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No.
Il confronto a rendimenti e contributi aziendali zero non è l'alternativa tra FP e ETF, ma tra FP e soldi sotto il matetasso.
Per raggiungere la redditività effettiva tutto compreso di un FP occorre esporsi a un profilo rischio/opportunità ben superiore.
L'unico vantaggio reale di un ETF è che è smobilizzabile in qualsiasi momento, mentre il FP lo è -parzialmente- solo dopo i primi otto anni. Ma sono anche gli anni in cui il montante è più povero.
Inoltre, smobilizzare un prodotto pensato per integrare la pensione (sia il FP che l'ETF) nega l'obiettivo.
Infine, ti ricordo che anche gli strumenti come gli ETF hanno subito variazioni dal punto di vista legoslativo (ad edempio: l'imposta di bollo) nell'arco temporale trascorso.
Un altro aspetto è che dovrebbero esserci vantaggi nel momento della definizione della rendita partecipando a un FP rispetto a un ETF. Attualmente, c'è un thread che ne parla, la differenza non è molta, anche perché la quasi totalità degli aderenti ai FP negoziali è andata in quiescenza con un misto di regole, e ha quindi potuto incassare tutto in capitale.
Se ben ricordo solo nel 2017 c'è stato il primo aderente del mio FP che ha scelto la rendita!
Di converso questo co.portamento generalizzato dovrebbe far riflettere. Se è conveniente aderire a un FP a ridosso dell'età di pensionamento, quando alcuni suoi benefici non si sono ancora completamente dispiegati, rispetto ad aderire a un ETF, perché la stessa cosa dovrebbe essere falsa per periodi più lunghi?
O forse tutti questi aderenti "mordi e fuggi" erano degli ignoranti finanziari?
Nell'ultimo concetto intendi dire che molta gente aderisce a ridosso del pensionamento poiché trova dei vantaggi a ricevere la rendita pensionistica dal FP, oltre che i vantaggi nei versamenti..di cui abbiamo parlato.
Se si, quali sarebbero? Grazie x la disponibilità
grazie per la risposta, e si, io sono uno di quelli che ha scritto e sostiene questa tesi, cioè versare il massimo deducibile nel FP negli ultimi 5 anni c'è buun gran bel guadagno dal vantaggio fiscale.No.
Intendo dire che un lavoratore dipendente che sottoscrive un FP monetario (o un FPA, o un PIP) a 5 anni dalla maturazione del diritto di andare in quiescenza, magari tenendosi il TFR ottiene il seguente risultato.
Versa 5.000*5=25.000, li deduce e riceve diciamo 1.800*5=9.000 di vantaggio fiscale (38% di marginale), paga come tasse 25.000*15%=3.750, e quindi guadagna 5.250 secchi in 5 anni, con un capitale investito medio di 15.000.
Con quel comparto il rischio di perdere in conto capitale è prossimo a zero, e l'orizzonte temporale rende il rischio inflazione molto basso.
Se non conoscete nessuno che lo ha fatto, ciò non vuol dire che questo non sia un comportamento razionale.
Se ben ricordo, in questo thread anche uno di quelli che sostiene gli ETF ha detto che lo avrebbe fatto, se le regole non cambieranno.
Porto la mia esperienza personale : all'età di pensionamento (2009) ero un iscritto Fonchim con possibilità di liquidazione 100 % . Visto il grave momento di crisi e conseguente riduzione delle quote ho atteso il 2016-2017 per chiedere la liquidazione del fondo. Nel frattempo, visto che avevo ancora margine, ho fatto un Pip con Generali scopo deduzione, visto che nel frattempo i ns politici hanno pensato bene di bloccare la rivalutazione delle pensioni, per inciso ricevo oggi (2019) la stessa cifra del 2009, ovvero rivalutazione quasi zero. Non mi lamento però ...
Salve a tutti!
Io sinceramente sono ancora in crisi sulla scelta.
Attualmente ho un fondo pensione aperto alle poste(dal 2010) dove verso 600€ l'anno.
Da tre anni sono un lavoratore dipendente nel commerciio(quindi nel caso fondo Fon.te) e metto il tfr in azienda.
Da tempo leggendo il forum ho capito che probabilmente nel lungo periodo il fondo negoziale è meglio dil tfr in azienda con la rivalutazione dell 1% +0.75*inflazione.
