Eni - solo news - n.3

UCRAINA: Putin, stop forniture petrolio e gas se ci sara' tetto prezzi

MILANO (MF-DJ)--Il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito che la Russia interrompera' la fornitura di gas e petrolio se verranno imposti limiti di prezzo alle risorse energetiche russe nel tentativo di ridurre i costi crescenti per i consumatori. Il leader del Cremlino ha definito "stupide" le richieste dell'Europa di un limite di prezzo per il gas russo, sottolineando che la Russia avrebbe interrotto i contratti di fornitura se l'Occidente avesse imposto limiti alle esportazioni russe. La dichiarazione di Putin arriva dopo che il gigante energetico russo Gazprom ha detto che il gasdotto Nord Stream 1, che trasporta il gas di Mosca in Germania, restera' chiuso a tempo indeterminato a causa di una perdita scoperta durante la manutenzione della scorsa settimana. "Il Nord Steam 1 e' praticamente chiuso ora. C'e' una perdita - e' una possibile situazione esplosiva, un pericolo di incendio", ha spiegato questa mattina Putin, aggiungendo che "la turbina non puo' funzionare. Dateci una turbina e domani riaccenderemo il Nord Stream 1. Ma non ci stanno dando nulla". Il leader russo ha anche affermato che l'Ucraina sta minacciando la sicurezza nucleare dell'Europa bombardando la centrale nucleare di Zaporizhzhia, sottolineando che la Russia non ha equipaggiamento militare nella struttura. Putin ha detto inoltre di fidarsi del rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) che ha visitato la centrale la scorsa settimana, ma ha criticato l'Aiea per non aver detto che l'Ucraina e' responsabile dei bombardamenti del sito. cos (fine) MF-DJ NEWS

07/09/2022 12:11
 
Comunicato stampa

Eni: informativa sull’acquisto di azioni proprie nel periodo compreso tra il 29 agosto e il 2 settembre 2022


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Eni: Ipo Plenitude piu' probabile in 2023 (Sole 24 Ore)

ROMA (MF-DJ)-- congelato, ma non totalmente fermo, il processo di quotazione di Plenitude, il ramo d'azienda di Eni specializzato nelle energie rinnovabili. Le banche d'affari del consorzio (un corposo pool composto da Goldman Sachs, Credit Suisse e Mediobanca alle quali si sono unite Unicredit, Barclays, Bank of America, Bnp Paribas, Deutsche Bank, Equita), scrive il "Sole 24 Ore", stanno infatti continuando a lavorare, malgrado la situazione dei mercati sia al momento troppo volatile per ipotizzare una quotazione nei prossimi mesi. Inoltre le prossime elezioni politiche e la crisi sul mercato del gas creano una situazione di stallo anche sul versante finanziario. L'obiettivo e' quindi trovare una finestra temporale che sia positiva per presentare la "equity story" di Plenitude e avviare una quotazione che possa attrarre gli investitori istituzionali: finestra temporale che pare piu' probabile nel 2023, rispetto al prossimo autunno. gug (fine) MF-DJ NEWS

08/09/2022 09:22
 
Il gas crolla del 30% sotto i 200 euro. Che cosa bisogna sapere prima del vertice Ue di venerdì 9 settembre
di Elena Dal Maso

Dopo la chiusura di Nord Stream 1, i prezzi del gas europeo hanno toccato i 280 euro il megawatt ora lunedì 5 settembre, oggi sono sotto i 200 euro in attesa del vertice Ue sull'energia. Nel frattempo, in UK la neo premier Truss prepara un pacchetto da 100 miliardi di sterline​

Dal picco di lunedì 5 settembre i prezzi del gas sono scesi del 30%. E questo ha permesso alle borse di rifiatare in attesa del vertice Ue sull'energia previsto per domani, venerdì 9. Da quando la russa Gazprom ha annunciato la chiusura del gasdotto Nord Stream 1, il mercato della materia prima in Europa ha assistito a forti oscillazioni dei prezzi, balzati anche del 35% nel giro di poche ore.

Oggi il gas cede quasi il 9% a 195 euro il megawatt ora al TTF di Amsterdam portandosi sotto il livello di 200 euro per la prima volta dall'inizio di agosto dopo il picco storico di 340 euro (erano 25 euro circa un anno fa) mentre la politica valuta come intervenire sui mercati per frenare una crisi energetica che minaccia l'economia dell'Eurozona.

Gas, vertice Ue di venerdì: i temi caldi da gestire

Venerdì l'Unione europea discuterà i piani per intervenire sui mercati alleviando lo stress causato dall'aumento dei requisiti sui collaterali per il margin call (la liquidità richiesta dai listini alle utilities che si proteggono con i futures sul mercato dei derivati dall'aumento dei prezzi della materia prima), con le società che hanno chiesto aiuto ai governi. Bruxelles sta prendendo in considerazione una proposta per limitare i prezzi delle importazioni russe di gas (al di fuori di Nord Stream 1) e forse anche il gas naturale liquefatto mentre mette a punto un piano per ridurre la domanda evitando di arrivare a dicembre al buio.

Sempre sul tavolo comunitario, il progetto di tassare gli extra profitti delle società energetiche (windfall taxes), anche se il settore delle utilities è sotto pressione non solo per l'aumento dei margin call ma anche per il rischio che i clienti, società e famiglie, inizino a non pagare bollette troppo alte.

