conto corrente bancario, sul quale è invece applicabile l'IVAFE, le somme accreditate su un conto di pagamento possono essere utilizzate esclusivamente per effettuare dei pagamenti e non anche per la gestione del risparmio. Inoltre, ai sensi dell'articolo 1, comma 2 del TUF, gli strumenti di pagamento non costituiscono prodotti finanziari. Pertanto, si ritiene che il conto di pagamento acceso presso l'IP estero non rientri nell'ambito di applicazione dell'IVAFE non configurando detto conto un tipico "conto corrente" bancario. (Circolare 56 del 2020)



P.S.: grazie comunque della proficua discussione.
 
Si osserva che per conto di pagamento si intende «un conto intrattenuto presso un prestatore di servizi di pagamento da uno o più utenti di servizi di pagamento per l'esecuzione di operazioni di pagamento» (cfr. articolo 1, lettera l,del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11). A differenza del conto corrente bancario, sul quale è invece applicabile l'IVAFE, le somme accreditate su un conto di pagamento possono essere utilizzate esclusivamente per effettuare dei pagamenti e non anche per la gestione del risparmio. Inoltre, ai sensi dell'articolo 1, comma 2 del TUF, gli strumenti di pagamento non costituiscono prodotti finanziari. Pertanto, si ritiene che il conto di pagamento acceso presso l'IP estero non rientri nell'ambito di applicazione dell'IVAFE non configurando detto conto un tipico "conto corrente" bancario. (Circolare 56 del 2020)

Questa circolare-risoluzione mi ha fugato molti dubbi, almeno riguardo a Wise.

Nei prossimi giorni farò quindi una dichiarazione integrativa relativa al periodo 2022 inserendo Wise con codice 7, solo monitoraggio.

Per quanto riguarda il cashback/interesse presumo che, sempre relativamente al 2022, non dovrò inserire niente, dato che ho ricevuto solo 0,29 euro in data 20/01/23 derivante dal saldo presente a dicembre 2022, giusto?

Invece i dubbi per quanto riguarda Revolut i dubbi mi restano, dato che mi sembra di aver capito che abbia licenza come banca (in Lituania), però solo dal giorno 01/07/22, e quindi non è più un semplice prestatore di servizi di pagamento come Wise.

Revolut è una banca? | Revolut Italia

Che casino!!!!!

:D
 
Dopo aver letto e riletto i corposi interventi di @rodrig11 e @motoro - che ringrazio di nuovo - e cercato di capire quello che dicono le normative, sono giunto a queste "conclusioni" (che non concludono un bel niente, ma è fin dove sono riuscito ad arrivare). Se scrivo castronerie non linciatemi. ☮️

Inizio subito da un OT; per quanto riguarda Revolut - scusate ma ho tirato fuori io quel conto - non vedo troppi "problemi", nel senso che non producendo interessi non credo rientri nell'articolo 4 del D.L. 28 giugno 1990, n. 167 che prescrive vadano indicati nella dichiarazione dei redditi gli "investimenti all'estero ovvero attività estere di natura finanziaria, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia".
Oltre a questo, se è vero che da luglio 2022 Revolut è diventata una banca , non è da escludere che, almeno da quella data, il loro conto possa essere considerato "conto corrente bancario" e quindi esente dall'inserimento in dichiarazione dei redditi sempre che non si superino i noti limiti 5000/15000.

Per quanto riguarda invece Wise, anche in questo caso il conto non era "suscettibile di produrre redditi imponibili," almeno fino al 30 novembre 2022. Poi dal 01 dicembre 2022 hanno cominciato a calcolare il famoso "cashback-interesse", senza (a quanto sembra) darne alcuna comunicazione ai propri clienti se non il giorno 20 gennaio 2023 (che è il giorno in cui, almeno io, ho ricevuto la mail e in cui mi è stata accreditata la bellezza di 0,29 euro), clienti i quali si sono trovati quindi di fronte al fatto compiuto.

