EEMS = Semiconduttori + SOLSONICA = Fotovoltaico: 3d con solo notizie [ II ]

Energia solare: proviamo a farne occasione di sviluppo

Non può essere materia di solo ed esclusivo profitto del privato e del cosiddetto mercato

di Tonino Pietrantoni - Cgil Rieti
lunedì 21 dicembre 2009

L'intervento di Roberto Giocondi sulla questione degli impianti fotovoltaici nella "piana reatina" ha posto in particolare l'accento sulla questione dell'impatto ambientale e quindi della necessaria regolamentazione e individuazione dei luoghi idonei a tali infrastrutture. La Cgil è completamente d'accordo e i successivi interventi di esponenti politici e amministrativi lasciano ben sperare per il futuro. C'è però una questione importante che merita uguale attenzione ed è la seguente: come impedire che, una sana e lungimirante politica di investimenti sull'energia solare e in genere su quella rinnovabile, fatta anche di molti soldi pubblici, diventi materia di solo ed esclusivo profitto del privato e del cosiddetto mercato?

In fondo si tratterebbe di essere coerenti con le analisi fatte sulle origini e responsabilità della attuale crisi finanziaria e sulle promesse riguardo alla diretta presenza , almeno nei settori strategici, dello Stato nelle sue articolazioni. Tutti hanno detto che niente dovrà essere come prima. Pare chiaro che la Green Economy, sulla quale fortunatamente si punta ad ogni livello, oltre a avere obiettivi ambientali rappresenta una nuova occasione di sviluppo dei territori: Rieti e la provincia possono recuperare competitività attraverso questa via visto che l'appetibilità di un territorio dipende sempre di più anche dalla disponibilità di energia pulita e a bassi costi.

Ecco perché non c'è solo la questione, importante , di dotarsi di strumenti e regolamenti urbanistici per evitare paradossalmente il "consumo" del territorio anche nello sviluppo dell'energia pulita ma ugualmente quella di una presenza del "Pubblico" direttamente nella produzione. Perché non pensare all'Asm o anche ad una nuova società pubblica con capitale di Provincia, Comune e Regione? Ciò vorrebbe dire non lasciare solo ai privati e alla loro naturale vocazione al profitto questo nuovo "mercato". Contemporaneamente vanno al più presto messe in atto politiche di incentivazione per quella parte di produzione "in proprio" che riguarda i cittadini e le singole aziende per abbattere i costi di installazione ancora abbastanza alti per le tasche di tante persone.

Questa misura accompagnata da un piano di investimenti per gli edifici pubblici non solo guarda al futuro ma diventa da subito una occasione di lavoro e di ripresa economica tanto necessaria nel nostro territorio. Da questo punto di vista avere un azienda come la Solsonica, produttrice di pannelli solari, apre nuove opportunità di bassi costi e alta qualità. Diversamente oltre a trovarci di fronte al "consumo del territorio", al danno per la produzione agricola, a ingenti finanziamenti con soldi pubblici, saranno di nuovo i cittadini a pagare conto nel mentre pochi interessi finanziari e speculativi avranno il monopolio del mercato dell'energia.

http://www.ilgiornaledirieti.it/legg...?id_news=16982
 
Micron Technology: Wedbush Morgan Securities alza rating ad outperform da neutral

Finanzaonline.com - 21.12.09/16:37

Gli analisti della casa d'investimento, Wedbush Morgan Securities, hanno migliorato la raccomandazione su Micron Technology. Il broker ha portato il rating ad outperform da neutral sul gruppo, pregustando un primo trimestre 2010 oltre le attese, grazie alla forte domanda di pc.

( Micron cliente Eems Asia )
 
Micron Technology: Wedbush Morgan Securities alza rating ad outperform da neutral

Finanzaonline.com - 21.12.09/16:37

Gli analisti della casa d'investimento, Wedbush Morgan Securities, hanno migliorato la raccomandazione su Micron Technology. Il broker ha portato il rating ad outperform da neutral sul gruppo, pregustando un primo trimestre 2010 oltre le attese, grazie alla forte domanda di pc.

( Micron cliente Eems Asia )

Al 22 Dicembre EEMS Asia in continua espansione per far fronte alle commesse da Micron Technology.

22/12/2009

50 Prima linea Operator

SMT. Istruzione secondaria, più di un anno fa Road Package / / prova l'esperienza SMT, buona salute e buona vista senza soffrire daltonismo da ambliopia colore può essere l'ambiente della stanza pulita, può essere di 12 turni di ora, nessun record negativi sull'occupazione

http://translate.google.it/translat...h?q=eems+rieti&hl=it&lr=&sa=G&tbo=s&tbs=qdr:w

http://translate.google.it/translat...h?q=eems+rieti&hl=it&lr=&sa=G&tbo=p&tbs=qdr:d

http://translate.google.it/translat...h?q=eems+rieti&hl=it&lr=&sa=G&tbo=p&tbs=qdr:d
 
Eems: accordo con istituti per ristrutturazione debito




ROMA (MF-DJ)--Il Gruppo Eems comunica che tutti gli istituti finanziatori del prestito sindacato hanno positivamente finalizzato il processo deliberativo per l'approvazione della proposta di rinegoziazione del debito.

L'accordo raggiunto, si legge in un comunicato, consente il mantenimento degli importi utilizzati dal Gruppo ai sensi del contratto di finanziamento sindacato, con un riscadenziamento dei termini di pagamento e un allungamento della durata, e l'erogazione di nuove linee di credito e garanzie a sostegno dell'attivita' della controllata Solsonica.

