DE PROFUNDIS
Lettera aperta agli amici dei Forum.
Carissimi amici, dopo aver conversato via web lungamente con alcuni di voi e aver letto altri Forum su e intorno ad altri artisti, sento il dovere e l'urgenza di questa comunicazione. Ad alcuni apparirà molto dura, ma sarà solo il tentativo di un'analisi lucida e senza preconcetti e ipocrisie, rispettosa come sempre e, spero, chiara.
Per prima cosa vorrei sottolineare che non è bene parlare di artisti viventi e operativi come fossero COSE o ARIDE MERCI, prescindendo spesso completamente dal rispetto dovuto ad ogni essere umano, che faccia questo o altro lavoro, e andando spesso a ferire sensibilità già duramente provate dal sistema, come vedo spesso fare soprattutto nei siti che parlano di mercato e finanza. Non tutti gli artisti sono marchettari e schiavi della domanda, anzi molti dei migliori hanno subito e subiscono continuamente mortificazioni, violenze e ricatti anche solo per poter galleggiare. Per loro e per me chiedo il rispetto e la correttezza che una normale civiltà della relazione richiederebbe per qualunque creatura vivente. Rispetto che, in questo caso, dovrebbe manifestarsi col ritorno al discorso di merito sul valore estetico e culturale di una ricerca artistica, interrompendo l'oscena chiacchera sul gossip e sul presunto valore della merce, che non tiene conto del fatto che dietro ogni opera, valida o no che sia, vi sono persone reali, con tutto lo spessore vitale del loro dolore, della loro gioia, dei loro lutti, dei loro congedi, della loro fatica e sacrificio, della loro malinconia e verità, delle loro ambizioni e frustrazioni ecc. Tenetelo sempre presente!
Ora, per entrare nel merito del disastro attuale vorrei porre a tutti una domanda che richiede ad ognuno una risposta assolutamente onesta: “Chi, sapendolo, e quindi consapevolmente, si giocherebbe del denaro a carte con un baro? Chi, se non un altro baro? Oppure qualcuno che si ritiene così abile e scaltro da poterne uscire sempre e comunque bene?”
In altri termini : “perchè tanti di voi stanno su questi Forum a parlare di quotazioni, aste, artisti presi e abbandonati, emergenti o dimenticati, in rialzo o in ribasso....di mercato, insomma, come se ci fosse qualcosa di vero e di fondato dietro? Come se non fosse chiaro a tutti che oggi è tutto finto, drogato, gonfiato, truffaldino? Perchè così tanti continuano a giocare una partita già decisa, truccata, in cui abbiamo già perso tutti, compreso i grossi furbi che pilotano l'affare?”
In Italia le persone serie che fanno un mercato onesto e serio sono pochissime, e lo sappiamo tutti! Il resto è monopolio di mercati senza scrupoli che hanno tirato la corda sino a togliere al “mercato” stesso ogni credibilità, portandolo sulla soglia del collasso. Di me e della stragrande maggioranza dei miei colleghi, vivi o morti, si possono trovare opere a prezzi diversissimi e questo provoca un disorientamento ulteriore in un mercato già totalmente in confusione. Quale mercante o gallerista oggi in Italia è in grado, coi tempi giusti, di fondare realmente un artista, portarlo a certi livelli, difenderlo ed esportarlo? Nessuno. Ma di mezze figure che ci provano ce n'è veramente a iosa: investono qualcosa su qualcuno, si pagano critiche compiacenti, eventi pilotati, quotazioni gonfiate, aste governate ad arte e il gioco è fatto; ma se, sventuratamente, malgrado ciò, non funzionasse, il malcapitato viene abbandonato in breve tempo al suo ingrato destino e l'ingenuo collezionista si trova gabbato, senza nessun referente. In questa macchina infernale come può l'artista vero, se ancora ve ne sono, avere un valore culturale? Chi dovrebbe stabilirlo? E' diventato solo una merce da realizzo immediato.
Per questo rivolgo a voi, amici dei Forum, questo mio grido di indignazione e di dolore. Perchè tutto ciò ha origine proprio dall'idea DELL'ARTE COME INVESTIMENTO. L'investimento in arte non è certo cosa solo recente e di per sé non sarebbe il male assoluto, se fosse governata dal buon senso, dai valori estetici e culturali, dal sedimento del tempo, dalla fede e dall'amore per l'autenticità. Ma in grado di generare l'attuale disastro se vissuto come ricerca continua e compulsiva del plusvalore a tutti i costi, in breve tempo, al di fuori di ogni valore reale e oggettivo delle opere e degli artisti. Se l'arte deve ininterrottamente produrre nuova ricchezza da se stessa non possiamo stupirci del punto raggiunto, né che tutto venga falsato, prezzi, quotazioni, parole e le opere stesse, in un'orgia di falsi che stendono il loro cono d'ombra, pesante e sinistro, su quel poco di verità sopravvissuto. Nessuno può stupirsi! E soprattutto che nessuno finga che tutto sia normale! Che il gioco abbia ancora regole e arbitro! Niente più regole. Niente arbitro. Che si smetta di chiedere agli artisti più seri e dolorosamente feriti da tanta scorrettezza le ragioni di quotazioni contradditorie!!! Che potrebbero fare? Tra opere false, falsi artisti costruiti a tavolino, mercanti banditi, banditi e basta, galleristi senza gusto, né cultura, né formazione, marchettari felici, critici compiacenti e prezzolati, tutti sodali e ferocemente attivi per estorcere denaro ovunque ce ne sia, che poteva uscirne? E non ditemi che da qualche parte c'è terreno solido, un punto asciutto, fuori dal letame, per fare presa con le gomme e uscire dal pantano! Ho visto trattative, davanti ai miei occhi, in cui opere di artisti storicizzati, con quotazioni apparentemente solidissime e protettissime, in cui il prezzo oscillava con forbici amplissime e incomprensibili. Quasi svenduti per essere poi rivenduti due ore dopo al triplo. No, terreno solido non ce n'è, almeno qui da noi.
