" Faremo crollare l'economia russa" cap. 4

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Russia’s Diesel Exports Heading for Record Despite EU Sanctions

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RID Rivista Italiana Difesa

L'impatto delle sanzioni sull'aviazione civile e militare russa 04/04/2023

Le sanzioni internazionali imposte in risposta all'aggressione militare russa in Ucraina hanno avuto un impatto significativo sull'industria aeronautica russa, costringendola a concentrarsi principalmente sul mercato interno. Secondo i media russi, 37 paesi hanno chiuso il loro spazio aereo agli aerei russi, tra cui l'intera UE, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e altri. Inoltre, le compagnie aeree russe hanno perso il leasing e la manutenzione di aeromobili stranieri, che costituivano la maggior parte della flotta aerea russa, nonché l'accesso a software, pezzi di ricambio, strumenti assicurativi e così via stranieri. Nello spazio civile, le maggiori perdite sono state subite da Aeroflot, la cui principale fonte di entrate erano i voli internazionali, e la sua quota di rotte internazionali premium e ad alto reddito, su cui la compagnia ha cercato di concentrarsi, non ha superato il 10% per la maggior parte del 2022. L'attivazione dell'aumento del trasporto interno non è stato facile a causa del fatto che 11 aeroporti nel sud del Paese sono rimasti chiusi dal 24 febbraio dello scorso anno. In ambito militare la situazione non è migliore se si considera che molti paesi hanno deciso di annullare qualsiasi acquisto di equipaggiamento militare russo o di congelare qualsiasi accordo in essere. Molti di questi accordi sarebbero stati pagati con pacchetti high-tech e software, essenziali per il mondo dell'aviazione russa. La situazione per le compagnie aeree e l'aeronautica russa è stata in qualche modo semplificata dalle leggi approvate dal governo, inclusa la legalizzazione della cannibalizzazione degli aerei e delle importazioni parallele. Il primo consente di rimuovere componenti da un velivolo per installarli su un altro, e il secondo cerca di fissare la fornitura di pezzi di ricambio alla Russia utilizzando mercati “non convenzionali”. Secondo i media russi, l'attuale resilienza dell'industria aeronautica si basa su 2 fattori: le sostanziali iniezioni finanziarie da parte del governo e la sua prolungata e profonda integrazione nel mercato internazionale dell'aviazione. La perdita di quasi tutte le fonti commerciali di entrate da parte delle compagnie aeree e delle compagnie le ha rese fortemente dipendenti dallo Stato. Nel 2022, per le compagnie aeree, i sussidi ammontavano a 100 miliardi di rubli, con l'intenzione di dimezzarli entro il 2023. Non si conosce invece l'importo fornito alle industrie militari dal governo di Putin. Il secondo fattore, la prolungata integrazione della Russia nel mercato globale dell'aviazione, i cui vettori hanno accumulato esperienze, competenze, procedure, tecnologie e standard significativi, sta consentendo all'industria di emergere e andare avanti, anche se a un ritmo ridotto, e potrebbe durare per un pò di tempo. La manutenzione degli aeromobili, il reclutamento del personale, la documentazione, le comunicazioni radio e molto altro, sono descritti e standardizzati, e comunque in linea con le procedure internazionali. L'industria aeronautica russa spera che le consegne di aeromobili di produzione nazionale inizino entro il 2030, tuttavia, secondo gli esperti, questa previsione è priva di fondamento. L'impatto delle sanzioni a lungo termine, comprese non solo le difficoltà con i pezzi di ricambio e la manutenzione degli aeromobili, ma anche la cessazione della condivisione delle esperienze e della comunicazione industriale su vasta scala, influenzerà inevitabilmente la qualità dell'aviazione e dell'industria russa nel prossimo futuro.
 
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articolo interessante mi ha fatto nascere una curiosità ma le compagnie aeree europee che vogliono andare in Asia che giro debbono fare?
 
Il rublo sembra voler puntare forte i 100 rispetto all '"ex" moneta $. Sentiremo parlare nei prossimi giorni/mesi di questa cosa, come fu a inizio guerra.