E non si sono nemmeno degnati di dare una preventiva comunicazione "pubblica" della cosa, dato che la notizia più vecchia cho ho trovato in proposito è del 24 gennaio 2023:

“Balance cashback”: Wise offers European customers a return on money held in multiple currencies

E neppure oggi ho trovato alcuna menzione del cashback nelle loro condizioni contrattuali, sebbene lo continuino ad erogare, a meno che il cliente non abbia opposto rifiuto come ho fatto io a fine 2023:

Terms and Conditions - (Wise Europe SA)

Quindi, come fare? Ci sto riflettendo, dato che condivido l'opione di rodrig11 sul considerare il conto di Wise un "conto di pagamento" diverso d un "conto corrente bancario", conto quest'ultimo esplicitamente esentato dall'inserimento nella denuncia dei redditi dal suddetto D.L. "Gli obblighi di indicazione nella dichiarazione dei redditi previsti nel comma 1 non sussistono altresì per i depositi e conti correnti bancari costituiti all'estero il cui valore massimo complessivo ......"

Boh, stavo pensando di non dichiarare niente sicuramente per il periodo di imposta 2021, così come per il periodo di imposta 2022 (in questo caso rischiando la "letterina" dall'Agenzia delle Entrate; vedasi post 940 di motoro), e poi per il periodo di imposta 2023 indicare il conto Wise nel quadro RW (interessi inclusi) sperando di non darmi la zappa sui piedi nel caso in cui l'AdE si incuriosisca e voglia andare a vedere cosa è successo l'anno prima.
 
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Occhio che se prese alla lettera le conclusioni della risoluzione 56/2020 citata da rodrig11, porterebbero a non considerare il conto di pagamento nemmeno come attivita' finanziaria detenuta: infatti nella risposta a quesito all'origine della risoluzione 56 del 2020, l'agenzia dice di fare monitoraggio fiscale dei 20.000 euro prestati attraverso la piattavorma di P2P lending (che e' cosa diversa del monitoraggio del conto intestato all'istante presso l'IP sul quale quei soldi sono transitati) e non si paga IVAFE perche' i crediti da mutui lato mutuante, cioe' dal punto di vista di chi presta i soldi, non pagano IVAFE non essendo prodotti finanziari.

Sarebbe troppo bello se fosse cosi', ossia conto di pagamento = strumento di pagamento quindi stessa disciplina di un assegno circolare o di un bonifico, che non lo devi tracciare in quanto tale, in nessuna delle normative che riguardano attivita' o strumenti o prodotti finanziari.

Se conto di pagamento non e' prodotto finanziario per l'IVAFE, non dovrebbe esserlo nemmeno per l'ISEE, e invece pacificamente nella dichiarazione unica dell'ISEE tutti dicono di indicare i conti di pagamento, non come i conti bancari laddove la normativa richiede la giacenza media dei conti correnti bancari, ma come le attivita' finanziarie laddove la normativa chiede il saldo alla data dell'ISEE normalmente al 31/12 del secondo anno solare precedente alla DSU.

Ritengo quindi che l'agenzia delle entrate si sia figurata una situazione in cui i 20.000 euro del quesito sono stati trasferiti all'istituto di Pagamento (IP) estero e da questo subito prestati ai mutuatari della piattaforma di lending in questione: se il conto di pagamento e' usato solo per il pagamento (come un assegno), ovvio che non e' un conto corrente, perche' manca di rimesse e di un saldo, c'e' solo il passaggio del denaro dalle mani del mutuante a quelle dei mutuatari, che utilizzano quella piattaforma, poi tornano indietro interessi sotto forma di redditi di capitale con eventuale ritenuta al 26% e, giustamente, in questo schema, il monitoraggio riguarda i 20.000 transitati (dati mutuo), cioe' il credito che deriva dal pagamento, non il conto in quanto tale, usato solo per fare arrivari i soldi all'IP e poi dall'IP al o ai mutuatari, non c'e' un conto dove leggi un saldo monetario tuo disponibile, i soldi tu li hai prestati a terzi a titolo di mutuo.
Se l'IP (piattaforma di lending) presta i tuoi soldi, vuol dire che non stanno sul tuo saldo disponibile, non hai un saldo monetario ma hai un credito verso il o i mutuatari: quello non e' un conto corrente, ma un mutuo in cui tu hai un diritto alla restituzione del capitale alla o alle scadenze e un diritto al pagamento dell'interesse pattuito. Il conto sul quale sono transitati i i soldi non e' corrente, ergo sono giuste le conclusioni dell'agenzia delle entrate ma queste valgono per i conti delle piattaforme di P2P lending.