Al fine di consentire il perfezionamento della documentazione contrattuale, lo standstill sara' prorogato sino al 28 febbraio 2010, quando saranno forniti tutti i dettagli dell'accordo. Le nuove condizioni economiche del finanziamento sono state inserite nel piano industriale e finanziario della societa'. com/rov



(END) Dow Jones Newswires

December 23, 2009

http://www.borsaitaliana.it/borsa/a...s/italia-dettaglio.html?newsId=685164&lang=it
 
da " Il Messaggero " edizione reatina

La ritel non la volemoooooooo.. a meno che... i nuovi $$ dati x Solsonica non servino x ampliare il business del solare negli stabilimenti Ritel :cool:

Giovedì 24 Dicembre 2009

Al professor Fazzalari, in carica fino a tutto marzo, anche il compito di ottenere commesse da Finmeccanica

Ritel, svolta sotto l’albero di Natale

Sostituito l’amministratore, il nuovo dovrà revocare la cassa integrazione

di ALESSANDRA LANCIA

Più che un’assemblea dei soci una vera e propria maratona quella corsa ieri in casa Ritel. Non senza defezioni: ai blocchi di partenza non si è infatti presentata Finmeccanica e questo rende il percorso che va ad aprirsi da qui a tre mesi di nuovo in salita. Qualcun altro invece ha dovuto abbandonare la corsa: è l’amministratore unico Maurizio De Filippo, sostituito dal professor Domenico Fazzalari, scelto dai soci tra una terna di nominativi proposti dal ministero dello Sviluppo Economico: resterà in carica fino alla fine di marzo per occuparsi di amministrazione, finanza e società.

A lui toccherà revocare la cassa integrazione, ripristinare i contratti disdetti da De Filippo e soprattutto garantire la continuità aziendale nella piena funzionalità. Il tutto potendo contare su un portafoglio ordini che supera di poco i 10 milioni di euro, quelli garantiti da Alcatel, insomma. Il che significa che ancora per tre mesi si continuerà a lavorare “in perdita” a meno che Finmeccanica, rispondendo alle sollecitazioni che da mesi si rimbalzano di politico in politico, sindacato in sindacato, non formalizzi un impegno con Ritel notevolmente superiore a quello in essere fin qui e solo in parte onorato. Un dettaglio non proprio ininfluente mentre dovrebbero cominciare ad affacciarsi in azienda gli imprenditori interessati ad entrare nella compagine sociale al posto della vecchia maggioranza.

Tra i tre gruppi interessati anche la reatina Solsonica, che al momento sembra la più accreditata al subentro di Industial Group (per la cui liquidazione si parla ora di 3 milioni di euro), nonostante il cielo sulla vicina Colle Puzzaro non sia ancora sgombro di nubi. Quanto alla lunga assemblea dei soci di ieri (iniziata alle 11,30 del mattino e protrattasi fino alle 19) sembra che uno dei punti più dibattuto sia stato quella della designazione da parte di Alcatel del responsabile della produzione, con l’Alcatel che ha tentato senza successo di reintegrare un manager licenziato da De Filippo, a sua volta silurato ieri. Corsi e ricorsi storici in un’azienda ancora lontana dal traguardo. Fin qui è stata una lunga marcia per spogliarsi del passato: il cammino verso il futuro comincia solo adesso.

http://sfoglia.ilmessaggero.it/sfog...IETI&pagina=CRONACA_LOCALE&ediz=03_RIETI&vis=
 
EEMS Asia chiude l'anno con il botto!

30 Prima linea Operator

SMT. Istruzione secondaria, più di un anno fa Road Package / SMT esperienza, buona salute e buona vista senza soffrire daltonismo da ambliopia colore può essere l'ambiente della stanza pulita, può essere di 12 turni di ora, nessun record negativi sull'occupazione.

http://translate.google.it/translat...h?q=eems+rieti&hl=it&lr=&sa=G&tbo=s&tbs=qdr:w
 
FAMIGLIE E IMPRESE, IL SOLE DIVENTA UN AFFARE

Da "Il Corriere della Sera" di lunedì 28 dicembre 2009



Anche in Italia, come in Germania o in Spagna, la prova più chiara è quella del fotovoltaico, la tecnologia che consente di ricavare energia dai pannelli solari installati sui tetti di case, aziende e uffici. Dal settembre 2005 a oggi il governo ha stanziato 356 milioni di euro, prelevandoli direttamente da una voce sulle bollette di luce e gas e girandoli alle famiglie, alle imprese, ma anche a scuole e ospedali, che si sono dotati di una centralina alimentata dal sole. Sono soldi spesi bene? Sicuramente la risposta non può- venire dai numeri correnti del bilancio energetico. In Italia sono attivi 58.584 impianti fotovoltaici, che forniscono alla rete 740 megawatt, più o meno l`1,5% del fabbisogno nazionale di elettricità. Quasi niente. Ma la scommessa della politica, come hanno dimostrato le discussioni e anche i `contrasti al vertice di Copenaghen, vale per un futuro che in parte, però, è già cominciato. in Italia si comincia nel2oo3, con il recepimento della direttiva europea del 2ooi che promuove gli investimenti nelle fonti alternative. Gli incentivi del «conto energia» diventano operativi nel settembre del 2005 (governo Berlusconi) e poi vengono confermati con il decreto del 19 febbraio 2007 (governo di centrosinistra).

Oggi la filiera del fotovoltaico, ancora fragile, totalizza nel complesso un giro d`affari di 3,5 miliardi di euro, con 250-26o mila occupati (diretti e indiretti). Per stare in piedi deve appoggiarsi alla stampella pubblica. I primi a riconoscerlo sono gli stessi imprenditori e i manager che si trovano nelle posizioni di avanguardia. Come Alessandro Sotgiu, 43 anni, laurea in economia e commercio, amministratore delegato di Solarday, una delle aziende italiane leader, 6o milioni di fatturato, uno stabilimento a Mezzago (106 dipendenti), in Brian- za, alle porte di Milano. Il meccanismp degli incentivi funziona così: chi si fa montare un impianto può vendere l`energia prodotta al Gestore dei servizi energetici (Gse) che riconoscerà un prezzo fisso per 20 anni. La quotazione varia a seconda della potenza, e del grado di «integrazione» del sistema solare nell`edificio: si va comunque da un minimo di 39 centesimi a un massimo di 49 centesimi al ldlowattora. Naturalmente il proprietario non paga l`energia consumata e, grazie ai soldi del governo, è in grado di ammortizzare il costo dell`installazione in sette-otto anni (intorno ai 13 mila euro per i 3 kilowatt a uso familiare).