L'Italia non è più un paese serio per poter lavorare, se mai lo sia stato, lo provano le continue fughe di cervelli all'estero e forse è ora che anche gli artisti bravi si diano alla fuga. Per tutto questo invito gli amici che vogliono continuare il gioco a farlo a carte scoperte. Il RE E' NUDO. E la si smetta di fare domande come se ci fosse qualcosa di vero e di reale! Viviamo e operiamo in una specie di incubo kafkiano, in cui l'unico paradigma di valore sembra la ricerca del successo facile e del guadagno immediato e senza fatica. Che nessuno si lamenti allora di vedere i giovani artisti già così profondamente e sostanzialmente corrotti! Quale orizzonte abbiamo offerto loro?
A questo punto non mi resta che un accorato invito alle persone perbene che amano veramente l'arte: ognuno faccia la sua parte per tentare , se non di invertire la tendenza, almeno di rallentare l'emorragia; ne verrebbe un gran bene per tutti. Che il gallerista ritorni a fare bene il suo lavoro, con fede e senza fretta, formandosi e imparando continuamente, difendendo i suoi artisti, proteggendoli e aiutandoli a crescere coi tempi giusti e fisiologici, e soprattutto pagandoli dignitosamente.
Che i mercanti facciano, non uno, ma dieci passi indietro; c'è già stato un signore, tanto tempo fa, che li ha cacciati dal tempio col loro corteggio di imbonitori senza scrupoli. Che i critici ricomincino a studiare, smettendo di dare tutto per scontato, artisti, opere e fenomeni estetici, problematizzandoli ed affiancandosi al loro percorso per filtrarli al mondo. Che gli artisti tornino a fare il loro dovere, a prendersi tutto il tempo necessario per crescere e divenire consapevoli del loro destino estetico, con fedeltà al proprio principio etico e formale, onesti e solidali. Che i collezionisti ricomincino ad amare e a credere, ad acquistare per amore e non per mero investimento, avendo fede nel proprio sentire e nella magia del vedere, e che escludano, soprattutto, dall'acquisto qualsiasi cosa proposta e venduta da personaggi equivoci e da artisti venduti, qualsiasi sia la scenotecnica promozionale messa in atto dagli imbonitori. Che smettano tutti di crogiolarsi nella vuota chiacchera e nel gossip e provino a rientrare in una bella conversazione sul merito dell'arte nel suo rapporto con la vita vera.
Chiedo scusa a tutti per questa disamina feroce, soprattutto a quelli che ho involontariamente toccato sul vivo, ma credo sia giunto il tempo di esercitare il proprio amore e la propria passione per l'arte nel tentativo di salvare il possibile, prima che la catastrofe sia completa. Un mercato serio, onesto e trasparente, legato ai valori dell'arte e della cultura, e non solo a quelli del realizzo immediato, farebbe un gran bene a tutto il “sistema”. Ridarebbe fiato agli artisti migliori e potrebbe rischiarare un orizzonte ora tempestoso; ridarebbe credibilità al mercato, per tutti gli appassionati e gli operatori del settore.
Vorrei concludere con un'ultima domanda: “chi potrebbe, oggi, onestamente, affermare di muoversi senza disagio nell'arte contemporanea?”. Nessuno. Sento troppe voci! Nessuno... neppure chi ci sguazza come un verme nel formaggio, perchè prima o poi anche per loro ci sarà la resa dei conti, che nessuno potrà più far tornare,
vittime del loro stesso sistema.
Spero che questa mia lettera, ben lungi dalla pretesa di cambiare qualcosa, sia servita,
oltre a me che l'ho scritta, anche a dare voce al disagio di tante brave persone che si stanno allontanando dall'arte o che ci stanno ancora, ma con grande sofferenza.
Per quanto mi riguarda sono grato alla crisi per avermi offerto l'occasione di ristrutturare la mia vita e confermare il mio modo di lavorare e di vivere, allontanando zavorre dannose e circondandomi di persone vere e serie con cui tentare di tracciare una strada diversa. Anche se sono consapevole che la guerra è perduta. Resta solo l'esempio che ognuno di noi può offrire a se stesso e agli altri e lo specchio che, ogni sera, ci accoglie e ci guarda col nostro volto, se abbiamo avuto la forza di conservarcene uno.
Vostro
Enrico Lombardi