Ciao
Claudio
 
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Boh, stavo pensando di non dichiarare niente sicuramente per il periodo di imposta 2021, così come per il periodo di imposta 2022 (in questo caso rischiando la "letterina" dall'Agenzia delle Entrate; vedasi post 940 di motoro),
Io per redditi che ballano sotto i 100/200 ma anche 1.000 euro non muovo un dito, se appena vedo che e' un casino, che se faccio una cosa li' poi ne dovevo fare un'altra la' e via di complicazioni, una via l'altra: aspetto che mi dica l'Agenzia Entrate cosa fare, la multa in questi casi e' talmente insignificante che vale come corrispettivo del servizio prestatomi quando mi scrivono dicendomi cosa devo fare esattamente e perche', senza che sia io a sbattermi ma dicendomi loro esattamente cosa fare.

Esempio:
ho il conto Wise, che e' un conto di pagamento con su cifrette (qualche migliaio di euro) che uso per pagare soggetti esteri, tipo, il villaggio vacanze, il noleggiatore, il ristorante, l'albergo ecc. ecc.
Decido che non ne faccio monitoraggio perche' e' uno sbattimento, e poi meglio non svegliare il cane che dorme.
L'agenzia mi scrive e mi dice che non l'ho monitorato, e io rispondo ma siete sicuri che dovevo farlo, non e' un conto corrente bancario ma un mero conto di pagamento, i soldi li metto per pagare, non c'e' risparmio o attività finanziaria ma solo pagamenti e via di frasi fatte di questo tipo. Dove sta scritto che il conto di pagamento deve fare monitoraggio fiscale? Dove sta scritto che deve pagare IVAFE? C'e' la possibilita' che manco capiscano cosa sia Wise e mi rispondono come nella risoluzione 56/2020 e quindi che ho fatto giusto non facendo niente.

Ricevo cash back del saldo: cifre di qualche euro mensile e non le dichiaro come interessi? Dove sta scritto che sono interessi? Il cash back non e' interesse e via dicendo per affermazioni apodittiche che non richiedono dimostrazione perche' anche l'agenzia delle entrate disse cosi'.

Quindi non e' poi nemmeno da sottovalutare la considerazione che alla fine dei conti e' piu' facile sbagliare facendo che non facendo una cippa.

Ciao
Claudio

P.S.: secondo me le due posizioni coerenti sono
A) Conto di pagamento = conto corrente NON bancario = Monitoraggio sempre (codice 1 = conto corrente) = IVAFE SI di euro 34,20 se giacenza media supera 5.000 euro, che vale per tutti i conti correnti


B) conto di pagamento = strumento di pagamento e quindi NON e' attivita' finanziaria (articolo 1, comma 2 del TUF) e quindi no monitoraggio e no IVAFE;

Se faccio qualcosa, seguo la prima ipotesi; se decido di non fare niente la seconda.
 
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se invece volete sentire cosa ne pensa l’AdE, monitoratelo ma non con codice 1 e flaggate “solo monitoraggio”, come da mio primo messaggio:
Nel quesito che citi non e' pero' il conto ad essere monitorato ma i 20.000 euro transitati sul conto e dati a mutuo.
L'AdE dice di considerarli investimenti esteri (capitale dato a mutuo = investimento) e considerare redditi di capitale gli interessi che vanno a concorrere nel reddito complessivo (dato che quelli soggetti a ritenuta 26% a titolo di imposta sono solo quelli attraverso le piattaforme degli intermediari iscritti negli albi della banca d'Italia, per quelli esteri la ritenuta e' a titolo di acconto).

Le conclusioni letterali sono che il conto di pagamento in quanto tale non e' un prodotto finanziario, quindi non va monitorato se usato solo come mezzo di pagamento e non essendo attivita' finanziaria non sconta IVAFE: queste conclusioni sono secondo me applicabili ai conti transitori che usa Wise quando gli chiedi solo di trasferire denaro, e non di aprire un conto.