«Ancora non sappiamo se e come il governo intenderà rinnovare il decreto sugli incentivi che dovrebbe raggiungere l`obiettivo prefissato (1.2oo megawatt installati, ndr) verso la metà del 2010 - dice Sotgiu -.

Senza quei contributi, che si spalmano su tutto il settore, sarebbe quasi impossibile andare avanti. Nel 2oog i prezzi dei pannelli fotovoltaici sono crollati da 3 euro a 1,7. Nonostante questo, nel primo,semestre dell`anno la domanda in Italia si è fermata.

Noi della Solarday abbiamo retto, perché diversifichiamo le vendite anche su mercati esteri. Ma ora in Italia è forte quello che chiamiamo il rischio normativo. Nel 2oog la nostra azienda ha prodotto impianti per 35 megawatt. Per il prossimo anno, contando anche sul rinnovo degli incentivi, potrebbe arrivare a 6o megawatt.

Per noi sarebbe un salto enorme, anche se rimarremmo a grandissima distanza dai colossi cinesi che, in Italia, vendono almeno 1o volte più di noi». Anche Roberto Salis, 5o anni, amministratore delegato della Buderus di Assago (Milano), società con 18o dipendenti, controllata dai tedeschi della Bosch, guarda con preoccupazione al 2010:

«Ricordiamo quello che è successo quest`anno in Spagna, dove il governo ha prima alimentato il comparto e poi, all`improvviso, ha sospeso la distribuzione degli incentivi. Risulta- to: blocco dei lavori e delle imprese».

Il settore di punta dell`economia verde ha la forma di una piramide, dominata al vertice dai produttori, a cominciare da pochi grandi gruppi cinesi (Suntech è uno di questi), che occupano il 5o per cento del mercato, insieme con alcune multinazionali, come la Solon (quartier generale a Berlino) e la stessa Bosch. Poi, man mano che si scende, trovano spazio le medie e le piccole imprese italiane.

Come la Elios di Padova, nel cui territorio si è sviluppato un abbozzo di distretto di cui fa parte pure la ics group. Nella lista figurano anche Solsonica di Rieti, Eni Power di Nettuno (gruppo Eni), la Solarday, la,Renergies, la Beghelli e altre ancora. Alla base, invece, opera il formicaio di migliaia di artigiani, antennisti, specialisti in caldaie o condizionatori, che si propongono (e talvolta si improvvisano) come installatori di pannelli.

In Italia, però, il ruolo pubblico ha diverse varianti. Oltre ai contributi, contano i permessi regionali. Così c`è la Moncada Energy, guidata da Salvatore Moncada, che il 21 dicembre scorso ha aperto a Campofranco (Caltanissetta) il primo stabilimento italiano per la produzione di pannelli fotovoltaici «a film sottile» (la tecnologia più avanzata). E ci sono i toscani Mario e Paolo Campinoti, padre e figlio, titolari della Pramac (società con sede a Siena e quotata in Borsa) che uno stabilimento con le stesse caratteristiche sono andati a costruirlo a Locarno, in Svizzera. «Lo abbiamo realizzato lì perché in Italia i tempi di attesa sono quattro volte più lunghi - spiega Paolo Campinoti, 42 anni, amministratore delegato -. Abbiamo investito 8o milioni di euro. Il mercato va troppo veloce e non potevamo aspettare. La Pramac Swiss è at tiva da luglio e dà lavoro a 18o persone».

Se la burocrazia è un ostacolo, la concorrenza dei cinesi può diventare una barriera insormontabile. Sono stati loro i più rapidi a correre nelle praterie dei mercati mondiali della green economy». L`Italia non fa eccezione.

Luciano Brandoni, 54 anni, titolare della Brandoni solare, stabilimento a Castelfidardo (Ancona), racconta:-.«Nel 2oo6 sono stato in Cina con una delegazione di imprenditori e, tra le altre cose, sono rimasto profondamente colpito da quello che stavano realizzando nel fotovoltaico.

Quando sono tornato a casa, la mia azienda di radiatori da arredamento mi sembrava improvvisamente invecchiata.

Nel futuro vedevo solo pannelli solari. Ho cominciato a ragionare, anche se all`inizio molti pensavano che fossi diventato un pazzoide. Alla fine mi sono detto: se ci dobbiamo fare male, almeno puntiamo al massimo della qualità, perché è l`unico modo per togliere un po` di spazio ai cinesi.

Ora ci prepariamo a triplicare il fatturato nel 2010, passando da 20-25 milioni a 60-70 milioni, aumentando da 25 a 4o il numero dei dipendenty> Alla base della piramide sono in grande fermento i microcosmi di artigiani e piccoli imprenditori, con for- te concentrazione soprattutto in Lombardia (prima regione per numero di impianti), ma anche in Puglia (al primo posto per potenza installata). Ancora una voltai risultati sono alterni.

Franco Bianchi, 6o anni, titolare della Bianchi Franco snc di Bologna, ha deciso quattro anni fa di affiancare alla sua attività di installatore di impianti elettrici e di sistemi di allarme anche quella di montatore di pannelli fotovoltaici: «A noi le cose stanno andando bene. Lavoro con i miei due figli, più tre soci e quattro dipendenti.

Ho puntato sul terziario, i miei clienti sono soprattutto uffici e negozi.

Se faccio due conti vedo che per noi il fotovoltaico copre già il 20%o del nostro fatturato, su un totale di un milione di euro. Ed è una quota che crescerà ancora». Giosuè Rosano, 46 anni, di Senago, in provincia di Milano, sta pensando, invece, di fare un passo indietro. «Ho cominciato` da elettricista, andando in giro con la cassetta degli attrezzi. Oggi sono titolare di una piccolissima impresa familiare, la Gecry sas: siamo io e mio fi- glio, più il progettista che è un ingegnere.

