Sarò breve
e spero di porre un fine sull'annosa questione postata delucidando chi è del settore e spronandolo a comportarsi con le dovute maniere.
La legge è creata appositamente per regolare situazioni che se non disciplinate darebbero adito all'uso della forza o a comportamenti ambigui e spesso funesti. Purtroppo molti nostri governanti negli anni si son fatti leggi per pararsi il c ulo e dunque è nata una sorta di sfiducia pubblica verso le leggi in genere (buone o cattive, giuste o ingiuste),ma queste, se fatte per i motivi ut supra indicati, sono buona cosa.
Partendo dal presupposto indefettibile che la disciplina riguardante il diritto di seguito è nata per tutelare l'artista, quale figura FONDAMENTALE dell'intero sistema del mercato PRIMARIO dell'arte contemporanea, vediamo brevemente di cosa si tratta e cosa è.
Il diritto di seguito si basa essenzialmente su un principio empirico ossia che l'aumento di valore di un opera d'arte in un unico esemplare normalmente (ma può accadere il contrario, raramente, ma può succedere) nel tempo è proporzionale alla crescita della notorietà dell'artista che all'inizio della sua carriera è costretto a vendere o addirittura a svendere le proprie opere a prezzi inferiori a quelli successivamente determinati dal mercato dell'arte.E fin qui ci siamo.
Quindi?
In Italia l'art. 144 e sgg. sul diritto d'autore delinea il diritto di seguito.Come funziona?
Riassumo.
Ci sono due situazioni diverse:
1-gallerie che dispongono di opere consegnate loro dagli artisti e messe in esposizione o in vendita poi dalle gallerie stesse
2-gallerie che acquistano dagli artisti direttamente le opere dagli artisti per rivenderle ai collezionisti
Nella situazione di cui al numero 1 la galleria non acquista le opere ma normalmente le vende per conto dell'artista oppure le espone solamente lasciando libero il collezionista di trattare liberamente con l'artista (rarissimamente).Comunque si può parlare nella maggioranza dei casi di un mandato senza rappresentanza o di una commissione di vendita di opere d'arte per conto dell'artista.La galleria ovviamente avrà un compenso sulle vendite.In questa ipotesi non c'è vendita successiva alla prima e dunque non è dovuto nessun diritto di seguito. Ai fini IVA però la situazione è un po' più complicata ma lasciamo perdere questo.
Nella situazione di cui al numero 2 invece si attua un duplice passaggio di proprietà: dall'artista al gallerista, dal gallerista al collezionista.In questo caso è dovuto il diritto di seguito sulla seconda vendita anche se di difficile quantificazione.
Come viene calcolato il diritto di seguito:
Viene calcolato al netto dell'IVA in misura percentuale sul prezzo di vendita senza dedurre costi e spese sostenute dal gallerista per sostenere e promuovere l'artista stesso (perché la legge parla di prezzo di vendita intero).
In Italia la gestione spetta alla SIAE che deve essere informata su ogni vendita secondaria sulla quale parte il calcolo del diritto di seguito spettante all'artista.
Tranquillizzo i galleristi: vi sono pochissimi casi giurisprudenziali in cui gli artisti (che manco lo sanno) hanno promosso azione giudiziaria per il mancato pagamento del diritto di seguito, MA POSSONO FARLO entro ovviamente i termini di prescrizione ordinari.
La legge italiana prevede anche che per le vendite di opere d'arte sopra i 3000 eurozzi devono essere denunciate a cura del professionista venditore (GALLERISTA O MERCANTE CHE SIA) mediante dichiarazione alla SIAE fornendogli unitamente tutte le informazioni relative ad assicurare il pagamento del diritto di seguito (state tranquilli, deve comunque essere la SIAE a richiedervi quest'ultime informazioni riguardanti i compensi elargiti agli artisti del diritto di seguito).
Una curiosità del diritto di seguito è nel caso di Salvator Dalì che lasciò il diritto di seguito ai suoi legittimi 5 eredi ma che venne impugnato il testamento dala Fondazione che riteneva che il diritto spettasse a lei.Leggetevi tutta la vicenda, è molto interessante e su Google si trova.
Spero di aver messo dei sensi di colpa ai mercanti o ai galleristi di cui al numero 2