L'Europa ha già accumulato scorte in anticipo per l'inverno, con siti di stoccaggio pieni all'82,5% e iniezioni impostate fino ad ottobre. "Fortunatamente per questo inverno le scorte sono sane e sono state riempite relativamente bene", ha commentato Anatol Feygin, responsabile commerciale per conto dell'esportatore statunitense di GNL Cheniere Energy. "Molto dipende dal tempo, ma siamo ottimisti che nei prossimi mesi ci saranno abbastanza flessibilità e soluzioni sul tavolo. Tuttavia sarà necessario gestire la domanda", ha spiegato l'esperto al convegno Gastech di Milano appena concluso. Eppure, dai calcoli di S&P Global emerge che l'Europa non ha messo da parte abbastanza gas per arrivare a fine inverno e già a gennaio rischia di trovarsi in deficit di circa 20 miliardi di metri cubi.

Il fattore Cina

L'attenzione si sposta anche sull'inverno successivo, quando l'Europa dovrà ancora probabilmente aver bisogno di scorte importanti con la guerra russa in Ucraina che non offre spunti di chiusura e la Cina che sta fornendo sostegno silenzioso e costante a Mosca. A ciò si aggiunga che la domanda debole di energia della seconda potenzia economica mondiale in questi mesi dominati ancora dai lockdown per Covid delle megalopoli non è destinata a durare, un fatto che potrebbe allontanare le scorte di GNL dall'Europa.

"L'arresto indefinito del gasdotto Nord Stream 1 di Gazprom dovrebbe sostenere i prezzi e tenerli nettamente più alti rispetto alla media dgli ultimi cinque anni", ha scritto in una nota Patricio Alvarez, analista energetico di Bloomberg Intelligence.


UK, un pacchetto gas da 100 miliardi di sterline

Dopo l'intervento da 100 miliardi di euro di Germania, Svezia e Finlandia a favore del sistema produttivo e delle famiglie, anche la nuova premier inglese sta elaborando un piano sul gas. Liz Truss, ha affermato che il suo governo presenterà un ampio pacchetto di misure per aiutare le famiglie e le aziende a sopravvivere all'impennata dei prezzi dell'energia innescata dalla guerra in Ucraina, ma, a differenza dell'Ue, ha escluso qualsiasi nuova tassa sulle società energetiche.

Durante la sua prima apparizione come primo ministro alla Camera dei Comuni, Truss ha promesso che il suo governo aiuterà le famiglie e le mprese britanniche alle prese con l'inflazione elevata e i costi energetici alle stelle, limitando le bollette e tagliando le tasse. La premier, che questa settimana ha preso il posto del collega conservatore Boris Johnson, dovrebbe annunciare oggi un vasto pacchetto per limitare l'importo che le compagnie energetiche potranno addebitare alle imprese e alle famiglie. Il pacchetto di salvataggio, che i funzionari stimano potrebbe superare i 100 miliardi di sterline, mira a prevenire una forte recessione in autunno, dato che si prevede che le bollette energetiche aumenteranno dell'80% a ottobre.

Truss sta cercando di muoversi rapidamente per sostenere un'economia in stasi, affermano gli analisti. L'inflazione è ai massimi da 40 anni e i salari stanno scendendo al ritmo più veloce degli ultimi 20 anni. Nei prossimi mesi è prevista una recessione e la premier si sta affrettando a portare avanti le riforme dal lato dell'offerta, incluso il taglio delle tasse sui salari e l'abolizione del previsto aumento dell'imposta sulle società.

Il partito laburista all'opposizione ha chiesto come lo Stato britannico finanzierà un pacchetto del genere, che arriva dopo una notevole spesa pubblica durante la pandemia di Covid. Il leader del Labour, Keir Starmer, ha criticato Truss, ex ministra degli Esteri sotto il governo di Johnson, per non aver imposto una tassa sulle società energetiche che, secondo lui, realizzeranno extraprofitti di 170 miliardi di sterline durante i prossimi anni, sostenendo che alla fine a pagare saranno i contribuenti. "Ci sta davvero dicendo che lascerà questi enormi profitti sul tavolo e lascerà che i lavoratori paghino il conto?", ha detto. Il partito laburista sostiene un blocco degli aumenti delle bollette energetiche che sia finanziato in parte da una tassa sugli extraprofitti delle società energetiche.

Ultimo aggiornamento: 08/09/2022 10:16
 
GAS, SFUMATO L'ACCORDO SUL "PRICE CAP". TUTTO DA RIFARE A OTTOBRE

News Image (Teleborsa) - Salta (per ora) la proposta di introdurre un tetto al prezzo del gas (price cap) importato dalla Russia. L'argomento non verrà neanche discusso oggi al vertice dei ministri europei dell'Energia, e sarà demandato alla riunione dei leader europei ad ottobre. Le date papabili sono due: il 6-7 ottobre a Praga ed il 20-21 ottobre a Bruxelles.

A questo punto l'incontro di oggi darà solo interlocutorio e non risolutivo e, sulla base del dibattito che si svolgerà fra i ministri dell'energia europei, la Commissione metterà a punto la sua proposta formale martedì prossimo.

Lo stop è arrivato nel corso della giornata di ieri, perché fra i Paesi europei non c'è consenso sulla proposta di imporre un price cap al prezzo del gas, avanzata e caldeggiata dall'Italia, benché in questa occasione non ci fosse bisogno neanche dell'unanimità per approvarla. Contraria è soprattutto l'Olanda, dove ha sede la Borsa che ospita il trading del gas europeo, il Dutch TTF gas Future, anche se il Premier olandese Mark Rutte, in occasione della conferenza stampa con la Presidente Ursula vin der Leyen, aveva affermato di "guardare con favore" le proposte avanzate da Bruxelles, incluso il price cap.

