ETF AUM minimo 100M$ per stare in piedi

Grazie Consindip, bentrovato.

Quindi se non ho capito male è facile che gli ETF di uno stesso emittente abbiano dei basket di collaterali comuni anche non direttamente correlati con i singoli indici a cui afferiscono. A questo punto mi vien da pensare che ETF sintetici di emittenti grandi siano più sicuri di ETF sinitetici di emittenti piccoli, ma forse mi sbaglio.

Cercavo un'opinione su questo : UBS ETF (IE) MSCI ACWI SF UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc | A14VJT | IE00BYM11K57 , costa poco (0,21) per avere copertura in EUR, l'analogo iShares coperto costa più del doppio, ci sarà un motivo ...

Al di la del fatto che ACWI è un indice molto simile a WORLD se non per la parte di emergenti un pò maggiore, mi piacerebbe sapere quanto è "sicuro" rispetto al corrispondente fisico, per esempio il classico iShares core.

non vedo nessuna differenza tra emittenti grandi o piccoli di ETF, poi magari sbaglio anch'io
 
se un ETF su azioni francesi ti viene liquidato coi valori dell'ultimo NAV (come avviene), significa che le azioni francesi avranno seguito il medesimo andamento di quelle contenute nell'ETF quindi basterà con gli stessi soldi ricomprare un altro ETF su azioni francesi, nella peggiore ipotesi ci perdi i soldi della transazione per riacquistare

ne consegue che non ha senso affermare che è meglio acquistare solo ETF con grandi masse

..., perchè limitare il campo solo agli ETF con AUM più grandi???

Scusa per me invece ha senso comprare solo ETF con AUM sopra i 100M, proprio per evitare di vederseli delistati, magari pure in perdita dopo un brutto crollo dei mercati.
Che poi è un classico perché durante un crollo è facile che gli AUM calino perché gli investitori fuggono un po' da tutto. Quindi l'ETF che era traballante già prima perché aveva una massa piccola che copriva a malapena i costi per tenerlo in piedi, rischia di brutto di venire delistato.

I delisting hanno i seguenti due problemi non da sottovalutare:

1) se non c'è un altro ETF che abbia come sottostante lo stesso identico indice dell'ETF delistato, si rischia di incorrere in una perdita che non sarà recuperabile nel lungo periodo utilizzando lo stesso sottostante. Quindi addio al famoso: "investire per il lungo periodo"

2) il delisting è equiparato ad un'operazione di vendita che ha comunque un impatto fiscale: scatta una plus/minus valenza.
 
Scusa per me invece ha senso comprare solo ETF con AUM sopra i 100M, proprio per evitare di vederseli delistati, magari pure in perdita dopo un brutto crollo dei mercati.
Che poi è un classico perché durante un crollo è facile che gli AUM calino perché gli investitori fuggono un po' da tutto. Quindi l'ETF che era traballante già prima perché aveva una massa piccola che copriva a malapena i costi per tenerlo in piedi, rischia di brutto di venire delistato.

I delisting hanno i seguenti due problemi non da sottovalutare:

1) se non c'è un altro ETF che abbia come sottostante lo stesso identico indice dell'ETF delistato, si rischia di incorrere in una perdita che non sarà recuperabile nel lungo periodo utilizzando lo stesso sottostante. Quindi addio al famoso: "investire per il lungo periodo"

2) il delisting è equiparato ad un'operazione di vendita che ha comunque un impatto fiscale: scatta una plus/minus valenza.