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Chissà se hanno i soldi per sostenerlo, o se dovranno chiedere fideiussioni agli amici cinesi.

Cinesi che (Vado un attimo off topic), hanno problemi economici di indebitamento locale molto ma molto ma molto seri.

E lato valutario è l'unica moneta ad aver avuto deflussi nel 2022. Ricordo che questa moneta dovrebbe sostituire il $ nel breve/medio per alcuni... 😮‍💨

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Il mondo multipolare non si sa cosa sia, chi ne appartenga (l'india è alleata militarmente con USA vs China ) e a cosa serva. Marketing per i polli.
 
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Il rublo sembra voler puntare forte i 100 rispetto all '"ex" moneta $. Sentiremo parlare nei prossimi giorni/mesi di questa cosa, come fu a inizio guerra.

Vedi l'allegato 2892576
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Si parla molto della "forza" del rublo ma, attualmente, il rublo è una valuta poco liquida (non viene scambiata sui mercati internazionali, gli investimenti esteri sono crollati, tanto che sia Nabiullina che Banca di Russia volevano "desecretare" i bilanci per invogliare gli investitori esteri,...), non so se abbia una valenza positiva per l'economia russa.
 
Il Rublo sta spaccando il **** al mondo intero, soprattutto all'Euro.
 

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Ma anche al Dollaro. Si vede che gli USA sono finiti e che il Dollaro è spazzatura.
 

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vediamo quanto manca al default definitivo della russia....

finora c'è andata solo per parte del debito, il rublo è carta straccia che non vogliono più nemmeno i russi....

caro putin la guerra ti costa un botto , si stima 1 miliardo di dollari al giorno...e le sanzioni mordono più che mai....

dove li prenderai i soldini...:D
 
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Salvadanaio rotto | L’economia della Russia di Putin sta andando in rovina molto velocemente - Linkiesta.it

«La Russia di Putin sta andando in rovina velocemente», perché «l’Europa ha smesso di comprare petrolio e gas russi». Su The Soapbox – spazio di dibattiti su The New Republic, dal nome metaforicamente ispirato alla «cassa dei saponi» vuota in cui nella tradizione anglosassone gli oratori si issavano per fare comizi in strada – è l’analisi portata avanti da David Cay Johnston: Premio Pulitzer specialista in temi economici e insegnante alla Syracuse University College of Law. «E ciò solo per iniziare. Senza sparare un colpo, la squadra del presidente Joe Biden e gli alleati degli Stati Uniti stanno conducendo con successo una guerra economica contro la Russia. Il muscolo economico di Vladimir Putin si sta rapidamente esaurendo anche per il fatto che i suoi generali inetti, i coscritti demoralizzati e i mercenari reclutati dal Gulag non riescono a guadagnare molto terreno contro gli irriducibili ucraini con le loro tattiche flessibili sul campo, la raccolta di informazioni superiore e l’espansione dell’arsenale di sofisticate armi americane ed europee».

L’economia russa, mai vivace, è ora a brandelli, osserva David Cay Johnston. «Le esportazioni di combustibili fossili pagano le bollette. Oltre il settantacinque per cento delle esportazioni russe sono combustibili fossili, prodotti chimici e altri prodotti realizzati con combustibili fossili». È questa mancanza di diversificazione che rende la Russia vulnerabile alle sanzioni economiche occidentali, «se progettate in modo intelligente e rigorosamente applicate. Le sofisticate sanzioni elaborate dall’amministrazione Biden si stanno dimostrando molto più efficaci delle sanzioni imposte dalle precedenti amministrazioni contro vari Paesi che si comportano male, sanzioni che erano per lo più di facciata e facilmente aggirabili».