A quanto si è appreso c'è un consenso unanime solo su tre delle cinque proposte formulate dalla Commissione europea nel suo documento informale (non paper) pubblicato giovedì proprio in vista del Consiglio informale dei ministri dell'Energia. Le misure che hanno già trovato un consenso sono tre: l'imposizione di un tetto massimo di profitto (remunerativo) sulle fonti energetiche rinnovabili che permetta di usare i ricavi in eccesso per misure di sostegno a favore di famiglie ed imprese più fragili; la riduzione del 5% del consumo energetico nelle ore di punta del giorno; la possibilità di sostenere la liquidità delle imprese energetiche colpite dall'estrema volatilità dei prezzi.

Non c'è accordo invece su due delle misure incluse nel pacchetto di proposte: il "price cap" sul gas importato dalla Russia, che sta usando le forniture di gas come arma nella sua invasione all'Ucraina e come risposta alle sanzioni imposte dall'Occidente; il cosiddetto "prelievo di solidarietà", cioè la tassa imposta sugli extra profitti realizzati dalle società energetiche.

(TELEBORSA) 09-09-2022 08:07
 
Eni: Desclazi incontra presidente Costa d'Avorio, punto su progetti

ROMA (MF-DJ)--Il presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara ha incontrato oggi ad Abidjan l'ad di Eni Claudio Descalzi, per fare il punto sulle attivita' dell'azienda nel Paese, sui progetti futuri e sulle aree di interesse comune e collaborazione. All'incontro erano presenti anche il segretario generale della Presidenza Abdourahmane Cisse' e il ministro delle Miniere, del Petrolio e dell'Energia Mamadou Sangafowa-Coulibaly. Descalzi, si legge in una nota, ha illustrato al presidente lo sviluppo in corso di Baleine, la scoperta di idrocarburi effettuata da Eni nell'offshore del Paese, che sara' il primo sviluppo Net Zero (scope 1 e Scope 2) in Africa. I risultati positivi del pozzo Baleine E1X recentemente perforato, oltre a confermare l'estensione della scoperta nel blocco adiacente (CI-802, Operatore Eni, Petroci 10%), portano i volumi di idrocarburi in posto a oltre 2,5 miliardi di barili di petrolio e circa 100 miliardi di metri cubi di gas associato, aumentando le valutazioni iniziali del 25%. Il test di produzione effettuato sul pozzo, oltre a confermare il potenziale produttivo di almeno 12.000 bbl/d, consente di ottimizzare le ulteriori fasi sviluppo del giacimento, attraverso l'implementazione di una seconda fase allo studio, e di incrementare il livello di produzione fino a circa 150 mila barili di olio/giorno e 6 milioni di metri cubi di gas/giorno nello sviluppo finale della scoperta. L'avvio della produzione della prima fase di Baleine e' confermato nella prima meta' del 2023, a soli 18 mesi dalla scoperta. Ouattara e Descalzi hanno anche discusso delle numerose iniziative che Eni sta sviluppando per compensare le emissioni del giacimento di Baleine. Descalzi ha inoltre aggiornato il presidente sul local content e sulle iniziative in corso di capacity building per formare personale altamente qualificato e favorire il trasferimento di conoscenze e tecnologie, nel quadro del MoU firmato a dicembre 2021. L'iniziativa coinvolgera' 400 quadri e tecnici. Infine, le parti hanno convenuto di definire iniziative congiunte nella filiera agroindustriale, per utilizzo nella bioraffinazione. liv (fine) MF-DJ NEWS

09/09/2022 15:40
 
ENI E ADNOC, INCONTRO AD ABU DHABI PER ACCELERARE PROGETTO GHASHA

I vertici di ENI e ADNOC (azienda statale petrolifera degli Emirati Arabi Uniti) si sono incontrati oggi ad Abu Dhabi per discutere dell'andamento delle attività della società italiana nell'Emirato, di progetti futuri e aree di interesse e collaborazione comune, con l'obiettivo di accelerare i progetti di sviluppo esistenti e il time-to-market di nuove scoperte esplorative e attività internazionali, in linea con la strategia comune di decarbonizzazione e per contribuire a maggiori forniture di gas a livello mondiale.

Sultan Ahmed Al Jaber, Ministro dell'industria e della tecnologia avanzata degli Emirati Arabi Uniti e AD di ADNOC, e Claudio Descalzi, AD del Cane a sei zampe, hanno discusso dell'accelerazione del progetto multimiliardario di Ghasha. Si stima che il progetto contenga significativi volumi di gas recuperabile e potrebbe arrivare a produrre oltre 42,5 milioni di metri cubi giorno, in aggiunta a oltre 120.000 barili di olio e condensati di alto valore al giorno.

Eni è presente ad Abu Dhabi dal 2018. Eni opera nel settore dell'esplorazione nell'offshore di Abu Dhabi nel Blocchi 1, 2 e 3 con una quota del 70%. Eni detiene il 25% della concessione offshore di Ghasha, in fase di sviluppo. In produzione Eni partecipa alle concessioni offshore del colosso Lower Zakum (5%) e Umm Shaif/Nasr (10%). Eni detiene inoltre il 20% di ADNOC Refining, che opera nelle aree di Ruwais e Abu Dhabi, con una capacità di raffinazione complessiva di oltre 900.000 barili al giorno.

