convivenza o matrimonio? convenienze fiscali e simili

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Ripeto x me nn conviene
 
siete giovani con pupo in arrivo, per ora non vedo i vantaggi di un matrimonio, senza contare che con quello che vi costerebbe, anche stando ad un minimo, vi viene fuori una vacanza. Tra qualche decennio potrebbe convenire in vista della pensione di reversibilità (se ci sarà ancora) che non viene riconosciuta al convivente.
 
ci sono (ancora) delle differenze tra matrimonio e convivenza. Non sono un esperto quindi prendi la cosa con le molle.
Come è stato detto prima i genitori conviventi fanno parte dello stesso nucleo familiare eccetto nel caso degli assegni familiari dove viene incluso il reddito il coniuge ma non il convivente. E' anche vero però che un convivente non è tutelato come un coniuge.
Nel caso dell'eredità, o in altri spiacevoli casi che non mi va neanche di pensarci..

Attenzione però: con un figlio, anche se non sposati, nel caso la signora si innamori del fornaio e ti lasci se non è autosufficiente ti potresti trovare fuori di casa (che magari hai pagato tu) oppure dovergli pagare affitto e alimenti..
insomma ci sono tanti fattori e mentre alcuni li puoi valutare empiricamente (per esempio la differenza dell'assegno familiare nelle tabelle INPS) gli altri sono "soggettivi" ma non per questo meno importanti e vanno comunque valutati

Da parte mia ti consiglio di seguire il cuore.. scherzo naturalmente ma penso davvero che dovresti sposarti se credi in questa istituzione sociale oppure no. Non farti influenzare più di tanto dalle differenze economiche che secondo me sono poche e dipendono molto dalla vs situazione lavorativa e patrimoniale. E comunque - mi sembra di capire - che prima o poi saranno livellate. Si parla infatti da tempo di un riordino di tutti i bonus sociali/familiari.. può avvenire tra un anno o cinque.. ma la direzione mi sembra comunque quella.

P.s.
Il matrimonio ti da diritto alla licenza matrimoniale se sei dipendente e all'addio al celibato/nubilato se hai degli amici stretti

Due genitori non sposati (conviventi o meno è ininfluente) non appartengono MAI allo stesso nucleo familiare. Questa è la regola. Che ha un unica eccezione: le agevolazioni/bonus/sussidi per i quali si prende in considerazione l'ISEE. Se serve l'ISEE si prendono in considerazione tutti i redditi e patrimoni dei genitori….sposati o conviventi è indifferente.
Gli assegni familiari ad esempio sono calcolati in base al reddito e non all'ISEE, quindi ...non essendoci l'isee si prende in considerazione solo il nucleo familiare fiscale del minore. Per forza di cose comprendente un solo genitore. Quindi l'assegno viene erogato prendendo in considerazione soltanto il reddito di un genitore (richiedente la prestazione dell'assegno familiare).
Quindi la disciplina dell'assegno familiare non è l'eccezione: segue la regola generale che afferma che due persone non sposate non rientrano nello stesso nucleo familiare.
E' l'isee l'eccezione a tale regola generale.
 
vabbe' chiamiamolo famiglia anagrafica, se sono sullo stesso stato di famiglia.
Per l'assegno familiare lo richiederà chi ha il reddito più basso, quindi è un plus a favore della convivenza.
 
Io direi che rimane sempre fondamentale (e di tanto) l'elemento relazionale su quello economico.
Visto che se ci si divorzia, tutti i risparmi vanno a farsi benedire
 
Io direi che rimane sempre fondamentale (e di tanto) l'elemento relazionale su quello economico.
Visto che se ci si divorzia, tutti i risparmi vanno a farsi benedire

Perchè in Italia i cosiddetti consulenti hanno un interesse diretto in pieno conflitto di interessi a fare delle pseudo-consensuali dove in realtà ti propongono (nella realtà impongono) uno schema precostituito basato sull'ingiustizia. Innescano artificiosamente una sorta di conflitto tra coniugi o semplicemente genitori dove uno ha il ruolo di spillare il più possibile, l'altro cerca di pagare il meno possibile. Uno perde il lavoro, riduce l'orario lavorativo, riceve un eredità, costituisce una nuova relazione magari con figli, perde all'asta la casa di abitazione, arriva un lockdown che ti mette in crisi....insomma sono innumerevoli le occasioni che possono motivare una modifica delle condizioni reddituali e conseguentemente dell'assegno di mantenimento per coniuge e/o figli.
In realtà cosa prevede la normativa? Che l'assegno di mantenimento al coniuge ha ragione d'essere nei casi emergenziali finalizzato alla salvaguardia della sussistenza del coniuge più debole, ed ha carattere di provvisorietà, laddove tal coniuge "debole" sia in grado di rendersi autosufficiente. Che si renda o meno autosufficiente, è ininfluente. E' sufficiente che sia in grado di farlo per giustificare la provvisorietà dell'assegno di mantenimento.
Idem per i figli. La figura del genitore collocatario a cui viene versato l'assegno di mantenimento per i figli, normativamente non è la regola ma è l'eccezione. la norma (54/2006) prevede che entrambi i genitori debbano occuparsi direttamente dell'educazione , della cura e delle necessità dei figli. L'assegno di mantenimento rappresenta l'eccezione da attuare laddove non sia possibile oggettivamente applicare forme di mantenimento diretto. Ad esempio laddove un genitore vive a Roma, l'altro a Milano...dovendo il minore frequentare la scuola o a Roma o Milano c'è la necessità oggettiva di creare una dimora (e di conseguenza un genitore) con collocamento prevalente, che veda rimborsato i maggiori oneri derivanti da tale prevalenza mediante assegno perequativo.
nella realtà, chi fa consulenza induce alla creazione artificiosa del "genitore prevalente", anche laddove non necessario, dalla quale scaturisca il diritto all'assegno di mantenimento, propedeutico a nuove revisione per mille motivi, procacciando a sè o a colleghi (in maniera vicendevolmente e reciprocamente solidale) nuovo lavoro.
L'eccezione diventa regola. perchè così fa comodo alla casta dei "familiaristi".
bada bene, la legge sull'affido dei figli prevede espressamente la modalità "equilibrata e continuativa" tra i genitori. Eppure nelle "consensuali" l'equilibrio è l'eccezione. Il genitore prevalente (figura inesistente nella normativa e di pura creazione giurispludenziale)beneficiario di assegno di mantenimento (che la legge prevede invece solo "ove necessario") diviene di fatto la regola standard.
 
Ultima modifica:
vabbe' chiamiamolo famiglia anagrafica, se sono sullo stesso stato di famiglia.
Per l'assegno familiare lo richiederà chi ha il reddito più basso, quindi è un plus a favore della convivenza.

io vedo più plus che minus :o
 
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