Die blaue welt

Cartier ha scritto un capitolo importante nella storia dello zaffiro grazie ai suoi
clienti più fedeli.


Il gioielliere parigino crea nel 1949 la leggendaria spilla "motivo pantera": uno
zaffiro cachemire cabochon di 152,35 carati sul quale figura una pantera
tempestata di diamanti e maculata da centosei zaffiri. Due anni dopo, per la
duchessa di Windsor, Cartier monta uno zaffiro di 206,82 carati su un pendente.


Lo zaffiro rivela tutta la sua bellezza alla luce del giorno e si adombra alla luce
elettrica. È considerato un talismano per chi viaggia.
 

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Les fleurs bleues

Romanzo sul sogno, e fatto di sogni, "I fiori blu" di Raymond Queneau spiazza continuamente il lettore con una fantasmagorica girandola di situazioni improbabili e irrelate, che trascorrono l'una nell'altra come in un grande caleidoscopio onirico, sostenute da una scrittura freschissima e scattante - perfettamente resa dalla splendida traduzione di Italo Calvino - che fa largo uso di giochi di parole, deformazioni ironiche, segmenti linguistici al limite del nonsense.

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Alla fine del romanzo c’è una “Nota del traduttore” in cui Calvino spiega come sia maturato in lui il desiderio di tradurre l’opera di Queneau: Appena presi a leggere il romanzo, pensai subito: «E’ intraducibile!» e il piacere contino della lettura non poteva separarsi dalla preoccupazione editoriale, di prevedere cosa avrebbe reso questo testo in un traduzione dove non solo i giochi di parole sarebbero stati necessariamente elusi o appiattiti e il tessuto di intenzioni allusioni ammicchi si sarebbe infeltrito, ma anche il piglio ora scoppiettante ora svagato si sarebbe intorpidito… [...] Il problema era di rendere il meglio possibile le singole trovate, ma farlo con leggerezza [...] perché in Queneau anche le cose più calcolate hanno l’aria d’esser buttate lì sbadatamente. Insomma, bisognava arrivare alla disinvoltura d’un testo che sembrasse scritto direttamente in italiano, e non c’è niente che richieda tanta attenzione e tanto studio quanto rendere un effetto di spontaneità.

Questi famosi fiori blu del titolo compaiono solo all’inizio e alla fine del romanzo, e non rivestono un ruolo particolarmente importante.
Sempre nella “Nota del traduttore” Calvino spiega innanzi tutto che l’esatta traduzione di “Les fleurs bleues” sarebbe “I fiori azzurri”, ma che ha ritenuto che “I fiori blu” suonasse più queneauiano, e poi racconta che ebbe anche lui questa curiosità sul significato e chiese lumi direttamente a Queneau. Questi rispose che il significato francese dell’espressione indica ironicamente le persone romantiche, idealiste, nostalgiche d’una purezza perduta.

Ecco un paio di citazioni:

I Celti con aria gallicana, i Romani con aria cesarea, i Saraceni con aria cerealicola, gli Unni con aria univoca, i Franchi con aria sorniona, i Vandali con aria vigile e urbana. I Normanni bevevan calvadòs.


I due cavalli erano legati fuori, al palo d’un divieto di sosta. I passanti al vederli si trasformavano per qualche istante in curiosi, poi ritornavano alla loro primitiva natura.


Sinceramente io ho trovato questo libro un po' faticoso da leggere anche per l'uso funambolico della lingua, e mi è piaciuto molto di più "Zazie nel metrò",

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da cui è stato tratto un bel film diretto dal grande Luis Malle con un giovane Philippe Noiret.

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Cuba. 2009.

Enea63 Photography - ® All rights reserved.:D
 

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Enea...Complimenti per la foto...soggetto ed inquadratura!:clap:OK!

Mi hai incuriosito con il romanzo "I fiori blu" di Raymond Queneau ed ho scoperto......:

La mattina del 25 settembre del 1264 il Duca d'Auge sale in cima al torrione del suo castello ed osserva lo spettacolo di Unni, Galli, Romani ed altri accampati alla rinfusa: i residui del disfacimento della storia. Oppresso dalla tristezza della storia, decide di partire («Qui il fango è fatto dei nostri fiori. -...dei nostri fiori blu, lo so»). Parte quindi verso la capitale, con i suoi due cavalli parlanti Sten e Stef ed il paggio Mouscaillot. Giunto alla capitale, si rifiuta di partecipare alla nuova crociata.