(TELEBORSA) 12-09-2022 15:01
 
Energia: governo valuta acquisti a prezzi calmierati attraverso il Gse (Rep)

ROMA (MF-DJ)--Dubbi del governo sul piano di risparmio europeo che lavora a un piano B. L'Italia vuole adeguarsi ai parametri europei di risparmio energetico. Per il gas punta a raggiungere sia l'obiettivo obbligatorio fissato a luglio di un taglio del 7% sia quello volontario del 15%. Ma come in concreto si potra' contingentare anche il consumo di elettricita' e' ancora da valutare, a ricasco della discussione che si aprira' a Bruxelles sulla proposta della Commissione. Di sicuro, scrive Repubblica, il governo italiano guarda con piu' interesse all'altro capitolo del piano, quello che riguarda i prezzi. Agire sul costo del gas e sulla separazione dei prezzi dell'elettricita' e' infatti considerata da Mario Draghi l'unica soluzione strutturale all'emergenza che piega famiglie e imprese. Ma la risposta europea sta ancora prendendo forma, il tetto al prezzo del metano e' sparito dalla bozza di Ursula von der Leyen. A Roma si prova ad accelerare. E torna a comparire sul tavolo del governo l'ipotesi, gia' studiata nei mesi scorsi, di fare subito un primo passo a livello nazionale, con una norma nel decreto Aiuti ter. Separare - in gergo, disaccoppiare - il prezzo dell'elettricita' prodotta da rinnovabili e carbone da quello del gas, per abbassare i prezzi in bolletta. questa la mossa su cui lavorano gli uffici dei ministeri dell'Economia e della Transizione ecologica. Non e' un'operazione facile, considerato che il mercato dell'energia e' disciplinato da norme europee. Ma non e' impossibile, secondo i tecnici. L'ipotesi principale - ma non l'unica - al vaglio e' quella di far passare gli acquisti dal Gestore dei servizi energetici, societa' partecipata interamente dal Tesoro. Al Gse lo Stato potrebbe affidare il compito di effettuare gli acquisti di energia, da rivendere poi ad aziende e privati. Il gas e l'elettricita' importata verrebbero comprati a prezzi di mercato, mentre il disaccoppiamento verrebbe praticato su rinnovabili e carbone, con un meccanismo che ne svincoli di fatto il costo da quello - ora in calo ma sempre altissimo - fissato alla borsa Ttf di Amsterdam per il metano, che oggi fa da parametro per tutta l'elettricita'. Riuscire ad acquistare l'energia da eolico, idroelettrico, geotermico a un prezzo piu' basso ridurrebbe anche all'origine gli extraprofitti per le aziende. In concreto, il meccanismo e' assai complesso e fonti governative informate del dossier spiegano che solo nei prossimi giorni si capira' se e come la norma entrera' nel decreto Aiuti ter, il pacchetto da piu' di 13,5 miliardi atteso in Consiglio dei ministri giovedi' sera o venerdi'. "In Ue servira' ancora tempo, noi proviamo ad accelerare", dice un ministro. vs fine MF-DJ NEWS

13/09/2022 08:27
 
Energia: oggi ok Ue a piano risparmi, verso tagli obbligatori (Rep)

ROMA (MF-DJ)--Il pericolo maggiore e' che la montagna partorisca un topolino. Perche' il "pacchetto" che oggi la Commissione dovrebbe approvare a Strasburgo per poi illustrarlo domani durante il discorso di Ursula von der Leyen all'Europarlamento, rischia di presentarsi svuotato. Con un taglio ai consumi contestato e senza l'invocato tetto al prezzo del gas. Lo scrive Repubblica spiegando che nella bozza messa a punto ieri, infatti, l'esecutivo europeo ha confermato l'inserimento della riduzione obbligatoria dei consumi di energia elettrica. Si tratta di 3-4 ore di contrazione del flusso di elettricita' durante gli orari di punta. Una misura considerata necessaria per sopperire alla carenza di gas (il cui prezzo ieri ha chiuso ancora in calo a 190,6 al megawattora) nel caso prosegua la chiusura dei rubinetti russi verso l'Europa. Ogni Paese, poi, dovra' decidere come organizzare questo risparmio e soprattutto come motivare i cittadini a organizzarsi. Il nodo, quindi, si stringe proprio su questo aspetto. Alcuni Stati (compresa l'Italia) hanno iniziato a far sapere che questo provvedimento potrebbe avere problemi dal punto di vista dell'attuazione pratica. Ad esempio, non tutti sono dotati dei contatori elettronici di nuova generazione in grado di modulare il flusso di energia elettrica. Ma soprattutto in diversi hanno iniziato a manifestare piu' di una perplessita' "politica". E infatti sta crescendo la possibilita' che per il via libera definitivo ci sia bisogno di un altro Consiglio europeo. Inizialmente la Commissione confidava sulla cosiddetta procedura scritta. Ossia i governi avallano le proposte "via email". Una soluzione molto rapida. Ma in questo caso potrebbe esserci la necessita' di un vertice vero e proprio. Non solo. Dall'articolato della Commissione e' scomparso del tutto il tetto al prezzo del gas che pure era stato richiesto dall'ultimo consiglio dei ministri dell'Energia. Il motivo? L'intesa originaria riguardava il solo "price cap" al metano russo. Ma nel week end si e' preso atto del fatto che le forniture di Mosca non ci sono piu'. Quindi si stava disponendo un limite di prezzo a un prodotto che non viene piu' venduto. A questo punto e' tornata l'idea di estendere il "cap" a tutto il gas trasportato con gasdotti. Per arrivare a questa proposta, la Commissione ha bisogno di tempo. Di certo sono in corso contatti tra alcuni dei governi piu' decisi in questa direzione (l'Italia, la Grecia, il Belgio). Ma oggi il "tetto" non ci sara'. Se ne riparlera' nelle prossime settimane. E scompaiono anche gli aiuti alle "utility", le compagnie che agiscono nel settore energia. In questo caso il motivo e' tecnico: bisogna verificare la compatibilita' con la normativa relativa agli aiuti di Stato. Alla fine, dunque, il pacchetto si limitera' alla cosiddetta "windfall tax", la tassa sugli extra-profitti. In sostanza si porra' un limite ai ricavi delle societa' producono energia da rinnovabili, dal nucleare e dal carbone. Cioe' da fonti diverse dal gas, i cui margini di profitto sono diventati giganteschi proprio grazie alla regola che il prezzo dell'energia elettrica viene fissato in base al costo di produzione piu' alto. Il limite si applichera' ai ricavi per megawattora e l'orientamento dei giorni scorsi era di fissarlo attorno ai 200 euro. Le eccedenze dei ricavi dovranno essere utilizzate come sostegno a cittadini e imprese "esposti a prezzi elevati dell'energia elettrica". Dovrebbe poi essere confermato un prelievo di solidarieta' sul modello italiano per le compagnie che stanno raccogliendo utili fuori norma grazie al rincaro del gas e di quasi tutti i combustibili. vs fine MF-DJ NEWS