dipende dai punti di vista

non è automatico che un ETF con AUM bassi venga delistato, magari viene tenuto per molti anni per questioni di catalogo e la società si accolla le perdite in termini di costi per avere una gamma su cui comunque mediamente sta in piedi, un pò come i sottocosto nella grande distribuzione

non è detto che ETF con masse elevate non vengano delistati, se ci fosse una nuova situazione come quella che ho ricordato di Ishares che compra gli ETF di Credit Suisse e poi li chiude tutti o quasi, la motivazione non è legata alle masse

sugli indici tradizionali trovi sempre un sostituto, su indici più particolari se il sostituto non c'è e se l'ETF aveva poche masse, forse ti fanno un favore a chiuderlo, era un indice farlocco

nei portafogli che suggerisco ai miei clienti più della metà del portafoglio ruota almeno una volta l'anno ovviamente c'è l'impatto fiscale ma quello che cerco di ottenere è un miglior rapporto rischio/rendimento nel tempo e non un rinvio della tassazione; quindi, facendo un esempio semplice, c'è chi preferisce fare 50% in dieci anni con un portafoglio bilanciato con volatilità 10 rinviando la tassazione mentre io punto a fare 80% con volatilità 6 in dieci anni e questo comporta acquisti e vendite, quindi il rinvio della tassazione non lo considero proprio (sono numeri buttai lì per fare un esempio ovviamente, mi auguro di aver reso l'idea), d'altra parte non ho nessun cliente con solo ETF

quindi dal mio punto di vista, incappare in un delisting di un ETF è solo uno dei molti errori che farò durante il percorso, nemmeno uno dei più gravi e ad oggi credo sia capitato una volta sola in più di dieci anni con un importo minimo, quindi di fatto gli errori che ho commesso più rilevanti sul risultato conseguito sono stati altri
 
Esatto anche secondo me l'impatto del delisting, se effettivamente raro nella vita dell'investitore medio, é tutto sommato limitato alla seccatura di cercarsi un altro clone. Nulla a che vedere con errori evitabili (prevenzione primaria: finanza comportamentale) quali
- scarsa diversificazione se si fa un PAC e/o
- mancato uso dello stop loss se si é momentum
 
Buon giorno a tutti :)
Riporto in auge la discussione perchè mi interessa capire se in questo particolare momento, dove trovo degli etf obbligazionari che sono scesi anche del 20% ma con dimensione fondo inferiore a 100 milioni sia ancora da tenere conto il delisting, oppure......l'acuisto non deve tenerne troppo in considerazione perchè il collaudo tenuta delisting è già avvenuto....

Grazie a chi gentilmente vuol rispondere
 
Buon giorno a tutti :)
Riporto in auge la discussione perchè mi interessa capire se in questo particolare momento, dove trovo degli etf obbligazionari che sono scesi anche del 20% ma con dimensione fondo inferiore a 100 milioni sia ancora da tenere conto il delisting, oppure......l'acuisto non deve tenerne troppo in considerazione perchè il collaudo tenuta delisting è già avvenuto....

Grazie a chi gentilmente vuol rispondere
Il delisting dipende molto dal volere del emittente se gli conviene o meno farlo.

C'è da dire che molti fondi obbligazionari soprattutto IG hanno avuto una bella mazzata negli ultimi anni per quanto riguarda gli Aum.

Per esempio il famoso Xg7s di xtrachers è passato da un aum pre covid di quasi 900M di aum agli attuali 280M.

Molto probabile che Etf meno quotati sono andato pure peggio
 
Grazie per la risposta
Ho notato che mantenendo lo stesso fondo ma variando solamente l'utilizzo dei profitti: accumulo o distribuzione la dimensione del fondo cambia radicalmente maggiore in distribuzione......... e che Directa ofre poche soluzioni di fondi obbligazionari in accumulo....
Se qualcuno vuol spendere due parole.....
 
Grazie per la risposta
Ho notato che mantenendo lo stesso fondo ma variando solamente l'utilizzo dei profitti: accumulo o distribuzione la dimensione del fondo cambia radicalmente maggiore in distribuzione......... e che Directa ofre poche soluzioni di fondi obbligazionari in accumulo....
Se qualcuno vuol spendere due parole.....
Chi vuole avere una rendita periodica prende il fondo a distribuzione

Dovresti vedere su altri mercati tipo Xetra se la tua piattaforma offre più scelta
 
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