Così il petrolio russo ora si vende a ben al di sotto del prezzo mondiale. L’Opec+ si agita, ma più che altro il su obiettivo è che la depressione del prezzi del petrolio non colpisca anche altri produttori. L’Unione europea ha tagliato le importazioni di petrolio russo da circa settecentocinquantamila barili al giorno a quasi zero. Il petrolio sostitutivo dell’Europa proviene in gran parte dal Medio Oriente: «Un vantaggio per i dittatori locali, ma un problema pressante il portafoglio del Cremlino. L’Europa si è anche svezzata dal gas naturale russo a buon mercato, che Putin pensava erroneamente gli desse un randello con cui costringere gli europei a chiudere gli occhi politici o almeno a guardare dall’altra parte la sua invasione dell’Ucraina. Alcuni esperti più cinici hanno affermato quando è iniziata la guerra che l’Europa non avrebbe mai fatto queste mosse, ma l’Europa ha dimostrato che si sbagliavano».

Per illustrare il problema delle entrate di Putin, l’analisi confrontava l’andamento del mercato del greggio. Il West Texas Intermediate, un petrolio americano utilizzato per fissare i prezzi di riferimento, è crollato di oltre il quarantaquattro per cento, da un massimo di 123,68 dollari dello scorso anno a 69,20 dollari del 24 marzo. Il greggio Brent, petrolio proveniente da sotto l’Atlantico tra Scozia e Norvegia, viene venduto a settantatré dollari, in calo rispetto ai centoquattordici dollari dello scorso giugno. Il prezzo del petrolio russo è sceso da 92,20 dollari al barile di un anno fa a 49,50 dollari di marzo: un calo del quarantasei per cento, ammesso dalle cifre del ministero delle Finanze del Cremlino.

Vero, osserva David Cay Johnston, che tali cifre sono confuse. «Dall’inizio della guerra, il ministero ha drasticamente ridotto il rilascio di informazioni. Tuttavia, i suoi rapporti statistici affermano che l’economia russa è in crescita». Ma «è difficile da credere, a causa di un calo del trenta per cento delle esportazioni nette russe, principalmente combustibili fossili, rispetto a un anno fa». Sua conclusione: «È molto più facile falsificare o addirittura mentire apertamente sui numeri economici interni rispetto a quelli per le importazioni e le esportazioni perché i dati di altri Paesi possono essere confrontati con i rapporti del ministero delle Finanze russo».

A causa delle sanzioni, il petrolio russo trasportato via nave è limitato a sessanta dollari al barile, ben al di sotto dei due benchmark per il greggio. E il prezzo russo effettivo è inferiore di oltre dieci dollari al barile, in base al conto del Cremlino. L’Occidente può limitare il prezzo a sessanta dollari perché le petroliere marittime si affidano a compagnie di assicurazione marittima cui i governi occidentali possono imporre di far rispettare le loro sanzioni alla Russia.

Vero che la Russia per aggirare il problema ha fatto incetta di petroliere obsolete, come hanno attestato ad esempio Bloomberg, Cnn e The Washington Post. Non a buon prezzo, peraltro. Alcuni clienti ancora interessati al petrolio russo sono soggetti generalmente squattrinati tipo Cuba, Egitto, Corea del Nord e Sri Lanka. È aumentato pure l’export verso Cina e India, a prezzi di liquidazione. La prospettiva è un aumento dell’export via terra verso l’Asia, ampliando gasdotti e oleodotti esistenti o realizzandone di nuovi. Presumibilmente, è un tema di cui Vladimir Putin ha parlato durante la visita di Xi Jinping a Mosca.

Putin ha inoltre anche provocato una costosa fuga di cervelli che indebolirà ulteriormente le entrate del governo, forse ridurrà le entrate derivanti dai crimini informatici e danneggerà la crescita economica a lungo termine. Ma se ne sono andate anche le compagnie petrolifere occidentali con lcapacità tecnologica di estrarre petrolio dal rigido clima russo, tra cui BP, ExxonMobil e Shell. «Probabilmente significherà danni ai giacimenti petroliferi, agli oleodotti e alle raffinerie russi a causa della mancanza di competenza tecnica. La cattiva gestione dei giacimenti e delle attrezzature petrolifere è una vecchia storia in Russia, che in epoca sovietica faceva affidamento sulle spie aziendali in America per migliorare le proprie tecnologie petrolifere».