Viene scambiato per uno stregone dalla folla che si è accorta dei cavalli parlanti, uccide duecentosedici di loro, e torna al suo castello. Si rimette in viaggio per chiedere a Carlo VII di Francia di liberare Gilles de Rais. Lo ritroviamo nel suo castello, che riceve l'abate Onesiforo Biroton ed il diacono Riphinte appena tornati dal concilio che ha deposto papa Eugenio IV; quindi si smarrisce durante una battuta di caccia, trovando poi una baita nella quale riceve buona accoglienza da Russula, figlia di un taglialegna, che sposa. Parte quindi per partecipare agli Stati Generali, si smarrisce di nuovo durante un acquazzone e si riscalda nell'abitazione dell'alchimista Timoleo Timoleo, che prende al proprio servizio.

In seguito ad una discussione con Riphinte (che nel frattempo è diventato abate, mentre Biroton è diventato vescovo), sostiene l'esistenza dei preadamiti, e per provarla si rimette in viaggio. Si mette a dipingere graffiti nelle grotte, che gli studiosi scambieranno per testimonianze dell'esistenza degli uomini primitivi, riuscendo anche a ingannare Riphinte. Dopo la presa della Bastiglia trova rifugio in Spagna.

Tutto ciò accade durante le frequenti immersioni oniriche di Cidrolin, il quale vive con la figlia Lamelia che sostituisce, dopo il suo matrimonio con un dipendente di trasporti pubblici, con Lalice, una ragazza indicatagli dal suo amico Albert.
Le uniche occupazioni di Cidrolin sono bere essenza di finocchio e cancellare la scritta «assassino» che un ignoto si ostina a tracciare sul cancello vicino al suo barcone (Cidrolin ha fatto diciotto mesi di carcere, pur essendo innocente).

Un giorno s’imbatte nel Duca d'Auge e nel suo seguito, che cerca inutilmente un posto nel camping presso il barcone. Decide di ospitarlo sul suo barcone. Per ricambiare l'ospitalità, il Duca si apposta per scoprire il colpevole delle scritte offensive sul cancello. Cattura Labal, il custode del camping, il quale sostiene invece di essersi appostato a sua volta per scoprire il colpevole, costretto a ciò dal suo compito di piccolo giustiziere che non sogna mai, sempre intento a pensare.

Rilasciato da Cidrolin, l'uomo si apposta di nuovo per dimostrare la propria innocenza, e scopre che il colpevole delle scritte è lo stesso Cidrolin: il quale si giustifica dicendo che ciò gli consentiva qualche occupazione. Lalice, delusa, decide di abbandonarlo, ma poi torna su suoi passi. Il palazzo in costruzione di fronte al barcone crolla uccidendo Labal, che si era fatto assumere come portiere per meglio osservare Cidrolin. Nel crollo anche i mezzi del Duca d'Auge sono stati distrutti.

Quindi anche i due cavalli vengono ospitati nell'Arca (questo è il nome del barcone), insieme a Biroton e Riphinte, che sono sopraggiunti. Il Duca d'Auge stacca gli ormeggi e parte con l'Arca, mentre Cidrolin e Lalice raggiungono la riva con un canotto.

Comincia a piovere, e continua così per giorni, finché l'Arca si arena su una torre. Il giorno dopo il Duca si sveglia. «Si avvicinò ai merli per considerare un attimo la situazione storica. Uno strato di fango ricopriva ancora la terra, ma qua è là piccoli fiori blu stavano già sbocciando.»

Frase ricorrente del Duca e di Cidrolin: «E anche questa l'ho in quel posto»



..........un sacco di riferimenti ai miei thread!;):D
 

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Joan Mirò
L'Oro dell'azzurro
1967
Olio su tela
205X173,5cm
Fundaciò Mirò - Barcellona
 

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Montego grazie della partecipazione attinente nelle sue sfumature!