13/09/2022 08:25
 
Claudio Descalzi (Eni): senza gas russo il prossimo inverno sarà il più difficile

di Angela Zoppo

Parla l'ad di Eni: stoccaggi pieni e flussi raddoppiati dall'Algeria potranno aiutare l'Italia. Servono i rigassificatori, bene il Tap​

Il prossimo inverno, il primo senza un apporto significativo del gas russo, sarà il più difficile ma se le temperature non saranno più rigide della media, l’Italia potrebbe farcela. Il realismo dell’ad di Eni, Claudio Descalzi, è mitigato da un po’ di ottimismo, grazie alle contromisure già prese, come ha spiegato intervenendo all’evento Milano Parigi Capitali, organizzato dal gruppo Class Editori.

Così l'Italia può resistere

"La situazione dell’approvvigionamento in Italia è sempre stata positiva, perché l'offerta ha superato la domanda", ha premesso Descalzi, "Per esempio, nell’ultima settimana la domanda è stata di 150 milioni di metri cubi al giorno rispetto a un approvvigionamento di 200 milioni di mc. Grazie a questa differenza siamo riusciti a riempire gli stoccaggi. Abbiamo lavorato in strettissimo coordinamento del governo, agendo immediatamente e mettendo a fattor comune le produzioni, gli investimenti e le riserve di Eni nei diversi Paesi in cui opera. Abbiano iniziato con quelli più vicini, collegati attraverso i gasdotti, come l’Algeria che ha già raddoppiato le forniture di gas all’Italia. In futuro arriverà anche il contributo di Egitto, Nigeria, Angola e Congo".

I rigassificatori sono cruciali

"Se avessimo maggiore capacità di rigassificazione si potrebbe migliorare ancora il flusso di gas. Servono investimenti. La situazione migliorerà nel tempo. Tutta l’Europa ha bisogno di gas e di diversificare le fonti di approvvigionamento". Secondo il numero uno di Eni, "se l'inverno sarà mediamente come gli inverni passati e quindi senza punte di freddo eccessivo, fra gli stoccaggi che sono pieni al 90% e i nuovi flussi di produzione, potremo riuscire a farcela".

Il Tap e le altre fonti

"Abbiamo anche altre fonti grazie al Tap (partecipato al 20% da Snam, sta portando in Italia il gas dell'Azerbaijan, ndr), anche se non è nei progetti Eni, è essenziale ed è importante. Abbiamo l'efficienza energetica", ha detto ancora Descalzi, "che deve essere messa immediatamente in pratica e quello che il governo ha proposto al Paese in termini di industria e di società civile. Dobbiamo essere molto focalizzati. Quest'inverno sarà il momento più difficile, poi nei prossimi inverni avremo ulteriori supplu, ma dovremo essere molto efficienti, molto focalizzati e riuscire a continuare a diversificare le fonti".

Ultimo aggiornamento: 14/09/2022 14:25
 
Von der Leyen conferma la tassa sugli extra profitti delle società energetiche. Task force con Norvegia per abbassare i prezzi

di Francesca Gerosa

Un tetto ai ricavi che darà agli Stati 140 mld di euro. Verrà anche sviluppato un benchmark più rappresentativo sul trading dell'elettricità per limitare la volatilità dei prezzi (gas sopra 210 euro). Prevista una Banca europea dell'Idrogeno (3 mld da investire)


https://www.milanofinanza.it/news/v...he-task-force-con-norvegia-202209141252361321
 
Eni, per il buy-back già investito 1 miliardo. Lunedì 19 il primo dividendo trimestrale
di Paola Valentini

Il gruppo procede il piano di riacquisto fino a 2,5 miliardi approvato la scorsa primavera. Ha comprato finora il 2,26% e in portafoglio ha il 3,15%. La settimana prossima pagherà la prima delle quattro rate della cedola sul bilancio 2022 | Eni, ok alla cedola trimestrale​

(MF) Mentre oggi la presidentessa della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha confermato la tassa sugli extra profitti delle società energetiche, Eni prosegue il piano di buy back autorizzato dall'assemblea dell'11 maggio scorso. Il gruppo petrolifero guidato dall'ad Claudio Descalzi ha acquistato nel periodo compreso tra il 5 e il 9 settembre 12.243.697 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di euro 11,851 per azione, per un controvalore complessivo di 145,1 milioni di euro.