Lavoro spesso in subappalto e, se devo comprare io i pannelli, cerco di starci dentro con le spese. Quelli che compro arrivano dalla Repubblica Ceca, ma non saprei dire dove sono fabbricati. In ogni caso, non so se andrò avanti, finora non ho guadagnato molto». I dati di Unioncamere, fanno notare alla Cna Confederazione nazionale artigianato), riflettono il «dualismo» nelle microimprese del fotovoltaico: il 7o%o delle società iscritte in questo comparto è formato da i 0 2 persone. «E un mestiere difficile - osserva ancora Franco Bianchi - se cala la domanda, vedo che ad andare sotto sono i miei concorrenti più piccoli, quelli menò strutturati».

Evidentemente nella parte bassa della filiera i margini di guadagno non sono ancora consolidati. Segno che l`ombrello dei contributi pubblici, per quanto sia grande; non può mettere tutti al riparo.

Giuseppe Sarcina gsarcina@corriere. it (i. continua) Le zone calde La quantità di energia solare ricevuta ogni giorno nelle diverse zone dei Pianeta (rilevazioni condotte su superfici a inclinazione ottimale nel mese meno caldo dell`anno) T 3 La produzione mondiale di energia fotovoltaica nel 2008 La produzione annuale di celle fotovoltaiche in Cina, il maggior produttore mondiale seguito dall`Europa (1,9 GW), Giappone (1,2 GW) e Taiwan (0,8 GW) CORRIERE DELLA SERA La piramide II settore è dominato al vertice da multinazionali, poi troviamo tante piccole e medie imprese italiane Il meccanismo Chi si fa montare un impianto può vendere l`energia prodotta al Gestore dei servizi energetici a un prezzo fissato per 20 anni Addetti ai lavori Alessandro Sotgiu, 43 anni, Roberto Salis, 50 anni, amministratore delegato amministratore delegato di Solarday della Buderus Franco Bianchi, 60 anni, montatore di pannelli fotovoltaici

http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=42014243
 
Solsonica in fiera a Valencia dal 6 al 9 settembre 2010


Welcome to the 25th European Photovoltaic Solar Energy Conference and Exhibition (25th EU PVSEC) and 5th World Conference on Photovoltaic Energy Conversion (WCPEC-5)


The 25th European Photovoltaic Solar Energy Conference (6 - 10 September 2010) and Exhibition (6 - 9 September 2010) will be held at the Feria Valencia in Valencia, Spain.


Solsonica Italy


http://p12611.typo3server.info/welcome0.0.html

http://p12611.typo3server.info/279.0.html
 
Eems, finalmente l’accordo con le banche
Tutti gli istituti finanziatori del prestito sindacato hanno dato parere positivo al processo per l’approvazione della proposta di rinegoziazione del debito


TAG: eems QUOTAZIONI: EEMS Edoardo Fagnani
lunedì, 28 dicembre 2009 - 16:35 Abbonati ai feed RSSInvia ad un amicoStampa
Caricamento
VOTA: [3] [1] VOTI: [3] [1] Eems riesce a sbrogliare la matassa relativa all’indebitamento finanziario.
Dopo aver rinnovato più volte la scadenza del debito, prima di Natale la società, quotata al segmento STAR e attiva nel segmento dei semiconduttori e in quello della produzione di celle e moduli fotovoltaici, ha comunicato che tutti gli istituti finanziatori del prestito sindacato hanno dato parere positivo al processo per l’approvazione della proposta di rinegoziazione del debito.

Nel dettaglio l’accordo raggiunto consente il mantenimento degli importi utilizzati dal gruppo ai sensi del contratto di finanziamento sindacato, con un riscadenziamento dei termini di pagamento e un allungamento della durata. Inoltre, l’accordo prevede l’erogazione di nuove linee di credito e garanzie a sostegno dell’attività della controllata Solsonica.

Eems ha precisato che, al fine di consentire il perfezionamento della documentazione contrattuale, gli istituti di credito si sono impegnati a non esigere il pagamento dei debiti in essere contrattualmente previsti sino al 28 febbraio 2010, quando saranno forniti tutti i dettagli dell’accordo.
Senza trascurare il fatto che le nuove condizioni economiche del finanziamento sono state inserite nel piano industriale e finanziario di Eems relativo al periodo 2009/2015, approvato dalla società nel mese di giugno.

A fine settembre l’indebitamento netto del gruppo ammontava a 88,6 milioni, in aumento dai 75 milioni di inizio anno.
Più nel dettaglio, l’esposizione verso gli istituti di credito con scadenza inferiore ai 12 mesi ammontava a 79,4 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 46,4 milioni di fine 2008. A questi si aggiungono debiti già scaduti per un ammontare di 13,4 milioni. L’esposizione a medio-lungo termine era limitata a 6,4 milioni, in forte contrazione rispetto ai 60,7 milioni di inizio anno.
Nella relazione trimestrale diffusa in occasione della comunicazione dei risultati del terzo trimestre del 2009 Eems ha fornito anche il dettaglio dell’esposizione verso gli istituti di credito. La società ha i maggiori finanziamenti in essere con un pool di banche guidato da ABN. L’esposizione complessiva nei confronti questo consorzio è di oltre 71 milioni di euro. Di questi, 57,5 milioni fanno capo a Eems Italia, mentre altri 13,7 milioni sono relativi alla controllata Eems Asia.
A garanzia di questi finanziamenti Eems ha impegnato azioni delle società localizzate in Asia e della controllata Solsonica.

http://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/eems-finalmente-l-accordo-con-le-banche
 
Home Informarsi Energie rinnovabili Micro-fotovoltaico: in arrivo le celle solari "glitter"
Micro-fotovoltaico: in arrivo le celle solari "glitter"

Lunedì 28 Dicembre 2009 10:21 Simona Falasca.

Il fotovoltaico non ha mai avuto prospettive così "scintillanti". Gli scienziati della Sandia National Laboratories hanno messo a punto un sistema di celle fotovoltaiche piccole come brillantini che potrebbe rivoluzionare il modo in cui l'energia solare viene accumulata ed utilizzata.