Poiché poi le imprese occidentali non vendono pezzi più pezzi di ricambio alla Russia, «la sua rete di viaggi aerei interni si sta restringendo. Molti aerei di linea russi sono stati sequestrati all’estero. I jet Airbus e Boeing vengono cannibalizzati per le parti, il che rischia di compromettere la sicurezza del volo».

Ma Putin è anche vulnerabile perché, nonostante la superficie terrestre quasi pari a quella di Stati Uniti e Cina messe insieme, l’economia russa è piccola. Nel 2021 il Pil della Russia era inferiore a milleottocento miliardi di dollari, rispetto ai 23,3 degli Stati Uniti. La sola California ha un’economia da tremilaquattrocento miliardi, quasi il doppio di quella russa, ma con solo circa un quarto delle persone. La capacità di importazione della Russia è anche indebolita dalla caduta del rublo: un calo del trenta per cento rispetto al dollaro dall’inizio della guerra contro l’Ucraina alla fine di febbraio 2022. Computer, macchinari e veicoli rappresentano oltre il quaranta per cento delle importazioni russe, e sono tutti elementi necessari per perseguire una guerra che ora costa molto di più.

«La mia analisi dell’ultimo bilancio della Federazione Russa», conclude David Cay Johnston, «mostra che la spesa nei primi due mesi di quest’anno è stata superiore del cinquantanove rispetto allo stesso periodo nel 2022 e del novanta per cento in più rispetto al 2021. Ciò suggerisce quanto l’attività economica russa si sia spostata verso la guerra. Allo stesso tempo, le entrate del governo sono diminuite del ventotto per cento e le entrate petrolifere sono diminuite del quarantasei per cento. L’aumento della spesa e il calo delle entrate non sono sostenibili, soprattutto per un paese che a volte deve indebitarsi in valute estere, a differenza degli Stati Uniti, che non hanno problemi a rinnovare i propri debiti e assumerne altri. Ad un certo punto, la discrepanza fiscale della Federazione Russa, la caduta del rublo e le deboli entrate delle esportazioni, insieme alla repulsione per la guerra, hanno portato a manifestazioni sparse nonostante la cultura russa di far fronte a privazioni, code e oppressione del governo».

Per finanziare la sua guerra, Putin ha rotto il salvadanaio nazionale. In un anno ha prelevato più di un quinto del fondo sovrano russo, che nel settembre 2021 era di quattordici miliardi di rubli, ma a marzo è sceso a undici miliardi di rubli, ovvero meno di centocinquanta miliardi di dollari. Per un paese delle dimensioni e della popolazione della Russia non è molto, anche senza una guerra. «Col tempo, Putin esaurirà i proiettili economici per acquistare materiale bellico: droni, missili e mercenari del gruppo Wagner. Ogni politica che costringe Putin a spendere il fondo sovrano della Russia, limita le sue entrate dalle esportazioni e rende difficile ottenere tecnologia e pezzi di ricambio è un modo intelligente per fermare le sue atrocità».


ps. articolo lungo ma interessante...quindi o sono tutti stupidi questi analisti o qualcosa ne capiscono.....
 
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Qualcuno per favore faccia presente che l'economia russa sta crollando alla direzione di azbuka vkusa che ogni volta che invito una ragazza a cena devo invadere un paese mediorientale per rientrarci coi conti.
 
Novatek ha dichiarato lunedì di aver presentato una domanda per acquisire una partecipazione in Sakhalin Energy, l'operatore del progetto di gas naturale liquefatto (GNL) Sakahlin-2 e ieri Kommersant ha riferito che Putin ha dato il consenso al trasferimento di 94,8 miliardi di rubli (1,21 miliardi di dollari) a Shell per le sue partecipazioni.


Russia allows $1.2 bln Sakhalin-2 payment to Shell - Kommersant


"MOSCA, 4 aprile (Reuters) -
Il presidente russo Vladimir Putin ha dato il suo consenso al trasferimento di 94,8 miliardi di rubli (1,21 miliardi di dollari) a Shell (SHEL.L) per la sua partecipazione nel progetto del gas dell'Estremo Oriente Sakhalin-2, secondo quanto riferito dal quotidiano russo Kommersant martedì.