In portafoglio il 3,15%

Dall'inizio del programma, Eni ha acquistato oltre 80,8 milioni di azioni pari al 2,26% del capitale sociale per un importo totale di quasi 1 miliardo (965.861.596 euro). A seguito degli acquisti effettuati fino al 9 settembre 2022, considerando le azioni proprie già in portafoglio e l'annullamento di oltre 34 milioni di titoli deliberato dalla stessa assemblea dell'11 maggio, Eni detiene 112.539.904 azioni proprie pari al 3,15% del capitale sociale. Il programmo approvato dal cda del 26 maggio scorso, in attuazione della delibera dell'assemblea, prevede un esborso minimo di 1,1 miliardi, incrementabile fino a un massimo di 2,5 miliardi in funzione dello scenario del prezzo del Brent, e per un numero di azioni non superiore a 357 milioni (pari al 10% delle azioni ordinarie post annullamento).

Attesa per il primo dividendo trimestrale

A maggio scorso è stato pagato il saldo del dividendo per l'esercizio 2021 di 0,43 euro per azione, dopo l'acconto analogo versato a settembre 2021. A partire dalla cedola maturata per quest'anno il gruppo pagherà un dividendo in quattro tranche invece che di due. La prima rata trimestrale della cedola 2022 sarà di 0,22 euro per azione, in pagamento il 19 settembre prossimo. Le altre a novembre, a marzo 2023 e maggio 2023. Il titolo Eni segna al momento un rialzo dello 0,2% a 11,86 euro. (riproduzione riservata)

Ultimo aggiornamento: 14/09/2022 13:10
 
(MF-DJ)

Gas, prezzo oltre 230 euro. L'Europa rischia una bolletta più alta di 800 mld di dollari. Ecco perché il piano dell'Ue fa acqua, secondo Citi
di Francesca Gerosa

L'intervento dell'Ue si concentra solo sul mercato dell'elettricità (cap a 180 euro a MWh), piccolo segmento della domanda di gas, e sulla tassa sugli extra profitti delle compagnie oil che per Citi raccoglierà al massimo 8 mld di euro, solo l'1% della bolletta​

Il prezzo del gas naturale europeo sale oltre quota 230 euro a megawattora (+8,54% a 2,365 euro a MWh) all'indomani della presentazione dei piani della Commissione europea per raccogliere più di 140 miliardi di euro per far fronte alla crisi energetica che ha aumentato la prospettiva di razionamenti in vista dell'inverno. I prezzi del gas in Europa hanno subito un'impennata a causa della riduzione delle esportazioni da parte della Russia come ritorsione alle sanzioni occidentali per l'invasione dell'Ucraina, lasciando le famiglie in difficoltà nel pagare le bollette energetiche e le utility alle prese con una crisi di liquidità.

I governi europei hanno risposto con misure che vanno dal contenimento dei prezzi delle bollette dell'elettricità e del gas per i consumatori all'offerta di crediti e garanzie per evitare che i fornitori di energia collassino. Il piano della commissione Ue punta a raccogliere più di 140 miliardi di euro per i 27 membri dell'Ue a sostegno di famiglie e imprese. Non è stato escluso un tetto al prezzo del gas russo, ma è necessario ulteriore lavoro per valutare l'impatto di questa misura. Bruxelles sta anche analizzando come potrebbe funzionare un più ampio tetto al prezzo su tutte le importazioni di gas del blocco, quindi non solo su quelle di gas russo. Un'idea che ha diviso gli Stati membri, dopo che la Russia ha avvertito che potrebbe tagliare tutte le forniture.

L'Ue rischia una bolletta più alta di 800 miliardi di dollari

Ebbene, secondo le stime di Alastair R Syme, analista di Citi, quest'anno l'Europa dovrà far fronte a una bolletta di 800 miliardi di dollari più alta del normale per il suo gas naturale e alcuni report (Bloomberg il 6 settembre) suggeriscono che i trader di energia sono esposti a un rischio sistemico da 1,5 trilioni di dollari di margin calls. "Il tanto atteso intervento d'emergenza dell'Ue non si propone di affrontare nulla di tutto ciò, concentrandosi, invece, sul mercato dell'elettricità (imposizione di un cap a 180 euro a MWh, che funzionerà come un claw back dei ricavi extra realizzati sopra questo livello in vigore dal 1 Dicembre 2022 al 31 Marzo 2023, ndr), solo un piccolo segmento della domanda di gas, e sulla tassa sugli extra profitti delle compagnie petrolifere che, secondo le nostre stime, raccoglierà al massimo 8 miliardi di euro", ha contestato l'analista di Citi.

Citi smonta il piano dell'Ue: deve essere incentrato sulla riduzione della domanda di gas, non sull'elettricità

Il gas mantiene l'Europa al caldo e la riduzione delle importazioni russe significa che le forniture totali di gas in Europa sono circa il 12% al di sotto del normale. L'unica soluzione suggerita da Alastair R Syme è che l'Europa deve ridurre la domanda di una quantità simile. "Siamo sorpresi che il fulcro del piano energetico aggiornato dell'Europa non sia incentrato sulla riduzione della domanda di gas", ha rincarato la dose Alastair R Syme, ribadendo che l'attenzione dell'Ue si è concentrata sul mercato dell'elettricità e su quello che viene definito un "contributo di solidarietà", infatti l'Ue non usa il termine "windfall tax" per l'industria dei combustibili fossili.