Ciao
Claudio
 
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Nel quesito che citi non e' pero' il conto ad essere monitorato ma i 20.000 euro transitati sul conto e dati a mutuo.
L'AdE dice di considerarli investimenti esteri (capitale dato a mutuo = investimento) e considerare redditi di capitale gli interessi che vanno a concorrere nel reddito complessivo (dato che quelli soggetti a ritenuta 26% a titolo di imposta sono solo quelli attraverso le piattaforme degli intermediari iscritti negli albi della banca d'Italia, per quelli esteri la ritenuta e' a titolo di acconto).

Le conclusioni letterali sono che il conto di pagamento in quanto tale non e' un prodotto finanziario, quindi non va monitorato se usato solo come mezzo di pagamento e non essendo attivita' finanziaria non sconta IVAFE: queste conclusioni sono secondo me applicabili ai conti transitori che usa Wise quando gli chiedi solo di trasferire denaro, e non di aprire un conto.

Ciao
Claudio
ciao, scusa ma stai facendo un po' di conclusione ora. il monitoraggio si fa sulle "attività", l'ivafe si paga sui "prodotti". "attività" è un termine più inclusivo, sebbene non ben definito, di "prodotto". il conto di pagamento lo monitori in quanto attività, non ci paghi ivafe in quanto né cc (bancario) né prodotto.
@camaron revolut è una banca, tu hai un cc estero a tuo nome, quindi no credo che su revolut ci siano dubbi. 0.29 di interessi?????????? c'mon di che parliamo, anche il form in RW si rifiuta di accettare quel valore....
per wise, forse cod. 7, forse 14....
 
ciao, scusa ma stai facendo un po' di conclusione ora. il monitoraggio si fa sulle "attività", l'ivafe si paga sui "prodotti". "attività" è un termine più inclusivo, sebbene non ben definito, di "prodotto". il conto di pagamento lo monitori in quanto attività, non ci paghi ivafe in quanto né cc (bancario) né prodotto.
Io dicevo che nella risposta a quesito il conto di pagamento (quello che l'istante dice che gli hanno aperto presso l'Istituto di Pagamento che gestisce la piattaforma) l'agenzia lo considera solo per l'IVAFE, non dice che devi fare monitoraggio del conto, questo perche' lo inquadra negli strumenti di pagamento che non sono prodotti finanziari: l'attivita' finanziaria detenuta all'estero, per l'agenzia sono solo i soldi prestati, cioe' l'investimento, non quelli per ipotesi tenuti sul conto.
L'attivita' finanziaria che vede l'agenzia sono i soldi investiti, che non sono sul conto: di quelli dice di fare monitoraggio. E il conto? Cioe' i soldi non prestati ma che rimangono li'? E' o non e' attivita' finanziaria soggetta a monitoraggio in un rigo diverso da quelli dati a mutuo?
Per come conclude la risoluzione, no.
Sei d'accordo che se i soldi in conto fossero stati considerati attivita' finanziaria, il monitoraggio avrebbe richiesto 2 righi, uno per quelli investiti a mutuo e uno per quelli sul conto non investiti?
Ciao
Claudio
 
Ultima modifica:
il monitoraggio si fa sulle "attività", l'ivafe si paga sui "prodotti". "attività" è un termine più inclusivo, sebbene non ben definito, di "prodotto". il conto di pagamento lo monitori in quanto attività, non ci paghi ivafe in quanto né cc (bancario) né prodotto.
@camaron revolut è una banca, tu hai un cc estero a tuo nome, quindi no credo che su revolut ci siano dubbi. 0.29 di interessi?????????? c'mon di che parliamo, anche il form in RW si rifiuta di accettare quel valore....
per wise, forse cod. 7, forse 14....


In base alle istruzioni per la compilazione del quadro RW che allego:

"Le attività estere di natura finanziaria sono quelle attività da cui derivano redditi di capitale o redditi diversi di natura finanziaria di fonte estera. Queste attività vanno sempre indicate nel presente quadro in quanto di per sé produttive di redditi di fonte estera imponibili in Italia."

