Grande rrupoli.
Curiosità, non è che per caso da qualche parte hai anche analizzato la busta di un dipendente pubblico?
La decodifica di una busta paga nel settore privato è un'operazione laboriosa perché vi sono innumerevoli differenze che dipendono dal settore, dal CCNL, dall'inquadramento e pure dal software adottato dall'ufficio paghe.
Nella trattazione dei fondi pensione ho preso come riferimento un modello di busta paga semplificato che rappresenta una sorta di denominatore comune nel settore privato, funzionale a cogliere gli aspetti fiscali che impattano gli FP ma senza ulteriori velleità.
L'impianto di base nel settore pubblico non è dissimile, ciò che complica la decodifica e impedisce la semplificazione è anche in questo caso la diversità di trattamento in funzione dell'ente della PA per cui si lavora, pur essendo il cedolino gestito centralmente dalla piattaforma telematica NoiPA.
Per esempio, mentre nel settore privato le tecnicalità che pertengono il TFR sono comuni a tutti i dipendenti (topic sviscerato nel primo quaderno), nel settore pubblico occorre comprendere le tecnicalità non solo del TFR ma anche del TFS nelle diverse declinazioni IBU, IPS e IA.
Poi occorre comprendere come si determina la voce INPDAP, la voce Opera di Previdenza, la voce TFR DPCM 20/12/1999, la voce Fondo Credito, la RIA, la IIS, etc.
In breve, più che un quaderno servirebbe un intero trattato per riuscire ad identificare le innumerevoli voci che popolano i cedolini del settore pubblico e privato, un'impresa improba...
In ambito privato, vista la complessità della materia che richiede un aggiornamento continuo, esistono corsi specializzati cui partecipano i dipendenti degli uffici paghe e contributi, come per esempio quello indicato in questo
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