Dal contributo di solidarietà 8 miliardi di euro, solo l'1% della bolletta del gas gonfiata in Europa
Citi, almeno per quanto riguarda le principali aziende che copre, ha stimato che questa tassa possa raccogliere fino a 8 miliardi di euro, ipotizzando un'aliquota del 33%, al di sotto delle proiezioni dell'Ue di 25 miliardi di euro e soprattutto solo l'1% della bolletta del gas gonfiata in Europa quest'anno. D'altra parte, la proposta di una windfall tax presenta due grandi incertezze.

La prima, ha spiegato Alastair R Syme, è che sono gli Stati membri a stabilire la politica fiscale, non l'Ue, e non è chiaro se tutti i Paesi seguiranno la proposta dell'Ue. Francia e Spagna sono notevolmente più tolleranti nei confronti dei combustibili fossili rispetto alla Germania. In secondo luogo, "stiamo arrivando a un punto in cui non corre buon sangue tra l'industria petrolifera e l'Ue, il che potrebbe aprire contenziosi legali. E la decisione di utilizzare il 2020, un anno in cui la mobilità globale si è fermata a causa del Covid-19, come un anno "normale" nel calcolo degli extra profitti sembrerebbe un argomento chiave", ha concluso l'analista di Citi. (riproduzione riservata)

Ultimo aggiornamento: 15/09/2022 10:10
 
Alleanza Eni-Snam per il gas dall’Algeria, all’esame dell’antitrust Ue la joint venture per gestire il gasdotto
di Angela Zoppo

All'esame di Bruxelles la jv che deterrà le quote di Ttpc e Tmpc L'intesa da 385 milioni riguarda alcune pipeline che portano in Italia il gas algerino in sostituzione di quello russo


MF - Numero 182 pag. 4 del 16/09/2022
 
Questo il resoconto parziale:

Eni-Snam: per il gas dall'Algeria (MF)

MILANO (MF-DJ)--Si chiamano Ttpc (Trans tunisian pipeline company) e Tmpc (Transmediterranean pipeline company) e sono le societa' a controllo Eni, titolari dei tratti internazionali e tunisini del gasdotto Algeria-Italia, quello che sta maggiormente Eni piu' forte in Algeria. Il gruppo compra altri due giacimenti in Nord Africa compensando i minori afflussi di gas dalla Russia. Entro fine anno, a meno di sorprese, cambieranno assetto azionario grazie al closing dell'accordo da 385 milioni di euro che prevede la cessione a Snam del 49,9% delle partecipazioni detenute dal Cane a sei zampe in entrambe le societa', e il loro conferimento in una newco. Snam finanziera' il pagamento del corrispettivo mediante mezzi propri. Eni manterra' la quota di maggioranza al 50,1%. L'accordo prevede anche un meccanismo di earn-in ed earn-out da calcolare sulla base dei ricavi che saranno generati dalle societa' target (circa 90 milioni di euro). I patti parasociali del 27 novembre scorso prevedono che Eni e Snam esercitino un controllo congiunto sulla newco in base a principi di governance paritetica e, quindi, entrambi gli azionisti consolideranno le quote col metodo del patrimonio netto. lab MF-DJ NEWS

16/09/2022 08:16
 
PREZZO GAS, DOPO IL PICCO LA DISCESA? I POSSIBILI SCENARI

Lo scenario generale resta in evoluzione e, ovviamente, delicato. Tradotto: non è ancora tempo per cantare vittoria ma il peggio potrebbe essere alle spalle.

Persino in caso di interruzione totale dei flussi di gas dalla Russia – oggi al 9% del fabbisogno totale, 40% a febbraio – l'inverno non dovrebbe rappresentare un problema per l'Ue che sembrerebbe essere corsa ai ripari per tempo lavorando su un doppio fronte: riempimento degli stock da un lato e misure anti rincari dall'altro, che dovrebbero riuscire a far scendere il prezzo del gas, fino quasi a dimezzarsi, dopo l'impennata dei mesi scorsi. È questa la previsione rilasciata ieri dalla banca d'affari americana Goldman Sachs.

Rispetto ai valori di oggi, cioè 215 €/MWh, il prezzo del gas dovrebbe infatti scendere sotto i 100 €/MWh entro il primo trimestre del 2023 in caso di condizioni climatiche nella media durante l'inverno, prima che ricominci la risalita in estate quando si ripeterà la corsa degli operatori a riempire gli impianti di stoccaggio.

"La riduzione indefinita delle esportazioni di Nord Stream 1 a zero lascia l'Europa nord-occidentale senza gas russo in futuro. Sebbene spesso ci si chieda cosa succederà agli stoccaggi, riteniamo che un approccio migliore sia quello di chiedersi cosa succederà ai prezzi, in modo che gli stoccaggi continuino a crescere secondo le necessità", scrive Goldman Sachs.