Quindi, a mio modesto avviso, il conto Wise non va indicato, nemmeno per il "solo monitoraggio" se non produce interessi-cashback. Per lo meno, io conto di regolarmi così; e cioè per l'anno 2022 non indico niente, se non altro perché il misero interesse di 0,29 di dicembre (oltre al fatto che credo non andrebbe comunque indicato poiché inferiore a 0,50), siccome mi è stato accreditato il giorno 20 gennaio 2023 lo sommerò alle altre mensilità del 2023 (visto che i redditi di capitali vanno tassati col criterio di cassa, se ho ben capito). Per il 2023 considererò il conto Wise come "attività", e per il 2024 tornerò a NON considerarlo come "attività", dato che ho chiesto non mi venga più riconosciuto l'interesse-cashback e l'ultima mensilità l'ho ricevuta a novembre 2023, e quindi l'anno prossimo tornerò a non indicare niente.


L'agenzia mi scrive e mi dice che non l'ho monitorato, e io rispondo ma siete sicuri che dovevo farlo, non e' un conto corrente bancario ma un mero conto di pagamento, i soldi li metto per pagare, non c'e' risparmio o attività finanziaria ma solo pagamenti e via di frasi fatte di questo tipo. Dove sta scritto che il conto di pagamento deve fare monitoraggio fiscale? Dove sta scritto che deve pagare IVAFE? C'e' la possibilita' che manco capiscano cosa sia Wise e mi rispondono come nella risoluzione 56/2020 e quindi che ho fatto giusto non facendo niente.

Ricevo cash back del saldo: cifre di qualche euro mensile e non le dichiaro come interessi? Dove sta scritto che sono interessi? Il cash back non e' interesse e via dicendo per affermazioni apodittiche che non richiedono dimostrazione perche' anche l'agenzia delle entrate disse cosi'.

Scusa, non ho esperienza, ma si può interloquire in quel modo con l'Agenzia delle Entrate? Io pensavo che loro scrivessero "non ci tornano i conti" e tu contribuente dovessi arrangiarti per farglieli tornare; e se non ti stanno bene le loro interpretazioni delle norme fiscali sempre onere tuo, con tanto di commercialisti e/o avvocati fiscalisti, fare gli eventuali ricorsi. Non dico che sia giusto, ma pensavo (forse perché ci terrorizzano col fisco) che le cose fossero più "rigide". D'accordo poi con te sul fatto che alla fin fine le sanzioni sarebbero abbastanza contenute (almeno per me con non mai avuto giacenza media superiore a 500 euro).
 

Allegati

  • Quadro_RW.pdf
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In base alle istruzioni per la compilazione del quadro RW che allego:

"Le attività estere di natura finanziaria sono quelle attività da cui derivano redditi di capitale o redditi diversi di natura finanziaria di fonte estera. Queste attività vanno sempre indicate nel presente quadro in quanto di per sé produttive di redditi di fonte estera imponibili in Italia."

Quindi, a mio modesto avviso, il conto Wise non va indicato, nemmeno per il "solo monitoraggio" se non produce interessi-cashback. Per lo meno, io conto di regolarmi così; e cioè per l'anno 2022 non indico niente, se non altro perché il misero interesse di 0,29 di dicembre (oltre al fatto che credo non andrebbe comunque indicato poiché inferiore a 0,50), siccome mi è stato accreditato il giorno 20 gennaio 2023 lo sommerò alle altre mensilità del 2023 (visto che i redditi di capitali vanno tassati col criterio di cassa, se ho ben capito). Per il 2023 considererò il conto Wise come "attività", e per il 2024 tornerò a NON considerarlo come "attività", dato che ho chiesto non mi venga più riconosciuto l'interesse-cashback e l'ultima mensilità l'ho ricevuta a novembre 2023, e quindi l'anno prossimo tornerò a non indicare niente.
ciao, il monitoraggio non dipende dal fatto che ci siano interessi o meno, di default le attività (finanziarie, patrimoniali, investimenti) sono suscettibili di produrre reddito tassato (decreto-legge del 28/06/1990 n. 167, art. 6) e questa potenzialità è sufficiente. Vd anche la circolare 38E del 2013: "Si ricorda che sono soggetti all’obbligo di monitoraggio le consistenze di tutti gli investimenti detenuti all’estero anche nel caso in cui sussista una capacità produttiva di reddito meramente potenziale e quindi eventuale e lontana nel tempo derivante dall’alienazione, dall’utilizzo nonché dallo sfruttamento del bene, anche senza organizzazione d’impresa".
monitori il conto per la stessa ragione per cui monitori denaro sotto un materasso o in cassetta di sicurezza esteri (che si monitorano).
 