La società del gas russa Novatek (NVTK.MM) ha ricevuto il consenso di Putin per trasferire i soldi alla Shell, ha riferito il quotidiano citando fonti vicine alla questione. Shell ha rifiutato di commentare. Novatek non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Novatek ha dichiarato lunedì di aver presentato una domanda per acquisire una partecipazione in Sakhalin Energy, l'operatore del progetto di gas naturale liquefatto (GNL) Sakahlin-2.

In seguito alla decisione di Mosca di inviare truppe in Ucraina nel febbraio 2022, la Shell ha dichiarato che avrebbe lasciato Sakhalin-2, in cui deteneva una quota del 27,5% meno un'azione.

A giugno, la società è stata trasformata in un'entità russa tramite un decreto presidenziale.

Putin ha detto che richiederà alla Shell e alle due società commerciali giapponesi Mitsui e Mitsubishi di presentare domanda per mantenere le loro quote nel progetto, se lo desiderano. Mosca ha invitato le aziende interessate ad ottenere la quota di Shell - così come la quota abbandonata di Exxon Mobil (XOM.N) nel progetto gemello Sakahlin-1 - a presentare domande al governo.

Shell, che ha registrato una svalutazione di 1,6 miliardi di dollari relativa a Sakhalin-2 nel primo trimestre dello scorso anno, ha dichiarato di aver dichiarato alle autorità russe a settembre che non avrebbe richiesto azioni disponibili per la vendita nell'ambito del processo. "
 
Qualcuno per favore faccia presente che l'economia russa sta crollando alla direzione di azbuka vkusa che ogni volta che invito una ragazza a cena devo invadere un paese mediorientale per rientrarci coi conti.
Se hai bisogno di portare una ragazza in un posto del genere per rimorchiare non hai altre grandi doti , quindi non ti lamentare e paga ...
 
Se hai bisogno di portare una ragazza in un posto del genere per rimorchiare non hai altre grandi doti , quindi non ti lamentare e paga ...
Quello che ho menzionato è un supermercato non un ristorante di lusso, le cene si fanno tutte a casa mia o a casa loro e cuciniamo insieme, insieme ;)

Ho menzionato il posto diverse volte sul mio thread in amaca perchè è quello che ha i cibi più prelibati nonchè molte spezie.
 
vediamo quanto manca al default definitivo della russia....

finora c'è andata solo per parte del debito, il rublo è carta straccia che non vogliono più nemmeno i russi....

caro putin la guerra ti costa un botto , si stima 1 miliardo di dollari al giorno...e le sanzioni mordono più che mai....

dove li prenderai i soldini...:D
La Russia avrà certamente i suoi problemi, però secondo me stiamo sottovalutando il fatto che sia imbottita di materie prime che a livello di prezzo non se la stanno affatto passando male.
 
Ultima modifica di un moderatore:
La Russia avrà certamente i suoi problemi, però secondo me stiamo sottovalutando il fatto che sia imbottita di materie prime che a livello di prezzo non se la stanno affatto passando male.
Mah...non e' tutto oro quello che luccica e non dimentichiamo che Putin stesso, a denti stretti , strettissimi, ha confermato che le sanzioni alla Russia fanno male.......e se ti sembra poco un'affermazione del genere.......

Putin ammette: "Le sanzioni fanno male". L'economia russa scricchiola
 
Si parla molto della "forza" del rublo ma, attualmente, il rublo è una valuta poco liquida (non viene scambiata sui mercati internazionali, gli investimenti esteri sono crollati, tanto che sia Nabiullina che Banca di Russia volevano "desecretare" i bilanci per invogliare gli investitori esteri,...), non so se abbia una valenza positiva per l'economia russa.
---> lo sfondamento dell'attuale resistenza ad 80 sarebbe foriera di sventura per il rublo...
 
La Russia avrà certamente i suoi problemi, però secondo me stiamo sottovalutando il fatto che sia imbottita di materie prime che a livello di prezzo non se la stanno affatto passando male.
---> non guardare le quotazioni ufficiali, la russia è costretta a sconti sempre crescenti se vuole vendere le sue materie prime ...
 
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