Si espande una dolce sinfonia dal blu!
OK!





«La Cina non va capita, va solo intuita. Sillogismi, deduzioni schematiche e statistiche non servono a nulla, se non si accetta la sua differenza.
La Cina cui mi riferisco io non è un luogo letterario o un pretesto narrativo, ma una parte di me.
Il blu è il colore dei Miao, l'antica etnia cui appartengo da parte di mia madre.
Per l'altra metà sono italiana. Ed è in questa lingua, diventata negli anni la mia, che ho deciso di raccontare la mia storia.

Bamboo Hirst
Blu Cina
 

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Afferro le sue mani
e la stringo al mio petto.
Tento di riempire le mie braccia
della sua bellezza,
di depredare con i baci
il suo dolce sorriso,
di bere i suoi bruni sguardi
con i miei occhi.
Ma dov'è?
Chi può spremere l'azzurro dal cielo?

Cerco di afferrare la bellezza;
essa mi elude
lasciando soltanto il corpo
nelle mie mani.
Stanco e frustrato mi ritraggo.
Come può il corpo toccare
il fiore che soltanto
lo spirito riesce a sfiorare?

Rabindranath Tagore
 

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NAIN

Al limitare occidentale del grande deserto Dasht-e-Kavir, 200 chilometri a est di Isfahan, sorge la pittoresca città di Nain, con le caratteristiche case di argilla e una delle moschee più antiche dell'Iran le cui vestigia risalgono al 900

I tappeti di questa città hanno un'ottima reputazione e sono molto apprezzati. Sia il materiale che la realizzazione è di primissima classe e la densità dei nodi è altissima, spesso oltre un milione di nodi al metro quadro. Il materiale nei tappeti più esclusivo è costituito da lana su un ordito di seta e utilizzando la seta sia per l'ordito che la trama e il vello.

Questi tappeti sono annodati a mano nelle botteghe della città di Nain nella Persia centrale, vicino a Isfahan. Sono solitamente molto chiari con colore di fondo bianco panna o blu scuro, e un grande medaglione centrale. Alta densità di nodi e materiali di prima scelta fanno di questi tappeti un articolo di ottima qualità. Sono prodotti nella maggior parte dei formati e sono tra i tappeti più belli al mondo, molto apprezzati dai collezionisti
 

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Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.
Se un albero non ha né foglie né rami, si può ancora chiamarlo albero?
Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.
I suoi occhi sono acqua profonda.
Non è per una geisha desiderare.
Non è per una geisha provare sentimenti.
La geisha è un'artista del mondo che fluttua.
Danza.
Canta.
Vi intrattiene.
Tutto quello che volete.
Il resto è ombra.
Il resto è segreto.
Non si può dire al sole "più sole".
O alla pioggia "meno pioggia".
Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà. Siamo le mogli del crepuscolo.
Eppure apprendere la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, capire come una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità?
Dopo tutto, queste non sono le memorie di un'imperatrice, né di una regina. Sono memorie... di un altro tipo.


"Memorie di una geisha"
 

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Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.
Se un albero non ha né foglie né rami, si può ancora chiamarlo albero?
Lei si dipinge il viso per nascondere il viso.
I suoi occhi sono acqua profonda.
Non è per una geisha desiderare.
Non è per una geisha provare sentimenti.
La geisha è un'artista del mondo che fluttua.
Danza.
Canta.
Vi intrattiene.
Tutto quello che volete.
Il resto è ombra.
Il resto è segreto.
Non si può dire al sole "più sole".
O alla pioggia "meno pioggia".
Per un uomo, la geisha può essere solo una moglie a metà. Siamo le mogli del crepuscolo.
Eppure apprendere la gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, capire come una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità?
Dopo tutto, queste non sono le memorie di un'imperatrice, né di una regina. Sono memorie... di un altro tipo.


"Memorie di una geisha"

:clap::clap::clap:
 
A Snake of June

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"Un serpente di giugno"

http://www.finanzaonline.com/forum/lamaca/1426764-sotto-la-pioggia-11.html#post33529986


Il film è girato in un bianco e nero virato in blu, ovvero il colore che rappresenta le ortensie e l'acqua, elementi iconici presenti per tutta la durata del film.