ciao, il monitoraggio non dipende dal fatto che ci siano interessi o meno, di default le attività (finanziarie, patrimoniali, investimenti) sono suscettibili di produrre reddito tassato (decreto-legge del 28/06/1990 n. 167, art. 6) e questa potenzialità è sufficiente. Vd anche la circolare 38E del 2013: "Si ricorda che sono soggetti all’obbligo di monitoraggio le consistenze di tutti gli investimenti detenuti all’estero anche nel caso in cui sussista una capacità produttiva di reddito meramente potenziale e quindi eventuale e lontana nel tempo derivante dall’alienazione, dall’utilizzo nonché dallo sfruttamento del bene, anche senza organizzazione d’impresa".
monitori il conto per la stessa ragione per cui monitori denaro sotto un materasso o in cassetta di sicurezza esteri (che si monitorano).


Grazie mille per la precisazione. Nei prossimi giorni, visto che dovrei avere un po' di tempo libero, cercherò di leggere l'articolo 6 del DL e la Circolare che hai indicato.

Così su due piedi, mi viene da rispondere che la questione sta nei termini "suscettibili" (termine che è presente già nell'articolo 4 del D.L. 28 giugno 1990, n. 167 che ho riportato giorni fa) e "potenziale".

Nell'allegato che ho postato un paio d'ore fa si legge che sia le attività patrimoniali detenute all'estero vanno indicate anche se detenute in cassette di sicurezza, così come le attività estere di natura finanziaria detenute in cassette di sicurezza, così come i metalli preziosi detenuti all'estero. Ma non ho letto che vada indicato anche il contante (materasso) se custodito all'estero. Non è forse da equiparare il conto Wise al contante, nel caso non produca interessi? Per quello che mi riguarda personalmente ho chiesto esplicitamente a Wise che il conto non mi eroghi/riconosca interessi-cashback (cosa possibile, ed infatti è da novembre con non mi viene accreditato), e mi piacerebbe capire se ciò è sufficiente per affermare che, almeno nel mio caso, non è suscettibile di produrre reddito.

Boh, più cerco di capire meno capisco. :wall:
 
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Nei prossimi giorni farò quindi una dichiarazione integrativa relativa al periodo 2022 inserendo Wise con codice 7, solo monitoraggio.


Boh, stavo pensando di non dichiarare niente sicuramente per il periodo di imposta 2021, così come per il periodo di imposta 2022 (in questo caso rischiando la "letterina" dall'Agenzia delle Entrate; vedasi post 940 di motoro),


Alla fine ho quasi deciso definitivamente che per il 2022 inserirò Wise nella dichiarazione integrativa anche e soprattutto perché ho in programma di farla ugualmente per delle quote di bonus ristrutturazioni che mi ero dimenticato di inserire.

Se ho fatto bene i calcoli (ma li voglio comunque rifare perché sono abbastanza sicuro di aver fatto errori) la giacenza media del 2022 dovrebbe essere di 470 euro e quindi la sanzione di 1,76 euro + 1,03 di interessi .... sempre che quello che viene riportato in questa pagina sia corretto:

Mancata compilazione del quadro RW: il ravvedimento operoso

PS: per il calcolo della giacenza media ho un estratto conto in euro e un estratto conto in sterline (per un periodo di 40 giorni fra settembre e ottobre); per il calcolo di cui sopra li ho "uniti", considerando i cambi ufficiali giornalieri pubblicati della Banca d'Italia per il periodo in questione. Anche se credo non sia la procedura corretta: in base a quanto riportato da rodrig11 (post 936) credo che dovrò "scorporare" le due giacenze medie e inserirle separatamente.
 
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Avete ricevuto il "cashback"? Solitamente sono molto puntuali. L'hanno eliminato?
 
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