Secondo quanto riportato da ScienceDaily, infatti, le cellule "glitter" teoricamente potrebbero trasformare una persona in un caricabatteria solare ambulante se venissero fissate su strati flessibili come ad esempio sull'abbigliamento.

Più sottili di un capello umano (che è di circa 70 micrometri di spessore) e con un diametro che va dai 14 ai 20 micrometri, queste micro-cellule solari sono 10 volte più piccole di quelle convenzionali, in grado di garantire, però, la stessa efficienza e una maggiore versatilità nell'utilizzo. Oltre che di abbattere i costi di produzione.

Fabbricate in silicio cristallino e assemblate utilizzando sistemi microelettronici ed elettromeccanici MEMS - tecniche comuni nell'elettronica di oggi - infatti, le microcelle solari sviluppate dal dipartimento fotovoltaico dei laboratori di ricerca del Department of Energy americano, si prestano ad un'infinità di nuove applicazioni pratiche e presentano decine di vantaggi. Il coordinatore della ricerca Sandia Greg Nielson ne individua almeno 20 e spiega come, ad esempio, "le unità potrebbero venire prodotte in serie e avvolte intorno a forme insolite per la costruzione di tende solari integrate o di abbigliamento. In tal modo diventerebbe possibile per cacciatori, escursionisti o personale militare ricaricare le batterie per telefoni, telecamere e altri dispositivi elettronici semplicemente camminando o stando a riposo all'aria aperta".


Uno dei maggiori vantaggi di queste microcelle, inoltre sarebbe la significativa riduzione dei costi di produzione e installazione rispetto alle attuali pannelli solari e tecniche fotovoltaiche : essendo così piccole, infatti, richiedono minori materiali per formare dispositivi altamente efficienti. Per la precisione, secondo Nielson, la stessa quantità di energia elettrica verrebbe prodotta impiegando un centesimo del silicio delle tradizionali celle solari.

Meno materiale impiegato per costruirle, meno deformazioni meccaniche, maggiore affidabilità e duttilità nei processi produttivi. Ma non solo, perché avendo un diametro così sottile, le celle "glitter" possono essere fabbricate su scala industriale e prodotte con wafer di qualsiasi dimensione: ogni cella, un po' come le tecniche utilizzate per i LED, verrebbe applicata su un wafer di silicio per poi essere composta in forme esagonali con i circuiti elettrici stampati su ogni pezzo. In tal modo, se una cella si rivelasse difettosa, potrebbe essere tranquillamente isolata dal resto, contrariamente a quanto accade nelle attuali produzioni in cui si rischia di compromettere e rendere inutilizzabile tutto il wafer.

Tra gli altri vantaggi elencati di Nielson, la migliore tolleranza all'ombra, la maggiore facilità di produzione e di conseguenza la riduzione dei costi attuando economie di scala: la pick-and-place machine, ad esempio, uno strumento che assembla prodotti di elettronica ampiamente usato in campo commerciale, riuscirebbe ad inserire fino a 130 mila unità di micro-cellule per ora ad un costo di circa un decimo di centesimo per ogni modulo in grado di contenere dalle 10 mila alle 50 mila celle.

Dopo lo spazio e i capelli dunque, il fotovoltaico del futuro ha una nuova e "luccicante" strada su cui puntare.

Simona Falasca


;)

Ho idea che stiamo per esplodere proprio...

:D
 
sabato 02 dicembre 2006

Ex sergente diventa il «re delle memorie»


Ha il quartiere generale e parte della produzione quasi al centro d’Italia, a Cittaducale, nei dintorni di Rieti. E ai piedi del Terminillo opera in un mercato difficilissimo come quello dell’elettronica avanzata, ormai tutta concentrata nel Far-East. Possibile? Possibile. Grazie anche a un centro produttivo a Singapore e a un secondo stabilimento in Cina, il gruppo Eems fornisce alle imprese del settore, in gran parte asiatiche, servizi in outsourcing: collauda semiconduttori e realizza package, cioè chip montati nel loro involucro finale. Anzi, il gruppo Eems, dallo scorso aprile quotato a Piazza Affari nel segmento Star, è il principale operatore in Europa nel mercato delle memorie destinate, ad esempio, ai personal computer, telefoni cellulari, macchine fotografiche digitali, lettori Mp3. Ed è tra i primi cinque a livello mondiale. «Siamo un’eccezione in un business per cuori forti», commenta Enzo D’Antonio. Cuori forti? Già, perché questo, spiega, «è un mercato che opera in dollari e cresce del 15% all’anno mentre il valore contenuto nelle memorie aumenta del 50% e i prezzi diminuiscono del 30%. C'è quindi bisogno di forti investimenti e di nervi saldi».
Il look Yul Brinner. Cuore forte e nervi saldi che D’Antonio, quasi un pioniere nel settore delle memorie ma solo da dodici anni alla guida della Eems e da sette anche azionista importante della società in seguito ad un'operazione di management buy-out, deve per forza di cose possedere in dosi massicce. In compenso ha perso quasi tutti i capelli anche se, riconosce, «già da tempo ho sposato il look alla Yul Brinner», e continua a fumare come una ciminiera, più o meno un pacchetto e mezzo di sigarette al giorno. Ma ha sempre l’entusiasmo di un tempo (e, aggiunge, «la costanza») per un mestiere che ha imparato quando era nella Marina militare. Già, perché Enzo D’Antonio, classe 1945, originario di Sant’Arpino in provincia di Caserta, e figlio di un autista, è un mancato perito industriale nel senso che non ha mai preso il diploma a Napoli, ma diventa invece un tecnico di elettronica dopo avere imparato questo mestiere sotto le armi ed essere stato sei anni in Marina tra Taranto, Ischia e a bordo di qualche fregata. E quando nel 1968 si congeda con il grado di sergente, non ha difficoltà a trovare un posto nella vita civile. Pochi mesi alla Plasmon di Latina, quindi eccolo alla Texas Instruments, prima ad Aversa, nei dintorni di Caserta, dove si producevano componenti per lavatrici, e poi nello stabilimento di Rieti in cui erano progettati, costruiti e venduti circuiti integrati a clienti come Olivetti. D’Antonio entra alla Texas Instruments come tecnico di manutenzione delle apparecchiature per il comando dei circuiti integrati, poi è responsabile della manutenzione elettronica, quindi di quella generale. E, gradino dopo gradino, eccolo alla guida nel 1980 dell’unità operativa di una linea di prodotto, i transistor di potenza. Cinque anni più tardi, nel 1985, è responsabile europeo del settore calcolatrici.
Parentesi americana. D’Antonio è un iperattivo di natura. E per quanto sia sposato con Maria Grimaldi e abbia già due figli (Giuseppe, 1973, ha una laurea in ingegneria gestionale e lavora a Parigi in una società di software mentre Marco, 1975, laurea in economia, vive a Milano occupandosi di pubblicità), dopo diciassette anni di Texas Instruments sente il bisogno di cambiare aria. Nel 1987 va così negli Stati Uniti diventando vicepresidente operativo della Micro Power System, una società di Santa Clara, nella Silicon Valley, specializzata nel medicale e nelle applicazioni militari. Due anni dopo i vertici della Texas Instruments gli chiedono di ritornare in Italia, c'è bisogno di uno che guidi lo stabilimento di Cittaducale. Che allora non era poca cosa, dava lavoro a circa ottocento persone. E D’Antonio, che ormai parla inframezzando parole in inglese con modi di dire napoletani, torna. Svolgendo l’incarico anche quando nel 1994 gli americani della Texas Instruments effettuano uno spin off: vendono cioè lo stabilimento di Cittaducale ad un cinese di Hong Kong, Li Tung Lok, un quarantenne brillante con alle spalle diverse imprese di semiconduttori. Nasce così la Eems che vuol dire «European electronic manufacturing system» e produce memorie per semiconduttori in outsourcing, per conto terzi. Anzi, in un primo tempo l’azienda viene battezzata Msi (Manufacturing services international) in quanto all’estero nessuno sa che in Italia c’è un partito politico con quel nome. E si corre ai ripari.