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« Il serpente è quello che tutte le donne hanno in corpo. Una metafora che mi attrae da sempre. Quando penso ad una donna, la immagino con un serpente che le vive dentro »
(Shinya Tsukamoto)
 
Steve Mccurry

o "Red"? :mmmm:

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Film Blu (Trois couleurs: Bleu) è un film del 1993 diretto da Krzysztof Kieślowski; il primo della trilogia che il regista polacco ha dedicato ai tre colori della bandiera francese e, di conseguenza, al motto della rivoluzione francese, "Liberté, Égalité, Fraternité".

Il film è un complesso studio psicologico della libertà emotiva.

A Parigi. Julie, moglie del celebre compositore Patrice de Courcy deve affrontare la morte del marito e della loro figlia di sette anni in un incidente d'auto.

Mentre è ancora ricoverata in ospedale il suo primo pensiero è di inghiottire una intera manciata di pillole rubate dalla farmacia del reparto. Da quel momento in poi i suoi sforzi sono tutti rivolti a compiere una sorta di suicidio mentale, dissociandosi da tutte le memorie del passato e facendo tabula rasa di tutti i ricordi. Si spinge fino a distruggere il manoscritto dell'ultimo lavoro del marito, una composizione scritta per la celebrazione dell'Unione Europea. Malgrado il suo desiderio di affondare nel nulla, il semplice fatto di esistere la costringe a confrontarsi con il suo passato.

Lungo la strada si occupa di Lucille, una spogliarellista che vive al piano di sotto. Alla fine collabora con Olivier, l'ultimo aiuto del marito, di cui finirà per accettare l'amore, e offre la casa all'amante del marito, che ne porta in grembo il figlio.




La Trilogia dei colori è composta da tre film realizzati tra il 1993 e il 1994 dal regista polacco Krzysztof Kieślowski, Tre colori: Film Blu, Tre colori: Film Bianco e Tre colori: Film Rosso.

Le pellicole sono ispirate ai tre colori della bandiera francese e anche ai tre ideali rivoluzionari da essi rappresentati: blu-libertà, bianco-uguaglianza e rosso-fratellanza.

I tre film, sceneggiati tutti dallo stesso regista e da Krzysztof Piesiewicz, sono concepiti per una visione indipendente l'uno dall'altro ma visti nel loro insieme mostrano numerose connessioni tra loro, o meglio, sono elementi di un'opera pensata nel suo complesso dove ogni UTOPIA va letta in rapporto con le altre.




Indicativa a questo proposito è una scena ricorrente in tutti e tre i film: un'anziana che ha problemi nell'infilare i rifiuti nel cassonetto per la raccolta differenziata. Nel primo film (Blu), Julie (Juliette Binoche) neppure si accorge dell'anziana bisognosa d'aiuto. Ha gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il sole; è giovane, davanti a sé ha il futuro e non riesce neppure a immaginare la vecchiaia e i suoi problemi. Nel secondo film (Bianco), Karol (interpretato da Zbigniew Zamachowski) vede la vecchiaia, vede la difficoltà - anche lui ha tanti problemi - ma questo non provoca nessun gesto di solidarietà. Solo nel terzo film (Rosso), che non a caso è dedicato alla fratellanza, Valentine (Irène Jacob) si ferma ad aiutare l'anziana
.


Un applauso speciale a Juliette Binoche che considero un'attrice di vero talento ed una donna squisitamente bella, femminile, affascinate ed elegante! :clap:
 

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di solito nel cinema, come nella fotografia pura, per avere queste dominanti blu, utilizzate per simulare le scene notturne, venivano utilizzate pellicole per luce artificiale...questa non saprei però dire se è una di quelle o solo ritoccata :confused:

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Night and you
And blue Hawaii
The night is heavenly
And you are heaven to me

Lovely you
And blue Hawaii
With all this loveliness
There should be love

Come with me
While the moon is on the sea,
The night is young
And so are we, so are we

Dreams come true
In blue Hawaii
And mine could all come true
This magic night of nights with you
 

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