Fascicolo sanitario elettronico.

Dipende dalle singole regioni. :yes: e anche dalle singole Asl.

Peraltro, se dovesse essere una "cartella sanitaria" dovrebbe raccogliere sia esami fatti nel pubblico che nel privato, altrimenti si avrebbe una visione parziale (il cardiologo, privato, dei miei ancora compila a mano referti e ricette).

In sintesi, potrebbe essere uno strumento utile ma, se parziale, nessuno potrebbe farci affidamento.

per me ormai è insostituibile, tranne gli esami sangue urina x i quali si deve andare al cup prenoto da anni le visite sul FS
e ho eliminato quasi tutto il cartaceo

quanto alle visite private, anche quelle si possono prenotare purche ovviamente specialisti e strutture facciano parte dell'ausl di riferimento
x i quali sul sito ci sono tariffe e liste di attesa

x le altre cose volendo si puo caricare il referto

x ora comunque non vengono caricati i dati di alcune altre ausl della regione e ovviamente extra regione
 
Ultima modifica:
Se fosse reso operativo, molti ospedali sarebbero costretti a lavorare diversamente
e molti dirigenti sanitari rischierebbero le manette.
 
Global.health, un database mondiale sui dati di Covid-19 (in cui manca l'''Italia) | Wired Italia


....Storia di un database
Erano gli albori di quella che sarebbe stata la pandemia di Covid-9, quando ancora non si capiva quanto bene il coronavirus Sars-Cov-2 fosse capace di diffondersi tra le persone. Si raccoglievano le notizie un po’ qua e un po’ là, tra i documenti delle agenzie sanitarie nazionali o addirittura dai giornali locali. La comunità scientifica così non riusciva a venire a capo di nulla: c’era chi pensava che il virus non fosse poi tanto efficiente, chi paventava l’opposto. Bisognava cominciare a organizzarsi. E soprattutto a raccogliere e organizzare i dati.

...Fu allora che Moritz Kraemer, epidemiologo dell'Università di Oxford, creò un proprio foglio di calcolo Google, che condivise con la comunità scientifica: esperti di tutto il mondo cominciarono a aggiungere i propri dati, e altri ad analizzarli. E arrivò prestissimo il momento in cui ci si rese conto che quel semplice foglio di calcolo non poteva bastare. Arrivati a soli 100mila casi di Covid-19 era già sovraccarico. Servivano altre competenze, altre capacità, altri fondi.

Così nell’aprile del 2020, ad affiancare i ricercatori di 7 dei principali istituti accademici mondiali (Boston children’s hospital, Georgetown University, Harvard Medical School, Johns Hopkins Center for Health Security, Northeastern University, University of Oxford, University of Washington) intervennero Google.org (la divisione benefica di Google) e la Rockefeller Foundation, per cominciare a creare, da quel semplice foglio di calcolo, qualcosa di molto più grande: un database in grado di raccogliere in modo automatico i dati giornalieri sull’epidemia di coronavirus da una sessantina di paesi, in un formato standardizzato e senza duplicazioni.
 
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