Ed ecco i «wafer». A metà degli anni Novanta la Eems è l'unica azienda europea e l’unica al mondo a produrre in outsourcing. Assembla il materiale dopo avere trattato il silicio, i cosiddetti «wafer», e soprattutto effettua i collaudi di affidabilità e performance, test che danno al prodotto il vero valore aggiunto. Ed i clienti aumentano, dalla Ibm alla stessa Texas Instruments, dalla Micron alla Siemens. Aumentano soprattutto da quando le aziende di semiconduttori decidono di far realizzare all’esterno parte del lavoro che fino a quel momento hanno svolto al loro interno. Ottenendo in questo modo economie di scala e abbreviando i tempi di introduzione del prodotto finito sul mercato.
Il «bagno di sangue». E così il giro d’affari della Eems cresce: 49 milioni di euro nel 1995, poi 69 l’anno dopo, esplode sino a 105 milioni l’anno successivo. Ma nel 1998 la Texas Instruments decide di smettere di fare memorie. E il fatturato crolla del 40%. «Un bagno di sangue», ricorda D’Antonio. E il motivo è semplice: questo è un settore in cui gli investimenti sono massicci, negli ultimi dodici anni ad esempio la Eems ha investito 350 milioni di euro per un fatturato, nello stesso periodo, di un miliardo di euro. Ma con l’uscita di scena della Texas, il flusso di cassa non è più sufficiente per sostenere gli investimenti. La soluzione arriva nel 1999 con l’ingresso nella maggioranza del capitale della Eems di un fondo di private equity, la Schroeder poi diventata Permira. E nell’ambito di tale operazione il top management (sei-sette dirigenti oltre a D’Antonio) entra con una quota del 12% nella compagine societaria dell’azienda. D’Antonio dà fondo a tutte le risorse per avere personalmente circa il 9% del capitale. L’unica cosa che non vende, ricorda, «è la casa».
L’11 settembre. Le difficoltà comunque arrivano di nuovo. Prima la bolla della new economy e poi l’11 settembre creano infatti qualche problema alla Eems, nel senso che la crescita è lenta, molto lenta: 83 milioni di euro il fatturato 2001, 91 milioni nel 2002, 99 nel 2003. E proprio questa crescita lenta spinge D’Antonio a fare una scelta precisa. Dice: «O restare un’eccezione in Europa ma con una vita breve oppure cercare il futuro là dove sono i nostri clienti». Tutti nel Far East, dalla Nanya Technology alla Qimonda e alla Broadcom.
Ed ecco la scelta: «Trovarci nel posto giusto» anche se i problemi del settore riguardano i costi di produzione e di cambio ma non quelli di trasporto. Viene così prima individuato a Singapore un team asiatico di cui fidarsi, poi nel 2005 è acquisita una società che fa collaudi, la Ellipsiz, nel 2006 viene preso in affitto in Cina, a Suzhou, uno stabilimento, operativo in soli sei mesi, per l’assemblaggio e il collaudo di memorie Dram, le memorie di nuova generazione. E per effettuare queste operazioni, D’Antonio ottiene i soldi necessari quotando in Borsa la Eems. Permira scende così al 43% del capitale, D’Antonio a circa il 6% mentre il 51% è distribuito sul mercato. «Siamo di fatto una public company», afferma.
Crescita asiatica. Un’azienda con buone prospettive. Produce 350 milioni di memorie all'anno, più o meno il 4% del mercato; dà lavoro a 1700 dipendenti di cui 500 in Italia; ha un fatturato che nel 2005 ha toccato i cento milioni di euro e quest'anno veleggia verso i 145 milioni. E dal momento che è la crescita asiatica a tirare e lo sarà sempre più in futuro, D’Antonio ha ora il problema di come riconvertire Cittaducale. Diverse, dice, «le alternative possibili: diversificheremo su competenze adiacenti a quelle delle memorie e per business che non sono influenzati da strutture di costi del lavoro alti».

