Imprese, Maschio convoca le banche: «Investimenti per 100 milioni di euro»
«Siamo una famiglia di famiglie», dice Egidio Maschio, presidente del gruppo Maschio e Gaspardo. Che non ferma la sua corsa e presenta un ambizioso piano di sviluppo: con ampliamenti degli stabilimenti italiani (Cadoneghe, San Giorgio delle Pertiche e Ceggia, in Veneto: in media si aggiungeranno diecimila metri quadrati) e di quelli in Romania, India e Cina, per accrescere la capacità produttiva; con l’incremento degli investimenti nei mercati in crescita, come Asia e America dove l’export è salito del 20 e 10% rispettivamente nel 2012; e poi altre acquisizioni di aziende, dopo le due del 2012, nella fienagione, negli aratri e spandiconcime, per completare la gamma. Così, nel pieno della crisi («I suicidi degli imprenditori? Un grande dispiacere - dice il presidente - di fronte a gente che ha una moralità dentro»), Maschio Gaspardo accelera, per sfruttare i risultati del lavoro degli ultimi anni e consacrarsi definitivamente come player globale. «È in crisi chi è abituato a lavorar poco e guadagnare molto - afferma il presidente -. Noi abbiamo sempre fatto il contrario: veniamo dalla gavetta, sappiamo cosa vuol dire sacrificarsi e in cinquant’anni abbiamo sempre reinvestito i soldi in azienda per farla crescere. Non siamo disperati».
E allora avanti con gli investimenti, chiedendo il sostegno di una cinquantina di banche, delle 86 con cui il gruppo lavora nel mondo. E senza credit crunch. «Chiediamo a tutte di confermare il sostegno, per dividere peso e rischi degli investimenti - dice Egidio Maschio -. Con le banche devi dialogare e farlo prima di aver problemi; se c’è chiarezza e onestà ti aiutano. Se tradisci tua moglie, magari non ti vede. Banche e fornitori sì. E fin qui ci hanno creduto e sostenuto, permettendoci 40 milioni di euro di investimenti solo nel 2012. Anche in ricerca e sviluppo, come sui sistemi elettronici dei nostri prodotti». Un 2012, in cui il gruppo padovano ha realizzato all’estero l’80% del fatturato, risultato raddoppiato in quattro anni rispetto ai 117 milioni del 2009, ed ha visto il margine operativo lordo salire del 31% a 34 milioni (e quasi triplicare rispetto ai 12 milioni 2009), con una percentuale sui ricavi del 14,2%, e l’utile netto a 13,5 milioni di euro (5,8% sul fatturato), valore doppio rispetto ai 7 dell’anno prima. Un passo di chi la crisi non l’ha vista, avendo fatto per tempo le scelte giuste; a differenza di altri per cui correggere il tiro ora può esser troppo tardi. «La vita - conclude il presidente - è come salire un grattacielo: devi farlo cominciando fin dal primo gradino».
Federico Nicoletti