19/06/2017 14:05
Eni potrebbe sviluppare due campi in Iran
Secondo Bloomberg, il colosso italiano starebbe per siglare un memorandum of understanding con la National Iranian Oil Company nel contesto dell'espansione dei campi di Kish e di Darkhovein. Titolo in rialzo in linea con il prezzo del petrolio
di Matteo Fusi
Nuovi accordi in Iran per Eni . Secondo quanto riportato da Bloomberg, il colosso italiano starebbe per siglare un memorandum of understanding (Mou) con la National Iranian Oil Company (Nioc) nel contesto dell'espansione dei campi di Kish e di Darkhovein.
Kish è un campo di gas giant vicino all'omonima isola di Kish, nel Golfo Persico. Scoperto nel 2006, detiene 66 trilioni di metri cubi di gas, di cui 50 trilioni sono recuperabili. Il campo contiene anche almeno 1 miliardo di barili di condensati di cui almeno 331 milioni di barili sono recuperabili. Petroleum Engineering and Development Company (Pedec) svilupperà il campo in tre fasi per un investimento di 2,2 miliardi di dollari a fase. Nel febbraio 2010 un consorzio iraniano aveva firmato un contratto di 10 miliardi di dollari con Nioc per lo sviluppo di questo campo.
Per quanto riguarda Darkoven, si stima che il campo contenga circa 5,2 miliardi di barili, di cui 1,3 miliardi recuperabili. Lo sviluppo della prima fase è iniziato nel 2005 con un investimento di 1,3 miliardi di dollari. La fase 2 è stata completata in collaborazione con la stessa Eni nel 2011, aumentando l'output del campo per 160 mila barili al giorno. Lo sviluppo della fase 3 ha avuto inizio nel 2011, quando Pedec ha firmato un accordo da 1,6 miliardi di dollari con un consorzio di quattro società iraniane. La produzione del campo è destinata ad aumentare di 71 mila barili al giorno.
A Piazza Affari il titolo Eni , su cui Equita ha confermano il rating buy e il target price a 17 euro, sale dello 0,51% a 13,92 euro con il prezzo del petrolio in rialzo: Brent +0,55% a 47,63 dollari al barile e Wti +0,42% a 45,17 dollari al barile, comunque frenati dall'incremento dell'attività di estrazione negli Usa, che compensa i tagli alla produzione attuati dall'Opec. Secondo i dati pubblicati venerdì scorso, il numero di pozzi petroliferi attivi negli Stati Uniti è salito per la ventiduesima settimana consecutiva, arrivando a 747, massimo dall'aprile 2015.
Goldman Sachs ha calcolato che se il numero di pozzi negli Usa resterà stabile, la produzione dei campi di gas scisti di Permian, Eagle Ford, Bakken e Niobrara nei 12 mesi tra il quarto trimestre dell'anno scorso e lo stesso trimestre del 2017 salirà di 770.000 barili al giorno. Per Suhail bin Mohammed al-Mazrouei, ministro del Petrolio degli Emirati Arabi Uniti, l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio non avrà tempo per un incontro straordinario prima di quello regolare di novembre.
"Nessuno sta discutendo di misure straordinarie. Siamo all'inizio dell'accordo, e credo che dobbiamo dargli un po' di tempo", continua il politico. "Il terzo trimestre è in arrivo, e con le festività la domanda aumenterà. Questo è tipico, c'è un rallentamento alla fine del secondo trimestre di ogni anno", ha concluso al-Mazrouei.