In parole povere, dalla difesa all’aerospazio, dal mercato del bianco ai pannelli solari.

http://www.ilgiornale.it/economia/e...-12-2006/articolo-id=138024-page=0-comments=1
 
intanto un articolo interessante de IlSole24Ore di settembre.

che un giorno possa riguardare anche noi??

Delisting, che passione.
Ecco perché la Borsa perde pezzi
di Valeria Novellini


1 settembre 2009


Solo tre Ipo nei primi otto mesi del 2009
Medie imprese a caccia di un nuovo punto di equilibrio
Italease: Banco Popolare lancia Opa a 1,5 euro. Aumento di capitale fino a 800 milioni

Delisting, che passione. Vale davvero la pena di approfondire il perché. In tempi di ribassi di Borsa, si sa, fioccano le uscite dai listini, per lo più giustificati (almeno ufficialmente) da quotazioni di mercato troppo sacrificate e che non riflettono il reale valore del titolo (ma se l'investimento in azioni, come spiegano tutti i libri di finanza, è da considerare nel medio/lungo termine, prima o poi il mercato dovrebbe giungere a quotazioni adeguate …).

In più da marzo la Borsa ha fatto molta strada, tutt'altro che ribassista l'andamento, ma mentre le IPO latitano ancora (eccezion fatta per le tre "matricole" del nuovo listino AIM Italia: IKF, Neurosoft e VRWay Communication), i delisting si susseguono imperterriti. È ora la volta di Permasteelisa, che per un cambio di azionariato sarà oggetto di un'OPA obbligatoria a 13 euro per azione, che dovrebbe chiudersi entro gennaio/febbraio 2010. Da inizio 2009 sono state già cancellate dalle quotazioni, per effetto di OPA volontaria, Anima SGR (acquistata da Banca Popolare di Milano a 1,45 euro per azione e non più quotata dal 2/3), Meliorbanca (acquistata da BPER a 3,2 euro per azione e non più quotata dal 6/3) ed Ergo Previdenza (acquistata da Ergo Italia a 4,51 euro per azione e non più quotata dal 7/4).

Le prossime società a dare addio al listino saranno FMR-Art'è, Mirato e RGI, tutte e tre oggetto di OPA volontaria rispettivamente a 5, 5,25 e 2,01 euro per azione. Non è invece riuscita al Banco Popolare l'"impresa" del delisting di Banca Italease: nonostante una riapertura dell'OPA, effettuata a 1,5 euro per azione, è stata raggiunta "solo" una partecipazione di poco superiore all'88,1%, insufficiente sia per lanciare un'OPA residuale (per cui servirebbe il 90%) sia, soprattutto, per procedere all'esercizio dello "squeeze out" (diritto all'esercizio dell'acquisto sul mercato delle azioni residue dopo il perfezionamento dell'OPA; per fare questo è necessario aver raggiunto il 95% del capitale sociale). Ora Banca Italease sarà oggetto di un importante aumento di capitale necessario per raggiungere ratio patrimoniali adeguati, e che ovviamente sarà pressoché integralmente a carico del Banco Popolare.

Non sempre vi è un motivo "evidente" dietro il delisting di una società quotata, e maliziosamente si può pensare che molte aziende che in Borsa ci sono e ci rimangono hanno in realtà ben scarse ragioni per la quotazione: flottanti piuttosto risicati, difficoltà economiche e/o finanziarie, spesso non bastano perché l'azionista di maggioranza ritenga opportuno il ritiro dal listino. Proprio in questi giorni alcune società di revisione hanno dichiarato di non essere in grado di esprimersi sulle relazioni semestrali di aziende come Snia, Eutelia, Montefibre, Sadi, Mariella Burani Fashion Group ed altre, in genere a causa di «incertezze sulla situazione economica e patrimoniale». Ma queste aziende restano ufficialmente quotate, anche se Snia e Mariella Burani Fashion Group sono state sospese dalle contrattazioni a tempo indeterminato.

Al contrario, vi sono aziende oggetto di delisting che molto probabilmente potrebbero rimanere quotate senza alcun problema: ad esempio per RGI la società acquirente ha affermato che «il settore in cui opera RGI presenta prospettive di crescita nel medio-lungo periodo e il valore economico della società può incrementarsi in futuro tramite l'espansione dell'attuale attività e l'accelerazione del consolidamento avviato nel settore. Il perseguimento di questi obiettivi si attuerà anche tramite investimenti significativi, che potrebbero penalizzare la performance delle azioni RGI nel breve periodo». Ma l'investimento in Borsa non dovrebbe essere sempre concepito in un'ottica di medio-lungo periodo?


http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...tml?uuid=d2ba8f0c-9700-11de-9427-0dfcab01a6df
 
STAR: + 31% nel 2009!
Contrariamente al sentiment diffuso sul mercato, che vede le blue chip meno “rischiose” delle società più piccole, il segmento STAR è stato meno volatile


di Edoardo Fagnani
martedì, 5 gennaio 2010 -

Lo STAR è stato il migliore paniere del 2009 a Piazza Affari. Il listino che raggruppa le società ad alti requisiti ha chiuso lo scorso anno con un progresso del 31,5%, passando da 8.554 punti a 11.248 punti. Il segmento STAR ha fatto meglio del listino principale. Il FTSEMib ha chiuso il 2009 con un progresso del 19,5%.

Contrariamente al sentiment diffuso sul mercato, che vede le blue chip meno “rischiose” delle società più piccole, il segmento STAR è stato meno volatile rispetto al FTSEMib. Nel 2009, infatti, il listino che raggruppa le società ad alti requisiti ha oscillato in un range compreso tra un minimo di 7.076 punti (9 marzo) e un massimo di 11.731 punti (19 ottobre), che equivale a una differenza del 65,8% tra i due estremi. A titolo di paragone il FTSEMib ha toccato il minimo dell’anno il 9 marzo a 12.621 punti, mentre il massimo, 24.426 punti, è stato raggiunto nella seduta del 19 ottobre. Il range di oscillazione del principale indice di Borsa Italiana è stato del 93,5%.

