P.A.T.
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Riporto per chi non ne fosse venuto a conoscenza i passi piu' importanti di una recente intervista all'amministratore delegato.
L’andamento del 2010 per la Danieli?
Non posso anticipare nulla. Il cda si riunirà alla fine del mese per fare il punto sui primi sei mesi e sulle prospettive. Nel settore dell’impiantistica registriamo un utile soddisfacente sia pure con un fatturato che prevediamo in calo del 10-20%. Per quanto riguarda l’Abs ci aspettiamo una nuova pesante flessione. Siamo convinti che il colpo di coda della crisi alla Danieli di Buttrio potrà produrre un calo degli ordini alla fine di quest’anno ma sarà bilanciato da una ripresa del mercato dell’acciaio.
Come si sta muovendo la Danieli di fronte alla crisi?
Bisogna distinguere fra la parte più importante della nostra attività, l’impiantistica, e la produzione di acciaio che si concentra sull’Abs di Udine. La produzione di acciaio in Europa risente di un mercato stagnante e segue il trend europeo: la produzione è scesa del 45%, i prezzi del 40%.
Come ha reagito la Danieli?
Siamo di fronte a una timida ripresa, che penso si consoliderà nei prossimi mesi ma poi sarà destinata a ridimensionarsi. L’anno si chiuderà con un +15% della produzione rispetto al 2009 che però è stato disastroso. La Danieli, grazie alla sua grande presenza internazionale e ai massicci investimenti in ricerca nelle aree in via di sviluppo, è riuscita ad ampliare i suoi prodotti e ad acquisire nuove commesse su nuove tipologie di prodotti. Mi riferisco ai lavori acquisiti nel Golfo, in India, in Nord Africa e in Cina. La nostra dimensione globale è stata determinante perché l’Europa è rimasta sostanzialmente ferma e nei prossimi 15 anni consumerà il 15-20% di acciaio in meno. La nostra strategia ci ha consentito di contenere al 15-20% la diminuzione del fatturato in tempi di crisi. Il nostro gruppo resta redditizio e profittevole.
(continua..)
L’andamento del 2010 per la Danieli?
Non posso anticipare nulla. Il cda si riunirà alla fine del mese per fare il punto sui primi sei mesi e sulle prospettive. Nel settore dell’impiantistica registriamo un utile soddisfacente sia pure con un fatturato che prevediamo in calo del 10-20%. Per quanto riguarda l’Abs ci aspettiamo una nuova pesante flessione. Siamo convinti che il colpo di coda della crisi alla Danieli di Buttrio potrà produrre un calo degli ordini alla fine di quest’anno ma sarà bilanciato da una ripresa del mercato dell’acciaio.
Come si sta muovendo la Danieli di fronte alla crisi?
Bisogna distinguere fra la parte più importante della nostra attività, l’impiantistica, e la produzione di acciaio che si concentra sull’Abs di Udine. La produzione di acciaio in Europa risente di un mercato stagnante e segue il trend europeo: la produzione è scesa del 45%, i prezzi del 40%.
Come ha reagito la Danieli?
Siamo di fronte a una timida ripresa, che penso si consoliderà nei prossimi mesi ma poi sarà destinata a ridimensionarsi. L’anno si chiuderà con un +15% della produzione rispetto al 2009 che però è stato disastroso. La Danieli, grazie alla sua grande presenza internazionale e ai massicci investimenti in ricerca nelle aree in via di sviluppo, è riuscita ad ampliare i suoi prodotti e ad acquisire nuove commesse su nuove tipologie di prodotti. Mi riferisco ai lavori acquisiti nel Golfo, in India, in Nord Africa e in Cina. La nostra dimensione globale è stata determinante perché l’Europa è rimasta sostanzialmente ferma e nei prossimi 15 anni consumerà il 15-20% di acciaio in meno. La nostra strategia ci ha consentito di contenere al 15-20% la diminuzione del fatturato in tempi di crisi. Il nostro gruppo resta redditizio e profittevole.
(continua..)