Intanto, secondo quanto rivelato dal Financial Times cresce l'ottimismo tra i trader europei di gas naturale che, pur mantenendo la necessaria cautela, si spingono ad azzardare che i prezzi potrebbero aver raggiunto il picco massimo. Del resto, la discesa sembra essere iniziata: se infatti il 26 agosto il prezzo del gas all'ingrosso in Europa ha raggiunto un massimo intraday di 343 euro per megawattora - l'equivalente di quasi 580 dollari al barile in termini di petrolio - oggi è sceso a circa 200 euro/MWh. I prezzi, fa comunque notare FT, restano comunque in un territorio di grande rialzo, ossia quasi 10 volte il livello medio dell'ultimo decennio.

(TELEBORSA) 16-09-2022 20:17
 
Sell-off sul petrolio. Tutti i venti contrari che soffiano sui prezzi in attesa della Fed
di Francesca Gerosa

I crescenti timori di recessione, l'indebolimento della domanda e la forza del dollaro, in vista di una Fed falco, trascinano al ribasso il Brent, sotto 89 dollari al barile. Qualche spiraglio all'assemblea Onu per un accordo sul nucleare iraniano​

I prezzi del petrolio scendono di quasi il 3% in scia alle aspettative di una domanda globale più debole e della forza del dollaro americano in vista di un ulteriore aumento dei tassi di interesse da parte della Fed alla prossima riunione del 21 settembre (da 75 punti base o 100 punti base) per domare l'inflazione elevata.

Il dato sull'inflazione americana, più caldo del previsto e pari al +8,3% anno su anno, ha consolidato le aspettative di una Fed falco questa settimana. Così il prezzo del Brent europeo scende del 2,73% a 88,86 dollari al barile e quello del Wti statunitense del 3% a 82,17 dollari al barile, nonostante, tra l'altro, la chiusura della Borsa di Londra per i funerali della Regina Elisabetta. Il tutto mentre gli operatori sperano in un'attenuazione della crisi di approvvigionamento di gas (-4,15% a 180 euro a MWh) in Europa.

Brent sotto 89 dollari dopo il picco a 139,1 dollari il 7 marzo

Il greggio si è impennato quest'anno con il Brent che ha registrato un massimo a 139,1 dollari lo scorso 7 marzo (massimo storico nel 2008 a 147,5 dollari al barile), dopo che l'invasione russa dell'Ucraina ha esacerbato le preoccupazioni sull'offerta. I timori per l'indebolimento della crescita economica e della domanda hanno poi spinto i prezzi al ribasso. Mentre il dollaro statunitense si mantiene vicino ai massimi degli ultimi due decenni in vista della decisione della Fed sui tassi e di altre banche centrali questa settimana (BoE e BoJ giovedì 22 settembre). Un dollaro più forte rende le materie prime denominate in dollari più costose e tende a pesare sul prezzo petrolio e su altri asset di rischio.

Ma il mercato petrolifero è sotto pressione anche per le previsioni di un indebolimento della domanda, come ha stimato la scorsa settimana l'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie), secondo la quale la crescita della domanda nel quarto trimestre di quest'anno sarà pari a zero. Un mercato che resta condizionato dalle sanzioni europee sul petrolio russo e dall'allentamento dei lockdown per il Covid-19 in Cina, il secondo più grande consumatore di energia al mondo.

Qualche spiraglio all'assemblea Onu per un accordo sul nucleare iraniano

Nel frattempo, l'Iran non ha escluso la possibilità di un incontro a margine dell'odierna Assemblea generale annuale delle Nazioni Unite a New York per rilanciare l'accordo sul nucleare del 2015 con le potenze mondiali. I colloqui tra Iran e Stati Uniti sono naufragati su diverse questioni, tra cui l'insistenza di Teheran affinché l'Agenzia internazionale per l'energia atomica chiuda le indagini sulle tracce di uranio trovate in tre siti iraniani non dichiarati prima di riattivare il patto.

"Ali Bagheri Kani, il capo negoziatore per il nucleare, sarà presente all'Assemblea Generale come parte della delegazione, ma non c'è un piano specifico per discutere l'accordo sul nucleare. Tuttavia, non escludo la possibilità di colloqui concernenti l'accordo", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, aggiungendo che Teheran non ha mai abbandonato il tavolo dei negoziati, ma scartando la possibilità di un incontro bilaterale tra funzionari iraniani e statunitensi a New York.

E il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti, ha assicurato che tutte le parti sono interessate al rilancio del Piano d'azione globale congiunto (Jcpoa), l'accordo sul programma nucleare iraniano, ma rimangono alcune questioni irrisolte. Il vicesegretario di Stato americano, Wendy Sherman, ha spiegato che i colloqui sono in stallo a causa della posizione "inaccettabile" dell'Iran che chiede garanzie in modo che gli Stati Uniti non possano abbandonare l'intesa, come accaduto durante la presidenza di Donald Trump, ha ricordato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, in un'intervista concessa alla trasmissione 60 Minutes della Cbs prima di partire alla volta di New York, dove, appunto, ha escluso di poter avere un faccia a faccia con il presidente americano, Joe Biden.

L'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva negoziato un accordo con Teheran in base al quale l'Iran aveva accettato di ridurre drasticamente la sua capacità nucleare in cambio della revoca delle sanzioni economiche. Tre anni dopo, il suo successore alla Casa Bianca, Donald Trump, aveva denunciato l'accordo e ripristinato le sanzioni contro l'Iran. L'attuale presidente Biden si è mostrato favorevole a una rinegoziazione dell'accordo, ma l'insistenza iraniana per ottenere garanzie dall'amministrazione americana sta bloccando le discussioni.

Ultimo aggiornamento: 19/09/2022 15:00
 
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