Il miglior titolo del segmento STAR nel 2009 è stato Amplifon. Nell’anno appena concluso la società ha accumulato un progresso del 267%. Questo significa che 1.000 euro investiti a inizio anno sarebbero diventati quasi 3.700 euro! A titolo di completezza va ricordato che Amplifon aveva chiuso il 2007 e il 2008 con ribassi del 46,1% e del 76,1%.
Sulla performance del titolo è stato determinate l’andamento operativo dell’azienda nel 2009, in particolare a livello reddituale. Nei primi nove mesi del 2009, infatti, il margine operativo lordo è cresciuto del 17,2%, passando da 45,7 milioni a 53,6 milioni di euro. Di conseguenza, la marginalità è salita dal 10,1% all’11,7%. L’utile netto è balzato a 13,1 milioni di euro, quasi il doppio rispetto ai 7,2 milioni dei primi nove mesi del 2008. Solo il fatturato è rimasto fermo al palo. Nel periodo in esame, la società ha registrato un giro d’affari di 459,1 milioni di euro, in aumento dell’1% rispetto ai 454,8 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. I vertici di Amplifon puntano a confermare anche nell’ultimo trimestre del 2009 il trend di crescita evidenziato nei primi nove mesi dell’anno.

Anche Banca Generali è riuscita a triplicare il proprio valore. La compagnia ha chiuso il 2009 con un balzo del 207%, passando dai 2,77 euro di inizio anno agli 8,5 euro del 30 dicembre. Il titolo veniva da due esercizi negativi, chiusi con cali del 28,5% (2007) e 59,2% (2008).
Banca Generali ha sfruttato gli ottimi risultati ottenuti nei primi nove mesi del 2009, periodo chiuso con un utile netto di 45,6 milioni di euro, un risultato decisamente superiore ai 5,3 milioni dello stesso periodo del 2008. Il margine di intermediazione è balzato del 56% e ha raggiunto i 194 milioni di euro. Il margine operativo lordo è più che raddoppiato, toccando gli 85,2 milioni. Nei primi nove mesi del 2009 la raccolta netta di Banca Generali è stata positiva per 532 milioni di euro. A fine settembre le masse amministrate in gestione erano aumentate del 7% rispetto a inizio anno e avevano raggiunto i 20,2 miliardi di euro.
Inoltre, gli addetti ai lavori hanno collegato la performance della compagnia con il successo ottenuto dallo scudo fiscale voluto dal ministero dell’Economia e delle Finanze. La raccolta netta totale del gruppo Banca Generali nel mese di novembre 2009 è risultata pari a 784 milioni di euro. Il dato ha beneficiato per oltre 700 milioni di euro del rimpatrio di capitali legati allo Scudo.

Tra i migliori dello STAR figura anche Esprinet. Il leader in Italia nella distribuzione di prodotti informatici ha chiuso il 2009 con un progresso del 177%. Anche per la società il biennio 2007/2008 era stato negativo, chiuso con ribassi rispettivamente del 41,5% e del 59,9%.
Esprinet ha beneficiato della forte crescita registrata dalla redditività. Nei primi nove mesi del 2009 il risultato operativo è migliorato del 28% a 37,9 milioni di euro. Di conseguenza, la marginalità è cresciuta al 2,59%, rispetto all’1,81% dei primi tre trimestri dello scorso esercizio. L’utile netto ha raggiunto i 20,9 milioni di euro, in aumento del 55% rispetto ai 13,5 milioni dei primi nove mesi del 2008. L’unico neo riguarda i ricavi. Nel periodo in esame il giro d’affari di Esprinet si è fermato a 1,46 miliardi di euro, in calo dell'11% rispetto agli stessi mesi del 2008.

http://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/star-31-nel-2009
 
Solsonica selezionata dalla Regione Lazio per un progetto di internazionalizzazione dei settori ICT, Ambiente (tecnologie e risorse idriche) ed Energia sostenibile verso Israele.


Novembre 2009 - gennaio 2010

Sviluppo Lazio sta strutturando un progetto di internazionalizzazione dei settori ICT, Ambiente (tecnologie e risorse idriche) ed Energia sostenibile verso Israele, paese in cui nel prossimo futuro sono previsti importanti investimenti sia nella ricerca che nella produzione.



L’azione di internazionalizzazione verso Israele si sviluppa in quattro step progressivi:



1) Selezione delle imprese laziali a maggiore potenziale di internazionalizzazione
La selezione delle imprese ha l'obiettivo di individuare le specificità del settore ICT laziale ed i comparti a maggior tasso di innovazione e con maggiori prospettive di internazionalizzazione; individuare le PMI e le strutture di ricerca con progetti e prodotti innovativi, già immessi o da immettere sul mercato, con buone capacità di proporsi all’estero e in grado di sviluppare legami a monte e a valle di possibili filiere; favorire lo sviluppo di legami di sistema e/o di filiera tra le varie imprese e tra di esse e il mondo della ricerca.



2) Scouting dei potenziali partner israeliani per l'individuazione di matchmaking con aziende del Lazio

3) Missione di Incoming di operatori israeliani
Le aziende laziali selezionate incontreranno a Roma una delegazione di buyer israeliani. La missione di incoming ha il duplice obiettivo di creare un'occasione di contatto tra strutture di ricerca e imprese laziali e le controparti israeliane e di sostenere le PMI laziali selezionate nello sviluppo di una strategia di internazionalizzazione.



4) Follow-up e assistenza


Settori interessati

- ICT
- Tecnologie per l'Ambiente (focus su risorse idriche, potabilizzazione, desalinizzazione, ecc..)
- Energia sostenibile


PARTECIPANTI

Solsonica
:clap:

http://www.sprintlazio.it/progetti/multisettore/medtech-2009
 
Ultima modifica:
Indietro