Sto quindi valutando l'opzione di trasferire il trf nel fondo di categorie Fon.te e di fare anche il contributo volontario così che il datore di lavoro sia "costretto" a fare il versamento aggiuntivo, oltre a portare il fondo poste dentro il fondo Fon.te così da alimentarne solo uno.
Credo che su questo siano tutti concordi(ditemi se non è così).
Resta aperto ancora il da farsi se fare versamenti aggiuntivi per portare il massimo deducibile o se investirlo in altri prodotti...
Cosa consigliate?
Allora signori sono un po' di giorni che i mercati scendono, che mi dite sul paragone tra etf e fp ?
Pensione vs un po' di giorni. Va beh
Quindi i calcoli che avete fatto, il famoso numero "X"della quadratura del cerchio, tutto sballato, mentre le deduzioni sono certe
Non comprendo la necessità di trollare su un forum tematico
Se permetti la trollata è stata fatta aprendo un thread inutile, anzi addirittura dannoso
Già ho preso un ban non voglio prenderne un altro.
Allora signori sono un po' di giorni che i mercati scendono, che mi dite sul paragone tra etf e fp ?
parto dal fondo. Sì, aprire un pip o fpa con un "chip" solo per avere domani la tassazione più favorevole ha senso... purché si trovi un fondo/comparto a costo zero o quasi.Ciao a tutti,
mi permetto di riesumare un 3d bello vecchiotto per sottoporre a voi più anziani (e parlo sia di anzianità su questo forum, sia anagrafica ) un quesito e chiedervi un consiglio relativo a PIP vs ETF. Lo so che è un argomento stradiscusso e non semplificabile, ma la mia condizione è un po anomala da quelle esposte finora, e non ho trovato sul FOL nulla che potesse avvicinarsi relamente alla mia personale situazione. Spero dunque di non star facendo male a riaprire il discorso qui, ma , se così non fosse, vi prego di indicarmi il luogo adatto in cui farlo.
Arrivo al dunque... ecco alcune info di base.
Età: 28 anni
Lavoro: Sono un lavoratore dello spettacolo dipendente, assunto a tempo determinato per la durata dei singoli progetti. La dinamica è un pò quella del libero professionista, ma senza partita IVA. Adesso, per esempio, sono disoccupato.
RAL: Variabile, ma volendo fare una media degli ultimi 5 anni, siamo sui 55k lordi
TFR: Non presente. Per la natura del mio lavoro il TFR viene liquidato ad ogni cessione di rapporto di lavoro. E, per intenderci, un rapporto di lavoro può durare da qualche mese a qualche giorno.
A grandi linee questa è la situazione. Sarò felice di essere più specifico nel caso in cui crediate sia necessario fornire maggiori informazioni. Vi pongo ora le mie riflessioni sull'argomento.
Consapevole che mai come nel mio caso sia necessario pensare ad un modo per integrare la più che misera pensione che vedrò fra almeno 40 anni, devo anche aggiungere che è inverosimile credere che io possa arrivare a lavorare fino al giorno del pensionamento. Il lavoro che svogliamo è molto fisico e abbastanza usurante, perciò immagino - arrivato alla soglia dei 60 anni - che dovrò rivedere un po di cose. Non posso prevedere il futuro, e magari fra 20 anni cambierò lavoro, o mi metterò ad insegnare, ma al momento questo è.
Alla luce di tutto questo ho sempre guardato ai fondi pensione con un pò di scetticismo; la non possibilità di integrare il TFR e di godere del contributo datoriale, il vincolo sulle somme depositate e le modeste performance mi hanno portato lo scorso anno a scegliere intanto di investire in un ETF bilanciato/aggressivo, il Vanguard Lifestrategy 80, con un'ottica di lungo termine, considerandolo una sorta di fondo pensione dal quale potrei iniziare ad uscire progressivamente anche 10 anni prima di raggiungere i requisiti del pensionamento. Ovviamente so di rinunciare ai tanti vantaggi fiscali che i fondi pensione offrono, ma alla fine della fiera l'ETF aveva avuto la meglio.
Mi piacerebbe però sentire qualche parere esterno a riguardo e, eventualmente, aggiustare il tiro. Ad esempio, può aver senso aprire un PIP anche solo con un singolo versamento minimo, solo per far scattare il 'contatore' e poter sfruttare - se fra tot anni dovessi decidere di iniziare davvero a depositare somme più consistenti - la tassazione agevolata del 9% sui ricavi?
Insomma, qualunque suggerimento è ben accetto. Grazie in anticipo a chi vorrà leggere sto papiro e darmi un parere.